Resoconto seduta n.4 del 28/06/2005
La seduta inizia alle 10,50



Approvazione verbale

PRESIDENTE. Ove non vi siano obiezioni do per letto ed approvato, ai sensi dell’art. 29 del regolamento interno, il processo verbale della seduta n. 3 del 14 giugno 2005.

E’ approvato



Proposte di legge
(Annuncio e assegnazione)

PRESIDENTE. sono state presentate le seguenti proposte di legge:
— n. 18 in data 15 giugno 2005, ad iniziativa dei consiglieri Luchetti e Castelli, concernente: «Istituzione del ruolo degli amministratori di condominio e di immobili», assegnata alla IV Commissione in sede referente;
— n. 19 in data 13 giugno 2005, ad iniziativa dei consiglieri Giannotti, Tiberi, D’Anna e Capponi, concernente: «Emergenza ambientale Agroter Mondavio», assegnata alla IV Commissione in sede referente e alla II Commissione per il parere obbligatorio;
— n. 20 in data 13 giugno 2005, ad iniziativa del consigliere Giannotti, concernente: «Interventi regionali a sostegno del funzionamento delle scuole materne autonome», assegnata alla I Commissione in sede referente e alla II Commissione per il parere obbligatorio;
— n. 21 in data 20 giugno 2005, ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: «Modificazioni alla legge regionale 5 agosto 1996, n. 34 recante norme e designazioni di spettanza della Regione», assegnata alla I Commissione in sede referente.



Mozioni
(Annuncio di presentazione)

PRESIDENTE. Sono state presentate le seguenti mozioni:
— n. 13 dei consiglieri Ceroni, Capponi, Bugaro, Tiberi, Santori. Cesaroni, Brini e Giannotti: «Piano di riforma europea per il settore della lavorazione della barbabietola e della trasformazione industriale. Possibili ripercussioni.»;
— n. 14 del consigliere Cesaroni: «Disegno di legge n. 1777 riguardante il reato di manipolazione mentale»;
— n. 15 dei consiglieri Procaccini e Bucciarelli: «Progetto di “Comunicazione ed educazione alimentare”»;
— n. 16 dei consiglieri Giannini e Comi: «Richiesta dello stato di emergenza per ponte di Villa Potenza.




Deliberazioni inviate
dalla Giunta regionale

PRESIDENTE. La Giunta ha trasmesso le seguenti deliberazioni adottate in data 6 giugno 2005:
— n. 691: «Art. 26 comma 1 della l.r. 24 dicembre 2004, n. 30 – iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2005 di risorse derivanti da assegnazioni statali e relative alla messa in sicurezza delle aree sciabili – Euro 114.714,93»;
— n. 692: «Art. 27 della l.r. 24.12.2004 n. 30 – variazione compensativa al programma operativo annuale 2005 – Euro 899.700,00»;
— n. 693: «Art. 29 della l.r. 31/2001 – variazione compensativa al Programma operativo annuale 2005 approvato con DGR n. 1678/2004 – Euro 7.717,55»;
— n. 695: «Attuazione dell’art. 9 della l.r. 7/2005 concernente: Promozione della cooperazione per lo sviluppo rurale».





Congedo

PRESIDENTE. Ha chiesto congedo il consigliere Brini.



Ordine del giorno della seduta

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sull’ordine dei lavori, il consigliere Comi. Ne ha facoltà.

Francesco COMI. Chiedo l’inserimento all’ordine del giorno e la immediata trattazione della mozione presentata insieme alla collega Giannini, riguardante la richiesta dello stato di emergenza per il ponte di Villa Potenza.
Visto che l’argomento sarà oggetto comunque, di trattazione — alcuni consiglieri regionali lo hanno posto all’ordine del giorno con delle interrogazioni e delle interpellanze — visto l’urgenza di discuterlo tempestivamente per informare la Giunta regionale e il Governo delle iniziative da assumere, visto l’emergenza della questione, chiediamo l’inserimento all’ordine del giorno della mozione.

PRESIDENTE. Nel Consiglio regionale la prassi è quella di far assorbire le mozioni dalle interrogazioni e interpellanze per fare un’unica discussione. Approfittando del fatto che in questa seduta ci sono due interpellanze che trattano lo stesso tema, si fa quindi una unica discussione di interpellanze e mozione.
Pongo in votazione la proposta del consigliere Comi.

Il Consiglio approva


Interrogazione (Svolgimento): «Interventi in difesa della costa pesarese» Giannotti e Tiberi (24)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l’interrogazione n. 24 dei consiglieri Giannotti e Tiberi.
Per la Giunta risponde l’assessore Carrabs.

Gianluca CARRABS. Premesso che:
— la Regione Marche con delibera di Consiglio Regionale n. 169 del 02/02/2005 ha approvato il “Piano di Gestione Integrata delle Aree Costiere" contenente, oltre alle linee guida e norme di governo dell'ambiente fisico costiero, i progetti preliminari per la difesa della costa, suddivisi per unità fisiografica;
— il Piano sopra detto contiene il sistema di supporto alle decisioni da utilizzare, anno per anno, per l'assegnazione dei finanziamenti allocati dal Consiglio Regionale per gli interventi costieri;
— con nota n. 2130 del 20/01/2005 il Dirigente del Servizio "Gestione Integrata delle Aree Costiere" a chiesto ai Comuni costieri di indicare: a. l'intervento previsto nel Piano che ogni Comune ritenesse prioritario tra quelli da realizzare sul proprio territorio; b. la partecipazione finanziaria messa a disposizione dal Comune per l'attuazione dell'intervento richiesto;
— i dati trasmessi dai Comuni (intervento e compartecipazione finanziaria) sono stati introdotti nel Sistema di supporto alle decisioni e con Decreto del Dirigente del Servizio n. 40 del 05/05/2005 è stata stabilita la priorità di interventi che vede il Comune di Pesaro come il terzo intervento utile che la Regione può finanziare;
— la disponibilità delle risorse regionali da assegnare agli interventi di Piano non ha permesso la completa copertura finanziaria per l'intervento richiesto dal Comune di Pesaro; con nota prot. n. 15213 del 11/05/2005 il Dirigente del Servizio Aree Costiere ha comunicato al Comune di Pesaro che, allo stato attuale delle disponibilità di bilancio l'intervento da effettuare, del costo di E 997.713 non ha la completa copertura finanziaria e necessita di ulteriori circa 140.000 euro rispetto a quelli disponibili per poter considerare la completa copertura finanziaria. Nella stessa nota viene indicata una possibile economia per interventi in corso di realizzazione (per cui lo stesso Comune di Pesaro è beneficiario di 50.000 euro per ripascimento);
— per poter valutare la possibilità di un intervento stralcio o ulteriori fonti di finanziamento il comune di Pesaro ha indetto una riunione informale a cui hanno partecipato anche operatori balneari e rappresentanti delle categorie;
— durante l'incontro sopra detto, il Dirigente del Servizio Regionale ha registrato posizioni contrapposte dei vari rappresentanti di categoria e operatori balneari sulla tipologia e necessità di intervento, posizioni esternate senza alcun contenuto né tecnico né scientifico
— la tipologia di intervento da applicare al litorale pesarese non può essere diversa da quella indicata dal Piano (il Piano prevede il rifiorimento delle scogliere emerse esistenti nel litorale denominato "di levante" ed il salpamento e riallineamento di n. 7 scogliere in zona sottomonte) se non intervengono motivi di conoscenza tecnico - scientifica che suggeriscono tipologie diverse. Si ricorda inoltre che il Piano ha già avuto la fase di consultazione e condivisione dei soggetti portatori di interesse che hanno avuto modo, anche attraverso lo strumento delle osservazioni, di rappresentare posizioni contrarie alla tipologia proposta dal Piano;
— la partecipazione finanziaria dei privati impone anche la condivisione dell'intero progetto e che la condivisione nel caso del contributo dei soggetti privati nel comune di Pesaro è stata condotta dalla stessa Amministrazione comunale;
— gli interventi che nell'interrogazione vengono indicati come "rafforzamento delle scogliere poste a difesa della spiaggia di Ponente" (Ponente è indicazione locale per indicare il tratto compreso tra il Porto e il piazzale della Libertà) è compreso nel Piano ma non è oggetto della richiesta di finanziamento da parte del Comune per l'anno 2005.
Ciò premesso, in ordine alle richieste si rappresenta che:
1. il litorale pesarese non è da considerarsi in "grave situazione" ma da ritenersi come prioritario in relazione ai criteri di Piano. Tale priorità è stata riconosciuta dal sistema di supporto alle decisioni tanto è che il Comune di Pesaro è uno dei tre Comuni destinatari di finanziamento per la difesa costiera per l'anno 2005; inoltre, come detto in numerosi sedi di presentazione e consultazione del Piano, il litorale Pesarese è bisognoso oltre che di riconfigurazioni geometriche delle difese foranee, di ripascimento dell'arenile che difende le strutture balneari dalla trasgressione marina provocata dagli anomali innalzamenti del livello medio mare e dal sopralzo di tempesta, che poco hanno a che fare con la richiesta degli operatori balneari di chiusura dei varchi e innalzamento della quota di sommità delle scogliere. L'Amministrazione Regionale è già impegnata nella ricerca della completa copertura finanziaria dell'intervento richiesto dall'Amministrazione de; Comune di Pesaro, sia utilizzando economie provenienti da altri interventi in corso, sia effettuando uno stralcio funzionale, sia nella ricognizione di altri possibili finanziamenti.
2. Gli interventi da realizzarsi nel Comune di Pesaro sono tutti e soli quelli previsti dal Piano; eventuali modifiche possono essere suggerite da studi, indagini, modelli matematici che potrebbero imporre scelte progettuali diverse. Sul litorale pesarese, peraltro quasi interamente coperto da difese costiere, gli interventi sono in corso di realizzazione per stralci e l'intervento richiesto dal Comune di Pesaro per l'anno 2005 è quello che anche i Servizi regionali ritengono più urgente.
Riguardo l'intervento compreso tra Piazza della Libertà e la zona sottomonte previsto per l'anno 2005, il Servizio regionale Aree Costiere è in attesa della risposta del Comune di Pesaro per poter procedere all'intera progettazione ovvero alla progettazione per stralci e l'eventuale esecuzione dell'intervento per intero o stralci, a seconda si renda disponibile l'intero finanziamento o parte di esso.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Giannotti, per dichiararsi soddisfatto o meno.

Roberto GIANNOTTI. Anche in questa vicenda gli assassini politici sono due: la Regione che è inadempiente dal punto di vista finanziario e il Comune di Pesaro che è inadempiente dal punto di vista della democrazia.
Intanto non so chi è l’estensore del documento, ma dire quello che è stato detto, cioè che non ci sono motivazioni tecniche né scientifiche che inducano a ripensare rispetto a quell’intervento, mi farebbe obiettare qualcosa, ma non ci voglio entrare, è un discorso che faremo. Il problema è molto più semplice, è un problema di democrazia.
Intanto la tipologia dell’intervento ipotizzato è vero che corrisponde ad una specifica richiesta del Comune di Pesaro, ma è anche vero che il Comune di Pesaro ha sbagliato a fare quella richiesta, perché quando si opera in questo campo e quando si costringono i concessionari di spiaggia, come nel caso di Pesaro, a versare un obolo diretto per avere garanzie sul piano della difesa della spiaggia — perché di questo si è trattato: credo che sia uno dei pochi casi d’Italia dove i bagnini devono pagare di tasca loro la difesa — mi sembra anche logico che le scelte di priorità che il Comune di Pesaro deve definire, le definisca con il concorso delle categorie. Quindi, il difetto di fondo è che il Comune di Pesaro giammai ha chiamato preventivamente le categorie economiche dei concessionari di spiaggia per un confronto sulle priorità da indicare alla Regione, quindi c’è un difetto di fondo.
Qui parliamo di 997.000 euro, quindi 2 miliardi di lire. Rispetto a due miliardi di lire la Regione, secondo il responsabile, taglia e fa venir meno risorse fondamentali. Evidentemente non ci siamo. E’ inutile fare un piano di intervento di difesa della costa spendendolo come uno dei risultati più qualificanti della Giunta regionale e poi andare a tagliare.
L’altra cosa da fare è il ripristino immediato del finanziamento regionale in maniera che non si debba chiedere di nuovo il concorso, magari, in questo caso, dei cittadini. Chiediamo ai cittadini pesaresi di pagarsi la difesa della spiaggia.
Quello che è emerso nel corso di quell’incontro è una cosa molto più modesta, posta da me e dal consigliere Tiberi: l’esigenza che ci si fermi un attimo, di mettano tutti gli interlocutori attorno al tavolo — Comune, Regione, Provincia, dato che Ucchielli sta dappertutto e non gli dispiacerà, soprattutto le categorie economiche — e si faccia una valutazione in modo che l’assessore regionale, che è responsabile rispetto a questa cosa, abbia un quadro completo della situazione.
Mi ritengo insoddisfatto per la risposta, però mi auguro che questo possa essere utile per lei, assessore, perché si assuma un’iniziativa che recuperi questo difetto di democrazia che si è realizzato su questa vicenda.



Interrogazione (Svolgimento): «Amministrazione di Ascoli Piceno — Ritardo pubblicazione graduatorie fondi art. 7, l.r. 31/97 — Aiuti alle assunzioni» Castelli (22)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l’interrogazione n. 22 del consigliere Castelli.
Per la Giunta risponde l’assessore Ascoli.

Ugo ASCOLI. Con riferimento all'interrogazione in oggetto, sentito l'Assessore alla Formazione Professionale e Politiche del Lavoro e lì Dirigente del Servizio Formazione Professionale della Provincia di Ascoli Piceno, si precisa che in risposta all'intervento "art. 7 l.r. 31/97 - aiuti alle assunzioni" sono pervenute alla data del 31/05/2004 n. 662 domande da parte delle ditte con richiesta di finanziamento per 1.247 dipendenti con contratto a tempo indeterminato.
Siccome la Provincia di Ascoli Piceno è stata l’unica Provincia a riproporre il bando per gli aiuti alle assunzioni per l’anno 2004, questa unicità, connessa con le modifiche delle direttive regionali, relative al bando in oggetto, rispetto al 2003, ha comportato necessariamente l'apporto di modifiche e/o integrazioni al software regionale in uso unicamente presso la Provincia di Ascoli Piceno.
Ciò nonostante, la Provincia di Ascoli Piceno ha già trasmesso alle ditte interessate, all'inizio di questo mese di giugno, una richiesta di monitoraggio, propedeutica all'approvazione della graduatoria finale la cui definizione è prevista, da parte del Servizio Formazione Professionale della Provincia stessa, entro il prossimo mese di luglio p.v.
Detta graduatoria sarà poi pubblicata sul sito della Provincia di Ascoli Piceno e le ditte beneficiarie avranno a disposizione 60 giorni di tempo per produrre le polizze fidejussorie a garanzia del contributo autorizzato.
Per completezza di informazione si precisa, ancora, che la liquidazione dei contributi alle ditte ammesse a finanziamento potrebbe avvenire, verosimilmente, entro i mesi di ottobre e novembre
p.v.
Si sottolinea infine, che nella Provincia di Ascoli Piceno, inoltre, sono state presentate anche 915 domande di nuove imprese relativamente al bando "Sostegno alla creazione di nuove imprese" e si è già proceduto alla liquidazione di contributi a circa 80 ditte, e si sta, proprio in questi giorni, procedendo allo scorrimento della graduatoria stessa.
Complessivamente possiamo dire che, proprio per l’unicità che ha visto l’unica Provincia attivare questa parte, c’è stato un problema di tipo informatico che è ormai in iva di soluzione e quindi, sostanzialmente, è in atto la graduatoria, è in atto la liquidazione dei contributi.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Castelli.

Guido CASTELLI. Ringrazio l’assessore Ascoli che ci ha dato buone notizie. Come è noto, la mia interrogazione nasceva da una serie di segnalazioni che mie erano state fatte da parte delle imprese che già dal 31 maggio 2004 avevano depositato queste richieste relative ad un aiuto di una certa importanza e di un certo significato. Ricordo che per ogni assunzione di soggetti maschili si parla di un contributo di 4.300 euro, 5.100 euro per assunzioni di soggetti femminili, addirittura, nel caso in cui si tratti di assunzioni svolte nell’ambito di territori ricadenti nell’Obiettivo 2. Quindi c’è stata una certa attenzione, una certa richiesta, importante, dovuta al fatto e alle note ragioni che vedono la provincia di Ascoli Piceno languire in una situazione socio-economica nota a tutti,
La segnalazione riguardava questo ritardo che porterà, a circa anno e mezzo dalla scadenza della presentazione delle domande, la possibilità di avere materialmente il contributo.
Ringrazio l’assessore Ascoli del suo intervento, risultava anche a me che c’era stata una diffusione di informative e di richieste di aggiornamento della situazione interna alle aziende nelle ultime settimane. Nel momento in cui la Regione per le materie delegate, svolga, come sta svolgendo, un contributo minuto, costante, anche sull’espletamento di queste attività da parte di Amministrazioni provinciali, queste non sempre hanno, non dico le professionalità adeguate, ma il personale sufficiente a garantire l’istruttoria di tantissimi provvedimenti in questa materia.
Prendo atto del fatto che solo la Provincia di Ascoli Piceno aveva attivato questa misura, mi ritengo soddisfatto della risposta, con l’impegno, che ritengo peraltro scontato, che vede la Regione seguire sempre con molta attenzione l’implementazione concreta di queste provvidenze che speriamo non scendano troppo per effetto dei negoziati di Lisbona. L’altro giorno ho avuto modo di parlarne anche con il Presidente Spacca che so il 6 giugno ha fatto una comunicazione alla Giunta proprio relativamente all’auspicio che proviene anche dalle Marche, circa l’ipotetica minor riduzione possibile dei fondi europei in favore delle Regioni. Credo che questa sia una grandissima battaglia che dovremo svolgere anche con le “consorelle”. Sappiamo benissimo che potremmo ricevere un taglio draconiano da quelle che erano le impostazioni date dal presidente di turno lussemburghese dell’Ue. Dobbiamo forse dire grazie a Blair.
E’ evidente che ormai le distanze si sono estremamente accorciate anche per quanto riguarda i flussi economici e credo che questa Regione dovrà continuare, dando seguito — anche in riferimento a quell’impegno preso in qualche modo dal Presidente Spacca — a questa grossissima vertenza, perché qui non si tratta di essere euroscettici o meno, si tratta di valutare quello che potrebbe essere davvero l’impatto drammatico di una riduzione che si annuncia fino al 40%, quindi provvidenze come queste e quali quelle del Docup, potrebbero ricevere un taglio che le Marche potrebbero non essere in grado di sopportare. Sappiamo bene, fra l’altro, che nella scorsa legislatura, le provvidenze europee hanno integrato le leggi ordinarie di settore, proprio per dare una risposta, in questo caso intelligente, volta a rimpinguare le esangui casse della Regione per quanto riguarda alcuni interventi ordinari, attraverso l’ausilio e il ricorso alle provvidenze europee.
Tutto questo rischia, se non vi fosse una profonda inversione di tendenza rispetto all’impostazione dell’allora presidente di turno dell’Ue, il ventilato taglio del 40%.
Tra le altre cose gli accordi di Lisbona sembra che rivolgano l’attenzione più malevola proprio ai territori dell’Obiettivo 2. Trattandosi, l’Obiettivo 1 del sud, di una situazione di maggiore allarme, sono proprio le fasce intermedie, quelle dell’obiettivo 2, a dover rischiare i maggiori tagli. Speriamo che ciò non accada e quindi credo che sia opportuno dare corso a quella comunicazione che già il Presidente Spacca ha fatto a margine della seduta del 6 giugno, perché si dia concretezza a questa che ho chiamato battaglia non per enfatizzare la cosa, ma a questa importante vertenza che deve vedere uniti il Governo nazionale e tutte le Regioni d’Italia per evitare questi tagli.



Interrogazione (Svolgimento): «Attivazione pronto soccorso INRCA di Ancona» Rocchi (25)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l’interrogazione n. 25 del consigliere Rocchi.. Risponde l’assessore Mezzolani.

Almerino MEZZOLANI. Con riferimento alla interrogazione in oggetto si fa presente quanto segue:
1. l’INRCA partecipa assieme alle altre Aziende/Zone della Regione al processo di budget con il quale vengono assegnate risorse ed obiettivi;
2 l’INRCA in questo percorso è stato invitato ad allinearsi con l'offerta delle altre strutture della Zona 7 di Ancona e li di Fermo. Il processo di integrazione si sta avviando ed i gruppi di lavoro si stanno costituendo al riguardo;
3. per quanto riguarda la funzione di osservazione breve geriatrica essa verrà regolamentata nell'ambito del documento in corso di predisposizione sugli aspetti organizzativi ed amministrativi della funzione di osservazione breve nelle strutture ospedaliere della Regione Marche;
4. l’istituzione di un pronto soccorso non è al momento prevista perché priva sia dei supporti normativi (legge regionale sull'emergenza sanitaria) che organizzativi;

5. è nell'ambito dell'integrazione con gli altri ospedali di Ancona, a partire dall’Azienda Ospedaliera Ospedali Riuniti, che potrà svilupparsi una funzione strutturata di supporto alle attività di pronto soccorso e medicina di urgenza negli anziani in collaborazione con le vere e proprie strutture cittadine di pronto soccorso.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Rocchi.

Lidio ROCCHI. Questo è un problema importante di cui stiamo parlando da lungo tempo. Se ben ricordo, nel momento in cui è stato trasferito l’Umberto I a Torrette, la Giunta discusse sulla possibilità di potenziare il pronto soccorso dell’Umberto I stesso e ci fu anche una forte richiesta da parte del sindaco di questa città. Il fatto che è stato istituito il primo centro di primo intervento all’ex Umberto I non soddisfa minimamente le esigenze dei tanti cittadini di Ancona, ma anche di ammalati che vengono all’ospedale di Torrette per poter vedere se è possibile avere delle risposte positive.
C’è un disagio forte, lo sappiamo tutti, ne abbiamo discusso parecchie volte, però le cose sono rimaste tal quali come qualche tempo fa.
A Torrette, specialmente al pronto soccorso c’è un’attesa che va dalle 8 alle 12 ore e credo che questo sia un fatto negativo per coloro che si recano in un importante ospedale come quello dio Torrette e occorre intervenire in modo che le pause che ci sono — anche se Torrette c’è un personale medico e infermieristico esperto e professionale che molte volte, con il fatto di questa attesa viene distratto dalle tante richieste che giornalmente arrivano — siano eliminate.
Perché non favorire e non semplificare le cose, mettendo gli ammalati nelle condizioni di avere delle risposte immediate?
Noi abbiamo un pronto soccorso all’Inrca, che molte volte funziona e altre no, che sulla carta ha una Utic e una rianimazione, oltre ad una sicura ed efficiente diagnostica, e non vedo il motivo per cui non dobbiamo sfruttare le situazioni che abbiamo.
Non credo che i costi siano talmente alti da non poter intervenire per la soddisfazione di queste richieste che provengono da molti cittadini. Credo che la Giunta debba prendere in esame queste richieste che sono importanti, perché ne va anche della salute dei cittadini.
Non vorrei che queste richieste, questo provvedimento, usufruendo dell’Inrca potesse venire ostacolato proprio dai vertici aziendali di Torrette, perché non credo che Torrette possa perdere una fetta di pazienti, ma credo che possa invece significare un momento di grande attenzione verso questi ammalati.
Spero e mi auguro che la Giunta possa prendere in tempi rapidissimi provvedimenti, in modo da poter venire incontro alle tante esigenze e ai tanti problemi che abbiamo in questa città.



Interrogazione (Svolgimento): «Situazione dell’ospedale Santa Croce di Fano» D’Anna (27)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l’interrogazione n. 27 del consigliere D’Anna.
Per la Giunta risponde l’assessore Mezzolani.

Almerino MEZZOLANI.
Per quanto riguarda l'interrogazione in oggetto si riferisce quanto segue.
Ovviamente l'ospedale di Fano è struttura degna d'attenzione e come tale viene considerata dalla Regione, come meglio si vedrà più avanti.
In merito alla mobilità passiva, su un totale di circa 300.000 ricoveri di marchigiani nel 2004 quelli avvenuti fuori regione sono stati circa 33.5O0 e quindi poco più del 10%; questi sono stati compensati" da circa 25.000 ricoveri in mobilità attiva con un saldo differenziale di circa 8.000 ricoveri, fenomeno che come si. vede ha dimensioni complessivamente ridotte La motivazione di questa mobilità passiva extraregionale è legata ad un'offerta ancora non completata nella regione (come per la riabilitazione) e da una forte aggressività da parte delle strutture private di altre Regioni, specie confinanti. Tradizionalmente la provincia di Pesaro si confronta con la forte offerta sia pubblica che privata della Regione Emilia Romagna ed in particolare della ASL di Rimini. Peraltro in provincia di Pesaro i dimessi fuori regione tra il 2000 ed il 2004 sono complessivamente diminuiti, pur in presenza di questa forte competizione, passando da quasi 12.000 a circa 11.750.
Fenomeno badantato: l'assistenza è erogata dal personale sanitario (infermieri e OSS) dipendente dalla Zona Territoriale e Sono solo queste figure professionali che erogano assistenza sanitaria e ne sono direttamente responsabili. La Zona Territoriale ha emanato in data 25 gennaio 2005, con determina del direttore di zona n. 74, un regolamento disciplinante la presenza dell'attività integrativa privata, che è una scelta della persona ricoverata o dei suoi familiari per ricevere compagnia e/o sorveglianza durante il periodo della propria degenza, quindi non sovrapponibile a quella esercitata dal personale assistenziale dipendente dalla Zona territoriale.
Mancanza di personale: si riporta la situazione del personale di assistenza al 01.06.05. Per quanto riguarda il personale infermieristico la dotazione organica è di 508 unità. IL personale in servizio a tempo indeterminato è di 499 unità, 29 sono le unità di personale in servizio a tempo determinato e il personale in servizio di cooperativa è costituito da 4 persone, per un totale di 532 unità. Ci sono poi le assenze per aspettativa da gravidanza, che ammontano ad un totale di 41 unità. Per un totale di presenze effettive di 491.
Per quanto riguarda le assunzioni, nell’anno 2005 sono stati assunti 16 infermieri a tempo indeterminato, di cui 8 sostituzioni per collocamento a riposo e 8 per mobilità regionale; 15 infermieri a tempo determinato; 3 infermieri rinnovati e l’infermiere da cooperativa.
Per quanto concerne invece il personale OSS/OTA, la dotazione organica è di 125 unità, il personale in servizio a tempo indeterminato è di 105 unità, il personale in servizio a tempo determinato è di 38 unità, per un totale di 143 unità. Due sono le assenze per aspettative da gravidanza, per un totale di presenze effettive di 141. Per le assunzioni dell’anno 2005 è in piedi un bando di concorso pubblicato nella GU che prevede 13 assunzioni.
Tempi d'attesa prestazioni ambulatoriali: il 2004 ha visto il potenziamento dell’attività specialistica ambulatoriale di I livello (Distretto) con la riorganizzazione dell’attività specialistica ambulatoriale, per la quale si é proceduto ad accordi interni di libera professione d'azienda con i propri professionisti e ad accordi contrattuali con il privato allo scopo di garantire la presa in carico complessiva del paziente (intesa come modalità dì gestire l'eventuale muitidimensionalità dei problemi cimici) e ridurre le liste d’attesa. Si fa notare che presso la ZT3 vi è stato un incremento del 36% delle prestazioni di specialistica ambulatoriale (anno 2003: prestazioni erogate 583.103, anno 2004: 797.350).
In relazione ai dati relativi alle attese occorre tener conto delle seguenti precisazioni:
— visita oncologica: sono state introdotte liste ad accesso differenziato per la prima visita e per la visita successiva alla prima e conseguentemente nel 2004 i tempi di attesa per ”prima visita" si sono ridotti ad una settimana circa;
— risonanza magnetica: inizialmente le strutture della ZT 3 hanno risposto anche alle richieste dell'utenza di Zone limitrofe. Nel corso del 2004 l'attesa si e ridotta di circa il 50% grazie all'introduzione di un’azione filtro da parte di un medico radiologo, basata su una valutazione consistente nella verifica dell’appropriatezza della richiesta (tipologia di esame richiesto rispetto alla motivazione clinica) e nella valutazione dell’urgenza che, ove condivisa, può essere considerata immediata, differibile a giorni, differibile a settimane;
— ecocolor doppler: dalle ultime rilevazioni emerge una riduzione dei tempi d'attesa a 20 giorni, grazie ad un aumento delle prestazioni sia in istituzione che in accordi contrattuali con il privato, senza alcun aggravio di spesa per il cittadino.
Le risorse previste per l'attivazione del nuovo padiglione, nell'ambito dei progetti di sviluppo del budget 2005 ammontano a 832.000 euro in parte corrente e a 3.498.800 in conto capitale; la realizzazione del padiglione è stata finanziata a suo tempo con un importo totale - tra risorse ex art. 20 legge 67/88 ed autofinanziamento aziendale - di circa 2.169.000 euro.
Per adeguare la struttura sono stati eseguiti i seguenti lavori: eliminazione delle problematiche riscontrate nella Camera Calda per estrazione gas di scarico automezzi, sostituzione della cabina ascensore porta salme, sostituzione delle cabine ascensore per trasformazione da montalettighe a montaletti, completamento ed adeguamento normativo terzo piano per insonorizzazione delle pareti, lavori finalizzati al potenziamento della medicina d'urgenza ed osservazione breve all'interno del Pronto Soccorso, lavori di integrazione impianto elettrico, fonia e dati. revisione rivestimenti paraspigoli ed adeguamento piano colore al terzo piano (attuale collocazione UO di Medicina), realizzazione impianto di rilevazione fumi come prescritto dai VV.FF. per l'intera struttura. Allo stato attuale la spesa sostenuta per i lavori effettuati è stata di circa 265.000 euro, mentre la previsione di spesa per gli altri lavori da eseguire sarà di circa 451.000 euro. Restano esclusi i lavori per il nuovo blocco operatorio non ancora quantificati.
L’ultimazione dei lavori necessari all'attivazione del nuovo padiglione è prevista come segue:
a. U.O. CHIRURGIA - trasferimento al secondo piano della nuova ala ospedaliera entro l'estate 2005;
b. U.O. UROLOGIA - trasferimento al secondo piano della nuova ala ospedaliera entro l’estate 2005;
c. attivazione della nuova Centrale di Sterilizzazione (compresa l’installazione di una terza autoclave);
d. U.O OSTETRICIA GINECOLOGIA - trasferimento nella nuova ala ospedaliera entro l’anno 2005.
Il trasferimento delle Unità Operative di Pediatria (trasferimento provvisorio nei locali della ex Medicina donne) e di Neuropsichiatria (trasferimento provvisorio nei locali dell'ex Day Hospital Ortopedico) è previsto entro l'autunno 2005.
Relativamente al ripristino dell'ingresso di pronto soccorso da Viale Vittorio Veneto sono stati effettuati contatti preliminari con Ufficio Viabilità del Comune di Fano per la verifica di fattibilità di un percorso interno all'area ospedaliera. Constatata l’impossibilità di procedere con tale soluzione è stato previsto nel nuovo P.R.G. attualmente revocato, una bretella di collegamento esclusivamente dedicata ai mezzi di soccorso sul confine est dell'area ospedaliera di proprietà di privati;
Per quanto concerne 1'ampliamento della Camera Mortuaria è stato concesso un finanziamento regionale pari a 258.228;45 euro (DGRM n. 2833 del 18/12/2000) ed è previsto un autofinanziamento a carico della Zona Territoriale.
Con determina n. 263/DG del 22/12/2004 dell’ASUR è stata richiesta a questa Regione l'autorizzazione a procedere alla vendita di tre proprietà immobiliari per complessivi 1.082.202 euro destinati a finanziare la quota di autofinanziamento. E' in atto da parte dell'ASUR la procedura per l’avvio della gara di appalto per l'affidamento del lavori di ampliamento.
Per quanto riguarda i lavori relativi alla nuova ala dell'Ospedale le informazioni sono state formulate tenendo conto anche di quanto comunicato dal Direttore della ZT 3 dl' Fano con nota prot. n. 16908 del 25 giugno u.s.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere D’Anna.

Giancarlo D’ANNA. Non sono assolutamente soddisfatto. Ma poco conta se non è soddisfatto un consigliere: credo che non siano soddisfatti assolutamente i cittadini che usufruiscono dei servizi dell’ospedale Santa Croce di Fano. Lei, assessore, ha elencato una serie di numeri che però non correggono assolutamente le storture che invece vengono verificate quotidianamente dai cittadini. Lei parlava di tempi di attesa di 8 giorni per una visita oncologica, dimenticando che ci sono altri servizi per i quali l’attesa va avanti 40, 45 giorni se non un mese. Quindi imputare o focalizzare l’attenzione su un servizio e dimenticare l’altro, sicuramente non è corretto e non riesce a chiarire e soprattutto a risolvere i vari problemi che ci sono.
Insoddisfazione anche per quanto riguarda il discorso della mobilità passiva. Lei ha citato l’Emilia Romagna dicendo che sta facendo una politica aggressiva nel corso degli ultimi anni. Credo che con tutto quello che si spende nella sanità in questa regione, di politica aggressiva dovremmo parlare noi, perché mi sembra che il bilancio che riguarda la sanità è talmente importante e imponente, che forse sarebbe l’Emilia Romagna che dovrebbe rammentarsi di una nostra aggressività, visti gli investimenti che ci sono stati.
Per quanto riguarda le badanti, nessuno vuol dire che queste devono sostituire gli infermieri, però è evidente che oggi c’è la necessità, da parte soprattutto delle famiglie, che non hanno possibilità economiche, di avere un supporto al lavoro degli infermieri, perché ci sono dei degenti che necessitano di una presenza continua e non tutti possono permettersi 50-60 euro a notte per tenere qualcuno che sta semplicemente vicino. Questo è un problema serio, che va sicuramente affrontato, perché non è umano far sì che ci siano delle persone che poi, magari, durante la notte si trovano ad avere un ascolto solo dopo 10-15 minuti che vivono il problema. Quindi nessuna sostituzione ma un’attenzione particolare a questi casi, soprattutto per quanto riguarda coloro che vengono ricoverati.
Circa i tempi di attesa lei ha citato solo quelli che possono essere più giustificabili, ma non sono queste le tempistiche. Vorrei ricordarle, per quanto riguarda il personale, che nella radiologia i tempi sono molto più lunghi e il personale è ridotto e non riesce a stare dietro le richieste non solo di prenotazioni ma anche di informazioni. Stanno facendo dei turni che in alcuni casi non riescono a dare soddisfazione, non possono rispondere al telefono, contemporaneamente non possono discutere tutte le volte con i cittadini e con gli utenti che si vedono, magari, diradare nel tempo le visite o comunque i controlli. Teniamo presente che chi si rivolge a una struttura ospedaliera già vive un disagio. Con tutto quello che accade nel mondo tutti sono preoccupati e dire a una persona che è già preoccupata di tornare dopo due mesi, non si dà un aiuto bensì credo che si complichi ancora di più il problema.
Resta da capire se questi tempi lunghi di attesa sono dovuti ala mole di lavoro o semplicemente al fatto che si vuole deviare su strutture private, dove si può avere immediatamente un riscontro, anche dal punto di vista economico, quindi si tratta di capire se la cosa è voluta o dovuta.
Per quanto riguarda il nuovo padiglione non ho capito bene se le cifre che lei ha citato, cioè i 265.000 euro sono stati spesi per porre rimedio a quanto è stato fatto male in precedenza. Feci una verifica personale qualche mese fa e mi resi conto che, ad esempio, le porte degli ascensori si sono dovute completamente rifare perché non entravano i lettini. Altre cose sono successe. Nella mia interrogazione ho chiesto anche se risponde a verità che la camera operatoria del nuovo padiglione non può essere utilizzata in quanto non è a norma. Su questo non ho avuto una risposta. Quindi la prego di confermarmi se questi 265.000 euro per l’adeguamento sono dovuti a errori commessi in precedenza. In quel caso sarà mio obbligo rivolgermi alla Corte dei conti per verificare di chi sono le responsabilità, perché non è assolutamente pensabile che una cifra del genere venga spesa per mancanze da parte del progettista o del direttore dei lavori. Vorrei ricordare all’assessore che anche il nuovo pronto soccorso ha dei limiti veramente gravi: si tratta di un labirinto all’interno del quale ci si muove con difficoltà, sia nel caso delle urgenze, sia per quanto riguarda gli stessi utenti.
Per quanto concerne lo spostamento di chirurgia e di urologia, mi auguro che i tempi che lei ha oggi dichiarato vengano rispettati come anche il discorso di pediatria. Pediatria oggi è ospitata in una vecchia struttura sicuramente non adeguata alle necessità e poi, come lei ben sa, si trova staccata dal corpo centrale dell’ospedale, con tutti i problemi che ne conseguono: se una madre ha il figlio con qualsiasi problema si trova in due strutture completamente diverse e non ha nemmeno la possibilità di vederlo. Penso che questo sia uno choc non indifferente per chi ha appena partorito.
Per quanto riguarda il discorso del pronto soccorso mi sembra impossibile che non si possa utilizzare la vecchia uscita, anzitutto perché gli spazi interni ci sono, ma soprattutto per una funzionalità. L’attuale nuova uscita insiste su delle vie residenziali che sono strette e per raggiungere il pronto soccorso, sia in entrata che anche in uscita ci si trova di fronte a due vie strette, residenziali, con tutto quello che comporta. L’uscita precedente si immetteva direttamente su viale Vittorio Veneto che alla sua destra e alla sua sinistra la strada nazionale, l’arteria principale della città.
Credo che sia opportuno trovare una soluzione anche a questo.
Per quanto riguarda la camera mortuaria, questo è un problema che esiste da decenni. Per anni c’è stato un dibattito su chi dovesse essere l’ente che doveva occuparsi della camera mortuaria: prima il Comune, poi la Asl, finalmente sembra che questa cosa sia avviata, però vorremmo sapere, per quanto riguarda la vendita di proprietà immobiliare, quali immobili verranno venduti per poi fare questa struttura. Lei mi parlava di 258.000 euro per quanto riguarda la Regione, vorremmo sapere il totale dell’operazione e soprattutto quali beni verranno alienati per poi provvedere finalmente alla costruzione di questa struttura indispensabile.



Interrogazione (Svolgimento): “Attività svolta e retribuzione ai capi dipartimento» Rocchi (28)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l’interrogazione n. 28 del consigliere Rocchi.
Per la Giunta risponde l’assessore Ascoli in luogo dell’assessore Giaccaglia.

Ugo ASCOLI. Questa interrogazione riguarda l’organizzazione della Regione e la problematica dell’attività svolta e delle retribuzioni dei capi dipartimento.
La risposta è relativamente semplice, nel senso che, su mandato della Giunta, i competenti servizi stanno elaborando una proposta di legge di modifica dell'attuale legge di organizzazione n. 20/2001.
L'intervento modificativo è sostanzialmente diretto al superamento del modello dipartimentale e al recupero dell'unitarietà dell'azione amministrativa della Giunta.
La proposta è già stata presentata alle organizzazioni sindacali e, in tempi brevi sarà adottata dalla Giunta e trasmessa al Consiglio regionale. Dopodiché tutta la questione delle retribuzioni e delle funzioni dei capi dipartimento si dipanerà in altro modo, perché gli stessi dipartimenti non dovrebbero esserci più in base a questa proposta, quindi si parlerà di altro e di altri tipi di problematiche in cui si terrà gran conto, oltre che di chi dovrà dirigere i nuovi servizi, anche della possibilità di promuovere e valorizzare al massimo il personale dipendente della Regione alle massime qualifiche per poterlo avviare ad affrontare con professionalità e competenza anche capacità direzionali.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Rocchi.

Lidio ROCCHI. Sono soddisfatto della risposta, ma vorrei fare una raccomandazione. Non vorrei che qualche capo dipartimento, dopo questa nuova proposta di legge, possa essere riciclato e messo a dirigere altri settori. Il personale che deve essere preso per poter venire incontro anche alle vostre esigenze con la nuova legge, deve essere personale interno, perché abbiamo una forza considerevole di personale interno che può sicuramente gestire i settori che questa legge prevede.



Interrogazione (Svolgimento): «Crisi aziendale dello stabilimento di confezioni di Matelica» Mammoli (30)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l’interrogazione n. 30 del consigliere Mammoli. Per la Giunta risponde l’assessore Ascoli.

Ugo ASCOLI. La questione della Matelica Spa ci ha profondamente coinvolto perché riguarda una delle più valorose, importanti aziende del sistema moda della nostra regione.
In particolare questa vicenda ha avuto una storia che si sta probabilmente avvicinando ad un epilogo positivo.
Gli eventi di cui ci siamo occupati erano cominciati già nel dicembre del 2004 quando alcuni dei maggiori dirigenti del gruppo Armani/Zegna che gestisce questa azienda, avevano cominciato a parlare dello stabilimento, lo consideravano uno dei migliori, però poi, piano piano, già nell’aprile del 2005, nei primi incontri fra sindacati, Rsu, rappresentanti associazione industriali di Macerata e rappresentanti dell’azienda si comincia a pensare come trasferire il reparto taglio da Matelica a Settimo Torinese che è l’altra unità di questa azienda. Questo ha creato agitazione presso le maestranze e presso la comunità di Matelica, ci sono stati vari incontri, anche con attività di sciopero dal 2 maggio al 12 maggio, prima ancora uno sciopero il 29 aprile 2005? Il 13 maggio addirittura c’è stata l’interruzione dello sciopero perché si aspettavano novità positive.
Il 17 maggio c’è stato un incontro tra sindacati e Rsu di Matelica e Settimo a Bologna e si era pensato di poter opporsi a questo ridisegno organizzativo di fonte aziendale.
Il 24 maggio, l’incontro presso unione industriali di Torino tra: sindacati e rappresentanti della confindustria delle province di Torino e Macerata; rappresentanti delle Rsu di Matelica e Settimo Torinese ha portato alla definizione, di fatto di un piano industriale della Matelica Spa e questo piano industriale, di fatto portava a una riorganizzazione della divisione dei compiti fra lo stabilimento di Matelica e quello di Settimo Torinese, in particolare prevedendo di togliere alla fabbrica di Matelica il taglio e il settore misure industriali, che sono il fiore all’occhiello, le due modalità qualitativamente più significative dell’azienda di Matelica.
Inoltre il piano industriale prevedeva una riduzione, sia pure non fortissima, dell’occupazione. Prevedeva di ridurre, dal 2005 al 2007, di 29 unità l’occupazione a Settimo Torinese e di 16 unità l’occupazione a Matelica. Queste due questioni messe insieme — da un lato la riduzione prevista di occupazione, anche se non in misura drammatica e ancor più la riorganizzazione e lo spostamento del taglio da Matelica a Settimo Torinese, del magazzino e del reparto su misura hanno creato una notevole perplessità, anzi agitazione vera e propria, ovviamente condivisibile. Per di più si erano cominciate a diffondere voci di un ridimensionamento da prevedersi nel medio periodo, dell’azienda di Matelica.
Il 28 maggio c’è stato un Consiglio comunale aperto a Matelica al quale io ho partecipato e con me c’erano anche altri consiglieri regionali. Abbiamo discusso a lungo. C’erano i sindacati, le forze politiche, i rappresentanti dei lavoratori e alla fine di questo Consiglio comunale aperto è stato approvato un ordine del giorno che sostanzialmente impegnava il Governo centrale, ma anche le forze politiche, i parlamentari, la Regione, la Provincia, le Comunità montane, i sindaci, i sindacati, tutte le altre istituzioni pubbliche ad una mobilitazione affinché questo progetto non avesse luogo.
In conseguenza di questo impegno che abbiamo preso di mobilitarli, abbiamo da un lato preso contatti con la Regione Piemonte per capire cosa stava accadendo esattamente a Settimo Torinese e ci siamo poi messi in contatto anche con le organizzazioni sindacali, perché in quella sede, il 28 maggio, era stato detto che ci sarebbe stato l’incontro decisivo il 22 giugno, proprio per definire effettivamente cosa poteva accadere e quali erano possibilità di accordo o di disaccordo sul piano di riorganizzazione aziendale.
Questo incontro del 22 è stato anticipato al giorno 16 giugno, è stato svolto a Macerata presso la sede della Confindustria, dopodiché si è raggiunta un’ipotesi di accordo aziendale che è stato poi approvato in assemblea dei lavoratori venerdì 17 giugno a Matelica e questo accordo dovrebbe vedere la firma definitiva il giorno 30 di questo mese a Modena.
Che cosa prevede questo accordo? Sostanzialmente tre grandi ordini di questioni.
Per quanto riguarda lo spostamento del reparto taglio viene confermato a Settimo Torinese, però a Matelica non si lascia il vuoto su questo ma viene previsto un altro reparto taglio che produrrà meno capi ma che avrà la stessa potenzialità di produzione dei capi di oggi e quindi non si toglie dall’azienda di Matelica questa potenzialità e anche questa capacità produttiva.
Invece quello che va decisamente a spostarsi è il reparto su misura industriale, che andrà a Settimo Torinese ma non da subito, dal marzo 2006. C’è da dire che questo equivale al massimo all’8-9% della produzione, ma era il fiore all’occhiello di qualità. Su questo, tuttavia, si è arrivati all’idea che andrà spostato a marzo 2006, ma in cambio di questo l’azienda si è impegnata a non tagliare l’occupazione, anzi ad aumentare nel giro dei prossimi tre anni, di n. 10 le unità di occupazione a Matelica e a confermare gli investimenti che già erano previsti nel piano industriale per il triennio prossimo.
Quindi, globalmente la valutazione è stata positiva da parte del sindacato e anche delle maestranze che hanno approvato e con questo accordo si riduce il danno per lo stabilimento di Matelica e si hanno ampie garanzie che per i prossimi tre anni l’occupazione non verrà toccata, anzi verrà incrementata e che verranno fatti anche congrui investimenti per ammodernare la base tecnologica dello stabilimento di Matelica.
Quindi, in attesa che l’accordo venga firmato a Modena il giorno 30, possiamo essere relativamente soddisfatti di come si sta concludendo questa vertenza, sia per la città di Matelica che era preoccupata di un ridimensionmento dell’occupazione, sia per le molte donne che lavorano, che temevano di non trovare un altro lavoro, sia per noi, perché sembrerebbe che questo che è un piccolo gioiello del nostro sistema moda, possa rimanere e continuare a essere un punto di forza del nostro discorso industriale marchigiano.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Mammoli.

Katia MAMMOLI. Sono soddisfatta della risposta, anche perché è stata ampia, articolata e soprattutto ha dimostrato come l’assessore e la Regione in genere abbiano approfondito il problema e abbiano partecipato alle problematiche stesse in accordo con l’Amministrazione comunale di Matelica e in accordo anche con le forze sindacali. Mi fa piacere avere sentito che c’è questa prospettiva favorevole: penso ce se andrà avanti in questi termini sicuramente sarà perché è stato raggiunto un buon accordo. Mi auguro che la Regione continui a tutelare queste prospettive che sono state messe in campo e che vengano effettivamente realizzate, anche perché, come dicevo nell’interrogazione, non solo sarebbe stata dannosa una diminuzione di personale, soprattutto perché trattasi di una zona interna, ma soprattutto tenuto conto che la manodopera è in particolare femminile e sappiamo che nei periodi di recessione è la manodopera femminile la prima a venire danneggiata.
Quindi mi dichiaro soddisfatta della spiegazione e dell’impegno che la Regione ha già dimostrato.



Interpellanza (Illustrazione e rinvio): «Nuova esondazione fiume Potenza 12-13 aprile 2005 — Località Chiarino di Recanati

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l’interpellanza n. 2 del consigliere Pistarelli, che ha la parola per illustrarla.

Fabio PISTARELLI. Nell’anno 20023 in provincia di Macerata ma anche in altre zone della nostra regione si sono verificati gravi fenomeni esondativi. L’asta fluviale del Potenza è esondata all’altezza delle località San Firmano, Chiarino, Ponte Noce, Sambucheto, comuni di Recanati, Montelupone e Montecassiano, addirittura invadendo abitazioni, terreni. Vi è stata da parte della Regione Marche la decisioni di elaborare un piano di interventi, divenuto poi un piano di assetto idrogeologico complessivo, che però all’emergenza destinava fondi cospicui.
Per le aste fluviali maggiori, Chienti e Potenza, è direttamente la Regione che ha guidato e seguito l’opera di intervento straordinario.
Nei primi giorni di aprile 2005, proprio una delle zone che erano state colpite nel 2002 da questa grave esondazione, la zona di Chiarino di Recanati, sia stata interessata nuovamente da un fenomeno esondativo importante, grave e preoccupante.
Vorremmo sapere, con l’interpellanza che abbiamo proposto, quali lavori sono stati realizzati, soprattutto relativamente a quelle località, quali sono stati i tratti interessati dagli interventi di manutenzione straordinaria e soprattutto come mai, quello che è accaduto di nuovo nei giorni 11, 12 e 13 aprile 2005 debba preoccupare, perché malgrado questo tipo di interventi, malgrado cospicue risorse destinate alla straordinaria manutenzione del fiume Potenza, quella frazione è stata interessata nuovamente da un fenomeno esondativo importante, grave, che ha creato danni alle colture agricole e preoccupazione alle abitazioni che sono vicine all’asta del fiume Potenza.
Questo è lo scopo dell’interpellanza: fare chiarezza sullo stato attuale dei lavori di manutenzione straordinaria sul fiume Potenza e in generale sullo stato di attuazione del piano di assetto idrogeologico che la Regione ha predisposto dotandolo di cospicui finanziamenti. E’ una domanda non retorica ma di chiarezza e soprattutto di efficacia degli interventi che sono stati predisposti già da tempo, proprio dopo quei fatti del 2002 che videro coinvolte anche le popolazioni delle frazioni interessate, proprio perché subirono danni di natura molto grave, perché mezzo metro di acqua dentro le abitazioni, dentro le strutture produttive, non solo nei terreni agricoli e coltivati è un aspetto della problematica che rende la stessa molto grave e di grande emergenza.
Malgrado i lavori che la Giunta ha approntato il fenomeno, seppure in parte e grazie a Dio in maniera limitata rispetto al 2002, si è però riproposto.
Vorremmo conoscere lo stato della situazione attuale relativamente agli interventi, relativamente alle località interessate da quegli interventi e vorremmo sapere quali sono state le cause di questo nuovo episodio e di questa problematica grave ed importante di esondazione del fiume Potenza.

PRESIDENTE. Ha la parola, per la risposta, l’assessore Pistelli.

Loredana PISTELLI. Alla interpellanza credo vada abbinata anche la mozione che è stata oggi presentata.
Per quanto riguarda lo stato attuale del ponte su Villa Potenza.

Fabio PISTARELLI. Assessore, questa è l’interpellanza precedente.

Loredana PISTELLI. Allora è l’assessore Cabras che deve rispondere.

PRESIDENTE. L’assessore Cabras si è recato a Loreto e non ha lasciato la risposta. C’è stato un malinteso.

Fabio PISTARELLI. L’altra volta non sono stato reso edotto del fatto che era stato richiesto da parte dell’assessore il rinvio della riposta, questa volta addirittura illustro la mia interpellanza e non c’è nemmeno l’assessore che mi risponde: non riesco a capire come si lavora in quest’aula.

PRESIDENTE. Glielo dico io come si lavora. E’ venuto da me l’assessore e mi ha detto “devo per forza andare a Loreto”. Gli ho detto “mettiti d’accordo con l’assessore Pistelli e fai leggere la risposta a lei”. Credevo che ci fosse stato questo accordo, ma non è accaduto, quindi sono stato tratto in errore anch’io perché abbiamo perso dieci minuti con la sua esposizione che è diventata del tutto inutile, per cui la dobbiamo per forza portare il prossimo Consiglio. Ma è stato un malinteso fra me e l’assessore Carrabs.

Fabio PISTARELLI. E’ la seconda volta. Sarà perché la Giunta è nuova, non ha ancora allenato i muscoli, però noi vorremmo essere messi nelle condizioni di lavorare in maniera rispettosa delle funzioni.



Interpellanza (Svolgimento): «Chiusura del ponte di Villa Potenza di Macerata» Pistarelli (3)
Interrogazione (Svolgimento): «Chiusura ponte sulla statale 77 Val di Chienti» Lippi e Capponi (43)
Mozione (Discussione generale): «Richiesta dello stato di emergenza per il ponte di Villa Potenza» Giannini e Comi (16)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interpellanza n. 3, abbinata all’interrogazione n. 43 dei consiglieri Lippi e Capponi e alla mozione n. 16 dei consiglieri Giannini e Comi.
Ha la parola il consigliere Pistarelli per illustrare l’interpellanza.

Fabio PISTARELLI. Questa questione mi ero permesso dire l’altra volta all’aula essere di straordinaria urgenza. E’ la chiusura, con effetto immediato, che il giorno 7 giugno 2005 è stata disposta dalle autorità preposte (Provincia e Comune di Macerata del ponte di Villa Potenza. Il ponte di Villa Potenza per coloro che non conoscono i luoghi, è l’unica strada di accesso, ex statale, verso il capoluogo maceratese, dell’intera vallata del Potenza, perché l’altra strada di accesso dovrebbe essere percorsa dalla località Passo di Treia, molti chilometri più a ovest rispetto al passaggio di Villa Potenza. Tutto il traffico da Cingoli, Montecassiano, Appignano, Porto Recanati, Potenza Picena, tutto il traffico della strada Regina deve per forza di cose attraversare il fiume Potenza all’altezza della frazione Villa Potenza. La chiusura di questo ponte ha bloccato completamente un traffico che era stimato in 24.000 veicoli/giorno. Pensate cosa sta accadendo in provincia di macerata: tutto questo traffico si sta dirigendo o verso Passo di Treia, facendo un giro molto largo, ampio, circumnavigando Macerata, le colline maceratesi e riuscendo poi a raggiungere il capoluogo da quella direzione, cioè Passo di Treia, oppure cercando addirittura di avere percorsi alternativi. Uno di questi è all’altezza di Sambucheto ma è un budello di strada, tant’è che sono già accaduti vari sinistri stradali, con grande preoccupazione per chi percorre la strada, perché soprattutto la prima parte e l’ultima, quella del quartiere Pace di Macerata sono strade nelle quali passa un’auto e mezza, neppure due. Se si incrociano due auto devono stare molto attente, perché si sfiorano. Pensate che cosa sta accadendo in provincia di Macerata.
Ecco perché ho chiesto di discutere subito della questione, per sapere qual è stata la comunicazione degli enti provinciale e comunale alla Regione Marche per quanto concerne la possibilità di impostare il lavoro di ricostruzione del ponte, di recupero della struttura nella maniera più rapida ed efficace possibile, quali sono state le comunicazioni, quali interventi sono stati concertati con Provincia e Comune o se solo la Provincia e il Comune si stanno occupando della questione con fondi propri, ma penso di no, perché da notizie stampa abbiamo appreso che c’è una parte dei fondi ex Anas che potrebbe essere destinata a questo tipo di recupero e comunque quali interventi la Regione ha in animo di compiere, perché questa struttura ha valenza sovraterritoriale, non è solo un fatto comunale o provinciale.
Le vicende vengono da lontano, perché ormai tre anni fa l’Anas, che era titolare della manutenzione di quel ponte, trasferì questo manufatto insieme alle sedi stradali, alle Province. Quindi, già da tre anni è competente la Provincia di Macerata e prima era competenza Anas.
La Provincia da due anni a questa parte — perché la cartellina era già piena di segnalazioni della necessità di interventi — aveva effettuato monitoraggi e interventi parziali sulla struttura. Questi due anni hanno prodotto però un costo per quanto riguarda le casse provinciali, perché sono stati spesi dei soldi — si parla di almeno un paio di miliardi di vecchie lire — ma con il risultato della chiusura del ponte.
L’incredibile situazione si è venuta a creare proprio per questo: perché due anni di monitoraggi e di studi, interventi che da ultimo sono stati fatti hanno prodotto la chiusura del ponte perché vi è la situazione di possibile, immediato crollo della struttura. La domanda su che cosa si dovrà fare per il futuro mi sembra sia fondata, perché se i due anni di monitoraggio non sono trascorsi invano, se quegli interventi, seppur parziali, hanno comunque non evitato la possibilità concreta di un immediato e imminente crollo della struttura, qualcosa dovrà essere pur fatto a livello di riflessione progettuale, tecnica e di conseguente decisione amministrativo-politica. Chiarezza sul passato e chiarezza sul futuro, tanto per sintetizzare con una frase, soprattutto per quanto riguarda i tempi, le risorse finanziarie, le progettualità che sono in essere o debbono essere poste in essere. Siamo in questa incredibile situazione malgrado due anni di monitoraggio. Non è che no sapesse nessuno della situazione del ponte di Villa Potenza. E comunque sono stati effettuati interventi cospicui dai tecnici che vi hanno lavorato e dall’Amministrazione provinciale.
Adesso c’è un guado provvisorio che è stato costruito in tempi abbastanza veloci, vista la situazione di emergenza, perché dall’altro ieri c’è stata l’apertura di questo guado provvisorio, ma la situazione di emergenza permane, perché il guardo provvisorio è percorribile a 20 chilometri l’ora dai soli residenti forniti di bollino arancione. Pensate che pazzesca situazione si sta creando, con i vigili urbani che debbono impedire l’accesso a coloro che vedendo il guado possono tirare un sospiro di sollievo perché “si passa”: in realtà devono ripercorrere strade alternative e fare lunghi giri perché magari non sono residenti.
Le proteste sono enormi, soprattutto per i pendolari che, pur non essendo residenti nella frazione di Villa Potenza, percorrono quella strada necessariamente, i residenti possono tirare un sospiro di sollievo per loro, ma le attività commerciali, le attività produttive anche degli stessi residenti stanno continuando a soffrire della situazione, perché passare da 24.000 veicoli/giorno a zero, pensate cosa comporta a tutte queste attività a livello di indotto, di possibilità di fare sì che l’attività produttiva, economica, commerciale, possa continuare a vivere tempi normali.
Ecco il quadro della situazione. Mi pare un quadro di estrema gravità ed emergenza che ha bisogno di una risposta altrettanto urgente e sostanziale sui punti che sono stati indicati nell’interpellanza.

PRESIDENTE. Se siete d’accordo darei la parola all’assessore che risponde all’interpellanza e all’interrogazione, poi farei illustrare la mozione e aprirei la discussione nella quale reinterviene, ovviamente, anche l’interpellante.
Ha quindi la parola l’assessore Pistelli per rispondere all’interpellanza n. 3 e all’interrogazione n. 43. Poi il consigliere Sara Giannini illustrerà la mozione.

Loredana PISTELLI. Il ponte di Villa Potenza è oggetto di una campagna di indagini già dal 2003, conseguenti ad un rilievo di tipo visivo dal quale risultava un esteso quadro fessurativo concentrato soprattutto in corrispondenza di una pila.
Una prima campagna di indagini sulle fondazioni ha permesso di redigere un progetto di consolidamento delle stesse ed eseguire i relativi lavori, ultimati nel mese di maggio. Una seconda campagna di indagini sugli archi, avviata nel frattempo, avrebbe permesso di redigere il progetto di consolidamento degli stessi. Nel frattempo le fessure più marcate venivano costantemente monitorate non registrando incrementi.
Al termine di questa seconda campagna di indagini, si sono riscontrati, con delle prove (martinetti piatti) eseguite in situ, elevati valori dello stato tensionale che, dopo una analisi del Prof. Menditto, hanno costretto la chiusura del ponte.
A questo punto è stato coinvolto anche il servizio protezione civile della Regione, soprattutto per gli aspetti riguardanti la protezione civile e la sicurezza, e di conseguenza; già alla prima riunione del Comitato provinciale di protezione civile ha partecipato il geom. Feliziani (che rappresenta il servizio in detto Comitato).
Fin da subito si è potuto appurare che le maggiori criticità derivavano dal fatto che nella notte di sabato 11 giugno si sarebbe dovuto tenere il tradizionale pellegrinaggio Macerata-Loreto e dalla necessità di fornire adeguata assistenza ed informazione ai veicoli in transito.
Per garantire il regolare svolgimento del pellegrinaggio, su un percorso alternativo che era necessario rendere il più sicuro possibile, il servizio, dopo aver effettuato un sopralluogo, ha fornito un adeguato numero di torri faro.
E' stata garantita tutta l'assistenza tecnico-amministrativa possibile per l'impiego del volontariato di protezione civile che ha operato - ed opera tuttora - sia in occasione dello svolgimento del pellegrinaggio, sia a supporto dei presidi predisposti dalla polizia provinciale sulla viabilità interessata dalla chiusura del ponte.
A questo punto è stato interessato anche l’assessorato ai trasporti che ha ricevuto copia dell'Ordinanza n. 33 del 7.06.05, di chiusura al traffico del ponte di Villa Potenza sulla SP 77 VaI di Chienti, dalla Prefettura di Macerata in data 20 e 21.06.05, in relazione all'attività svolta dal Servizio Trasporti e lnfrastrufture in collaborazione con le Prefetture, per le autorizzazioni delle competizioni sportive su strada.
Ovviamente tale comunicazione dà conto del parere dei consulenti incaricati alle verifiche statiche e sismiche, a salvaguardia della pubblica incolumità. Nel quadro della medesima competenza, la Provincia di Macerata aveva comunicato, in data 15.06.05, al Servizio e ai Comuni interessati che tale chiusura implicava un sovraccarico veicolare sulle strade provinciali ove era stato dirottato il traffico, invitando a valutare l'opportunità di sospendere o rivedere le competizioni sportive su dette strade.
Nel frattempo la Provincia di Macerata ha predisposto un piano di percorsi viabili alternativi con l'installazione della opportuna segnaletica e vigilanza. Per il transito pedonale dei residenti è stato immediatamente realizzato un guado. E' stata avviata la progettazione ed esecuzione di un guado destinato al traffico veicolare il quale è stato reso agibile il giorno 26/06/2005. Entrambi i guadi, veicolare e pedonale, sono costantemente presidiati per essere immediatamente chiusi in caso di aumento di portata del fiume. E' in corso la progettazione dell'intervento di consolidamento degli archi del ponte, che sarà completata entro pochi giorni mentre sono state predisposte diverse soluzioni per un'eventuale realizzazione di un ponte provvisorio.
A tal fine, la Giunta, rispetto alla ripartizione dell’Anas del 2004 ha ieri deciso, per quanto riguarda la provincia di Macerata di destinare 2.775.000 euro proprio per interventi da realizzare sui ponti, di cui 1.500.000 euro destinati al ponte di Villa Potenza, quindi un intervento mirato proprio per l’emergenza che ci è stata sottoposta dalla Provincia di Macerata.
Nel frattempo, in data 20 giugno, il Presidente della Giunta regionale ha richiesto al presidente del Consiglio dei ministri la dichiarazione di stato di emergenza in base alla legge 225.
Sulla base di questo la Provincia di Macerata continuerà a tenere informata dettagliatamente la Regione delle determinazioni cui perverrà circa l'intervento in questione, per consentire le valutazioni tecniche del caso.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Giannini per illustrare la mozione n. 16.

Sara GIANNINI. Ringrazio il Consiglio per avere consentito l’iscrizione della mozione presentata dalla sottoscritta insieme al consigliere Comi.
Perché abbiamo deciso di presentare la mozione? Perché su questa questione del ponte di Villa Potenza interrotto, credo che oltre alle interpellanze dei consiglieri di minoranza ci sia stata una discussione che vale la pena di riportare nel Consiglio regionale, anche perché, come riferiva l’assessore Pistelli, c’è stato un coinvolgimento della protezione civile e della Giunta regionale su questa questione.
La descrizione degli avvenimenti che si sono verificati in questi giorni, credo valga la pena integrarla rispetto a quello che ho sentito negli interventi precedenti, perché il 7 giugno, dopo che per due anni c’è stata una verifica continua da parte della Provincia di Macerata con vari incarichi, indagini sul ponte, quindi con la consapevolezza che c’erano dei problemi da approfondire e da risolvere, la stessa Provincia di Macerata è stata interessata da un fax inviato dall’ing. Menditto, che è consulente della stessa Provincia, per segnalare l’aggravamento delle condizioni di stabilità del ponte, che non consentiva più il passaggio su di esso di veicoli e persone.
E’ del tutto evidente che era impossibile — e ritengo che bene abbiano fatto la Provincia e il Comune di Macerata, in accordo, a decidere ciò — continuare a utilizzare il ponte, proprio per l’utilizzo forte che se ne faceva: 24.000 veicoli che transitavano il pellegrinaggio per Loreto che avrebbe fatto passare su questo ponte 60.000 persone la settimana successiva. E’ evidente che non c’è la possibilità di capire quando un ponte crolla, perché se qualcuno ha seguito in questi giorni le cronache nazionali sa che è crollato un ponte improvvisamente, è morta una persona. Un anno fa ho avuto modo di vedere alcune recensioni giornalistiche: in Portogallo è crollato improvvisamente un ponte che dal punto di vista fotografico era identico a quello di Villa Potenza, con la morte di 70 persone.
Non si poteva fare altro che chiudere il ponte e credo che quello che riferiva anche il consigliere Pistarelli, che dal 7 giugno ad oggi è stata realizzata la passerella pedonale, un guado veicolare che oggi apre a tutti i veicoli — come riportavano le cronache giornalistiche questa mattina, ché ieri c’è stata una verifica del traffico veicolare — perché regge e il traffico leggero verrà consentito a tutti.
Quello che riteniamo debba essere approfondito, è innanzitutto la necessità della richiesta, da parte della Giunta — e sono contenta che l’assessore Pistelli abbia detto che ciò è già avvenuto — della dichiarazione dello stato di emergenza. Noi chiediamo che venga individuato, nella successiva ordinanza, quale commissario delegato il presidente della Provincia, perché quella è la naturale conseguenza della gestione dell’emergenza, io dico positiva, che c’è stata fino adesso. Naturalmente, non ritenendo secondari i disagi che pure i cittadini e le attività commerciali hanno avuto in questi periodi. Ma ritengo che rispetto all’incolumità di tutti coloro che su quel ponte transitano e anche a garanzia degli abitanti di quella frazione e di quelle zone, la chiusura non poteva essere assolutamente impedita.
La mozione chiede anche di aprire un confronto serrato con l’Anas, perché l’Anas ha trasferito questi beni due anni fa alla Provincia di Macerata ma anche ad altre Province in questa regione e se questi beni da due anni sono sotto osservazione, evidentemente anche l’Anas sapeva di trasferire beni che dovevano essere ristrutturati o quanto meno potevano presentare delle pericolosità. Credo che su questo un confronto serio su come l’Anas intende compartecipare a questa situazione che ci ha lasciato in eredità in provincia di Macerata, vada fatto, tanto che questo non è i primo ponte che viene interrotto. Questo ha avuto una grande risonanza per il collegamento che costituisce tra le valli, in realtà ce n’è un altro, anch’esso trasferito dall’Anas, che è inagibile da due anni, quello della Valnerina che forse fa meno notizia, comunque è un’opera nella quale la Provincia di Macerata dovrà investire ulteriori fondi.
Credo che i rappresentanti delle istituzioni debbano avere attenzione rispetto all’emergenza che c’è, poi se ci sono delle responsabilità ci saranno modi e tempi per verificarle, ma utilizzare l’emergenza per sferrare attacchi politici a chi, l’emergenza — il presidente della Provincia — la sta gestendo giorno e notte con grande impegno personale, della burocrazia amministrativa della Provincia e del Comune, con una grande competenza, mi sembra ingeneroso.
Diamo un segnale anche rispetto alle istituzioni. So che sono stati celebrati Consigli comunali di Macerata e provinciali, che sono state fornite le documentazioni necessarie per approfondire, ma c’è anche una fase di gestione che attiene all’organismo deputato a questo, che è la Giunta e non possiamo confondere e sovrapporre i livelli. Oltretutto mi pare anche che lo stia facendo bene, perché da sabato scorso i veicoli cominciano a transitare, tranne il traffico pesante che non può essere garantito. Io e Comi abbiamo fatto un sopralluogo domenica mattina e ci siamo resi conti del lavoro che è stato fatto in pochissimo tempo, dandone atto alla Provincia di Macerata nel senso complessivo.
Credo che ci sia, oltre al disagio, anche la consapevolezza dei cittadini che c’è un problema che deve essere risolto e che si sta facendo di tutto per risolverlo. Dato che c’è questa consapevolezza, utilizzare questi disagi mi sembra non molto generoso.

PRESIDENTE. E’ aperta la discussione. Ha la parola il consigliere Capponi.

Presidenza del Vicepresidente
DAVID FAVIA

Franco CAPPONI. Intervengo soprattutto per rafforzare quanto detto dal consigliere Pistarelli. Noi abbiamo analizzato questa situazione da diversi punti di vista. IN primo luogo riteniamo che debbano essere visionate, da un punto di vista politico, le responsabilità e nulla quaestio con la gestione dell’emergenza che è a parte e che compete, ad oggi, alla Provincia di Macerata, fino a quando non decideremo se questo debba competere ad altri. Ritengo che una responsabilità politico-amministrativa in questa situazione ci sia, o per responsabilità diretta o per insufficienza di analisi dei trasferimenti da parte dell’Anas, prima alla Regione e poi alla Provincia di Macerata. Ho fatto una piccola ricostruzione degli atti che hanno preceduto questo aspetto, dal momento del trasferimento delle funzioni con il D. Lgs. 112 fatto dal Governo D’Alema e poi giù giù, fino alla individuazione dei tratti di strada da cedere alle Province, nonché della penalizzazione nel riparto da parte della Provincia di Macerata, a cui l’allora presidente Pigliapoco si era allora opposto, cioè un trattamento non di favore per la Provincia che aveva ereditato il 40% della viabilità ex Anas e aveva ricevuto solamente il 30% di risorse per la sua gestione. Certamente queste responsabilità vanno addebitate, chiaramente, ad alcune componenti che gestivano in quel momento tutti questi aspetti: la Regione marche, a guida centro-sinistra, la Provincia di Macerata che in un primo momento sembrava avere uno scatto di orgoglio ma che poi ha rinunciato e le conseguenze che abbiamo subito, probabilmente derivano da questa assenza di attenzione.
Già nel 2002 la Regione, nello stato di ricognizione poi riportato nella delibera 495, individuava il ponte di Villa Potenza come uno degli aspetti critici della viabilità della SS 77. Ritengo che questa criticità espressa due anni e mezzo prima, doveva mettere in guardia l’Amministrazione provinciale di Macerata sull’intervento che è andata a realizzare — un milione di euro spesi per mettere in sicurezza il ponte — intervento che ha invece portato al tracollo della sua utilizzabilità.
Riteniamo che ci sia quindi un aspetto politico in cui vanno individuate le responsabilità, perché il danno creato alla comunità provinciale è enorme. Tra l’altro mi spiace non vedere nella mozione dei consiglieri Giannini e Comi, alcuna attenzione per i disagi economici, sociali e produttivi che questa emergenza ha causato al tessuto insediato nella zona. Sono enormi i danni causati alle attività commerciali, artigianali e industriali ubicate nei dintorni dell’alveo del fiume, cioè nella zona di influenza di questa viabilità, quindi ritengo che questa sia stata una grave omissione, per cui non possiamo aderire tout-court alla richiesta avanzata.
Ritengo che poi ci sia stata una gestione troppo verticistica dell’emergenza. Ricordo alla Giannini che per ottenere il Consiglio provinciale aperto abbiamo dovuto fare i salti mortali e le forze di opposizione in Provincia non hanno avuto a disposizione tutte le informazioni necessarie e per averle si sono dovute attivare per chiedere un Consiglio provinciale straordinario. Cosa che tra l’altro, in un primo momento era stata addirittura negata. Alla faccia della trasparenza e della collaborazione che oggi chiedete per far aprire una procedura di emergenza o addirittura, secondo me impropriamente, di calamità naturale.
La terza questione riguarda quando e come risolveremo il problema e come e quando verranno coinvolte e Amministrazioni interessate allo sviluppo successivo della viabilità in questa zona. Non vorrei pensare che l’Amministrazione provinciale, con atti d’imperio, vada a sostituirsi totalmente anche agli aspetti di collaborazione e di coordinamento della programmazione che spetta anche agli altri enti territoriali (Comune, Regione, Provincia e quant’altro).
Questa discussione è sicuramente tardiva rispetto all’emergenza che avevamo nel momento in cui abbiamo presentato questa interrogazione. Riteniamo anche che sia stato leso un diritto, da parte della Giunta, nel non rispondere immediatamente, nel non mettere in chiaro, soprattutto, le sue intenzioni, sapendo che, tra l’altro, le risorse che sono state predisposte anche per questa situazione di emergenza, sono poi sottratte al fondo relativo alla manutenzione ordinaria della viabilità di tutta la regione.
Siamo a disposizione, eventualmente, per trattare la mozione presentata, con le modifiche che ci apprestiamo a presentare. Qualora ciò non fosse possibile, il nostro voto sarà contrario.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Pistarelli che interviene, oltre che sull’interpellanza per dichiararsi soddisfatto o meno della risposta, anche sulla mozione.

Fabio PISTARELLI. Sull’interpellanza ritengo le risposte dell’assessore solo in parte soddisfacenti, perché hanno ripercorso la cronistoria di questi ultimi avvenimenti e di questi ultimi fatti. L’intervento di 1.500.000 euro che sono stati riconosciuti alla Provincia di Macerata sui 2.700.000 complessivi, non so se è un intervento satisfattivo, perché non penso che sia sufficiente un importo del genere, se non nella fase dell’immediata emergenza. La ricostruzione del ponte, la messa in sicurezza di quella struttura in via definitiva penso abbia bisogno di più cospicue risorse. Sarà la Provincia di Macerata a coordinare la questione di natura tecnico-progettuale, però si parla per lo meno di un anno e mezzo, che forse diventerà addirittura un periodo ancora più lungo, per recuperare i ponte alla sua funzionalità. Ancora non sono stati individuati neppure i progetti relativi ad un ponte alternativo e vicino a quello che già c’è e non sappiamo perciò, tra l’una e l’altra delle opere che devono essere compiute — il ponte alternativo e il recupero del ponte — quale possa essere l’importo complessivo.
Ora entriamo anche nel merito della mozione sotto questo profilo, cara collega Giannini. Qui si chiede lo stato di emergenza e, con successiva ordinanza, lo stanziamento di somme necessarie a sostenere i finanziamenti. Verifichiamo sotto un profilo normativo, ma non mi pare che lo stato di emergenza sia in grado anche di attivare finanziamenti, perché mi pare sia solo lo stato di calamità in grado di attivare, da parte dello Stato, dei finanziamenti di natura straordinaria. Vedo fra il pubblico anche valenti funzionari dei lavori pubblici, sotto questo profilo e mi pare che funzioni così: lo stato di emergenza non garantisce flussi di finanziamento di natura straordinaria, perciò non si sa come si sia conseguenti nel dire “stato di emergenza” e “con successiva ordinanza”, come se fosse automatico lo stanziamento di somme necessarie al finanziamento.
Non mi pare, poi, che la nomina di un commissario delegato possa ricadere sul presidente della Provincia che è proprietario dell’immobile, ma il commissario straordinario, per un’opera che dovrebbe venire da fondi statali, non mi pare possa essere il presidente della Provincia: il livello deve essere almeno quello regionale, perché forse la Regione Marche potrebbe avere nelle sue possibilità l’inserimento di questa opera, il recupero della stessa tra gli interventi per quanto riguarda i lavori pubblici e le manutenzioni straordinarie.
Circa la mozione ci sono quindi dei forti dubbi di impostazione rispetto alle richieste. Poi siamo tutti d’accordo a farci interpreti delle preoccupazioni, ma le preoccupazioni mi pare che forse qualche tempo fa dovevano essere esternate, perché se si tratta di due anni di monitoraggi — non sono due mesi o due settimane — se si tratta di interventi anche di natura cospicua che si sono già svolti nella struttura e se la risultanza è stata quella della chiusura per l’imminenza del crollo, le preoccupazioni, forse, dovranno esserci prima.
Mi si dice che “è stata l’Anas a dare una suola alla Provincia”. Ma quando si trasferisce un bene si fa anche una stima, una perizia o comunque una verifica dello stesso, perché già da quel momento si potrebbe attivare un percorso, una strada, una indicazione forte. La Provincia potrebbe dire “assumo su di me questo bene, ma se questo bene ha una vetustà tale per cui ci sono delle preoccupazioni dovrò intervenire da qui a poco, quindi facciamo anche una progettualità di natura straordinaria, urgente, per affrontare queste situazioni che mi vengono lasciate in eredità”. Eredità con beneficio di inventario, si direbbe in termini tecnici. Voglio vedere che cosa eredità, perché se è tutta passività, poi qualcuno mi deve dire come recupero quella passività. Siamo enti pubblici entrambi, non c’è una contrattualistica privata per cui ognuno fa come crede, a seconda del vantaggio per l’una o per l’altra parte. Il vantaggio e lo svantaggio dovrebbero qui essere sempre compensati, essendo enti pubblici o comunque di finalità pubblica come l’Anas.
Faccio una proposta ai colleghi che hanno sottoscritto i documento collegati alla discussione: facciamo un documento più mirato su queste parti e facciamolo il più possibile vasto e unitario, perché su queste questioni non penso che sia un discorso di maggioranza o di minoranza ma ritengo che si debba andare tutti quanti assieme. Però verifichiamo queste questioni, perché non è che lanciando la palla un po’ più avanti si risolvano i problemi, perché da qualche parte — dallo Stato, dalla Regione, dalle stesse Provincia e Comune, interessati fino ad oggi a queste questioni — ci deve essere qualcuno che sottoscrive, firma accordi e relativi finanziamenti, progetti e relative somme che sostengono i progetti stessi. Quindi non possiamo giocare a rimpiattino su queste questioni, dobbiamo risolvere il problema più rapidamente possibile, perché anche i toni usati nei mass-media — ”è stato riaperto il ponte di Villa Potenza” — hanno creato più riflessi negativi che positivi, perché la gente ha capto che era stato effettivamente riaperto il ponte, tutti si sono riportati verso quei tragitti classici e tradizionali e sono dovuti ritornare indietro, nella maggior parte dei casi, perché non residenti. Diciamo allora chiaramente che è stato riaperto un guado per le auto, riservato solamente ai residenti della frazione, cosa che sta creando, comunque, gli stessi problemi di emergenza di prima, alleviando solo la popolazione, che è la più colpita, quella della frazione che addirittura non poteva andare a fare la spesa dal pizzicagnolo di fiducia perché viveva al di là del ponte, doveva passare attraverso Sambucheto e tornare giù per la “corta” di Villa Potenza, facendo un percorso di 20 chilometri per fare 500 metri. Loro sono i più colpiti, però non si sono risolti i problemi. Quindi le comunicazioni che vengono date dall’ente Provincia, dall’ente Regione, dall’ente Comune devono essere il più possibile corrette, asciutte, chiare, essenziali, andando al dunque e non a dire “quanto siamo stati bravi perché abbiamo fatto in un mese...” che cosa? Quello che doveva essere fatto, che era nella responsabilità dell’ente fare.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Comi.

Francesco COMI. Il dibattito si può sviluppare in due direzioni: quella della discussione sulle responsabilità e quella, alternativa, della direzione del ruolo che oggi, insieme, dobbiamo svolgere.
Credo che questa sia l’occasione per discutere insieme, con il giusto grado di tensione politica, del ruolo che possiamo svolgere, consiglieri regionali soprattutto del maceratese, per dare adeguata risposta al problema che oggi abbiamo di fronte.
Parlare di responsabilità è difficile, perché se qualcuno sapeva — e oggi dice che sapeva — prevedeva, immaginava, ipotizzava rischi, responsabilità e quindi negligenze, avrebbe dovuto lamentarlo prima. Se l’Anas, che da quel che so, ha operato nel 2002 il trasferimento di alcuni immobili che sono stati consumati dall’usura del tempo, sapendo che erano immobili pericolanti, allora l’Anas, il Ministero dei lavori pubblici ci hanno premeditatamente frodato.
Io non credo questo. Credo che invece quando è stato lamentato il pericolo era il momento in cui si poteva consapevolmente conoscerlo, altrimenti dovremmo denunciare l’Anas per ciò che ha fatto, soprattutto per il concetto di sussidiarietà che interpreta questo Governo, ovvero trasferire responsabilità e non risorse.
La Provincia, non appena ha conosciuto il pericolo ha fatto ciò che doveva fare: si è assunta immediatamente la responsabilità di chiudere quel passaggio e adottare tutte le soluzioni che era possibile adottare. Non le voglio ripetere: la passerella pedonale, il guado per il passaggio veicolare che sarà aperto a tutto il transito ,a breve, come soluzioni straordinarie per un problema straordinario. Ha già immaginato e sta discutendo di progetti per il futuro che ci consentano di superare l’inverno e di dare una prospettiva certa e stabile a quel transito e a quel luogo. Ha dato una risposta immediata anche al problema del disagio economico che quelle attività hanno incontrato, integrando i fondi per le attività che si svolgono in quei luoghi.
La Regione allora investì circa 11 milioni di euro per la viabilità di quella zona del Potenza; allora quelle risorse erano sufficienti e prevedibili per i disagi che si potevano immaginare. Se qualcuno li immaginava prima, avrebbe dovuto lamentarlo: nessun sindaco di quella zona l’ha fatto. Oggi abbiamo, giustamente, chiesto lo stato di emergenza e fa piacere che il Presidente lo abbia tempestivamente rivolto al Governo, e abbiamo ottenuto anche un riconoscimento economico minimo per far fronte a queste emergenze. Parlare di responsabilità, secondo me è fuori luogo, soprattutto per chi le gestisce e per gli enti che oggi svolgono il ruolo di direzione dei lavori pubblici delle grandi infrastrutture.
Il compito che dobbiamo svolgere oggi — faccio un invito a Capponi, a Pistarelli, a Lippi e al consigliere Massi che oggi no è presente — è quello di assumerci insieme un ruolo istituzionale, rivolgendo al Governo l’appello per la dichiarazione, insieme, dello stato di emergenza, per l’ottenimento, attraverso i l’ordinanza, dei fondi adeguati e per l’individuazione della Provincia, quindi del suo presidente come il commissario che gestisca i problemi del suo territorio.
Credo che oggi niente di diverso si possa fare e se qualcuno pensa di trovare una qualche scappatoia politica, un qualche argomento di dialettica politica per sfuggire a questa responsabilità e non farsene carico insieme a tutto il territorio e a tutte le istituzioni, continua a fare campagna elettorale e a non svolgere il ruolo adeguato che gli viene richiesto.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Lippi.

Leonardo LIPPI. Vorrei portare un contributo, ricordando quanto è successo. I danni al ponte, come a tutti i ponti della nostra regione, non sono causati dal nulla ma sono legati all’evento sismico del 1997. Ne abbiamo già sistemati parecchi con le risorse della 61: questo è uno di quelli che magari, inizialmente, non ha dato segnali di cedimenti strutturali e successivamente, con l’usura, le sue condizioni si sono aggravate. Oggi ne abbiamo le conseguenze, con la chiusura totale della viabilità.
Siccome è un problema forte ed emergenze, l’opposizione non si sottrae alle responsabilità, sia a livello regionale che provinciale, vogliamo portare un contributo attivo e vogliamo che anche tale nostro contributo sia ascoltato.
Per quanto riguarda il ponte sulla Valnerina che prima il capogruppo Giannini ha ricordato, ci fu un intervento con la “Commissione Anci-terremoto”, con il quale destinammo delle risorse specifiche, dirette alla Provincia di Macerata, per risolvere il problema, tanto che sono in fase di attuazione tutte le procedure di appalto e di gestione. Visto che il commissario delegato già esiste — perché con il Governo, per l’evento sismico, ha delegato quale commissario il Presidente della Giunta regionale — e le strutture ci sono, già si possono destinare delle risorse tra le pieghe del bilancio, dei residui del fondo per il sisma, per la risoluzione del problema. Quindi oltre alle risorse già destinate con la 495 del 2003 e le economie nella gestione e manutenzione delle strade provinciali, grazie anche alle nevicate e successivi danni di quest’anno che hanno provocato circa 270 milioni di euro di danni complessivi, aumentano le necessità di risorse per completare la ricostruzione tutta. Quindi un’azione congiunta, forte e unitaria potrebbe dare la soluzione per reperire le risorse per questo piccolo problema, se lo andiamo a mettere insieme ai 270 milioni di euro di risorse necessarie a far fronte ai danni dell’evento calamitoso dell’inverno 2005 e al residuo di circa 1.750.000.000 di euro di danni legati alla ricostruzione sismica.
Siamo quindi di fronte a un gap enorme di risorse, ma possiamo, tra le pieghe di bilancio e dei residui di cassa della 61, trovare anche la risposta, se gestita in modo unitario — come è stato sempre gestito l’evento sismico — per queste emergenze.

PRESIDENTE. Ha la parola il Vicepresidente Agostini.

Luciano AGOSTINI, Vicepresidente della Giunta. Quando si determina una calamità, il buon senso dei rappresentanti istituzionali, delle forze politiche ha dato spesso dimostrazione, in questo paese, di grande solidarietà. L’abbiamo fatto in tempi non molto lontani anche in questa Regione, con eventi molto più drammatici di quello di cui stiamo discutendo, ma, ripeto, il buon senso, la logica e l’intelligenza politica sollecitano — concordo con le conclusioni del consigliere Pistarelli — le soluzioni. Il tempo della divisione è demandato ai tempi della politica, ma là dove bisogna entrare con urgenza e con determinazione su una calamità che si verifica, occorrono la solidarietà e la solidità, soprattutto delle classi dirigenti.
Sarebbe semplice, consigliere Capponi, per noi, pensare di dire a chi si occupa del ponte di Messina, che le argomentazioni che lei portava circa la ripartizione dei fondi che in questi anni si è determinata sulle strade ex Anas, andrebbe meglio approfondita, se lo si volesse mettere in campo come uno strumento di polemica politica. Intanto c’è una prima lettura che deve essere fatta per onorare la verità: i fondi ex Anas, quelli della manutenzione straordinaria, per una parte vanno destinati ai chilometri effettivamente trasferiti e così è stato: prenda la calcolatrice, faccia i conti e vedrà che così è stato. Poi c’è la parte che riguarda la manutenzione straordinaria e per quello il Dpcm dice che entra la programmazione regionale, per cui si può spendere tutto in una provincia, in un comune, si possono scegliere anche altri criteri ed evidentemente, nella scelta di quei criteri, c’è stata la valutazione della programmazione regionale che ha determinato quelle scelte. Poi, lei può legittimamente non condividere quelle scelte, ma questo è il criterio. Dire che c’è stata una penalizzazione a prescindere, non risponde al vero, perché nella manutenzione ordinaria, là dove c’è obbligatorietà a trasferire per i chilometri che sono stati trasferiti, questo è stato fatto con scrupolo e precisione. Quindi il problema non può essere questo, perché sarebbe troppo semplice, per noi, dire che il Dpcm prevedeva una quantità di risorse e ne sono state trasferite, nei tre anni, meno della metà. Addirittura, nell’accordo Stato-Regioni si prevedeva un fondo di recupero, dove noi avevamo, con un atto deliberativo, previsto di riequilibrare i fondi che mancavano per la Provincia di Macerata, che da un anno e mezzo aspettiamo e che non sono mai arrivati.
Sarebbe troppo semplice entrare in questo livello di polemica, ma io voglio tornare alle ultime parole di Pistarelli e dire che quando si determina un’emergenza dobbiamo stare tutti insieme, per affrontare uniti il problema, e da questo punto di vista ritengo che la mozione possa essere opportunamente modificata perché si possa giungere a un’intesa dell’intero Consiglio e di tutti i gruppi, affinché si possa approvare all’unanimità.
Concludo intanto auspicando questo, poi proponendo le cose che diceva il consigliere Lippi, ma io non le vedrei come sostitutive, nel senso che le strade ex Anas sono oggi di competenza provinciale, quindi sarebbe difficile, anche giuridicamente, sostituire la Provincia nell’azione di coordinamento generale dell’intervento. Quindi bene ha fatto la collega Giannini, insieme a Comi, ad individuare la Provincia, perché è la logica che lo determina. Però io aggiungerei quello che il consigliere Lippi diceva, cioè verificare con il commissario straordinario per il terremoto, che è il Presidente della Regione, la possibilità, qualora tecnicamente si riuscisse a dimostrare che quell’evento ha determinato un qualche deterioramento del ponte stesso, che sia lo stesso commissario ad intervenire in aggiunta alle cose che noi chiediamo.
Quindi mi pare che le cose dette vanno nella direzione ce noi auspicavamo.
Questo è il senso del mio intervento ed evidentemente la chiosa che faceva Pistarelli polemicamente, la voglio riprendere dal punto di vista della gratitudine, giacché conosco le qualità e le capacità dell’amico e compagno Giulio Silenzi, che in un momento di eccezionalità riesce sempre a dare il meglio di se stesso nella soluzione del problema, anche se emergente e temporanea.

PRESIDENTE. Ha la parola l’assessore Pistelli.

Loredana PISTELLI. Molte cose le ha riprese il Vicepresidente rispetto alla situazione che si è determinata e che la mozione mette in evidenza e rispetto anche alle interrogazioni e interpellanze presentate precedentemente. La gravità e l’emergenza in cui ci siamo trovati in questa fase particolare hanno avuto una risposta immediata, in termini di soluzioni alternative. Bisognerà proseguire nell’azione di risanamento per quanto riguarda i ponti e quell’area, abbastanza precisa e definita.
Anche per il passaggio di competenze, che l’Anas ha passato alla Provincia, credo che le responsabilità e la gestione di tutta questa fase di emergenza, non possono che fare capo al presidente della Provincia.
Tutte le cose che qui sono state dette vanno anche valutate e approfondite rispetto alle implicazioni relative agli eventi sismici verificatisi nel passato, per stabilire se questi hanno comportato conseguenze rispetto ai ponti, con una possibilità di intervento anche di carattere finanziario, finalizzato all’emergenza.
Rispetto ai finanziamenti e agli interventi preordinati da parte della Regione in accordo con la Provincia, voglio ricordare al consigliere Pistarelli che le cifre che davo prima, di 2.775.000 euro, sono tutte destinate alla provincia di Macerata e nell’ambito di queste cifre, 1,5 milioni di euro sono destinati al risanamento per quanto riguarda i ponte, mentre l’altra parte viene destinata alla m;manutenzione. Qui parliamo sempre di manutenzione straordinaria, quindi non sottraiamo niente alla manutenzione ordinaria sulla viabilità. In accordo con le Province, nella conferenza di servizi, destiniamo queste somme rispetto alle esigenze di primaria importanza che si determinano in quel momento. Proprio per l’emergenza che si è determinata, abbiamo finalizzato questa cifra proprio alla manutenzione straordinaria di ponti nella provincia di Macerata, proprio per gli effetti delle inondazioni che si sono verificate adesso e nel passato.
Come pure la richiesta da parte del Presidente della Regione circa lo stato di calamità che non dà adito a interventi di carattere finanziario, ma con una seconda ordinanza può darsi luogo anche a provvedimenti di carattere finanziario e di intervento in quella direzione.
Per questo c’è tutta l’attenzione necessaria da parte della Giunta, proseguendo una verifica congiunta rispetto agli interventi che dovranno essere realizzati, in rapporto anche ai vari finanziamenti che sono stati previsti.
Detto questo c’è anche un impegno per quanto riguarda l’intervento finanziario, che in questa parte è sufficiente per quanto riguarda il tipo di manutenzione straordinaria necessaria. Dovremo ulteriormente verificare la necessità, una volta abbattuto il ponte e ripristinato l’altro, eventuali finanziamenti che dovremo insieme ricercare e verificare in disposizioni future per quanto riguarda i rapporti e le delibere che potranno accogliere anche queste ulteriori richieste.
Per questo ritengo che c’è la massima attenzione a questo problema e la massima disponibilità e volontà di lavorare in accordo con quanto definiranno non solo la Provincia ma anche tutti gli organi della protezione civile che sono direttamente interessati a questa vicenda.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Pistarelli.

Fabio PISTARELLI. Insisto con i colleghi, soprattutto con i firmatari della mozione: si potrebbe sospendere la votazione, posticipandola al termine dei lavori, per vedere se c’è la possibilità di fare un documento comune, magari limando quei due passaggi che ho segnalato essere un po’ più problematici per noi. Mi pare che anche il Vicepresidente Agostini fosse favorevolmente orientato verso questa direzione. Proviamoci. Se il documento rimane così andiamo pure ai voti, ma sarebbe opportuno evitare che pregiudizialmente vi sia un voto distinto, che vorremmo evitare anche noi. Mi pare che così si dia anche più forza al documento stesso.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Giannini.

Sara GIANNINI. Noi siamo disponibili con l’impegno che comunque, oggi, accordo o non accordo, si vada al voto. Verifichiamo se ci sono le condizioni per un documento unitario.

PRESIDENTE. Pongo in votazione la richiesta di sospensione e comunque di votazione, nella presente seduta, della mozione.

Il Consiglio approva




Ordine del giorno della seduta

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sull’ordine dei lavori, il Vicepresidente Agostini. Ne ha facoltà.

Luciano AGOSTINI, Vicepresidente della Giunta. Questa mattina la II Commissione si è riunita d’urgenza per esaminare la proposta di legge della Giunta regionale sull’acquisto del palazzo ex Mediocredito. La Commissione stessa l’ha approvata, quindi chiedo al Consiglio di poter anticipare la discussione e l’approvazione della proposta di legge.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Capponi.

Franco CAPPONI. Noi non siamo d’accordo per l’introduzione di questo nuovo punto all’ordine del giorno, quindi chiediamo che venga messa ai voti la proposta.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Procaccini.

Cesare PROCACCINI. Penso che la rapidità non sia una buona consigliera, quindi è opportuno che su questo punto si debba riflettere e discutere con tempi certi nei prossimi Consigli. Non facendo parte il nostro gruppo della II Commissione consiliare, né avendo avuto modo di discutere del problema, non lo conosce.

PRESIDENTE. Ha la parola l’assessore Agostini.

Luciano AGOSTINI, Vicepresidente della Giunta. La necessità e l’urgenza sono determinate dal fatto che nell’accordo preliminare fatto dalla Giunta regionale c’è una penale: se andiamo oltre il 30 giugno consiste in circa 500.000 euro al mese.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Luchetti.

Marco LUCHETTI. Prima di votare questa proposta dell’assessore, a nome della maggioranza chiedo una sospensione di qualche minuto, per discutere di questo argomento.

PRESIDENTE. La seduta è sospesa.


La seduta, sospesa alle 13,10,
riprende alle 14,15


Presidenza del Presidente
LUIGI MINARDI

PRESIDENTE. Ha la parola il Vicepresidente Agostini.

Luciano AGOSTINI, Vicepresidente della Giunta. Preso atto che per approvare l’integrazione della proposta che avevo fatto precedentemente occorrono 24 voti, preso atto che questi numeri all’interno della maggioranza non vi sono, ritiro la proposta.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Ciccioli.

Carlo CICCIOLI. Sono molto soddisfatto della posizione del Vicepresidente Agostini, che prende atto della volontà e dell’equilibrio del Consiglio. Visto che il problema delle sedi è un problema serio, complessivo, che riguarda sia l’organizzazione del Consiglio che della Giunta, che riguarda gli spazi, che coinvolge cinque miliardi al mese di affitti che spendiamo, è un problema che va affrontato con un progetto complessivo che, come gruppo di opposizione, ma credo a nome di tutta la minoranza, noi siamo lieti di esaminare approfonditamente e possibilmente risolvere.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Capponi.

Franco CAPPONI. Ritengo che questa sia una vittoria anche delle prerogative del Consiglio. La non presenza di 24 consiglieri della maggioranza nasconde l’effettiva difficoltà nel portare questo atto che, secondo noi, ha delle grosse lacune.

Luciano AGOSTINI, Vicepresidente della Giunta. Sono trasparente: non c’è accordo di maggioranza.

Franco CAPPONI. Questo è un problema che hai fatto emergere. A noi interessava se c’era questo accordo. Prendiamo atto di questa situazione. Tutto questo conferma quanto a livello politico avevamo già anticipato.

PRESIDENTE. Vorrei ricollegarmi alla Conferenza dei presidenti di gruppo nella quale abbiamo stabilito l’ordine del giorno di questo Consiglio. In quella sede abbiamo stabilito di procedere in seduta continua fino all’esaurimento dell’ordine del giorno che vi è stato inviato. Dopo quel nostro appuntamento la Giunta è stata convocata a Roma, per cui diversi assessori saranno mancanti, pertanto c’è la possibilità che non ci sia neanche il numero legale proprio per questa urgente convocazione a Roma.
La mia proposta è di sospendere a questo punto la seduta del Consiglio e di rinviare i punti non trattati al prossimo Consiglio programmato per il 12 luglio. Se voi siete d’accordo, chiuderei la seduta a questo punto e prima di lasciarci faccio una comunicazione — che voi avete già ricevuto per posta — che riguarda la convocazione, presso la Camera dei deputati, della terza Assemblea delle elette e degli eletti dei Consigli regionali. Si tratta di un appuntamento importante. Dovremmo programmare e gestire la trasferta e la disponibilità alla presenza di una quantità di consiglieri, massimo fino alla metà del Consiglio, che non sarà cosa facile. Vi invitiamo quindi a dare le adesioni entro lunedì, perché in data diversa da quella non riusciremmo più a gestire l’appuntamento adeguatamente.




Mozione (Votazione): «Richiesta dello stato di emergenza per il ponte di Villa Potenza» Giannini e Comi (16)

Ha chiesto di parlare il consigliere Giannini. Ne ha facoltà.

Sara GIANNINI. Prima di chiudere la seduta vi rammento l’accordo che avevamo assunto rispetto alla mozione presentata. Se dedichiamo dieci minuti a questo argomento possiamo chiudere la questione e poi, nel prossimo Consiglio, possiamo affrontare le altre questioni che si decide di rinviare. Avevamo infatti concordato sull’ipotesi che si potesse addivenire a un documento comune.
Ritengo di poter accogliere il suggerimento del Vicepresidente Agostini che è intervenuto nel merito, riguardo alla possibilità di aggiungere alla mozione presentata da me e Comi le verifica, attraverso il commissario straordinario per il terremoto, di eventuali responsabilità del terremoto stesso in merito alle lesioni ed eventualmente verificare la possibilità di accesso ai fondi. Su questo si è espresso anche il consigliere Lippi. La proposta su cui poter trovare la sintesi, per quanto mi riguarda non mi vede d’accordo, perché lì si propone di togliere l’emergenza al presidente della Provincia e di istituire fondi di garanzia su attività che i Comuni stanno già facendo.

PRESIDENTE. La discussione sulla mozione è stata fatta, quindi dobbiamo procedere alla votazione. Dispongo soltanto di una mozione presentata da Giannini e Comi. Non ho risoluzioni diverse né emendamenti sulla mozione, quindi posso solo mettere in votazione questa mozione.
Ha la parola il consigliere Pistarelli.

Fabio PISTARELLI. Noi abbiamo depositato un documento che emenda la mozione presentata dai colleghi Giannini e Comi. Ancora insisto sul fatto che ancora un punto di approdo potrebbe essere trovato. In ogni caso noi votiamo una integrazione che riteniamo sia seria e anche importante, perché non riguarda solo i compiti di natura straordinaria e commissariale che debbono essere affidati alla Provincia o alla Regione, riguarda anche altre proposte. Chiediamo che si inviti la Provincia a istituire una Commissione per verificare anche il danno di natura economica che vi è stato e quali provvedimenti concreti possono essere assunti in favore delle attività commerciali, artigianali ecc.; chiediamo anche di mettere a disposizione un fondo sin d’ora, che individuiamo in una cifra provvisoria, anche consistente, proprio per dare anche a quegli interventi una risposta concreta nell’immediato. Chiediamo delle cose che possono essere assolutamente attivate da qui a domani mattina da parte della Regione Marche. Quindi se c’è una divergenza sulla questione del commissario straordinario, se debba essere affidato alla Provincia o alla Regione questo ruolo lo capisco, ma sulle altre questioni mi si deve dire perché dobbiamo dire di no e dobbiamo dividerci in due documenti diversi. Questo non lo capisco, ma mi adeguo, perché se è questa la volontà della maggioranza...

Luciano AGOSTINI, Vicepresidente della Giunta. Quando tu dici “chiedere alla Regione Marche il riconoscimento dello stato di calamità”, se andiamo in termini generali legislativi, lo stato di calamità si richiede al Governo nazionale. Chiediamolo al Governo nazionale e alla Regione Marche. Altrimenti devo risponderti, in termini giuridici, che la richiesta di stato di calamità l’accerta e la determina il Governo nazionale.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Comi.

Francesco COMI. Un emendamento da aggiungere alla mozione che abbiamo presentato, anticipato dal capogruppo Giannini anche su suggerimento del consigliere Lippi, recita testualmente “di verificare con il commissario straordinario per il terremoto la possibilità di accertare l’eventuale incidenza degli eventi sismici sulla situazione determinata nel ponte, ai fini dell’accesso alle risorse disponibili”.
Deposito questo emendamento perché possa essere votato ad integrazione della mozione.
Per il resto rivolgo l’ennesimo sollecito ai consiglieri maceratesi e in generale ai consiglieri del centro-destra a ridimensionare la polemica politica per quello che riguarda chi dovrà essere il commissario, perché secondo me è un argomento di scarso valore, visto anche l’incidenza territoriale che ha e di valorizzare gli organismi istituzionali che ci sono, quelli previsti dall’ordinamento, ai fini dei controlli e delle garanzie. Istituirne nuovi appartiene ad una cultura demagogica e del sospetto che noi non vogliamo radicare e che anzi respingiamo. Valorizziamo quelli che ci sono.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell’emendamento n. 1 presentato da Capponi e Pistarelli, che chiede di sostituire, nella parte del capoverso “chiede”, dopo le parole “finanziariamente i costi e...”, “...nomini commissario delegato il presidente della Provincia di Macerata” con “...nominare commissario delegato il Presidente della Regione Marche utilizzando la struttura già istituita per la gestione della emergenza terremoto”. Inoltre chiede di aggiungere, dopo il capoverso “chiede”, le parole: “invita la Provincia di Macerata ad istituire un comitato di garanzia e tutela degli interessi dei cittadini insediati, delle attività produttive, delle rappresentanze delle forze politiche, sindacali e delle amministrazioni comunali interessate”. Inoltre, dopo “impegna” si propone di aggiungere: “la Regione Marche ad istituire un fondo straordinario di euro 1.000.000 iniziale, per il risarcimento dei danni subiti dalle attività produttive insediate”.
Pongo in votazione questo emendamento.

Il Consiglio non approva

Pongo in votazione l’emendamento presentato dal consigliere Comi, che propone di aggiungere, dopo “impegna”, le parole: “di verificare con il commissario straordinario per il terremoto al possibilità di accertare l’eventuale incidenza degli eventi sismici sulla situazione della struttura, ai fini dell’accesso alle risorse disponibili”.

Il Consiglio approva

Pongo in votazione la mozione come emendata.

Il Consiglio approva

La seduta è tolta.


La seduta termina alle 14,30