Resoconto seduta n.41 del 26/09/2006
La seduta inizia alle 10,45




Approvazione verbale

PRESIDENTE. Ove non vi siano obiezioni do per letto ed approvato, ai sensi dell’art. 29 del regolamento interno, il processo verbale della seduta n. 40 del 19 settembre 2006.



Proposta di atto amministrativo
(Annuncio e assegnazione)

PRESIDENTE. E’ stata presentata, in data 21 settembre 2006, la proposta di atto amministrativo n. 34, ad iniziativa della Giunta: «Art. 138 d.lgs 112/98 - linee guida per la programmazione della rete scolastica del sistema scolastico marchigiano per l'anno scolastico 2007 – 2008», assegnata alla I Commissione.



Mozioni
(Annuncio di presentazione)

PRESIDENTE. Sono state presentate le seguenti mozioni:
— n. 101 del consigliere Brini: «Presidi sanitari di Recanati e Civitanova Marche»;
— n. 102 del consigliere Lippi: «Infrastrutture – progetto uscita ovest»;
— n. 103 del consigliere Capponi: «Tariffe degli autoservizi pubblici di linea - adeguamento del prezzo dei biglietti di corsa semplice e degli abbonamenti per l'anno 2006- ritiro delibera»;
— n. 104 dei consiglieri Bugaro, Brini, Capponi, Cesaroni, Ciriaci, Giannotti, Santori e Tiberi: «Solidarietà nei confronti di Papa Benedetto XVI»;
— n. 105 dei consiglieri Pistarelli, Castelli, D'Anna, Romagnoli e Silvetti: «Solidarietà al Santo Padre».



Petizione
(Annuncio di presentazione)

PRESIDENTE. In data 14 settembre 2006 è stata presentata, ad iniziativa di Parlani Vincenzo ed altri, la petizione n. 1 concernente: «Disagio ai cittadini e molteplici danni sia all’agricoltura che alla circolazione stradale provocati dai caprioli e dai cinghiali», assegnata alla III Commissione.



Ricorso del Consiglio dei ministri
avverso declaratoria di illegittimità costituzionale

PRESIDENTE. Il Consiglio dei ministri ha presentato ricorso per la declaratoria di illegittimità costituzionale dell’art. 2, comma 1, lett. d) della legge regionale 11 luglio 2006, n. 9 «Testo unico delle norme regionali in materia di turismo».



Deliberazioni inviate dalla Giunta

PRESIDENTE. La Giunta regionale ha trasmesso, in data 11 settembre 2006, le seguenti deliberazioni:
— n. 982: «Art. 29, comma 2, della l.r. 11 dicembre 2001, n 31 – Variazione compensativa al Programma Operativo Annuale per l’anno 2006; approvato con DGR n. 154/2006 per attuazione decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze n. 11743 del 18/2/2005. (Codici SIOPE)»;
— n. 983 «Art. 25, comma 1, della l.r. 10 febbraio 2006, n. 3 – Iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2006 di entrate derivanti da assegnazione di fondi dallo Stato e delle relative spese - euro 2.308.139,85»;
— n. 984 «Art. 29, comma 2, della l.r. 11 dicembre 2001, n. 31 e art. 26 della l.r. 10 febbraio 2006, n. 3 “Variazione compensativa al Programma Operativo Annuale e 2006. Importo di euro 7.500,00”»;
— n. 985 «Art. 25 della l.r. 10 febbraio 2006, n. 3 – Iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2006 di entrate per il finanziamento del progetto Rairdev. _ 300.000,00»;
— n. 986 «Art. 25 della l.r. 10 febbraio 2006, n. 3 – Iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2006 di entrate per il finanziamento del progetto Europlane. euro 42.500,00»;
— n. 987 «Art. 29, comma 2 della l.r. 11 dicembre 2001, n. 31 – Variazione compensativa al Programma Operativo Annuale 2006 approvato con DGR n. 154/2006 per attuazione decreto del Ministero dell’Economia e delle finanze n. 11743 del 18/02/2005 (codici SIOPE)»;
— n. 989 «Art. 29, comma 2 della l.r. 11 dicembre 2001, n. 31 e art. 26 della l.r. 10 febbraio 2006, n. 3 “Variazione compensativa al Programma Operativo annuale 2006”». Importo di euro 445.135,52”.



Congedo

PRESIDENTE. Hanno chiesto congedo i consiglieri Giannini e Lippi.



Interrogazione (Svolgimento): «Modifica orari trasporti ferroviari tratta Fabriano-Civitanova e disagio utenza scolastica» Giannini e Comi (207)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l’interrogazione n. 207 dei consiglieri Giannini e Comi.
Ha la parola, per la risposta, l’assessore Marcolini.

Pietro MARCOLINI. L’interrogazione, purtroppo, arriva in discussione dopo troppo tempo, perché mi rendo conto che era urgente a dicembre scorso, ma arrivando dopo dieci mesi, il problema, fortunatamente, è stato risolto.
L'orario ferroviario entrato in vigore l'1l dicembre — quest’anno l’orario ferroviario è stato concordato nel mese di giugno per entrare in vigore a settembre, quindi parliamo di una situazione pregressa, che quest’anno è stata risolta — è stato trasmesso alla Regione in data 6 ottobre, non consentendo, come per gli anni precedenti, un adeguato confronto con enti e amministrazioni locali.
Purtuttavia relativamente alla tratta Fabriano-Civitanova e alla utenza scolastica della tratta in oggetto, in particolare dell'istituto tecnico di S. Severino Marche, si è giunti ad una parziale risoluzione del disagio, in quanto all'uscita dalle lezioni, in direzione Fabriano-Civitanova, l'orario è stato anticipato dalle 13.57 alle 13.51; in direzione Civitanova-Fabriano è stato posticipato dalle 13.31 alle 13.52.
Al mattino i treni provenienti da Fabriano risultano distanziati di circa 1 ora - alle 6.43 (21644) con arrivo a S. Severino alle 7.40 e alle 7.44 (21648) con arrivo a S. Severino alle 8.48 -, e non solo 30 minuti come nel corso del 2005, per consentire l'arrivo degli studenti in orario per l'inizio delle lezioni (il numero delle carrozze è stato aumentato), e favorirà anche l'utenza che, a seguito della variazione d'orario avrebbe subito gravi disagi.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il consigliere Comi.

Francesco COMI. Esprimo apprezzamento, non semplicemente per la risposta ma per il tempestivo, a suo tempo, intervento dell’assessorato che ha saputo porre immediato rimedio al disagio che era stato sollevato dal mondo scolastico e in particolare dal presidio tecnico-industriale di San Severino Marche. Ringraziamo la Giunta per avere risolto la questione che allora ponemmo.
Il problema dei trasporti è serio, richiede la soluzione di questioni puntuali ma anche la consapevolezza di una difficoltà di ordine generale. Su questo nei giorni scorsi c’è stato anche un confronto mediatico fra maggioranza e minoranza. Credo che se lo si vuole affrontare con serietà, questo problema non lo si può affrontare solo demagogicamente, come viene spesso fatto da alcuni consiglieri di opposizione. Penso che alcune scelte siano irrimediabili e la Regione Marche ha fatto quello che era possibile fare.
Non aggiungo di più, perché non voglio uscire dal tema che era all’ordine del giorno.



Interrogazione (Svolgimento): «Porto Recanati: città turistica con trave riduzione degli arenili. Si profilano seri danni che investono il settore economico, occupazionale e sociale» Massi (443)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l’interrogazione n. 443 del consigliere Massi.
Per la Giunta risponde l’assessore Carrabs.

Gianluca CARRABS. Con deliberazione n. 169 del 2.2.2005 il Consiglio regionale ha approvato, ai sensi della L.R. 15/2004, il piano di gestione integrata delle aree costiere, che contiene tutte le proposte progettuali preliminari per la difesa della costa marchigiana, ivi compreso quindi il tratto relativo al comune di Porto Recanati.
Il piano contiene due elementi da considerare essenziali: progettazione preliminare per l'intera costa con relativa scelta tipologica di intervento e valutazione economica; partecipazione finanziaria alla realizzazione dell'opera dai Comuni, dei portatori di interesse (bagnini).
Alla luce di tre anni di applicazione delle linee del piano si conferma: la partecipazione finanziaria dei Comuni e dei bagnini (vedi Pesaro che impegnano 200.000 euro su 1.000.000 di euro) che si attesta tra il 20-30 % con Porto Sant'Elpidio che ha impegnato il 33% e Fermo il 50%; la condivisione e la validità delle previsioni del progetto preliminare una volta realizzate le opere previste.
Il piano, non da ultimo nelle scelte progettuali, ha mediato gli interessi di tutti i Soggetti coinvolti nel rispetto soprattutto dell'elemento del paesaggio.
Il piano ha una previsione di spesa di 160 milioni di euro di cui circa la metà riguardano lavori su scogliere esistenti o da completare mentre la restante metà prevede un ripascimento, su scala di intervento regionale, che sulla base della disponibilità finanziaria e dei costi di mercato delle sabbie o ghiaie di ripascimento prevede il reperimento di circa 10 milioni di metri cubi di materiale.
La legge regionale di difesa della costa emanata dal Consiglio regionale introduce, a livello normativo, il concetto - fino ad ora riportato solo su letteratura scientifica - dell'unità fisiografica; tale unità fisica consiste nel delimitare linearmente (da un estremo all'altro senza rispetto dei confini amministrativi) l'insieme omogeneo per caratteristiche e dinamiche costiere del sedimento marmo.
In base alla definizione di unità fisiografica, si sono individuati i tratti di costa omogenei dove, per caratteristiche del paesaggio marino, del sedimento e della configurazione della spiaggia sia emersa che sommersa possono essere definiti gli interventi atti a migliorare o ripristinare le condizione del litorale.
Inoltre il concetto di unità fisiografica ha introdotto, a sua volta, il criterio di interventi sulla stessa, senza possibilità di introdurre i non proficui interventi per stralci.
In base a quanto sopra il piano individua tre tipologie di costa per il litorale ricadente nel comune di porto Recanati:
Il tratto che si estende dalla foce del fiume Musone alla foce del fiume Potenza (unità fisiografica n. 16)
Il tratto a sud della foce del fiume Potenza fino al porto di Civitanova (unità fisiografica n. 17).
La previsione di piano per la falcata litoranea che si estende dal porto di Numana alla foce del Potenza prevede la salvaguardia di uno dei tre tratti di costa non ancora protetti da scogliere emerse, nonché un ripascimento protetto. La scelta, oltre alla salvaguardia del paesaggio, è frutto del contesto ambientale parco del Conero fino alla foce del Musone) ma, soprattutto, dalla non percorribilità di una diversa scelta progettuale tipo "scogliere emerse" (data la zona che non si presta a scogliere di tipo sommerso) per la "sensibilità" al particolare livello medio mare. Inoltre, il costo di una difesa costiera distaccata come le scogliere emerse nella zona in parola è notevolmente elevato per i particolari fondali presenti. Infatti, mentre nella zona più a sud (vedi Potenza Picena e Civitanova), i fondali sono solo sabbiosi e degradano lievemente da riva verso largo, nella zona di Porto Recanati si è di fronte ad una spiaggia bi-granulare in cui sulla spiaggia emersa molto ripida è presente ghiaietto (renella), mentre nella spiaggia sommersa il fondale è costituito da sabbia con dolci pendenze a partire dal piede della ghiaia situato a -4,00 m.
La previsione di ripascimento protetto in luogo di quello libero è opportuno dal punto di vista dei costi per limitare l'apporto di nuova ghiaia.
Sul versante della perseguibilità economica, a mero titolo d'esempio, i costi della difesa di quanto in trattazione passerebbero dai circa 22 milioni di euro con la tecnica del ripascimento ai circa di 60 milioni di euro per una difesa tramite scogliere avrebbero un costo (ove oltretutto non si potrebbe realizzare l'intervento per stralci), oltre ai costi ambientali che qui ci si esime dal sottoporli ad un'analisi di tipo economico.
Su richiesta del Comune di Porto Recanati, che ha dichiarato la volontà di voler compartecipare alla spesa, potrebbe essere possibile la partecipazione della Regione per l'esecuzione di uno studio di dettaglio del moto ondoso, della determinazione del regime di trasporto solido, di eventuali prove su modello fisico e di valutazione di eventuali altre opere di difesa o di mantenimento del litorale.
A risposta della nota inviata a tutti i Comuni costieri, i Comuni hanno inoltrato le richieste per concorrere al finanziamento del bilancio 2006. La disponibilità finanziaria sul competente capitolo di bilancio è di 4,7 milioni di euro di cui 30% per emergenza e 70% per interventi di piano.
Il Comune di Porto Recanati si è dichiarato disponibile a contribuire con la somma di 500.000 euro al finanziamento del progetto preliminare di ripascimento protetto - dal Musone al capannone Nervi (ex Montedison) - dell'importo complessivo presunto di circa 5,5 milioni di euro: quindi nella percentuale del 10%.
A seguito delle disponibilità alla partecipazione finanziaria dei Comuni, come per i precedenti anni, è stato applicato il sistema di supporto alle decisioni allegato al piano.
Dalla graduatoria di priorità scaturita, in considerazione dell'attuale disponibilità di bilancio regionale, risultano ammessi a finanziamento i Comuni di Gabicce Mare, San Benedetto del Tronto e Civitanova Marche.
L'attuale normativa sui lavori pubblici non prevede forme di sostegno diretto ai titolari di attività turistico-ricreative situate sul litorale. Ad ogni buon conto, come ogni anno, prima dell'inizio della stagione estiva vengono assegnati finanziamenti ai Comuni litoranei che ne fanno richiesta per interventi di ripascimento del litorale, al fine di garantirne la fruibilità per la stagione in corso. Per la presente stagione sono stati assegnati finanziamenti per complessivi 572.500,00 euro.
Non esistono finanziamenti europei finalizzati alla realizzazione di opere di difesa costiera. La Regione Marche è stata tuttavia destinataria di stanziamenti comunitari per la realizzazione di progetti sperimentali nell'ambito del programma di iniziativa comunitaria Interreg III B - area Cadses inerente lo studio della erosione costiera con particolare attenzione al trasporto solido litoraneo ed attuati proprio in territorio del comune di Porto Recanati, per un importo complessivo di circa euro 375.000.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il consigliere Massi.

Francesco MASSI GENTILONI SILVERI. Registro la relazione dell’assessore, che giudico sicuramente dettagliata e scrupolosa, come ricognizione di strumenti giuridici a disposizione dei piani approvati, e anche per la parte di finanziamenti che finora sono nell’apposito capitolo di bilancio.
Non debbo fare prediche, ci mancherebbe. Credo che l’assessore ha delineato la situazione così com’è, in tutta la sua gravità e con l’allarme che provoca, soprattutto agli operatori turistici. In quest’aula mi pare che puntiamo tantissimo sui nostri operatori-imprenditori, che rischiano ogni anno — con il maltempo che da tre anni devasta le estati marchigiane — in proprio anche con l’innovazione e gli ammodernamenti alle nostre strutture.
Per quanto riguarda Porto Recanati, l’assessore ha definito la situazione allarmante, persistente nella zona che va dal Conero al Musone, però c’è anche la parte sud che quest’anno, a primavera ha avuto una devastazione notevole e che ha costretto moltissimi operatori a rivedere la propria turistica, nonostante i tanti investimenti che hanno fatto.
So che il Comune di Porto Recanati ha programmato una compartecipazione per la parte nord, però è anche vero che per la parte sud mi pare che attualmente non ci sono finanziamenti per un pronto intervento che invece era necessario, però su questo attendo correzioni, se vi sono dati a disposizione. Parlo della parte tra Porto Recanati e Porto Potenza Picena.
Lei, assessore, ha parlato di Comuni — Porto S. Elpidio, Civitanova, Pesaro — che hanno già stanziato fondi per una compartecipazione che oscilla tra il 25 e il 33%. Questa è sicuramente un’azione meritoria dei Comuni, però invito a distinguere tra Comuni che possono e che non possono per le dimensioni. Porto S. Elpidio ha fatto degli sforzi, ma è una cittadina vicina ai 25.000 abitanti, mentre Porto Recanati che ha 11.000 abitanti circa, non ha le stesse possibilità, pur avendo chilometri di costa e sviluppo di turismo uguale agli altri.
Quindi invito anzitutto a dare la possibilità ai Comuni più piccoli di avere più ossigeno dal contributo regionale, altrimenti da soli neanche quel 20% è possibile raggiungere. Infine mi aspetto dall’assessore una risposta politica, una “sfida”: a Porto Recanati, non nell’amministrazione comunale ma in quei soggetti che si sono poi associati — categorie, operatori non solo economici e turistici — serpeggia l’idea che essere governati da un’amministrazione di centro-destra quando la Giunta regionale è di centro-sinistra, può creare qualche problema nella programmazione e nei benefici che i cittadini si attendono. Questa la dico come battuta, ma bisogna che la Regione tranquillizzi la situazione, perché sulla costa si affacciano Comuni di tutti i colori e penso che la Regione su questo non abbia il minimo dubbio che la nostra costa, da Gabicce a Porto d’Ascoli, sia un patrimonio di tutti e non è una questione di colore.
Mi aspetto quindi una risposta nella programmazione: il Comune di Porto Recanati ha già stanziato anche 110 mila euro per la progettazione, che presuppone però uno studio anche sui movimenti delle acque e dei fondali, che è abbastanza costoso. Per le dimensioni del comune è veramente un onere azzerante, nel senso che un Comune che investe su questo non ha poi altre possibilità.
Ci aspettiamo quindi una risposta. Mi pare che la situazione sia monitorata, però, anche per un pronto intervento che in primavera non c’è stato, credo che sia necessario fare presto.



Comunicazioni dei consiglieri — Commemorazione

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il consigliere D’Anna. Ne ha facoltà
Giancarlo D’ANNA. Purtroppo, ancora una volta notizie di questa mattina ci dicono che un militare italiano è stato colpito in Afghanistan, quindi anche se in passato, con rammarico avevamo detto che ci auguravamo che quella fosse l’ultima volta che si chiedeva un minuto di silenzio per un fatto grave come quello accaduto in passato, questa mattina è stato comunicato che c’è stato un caduto italiano a Kabul, in Afghanistan e sembra che altri militari italiani siano rimasti feriti in modo grave.
Credo che sia, come minimo, un dovere rispettare ancora una volta il sacrificio dei nostri ragazzi che si trovano all’estero, quindi propongo un minuto di silenzio per l’ultima vittima di questo stillicidio sconfortante.

PRESIDENTE. Credo che la proposta possa essere accolta, quindi propongo anch’io un minuto di silenzio.

(Il Consiglio osserva un minuto di silenzio)



Interrogazioni (Svolgimento):
«Situazione Aerdorica spa successivamente alla elezione dei nuovi organismi dirigenti» Brandoni (495)
«Situazione Aerdorica a seguito nomina amministratore delegato» Rocchi (498)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca le interrogazioni n. 495 del consigliere Brandoni e n. 498 del consigliere Rocchi.
Per la Giunta risponde l’assessore Pistelli.

Loredana PISTELLI. Per quanto attiene gli articoli di stampa ai quali fanno riferimento sia il consigliere regionale Giuliano Bandoni che il consigliere regionale Lidio Rocchi si chiarisce quanto segue.
La scelta dell'amministratore delegato è avvenuta dopo un esame dei curricula presentati e dei successivi colloqui individuali. Le valutazioni sono state discusse con tutti i soci pubblici e privati, i quali dopo aver approfondito ed esaminato competenze, professionalità, esperienze nel settore, disponibilità immediata ed età, hanno definito una proposta che è stata poi sottoposta al voto all'assemblea dei soci e votata all'unanimità. L'amministratore delegato deve garantire la "governance" di questa importante infrastruttura. Il presidente invece è il rappresentante dei soci pubblici nel CdA, su proposta della Regione è stato indicato il dott. Mario Conti anche come figura di garante per il consistente impegno finanziario di cui la Regione si è fatta carico nonostante il suo 27% nella compagine societaria. La nomina è passata anche questa all'unanimità in quanto i rappresentanti delle quattro Province non hanno partecipato al voto perché avevano avanzato una loro proposta. Il C.d.A. pertanto è composto dal dott. Friederich Wendler, dal dott. Mario Conti e dal dott. Ugo Calzoni direttore generale ICE espresso dai privati.
La nuova dirigenza, nel breve periodo di insediamento, ha immediatamente iniziato a predisporre il piano di sviluppo industriale e di riordino organizzativo così come previsto dalla legge regionale n. 8/2006. Considerati i tempi ristretti, con il consenso del consiglio di amministrazione, l'amministratore delegato ha conferito ad esperti qualificati l'incarico di redigere il piano; il costo della prima parte dell'incarico è pari ad euro 80.000 mentre la seconda parte è pari ad euro 60.000. Si è riusciti a contenere i costi proprio perché l'amministratore delegato contribuisce in maniera fattiva alla redazione del piano stesso. Il progetto organizzativo per la sua prima parte è stato già attuato ed il piano industriale verrà presentato all’assemblea dei soci entro la fine di settembre 2006. Inoltre verrà presentato, così come dice la legge stessa, anche alla Commissione consiliare.
Per quanto riguarda i voli per Olbia e SpaIato della Italy Airl Lines si precisa che: i vettori (salvo le low cost ed i vettori che hanno ottenuto contributi) generano ricavi ogni volta che il loro aeromobile atterra sulla pista di un aeroporto; il fatto di portare anche passeggeri genera sicuramente anche movimento per tutta la comunità. Nel caso di Italy Airlines su Olbia e Spaiato l'aeroporto ha fatturato gli importi delle toccate e trattandosi di voli esclusivamente estivi non è stato chiamato a contribuire economicamente alle operazioni. Gli organi di informazione non hanno tenuto conto della complessa metodologia commerciale di tali attività. Il battage sui giornali non ha certo contribuito ad invogliare né questa né altre compagnie aeree interessate ad operare su Ancona a spese proprie. Infatti su 19 regioni Italiane ben 7 contribuiscono con oltre 3.000.000 di euro in conto esercizio per far attivare rotte vecchie e nuove ai vettori, ad esempio l'attivazione di ogni rotta low cost fa perdere tanti soldi ma genera tanti passeggeri; noi siamo schiacciati dagli aeroporti di Pescara, Perugia e Rimini che ottengono contributi anche più elevati in conto esercizio: recentemente Pescara ha apparentemente ottenuto all'anno ben 4.000.000 di euro per attivare nuove rotte.
Per quanto riguarda le perplessità dei Sindacati Cgil, Cisl e Uil informo che i sindacati sono stati sempre puntualmente informati su tutti i passaggi relativi all’aeroporto. Sin dall’inizio di agosto avevamo preventivato già un incontro a fine agosto, subito al rientro delle ferie, per poter esaminare compiutamente tutta la situazione per quanto riguarda l’aeroporto e proprio in base allo stesso comitato sindacale riunitosi ad agosto 2006, io stessa ho convocato un incontro con i sindacati confederali e le Rsu per il progetto di riordino organizzativo e piano industriale. Con la presenza della presidenza e dell'amministratore delegato di Aerdorica è stata data informazione ai rappresentanti sindacali i quali hanno apprezzato l'iniziativa.
Per quanto riguarda Evolavia si comunica che in questa fase si è proceduto all'unificazione delle società Raffaello ed Evolavia sotto il controllo diretto dell'amministratore delegato di Aerdorica in quanto la decisione definitiva su Evolavia viene rinviata alle decisioni dell'assemblea.
Si precisa altresì che in seguito all'unificazione delle società controllate e al riordino organizzativo, è venuta a decadere la posizione del direttore operativo in quanto la nuova organizzazione non prevede questa figura; ciò ha comportato l'attribuzione di maggiori responsabilità al personale interno. L'Enac (Ente nazionale aviazione civile) ha certificato il nuovo assetto di Aerdorica, come risulta dal comunicato stampa del 12 settembre.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, relativamente alla interrogazione n. 495, il consigliere Brandoni.

Giuliano BRANDONI. L’assessore intanto dovrebbe essere soddisfatta per l’attenzione e l’impegno che il Consiglio propone nei confronti del tema, che come lei stessa ci ha dichiarato in questa risposta, è un tema di primaria importanza in relazione all’attività economica e a sostegno dell’attività economica di una regione. Lo testimonia quando afferma che altre Regioni hanno deciso impegni finanziari ben più cospicui dei nostri e testimonia il fatto che forse la occhiuta attenzione contabile nella vicenda del vecchio consiglio di amministrazione era un elemento in qualche modo largamente parziale della riflessione complessiva.
L’altra considerazione riguarda il ricordo di Catone il Censore, il quale era quel senatore romano che con grande pervicacia ed assiduità, in assemblea aveva il ruolo di ricordare il pericolo di Cartagine. Lo faceva con atteggiamento anche estemporaneo e molto colorito, era l’uomo dei fichi.
Per quanto mi riguarda e per quanto ci riguarda, l’assessore avrà questo impegno e questo contributo: una attenzione particolare alla vicenda dell’aeroporto che a tutti interessa. L’appuntamento è quello del 28 quando esamineremo i piano industriale, verificheremo i percorsi che saranno stati tracciati e rispetto al quale l’attenzione del Consiglio e l’attenzione dei gruppi consiliari, anche di maggioranza, credo vadano ritenute un contributo utile e necessariamente ascoltato in questa assemblea.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, relativamente alla interrogazione n. 498, il consigliere Rocchi.

Lidio ROCCHI. Ho ascoltato con molta attenzione la relazione dell’assessore e debbo dire che in questi ultimi tempi sicuramente c’è stata una forte attenzione da parte del governo regionale, che potevamo avere prima, nel momento in cui abbiamo capito che c’erano difficoltà per quanto riguarda il bilancio di un importante polo qual è l’aeroporto di Falconara. Indubbiamente le ultime vicende hanno visto in primis l’assessore Pistelli rilasciare moltissime dichiarazioni — e forse poteva anche farne a meno — nell’ultima delle quali aveva detto addirittura che era stato scelto l’amministratore delegato per la sua età e non per la sua professionalità. Questo ha dato adito a molti problemi e richieste di verità. Quando ero assessore al turismo avevo accennato, in Giunta che la compagnia Evolavia era non affidabile, perché aveva già creato grandi problemi finanziari, ma nonostante questo Evolavia rientrerà nel piano industriale, quindi non so che decisioni andrete poi a prendere.
Noi abbiamo subito un deficit di quasi 4 miliardi di lire, proprio perché non c’è stato un controllo, anche da parte dei nostri rappresentanti nel consiglio di amministrazione di Aerdorica.
Se abbiamo dato quasi 140.000 euro per un progetto industriale — credo che sia stato dato a un docente della “Bocconi” di Milano — ritengo che anche un personaggio regionale poteva farci un piano industriale all’altezza della situazione dell’aeroporto di Falconara.
Credo che sia stata fatta una scelta appropriata nella persona di Mario Conti, senza la cui presenza in questo momento all’aeroporto ci sarebbero stati non uno, ma mille problemi.




Interrogazione (Svolgimento): «Il ruolo della Regione nei confronti del mondo agricolo» Solazzi (450)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l’interrogazione n. 450 del consigliere Solazzi.
Per la Giunta risponde l’assessore Petrini.

Paolo PETRINI. Esaminate le osservazioni contenute nella interrogazione di cui all'oggetto si rappresenta che rispetto alle “non poche decisioni, provvedimenti, bandi, graduatorie, interpretazioni che si sono poste in questi ultimi anni in contrapposizione all'intero mondo agricolo" causando “ritardi, indecisioni, incertezze, contraddittorietà, eccessi formalistici e burocratici" l'amministrazione ha iniziato ad intraprendere un processo di riorganizzazione, snellimento e semplificazione del settore agricolo e delle attività ad esso riferite.
In particolare, il settore agricolo con la riorganizzazione amministrativa della Regione ha ottenuto il riconoscimento di servizio distinto ed autonomo rispetto alle restanti attività produttive, con un notevole aumento di visibilità amministrativa rispetto alla organizzazione dipartimentale; Il servizio agricoltura, forestazione e pesca è stato organizzato in posizioni di funzione le cui attività si riferiscono agli assi del piano di sviluppo rurale (misure strutturali, misure agroambientali) ed è stata istituita una posizione di funzione per la forestazione che deve curare le interrelazioni con il servizio ambiente sulle problematiche di comune interesse. E’ stata eliminata la ripartizione in due distinti servizi, presenti nella precedente organizzazione, nell'intento di creare, tra attività di programmazione ed attività di gestione, il dovuto coordinamento ed avviando una circolarità e continuità del processo di programmazione, gestione, controllo quale priorità organizzativa de] lavoro;
Per realizzare il risultato di cui al punto precedente è stata privilegiata la leva organizzativa dei gruppi di lavoro e si sta prestando attenzione all'obiettivo di omogeneizzare procedure, prassi lavorative nelle strutture decentrate di PS, AP, MC ed AN; allo specifico scopo è stata prevista la istituzione di una apposita posizione organizzativa cui spetta tale attività di raccordo.
Si è avviata la concertazione per definire un processo di decentramento delle funzioni trasferite alle Province, Comuni e Comunità montane secondo la LR 26/2004, che dopo la individuazione di un contingente di unità da trasferire, comporterà la organizzazione ulteriore degli SDA provinciali per le funzioni che permarranno di competenza della Regione; l'obiettivo è il migliore coinvolgimento e raccordo con la struttura centrale nell'ottica del servizio unico, che rappresenta l'elemento più caratterizzante della riforma organizzativa del novembre 2005.
E’ stata avviata l'attività di istituzione dell'organismo pagatore regionale per il settore agricolo, previsto nella DGR 320/06 tra le attività strategiche dell'amministrazione regionale da realizzare nel corso dell'anno 2006.
Dal punto di vista della dotazione organica, nel corso dei periodo novembre 2005-giugno 2006 la struttura ha visto la diminuzione di n. 2 unità dirigenziali delle 7 unità assegnate in novembre oltre che di 16 unità di personale di categoria delle 220 assegnate.
Conseguentemente, per attivare le necessarie attività di verifiche finali degli investimenti del periodo di programmazione 2000/2006, sono stati reclutati attraverso il Servizio Personale da Società interinale n. 32 unità a tempo determinato assegnate alle SDA provinciali, per l'attività di controllo. Il personale viene settimanalmente invitato a presentare report della attività svolta, secondo l'ordine di servizio impartiti dal dirigente del servizio al fine del monitoraggio dei flussi finanziari di spesa per la conclusione de] periodo di programmazione 200012006.
Le performances che dovranno essere realizzate nel corso del secondo semestre del 2006 sono pari al doppio dei quelle realizzate nel 2005 (la spesa PSR per l’anno 2005 di 21 meuro, la previsione di spesa 2006 è 40 Meuro) pertanto le risorse umane ed organizzative dovrebbero essere adeguatamente potenziate. Allo scopo sono state fatte pervenire al segretario regionale richieste di potenziamento sia dal punto di vista dei profili professionali necessari sia da] punto di vista di una politica di incentivi che riconosca il carico di responsabilità amministrativa e contabile che gli addetti al settore agricolo sostengono, in modo non rinvenibile in altri settori rilevanti dell'organizzazione regionale.
In riferimento alla adeguatezza dei tempi e delle prassi burocratiche, la visibilità della semplificazione potrà essere colta con l'avvio della nuova fase di programmazione; l'ultima fase di gestione del vecchio periodo di programmazione deve necessariamente essere completate con le modalità del vecchio documento di programmazione.
Inoltre, il primo semestre dell'anno 2006 ha visto il servizio impegnato dal recupero di situazioni di ritardo divenute insostenibili per le aziende agricole (es. calamità 2003, 2004, 2005) e dal superamento dì difficoltà collegate al sistema informativo agricolo e sua interoperabilità con il sistema Agea, che troverà la sua soluzione definitiva con la istituzione dell'organismo pagatore regionale;
Tra i provvedimenti urgenti che la Giunta si impegna ad adottare: potenziamento di n. 2 figure dirigenziali per le SDA e per l'avvio del nuovo periodo di programmazione del PSR; potenziamento di n. 2 unità di profilo professionale amministrativo giuridico, indispensabili per il processo di semplificazione dei bandi e delle procedure inerenti la concessione di contributi alle aziende agricole; potenziamento di n. 2 unità con profilo informatico per sistema informativo agricolo ed eliminazione delle cause di ritardo nel flusso dei dati e nella liquidazione di contributi alle aziende; adeguamento alla percentuale media pari al 20% degli istituti incentivanti del personale (servizio agricoltura 13.6%) per quanto attiene alle P.O., anche in considerazione delle dislocazioni territoriali delle Strutture che impongono misure organizzative che agevolino la coesione delle strutture decentrate; superamento dei concetti di budget storico per la ripartizione delle risorse incentivanti, per la evidente ragione che se la struttura agricoltura nel primo semestre 2006 ha subito il depauperamento di 16 unità sul totale di 65 unità e di n. 2 unità di dirigenti sul totale di 10 unità dirigenziali per il pensionamento, il carico di incidenza sulla organizzazione deve, comunque, con gli strumenti a disposizione essere, almeno parzialmente e prioritariamente, recuperato; individuazione di un consulente a supporto del servizio per avvio O.P.R.
Sulla specifica questione della governance, dei rapporti con l'associazionismo professionale e del processo continuo di concertazione della attività del servizio e di informazione, si precisa che l'obiettivo ha carattere di assoluta priorità: sono state curate notevoli occasioni di incontro sia nelle forme individuate dalla DGR 585/2006 sia tutte le volte in cui si è ricevuta espressa richiesta delle parti interessate, sia per quanto attiene al PSR, documento di programmazione in itinere per il periodo 2007/2013, sia per le problematiche gestionali ed i ritardi operativi del periodo 2000/2006.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Solazzi, per dichiararsi soddisfatto o meno.

Vittoriano SOLAZZI. Io non sono uno che fa interrogazioni a raffica, perché credo che le interrogazioni, le interpellanze e le mozioni sono strumenti importanti di lavoro del Consiglio, con l’intento anche di portare in Consiglio questioni che sono davvero importanti. Intervengo solo quando registro delle aree di problematiche e delle urgenze. Questo è stato il caso di questa interrogazione.
Faccio difficoltà a dire che sono soddisfatto, in quanto la risposta, pure esauriente da un punto di vista dello scenario che stiamo costruendo, ancora non è in grado di produrre gli effetti che io auspico.
Mi auguro che questo avvenga, perché siamo già a u anno e mezzo dall’inizio della legislatura e in un settore strategico quale l’agricoltura, non possiamo permetterci lungaggini ulteriori rispetto alla capacità della macchina di rispondere alle attese degli interlocutori del settore, un settore strategico per questa regione, per la sua economia, importante, che peraltro attiva sul territorio, fra associazioni, professionisti, operatori una miriade di soggetti interessati. Non ci possiamo permettere quelle incertezze che hanno caratterizzato questo primo periodo. Lo dico non come critica all’assessore che è persona perbene e impegnata, ma come un problema che fa riferimento sicuramente alla struttura, a delle carenze, quindi credo di fare una raccomandazione all’assessore: concentrarsi sulla capacità di riorganizzare il settore in modo che le lamentele, non strumentali ma che provengono da mondi assolutamente diversi come riferimento ideale, ideologico, valoriale ma che attengono al tema dell’agricoltura, siano superate.
Quindi chiedo che questa venga considerata una priorità dall’assessore e anche dalla Giunta, perché le lagnanze non sono strumentali perché provengono da una o da altra parte politica, ma attengono proprio al funzionamento, alle risposte, alla macchina burocratica. Non ci si lamenta perché qualcuno è stato escluso dai fondi, perché il tutto avviene nel rispetto delle leggi, ma sulle incertezze, sui tempi, sulla non adeguatezza anche delle strutture periferiche. Quindi io la considero un’emergenza. Non possiamo permetterci di far passare ancora troppi mesi rispetto alla soluzione di questo tema.
Rispetto alla risposta che è stata data sono in fiduciosa attesa che l’assessorato e l’intera Giunta si applichino sulla soluzione sistemica di questo problema.



Interrogazione (Svolgimento): «Situazione economica sanità nella regione Marche» Bugaro (455)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l’interrogazione n. 455 del consigliere Bugaro. Per la Giunta risponde l’assessore Marcolini.

Pietro MARCOLINI. A nome dell’assessore Mezzolani, che è impegnato sui temi della sanità fuori della città di Ancona, fornisco la seguente risposta.
Le perdite relative al sistema sanitario regionale ammontano a circa 70 milioni di euro per gli anni 2002-2005, di cui 5,5 per l’anno 2002 (importo equivalente alla perdita dell’Inrca), 51 milioni per l’anno 2004 e 12 milioni per l’anno 2005.
Per l’anno 2005, la perdita di 12 milioni di euro è legata al fatto che non è stato possibile utilizzare, nell’anno 2005, la quota di 20,69 milioni stanziata con la legge finanziaria 2005 e vincolata alla copertura delle perdite degli anni precedenti.
Per l’anno 2004, invece, la perdita di 51 milioni di euro è legata essenzialmente all’incidenza degli oneri contrattuali, notevolmente superiori rispetto a quanto specificatamente finanziato dallo Stato. Si consideri che lo Stato ha stanziato 17 milioni di euro a copertura dei costi contrattuali dell’esercizio, quando i rinnovi contrattuali hanno gravato il bilancio 2004 per una quota pari a circa 138 milioni di euro.
Inoltre si consideri che c’è in atto un contenzioso con lo Stato per il riconoscimento dei maggiori oneri della farmaceutica. Quello che la finanziaria prevedeva, per il supero del 60% indicato, a carico delle aziende farmaceutiche. Come recuperare dalle aziende farmaceutiche questa quota a loro imputata, ancora è nella mente di Dio.
Tutte le Regioni italiane hanno aperto contenziosi con lo Stato sia per la farmaceutica sia per il personale, dato che i maggiori oneri legati a tali voci di spesa hanno determinato perdite di gran lunga più consistenti rispetto alla Regione Marche. Tale contenzioso ammonta a livello nazionale a 4,5 miliardi di euro e per la Regione Marche questo significherebbe di poter disporre di 117 milioni di euro, calcolato in base alla quota di accesso al fondo sanitario nazionale.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il consigliere Bugaro.

Giacomo BUGARO. L’assessore non mi ha illuminato sulla mia interrogazione, anche perché ha fatto la storia pregressa della sanità delle Marche negli ultimi anni, che conosciamo bene e soprattutto che conosciamo nei conti, che non sono assolutamente buoni.
Io volevo capire cosa sta succedendo adesso, nel 2006, qual è il trend, perché le notizie che ci arrivano sono molto pesanti e ci dicono che i milioni di euro stanno lievitando in maniera corposa. Se a questo si aggiunge — parlo alla maggioranza di centro-sinistra che fino a sei mesi fa aveva attaccato duramente il Governo nazionale — agli annunciati 3 miliardi di euro di tagli alla sanità nel trasferimento dallo Stato alle Regioni, dicendo alle Regioni fate vobis addizionale Irpef, addizionale Irap e tickets, con un taglio fortissimo al trasferimento per la spesa sociale, c’è da preoccuparsi parecchio e siccome ho visto una levata di scudi costante nel quinquennio della precedente legislatura nazionale — dobbiamo ricordare che il trasferimento, comunque, dallo Stato alle Regioni è aumentato del 65% e l’assessore Mezzolani che oggi non c’è l’ha confermato in quest’aula qualche mese fa — voglio capire bene cosa succederà quando i trasferimenti dallo Stato verranno abbattuti e ci sarà una rivenienza passiva notevole nella amministrazione della sanità regionale del 2006.
In questo senso ho presentato questa interrogazione a cui non è stata data una risposta accettabile, perché lei, assessore, mi ha fatto l’excursus, mi ha detto quello che è successo fino al 31 dicembre 2005. Quello lo sapevamo: bastava leggere i bilanci, bastava vedere le finanziarie regionali per sapere quali erano state le attività di gestione dal 2002 al 2005. Purtroppo mi giungono voci di un allarme sui conti sanitari nella gestione 2006, questa domanda è rimata inevasa e siccome è meglio tentare di prevenire che curare, siccome siamo alla fine dell’anno, in prossimità, quindi, delle manovre finanziarie, sia nazionali che regionali, penso che questa interrogazione avrebbe dovuto avere una risposta ben diversa, perché in pratica risposta non è stata data.



Interrogazione (Rinvio): «Situazione ospedale di Recanati» Pistarelli (487)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l’interrogazione n. 487 del consigliere Pistarelli, che credo vada rinviata per l’assenza dell’assessore Mezzolani.

Fabio PISTARELLI. “Crede” o “è” rinviata?

PRESIDENTE. E’ rinviata.

Fabio PISTARELLI. Registro questa esigenza da parte della Giunta di voler dare la risposta direttamente attraverso l’assessore Mezzolani. Vorrei però un impegno: che per la prossima seduta questa interrogazione possa essere messa in una posizione dell’ordine del giorno tale che possa essere evasa.

PRESIDENTE. La sua esigenza sarà accolta.



Interrogazione (Rinvio): «Chiusura parziale o totale dell’ufficio postale di Albacina» Favia (471)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l’interrogazione n. 471 del consigliere Favia. Così come concordato dalla Conferenza dei presidenti di gruppo.



Interrogazione (Svolgimento): «Per il centro-sinistra sull’ultima finanziaria del Governo Berlusconi i fondi per il terremoto erano pochi, il ministro di Pietro — Governo di centro-sinistra — annuncia invece la fine dei finanziamenti» Massi, Lippi e Viventi (513)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 513 dei consiglieri Massi, Lippi e Viventi.
Per la Giunta risponde il Presidente Spacca.

Gian Mario SPACCA, Presidente della Giunta. In realtà la preoccupazione che viene espressa dai firmatari di questa interrogazione, fa riferimento a una battuta molto semplice e diretta, che il ministro Di Pietro ha fatto al sen. Ciccanti in occasione della sua recente visita nella nostra regione. Non credo che da quella battuta si possa far derivare una considerazione seria di carattere politico. Io ero presente a questo scambio di convenevoli tra il ministro Di Pietro e il sen. Ciccanti e posso offrire una testimonianza diretta che le cose sono andate esattamente così: Ciccanti ha chiesto quale fosse l’intendimento del Governo sul finanziamento della ricostruzione e il ministro ha risposto semplicemente “avete già ricostruito tutto, non è più necessario niente”, ma, ripeto, bisogna contestualizzare questa conversazione all’interno di una occasione conviviale e di un tempo che non è durato più di 15 secondi. Quindi credo che costruire una tesi da questo episodio, sia non troppo coretto. Viceversa credo che sia giusta la preoccupazione espressa dai consiglieri Massi, Lippi e Viventi dell’Udc, rispetto all’evoluzione della vicenda che caratterizza il sisma del 1997. E’ giusto quindi, che il Consiglio regionale sia informato sullo stato delle cose e sull’evoluzione delle stesse.
Da parte nostra, immediatamente, all’inizio della legislatura — tutto questo è stato formalizzato anche con delle lettere — si è proceduto all’informazione del presidente del Consiglio dei ministri e del ministro dell’economia sullo stato e sulle necessità della ricostruzione, con note e documenti formali. A queste note e documenti formali è stata data una risposta altrettanto formale con la convocazione, da parte della presidenza del Consiglio, di un incontro a cui hanno partecipato sia il Presidente della Giunta regionale delle Marche che quello della regione Umbria, presieduto dal sottosegretario di stato alla presidenza del Consiglio dei ministri on. Letta, con la presenza anche del capo del dipartimento della protezione civile Bertolaso.
In quell’occasione sono stati affrontati tutti i temi che costituiscono l’agenda della ricostruzione ed è stato anche costituito un tavolo per affrontare sistematicamente questo problema in tutti i suoi aspetti, definito “tavolo per il superamento dello stato di emergenza nelle regioni Marche e Umbria”, composto dal capo dipartimento della protezione civile, dai presidenti delle Regioni interessate Marche e Umbria, dal viceministro dell’economia e delle finanze, dal capo del dipartimento per lo sviluppo delle economie territoriali e dal capo del dipartimento della ragioneria generale dello Stato.
Questo tavolo ha cominciato le sue riunioni a partire dal 3 agosto 2006 per affrontare le questioni che si riferiscono al rifinanziamento della legge 61. Questa è una importante novità che ci è stata annunciata dal Governo nazionale, perché se ricordate, gli ultimi finanziamenti, molto parziali e molto limitati, non sono più avvenuti a partire dagli ultimi tre anni, sulla legge 61 ma sul fondo generale della protezione civile, da cui noi attingevamo per finanziare alcune opere di ricostruzione e non interrompere questo processo di ricostruzione. Viceversa, in questa riunione formale e ufficiale ci è stato annunciato un rifinanziamento della legge 61, che è un’importante novità perché si riprende proprio il sentiero maestro della ricostruzione, ovvero quella legge che è stata approvata dal Parlamento, proprio per sostenerne l’obiettivo.
Vorrei far presente che su questo argomento nella Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, il 14 settembre 2006 le Regioni, unanimemente, hanno condiviso la necessità di rifinanziare per l’anno 2007, proprio la legge 61 del 1998, sotto forma di limiti di impegno quindicennali, in modo tale da portare a compimento il processo di ricostruzione.
Nella stessa riunione sono stati anche esaminati altri aspetti, ovvero le disposizioni che prevedono contributi a favore dei Comuni a causa delle minori entrate e il tema forte, particolarmente sentito dalle popolazioni è quello che riguarda gli oneri, cioè i tributi e contributi che sono stati sospesi a seguito dell’evento del 1997-98.
Riguardo alla restituzione dei tributi e contributi sospesi, da parte dei presidenti delle due Regioni si è chiesto un comportamento analogo a quello che il Governo ha tenuto in altre occasioni simili.
Da parte della presidenza del Consiglio è stato deciso di approfondire l’argomento, siamo in attesa di conoscere, nella finanziaria che verrà approvata venerdì, come questo approfondimento e questo dibattito si esprimeranno.
Sappiamo che in questo momento è stato redatto un testo da parte del dipartimento nazionale della protezione civile, che ci trova soddisfatti. Auspichiamo che questo documento informale che è stato redatto dal dipartimento della protezione civile possa essere recepito nella finanziaria del 2007, perché corrisponde a quel profilo di interventi e alla rappresentazione dei problemi che insieme al presidente Lorenzetti abbiamo fatto al sottosegretario Letta in rappresentanza del presidente del Consiglio dei ministri.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il consigliere Viventi.

Luigi VIVENTI. La ringrazio a nome anche dei consiglieri Lippi e Massi della sua riposta, Presidente, che ci ha consentito di conoscere anche lo stato dell’arte rispetto alla ricostruzione post-sisma del 1997 e anche alla questione dei contributi, tasse e tributi dovuti e non versati dalle popolazioni residenti all’epoca del sisma.
La nostra è stata una preoccupazione, perché quando l’amico sen. Ciccanti ci ha detto “ho fatto una domanda al ministro Di Pietro su cosa ne pensava della ricostruzione”, e mi ha risposto “avete fatto praticamente tutto, quindi non c’è più bisogno di mettere a disposizione soldi”, ci siamo preoccupati, perché i discorsi che abbiamo fatto sempre qui in aula ci dicono che c’è ancora il 30-35% per il completamento.
La preoccupazione nostra, come consiglieri anche di opposizione, è quella di fare una domanda, lei oggi ci ha risposto, il Governo risponderà con la legge finanziaria, quindi vedremo presto quali sono i dati reali, ma era basata su tre considerazioni. Primo, che in effetti non possiamo negare che molto è stato fatto. Secondo, che molti denari sono arrivati comunque, in questa regione e nella regione Umbria, perché non abbiamo avuto penuria di risorse in questi anni per la ricostruzione. Terzo, che la situazione finanziaria generale non è delle più floride, per cui di fronte ad altre emergenze e situazioni, un Governo potrebbe dire “cominciamo a tirare un po’ le redini”. Io, come amministratore non riesco mai a spogliarmi del tutto della mia mentalità da amministratore, per cui mi rendo conto delle situazioni obiettivi, delle difficoltà. Il nostro non voleva essere tanto un intervento di speculazione politica su una dichiarazione del ministro che può lasciare il tempo che trova, ma proprio il tentativo e il bisogno di riporre al centro dell’attenzione questo problema. Anche perché eravamo nei tempi giusti, perché si discute la finanziaria, quindi tra venerdì e lunedì prossimi avremo sicuramente delle risposte concrete rispetto a queste questioni.




Proposta di legge (Discussione e votazione): «Disposizioni sulla partecipazione della Regione Marche al processo normativo comunitario e sulle procedure relative all’attuazione delle politiche comunitarie» Binci, Solazzi, Brini, Mammoli, Brandoni, Benatti, Rocchi e Mollaroli (100)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di legge n. 100, ad iniziativa dei consiglieri Binci e altri.
Ha la parola il relatore di maggioranza, consigliere Binci.

Massimo BINCI. La presente proposta di legge è ispirata dall’opportunità di introdurre nell’ordinamento della Regione marche una disciplina organica sulla partecipazione delle istituzioni regionali, Giunta e Consiglio, alla formazione e all’attuazione del diritto comunitario, anche alla luce delle riforme che hanno interessato l’ordinamento nazionale negli ultimi anni. Come noto infatti, la riforma costituzionale del 2001 ha tra l’altro riconosciuto rilievo costituzionale alle competenze regionali in matteria di politiche comunitarie, con particolare riguardo alla possibilità che le Regioni attuino direttamente la normativa comunitaria adottata nelle materie di propria competenza. La legge 131 del 20091 e soprattutto la recente legge 11 del 2005 introducono nell’ordinamento nazionale una serie di disposizioni che disciplinano i rapporti tra amministrazioni regionali, locali e governo centrale, volte a favorire la partecipazione delle amministrazioni regionali e locali al cosiddetto processo normativo comunitario.
Tra le novità di rilievo introdotte nelle proposta di legge vanno segnalate le norme che disciplinano la partecipazione della Regione alla cosiddetta fase ascendente, che consentono di avvicinare la comunità marchigiana al legislatore di Bruxelles, troppo spesso pensate soltanto come il regno della burocrazia.
E’ stata inoltre colta l’occasione per disciplinare la procedura di approvazione degli atti con i quali la Regione attua sul proprio territorio gli interventi co-finanziati dai fondi strutturali, in modo tale da garantire un confronto costante tra Giunta e Consiglio nel rispetto delle prerogative di entrambe le istituzioni.
Questo è ancora più importante alla vigilia del nuovo periodo di programmazione 2007-2013. Saremo in questi mesi a definire le strategie della nostra Regione nei confronti del nuovo periodo di programmazione europea.
Sull’originaria proposta hanno espresso parere la I e la V Commissione consiliare. Le modifiche proposte sono state sostanzialmente recepite. La proposta è stata inoltre oggetto di analisi e di confronto con i servizi della Giunta regionale. Le osservazioni formulate nel corso del confronto tecnico, avvenuto anche in Commissione, sono state sostanzialmente recepite nel testo licenziato, presentato all’aula per l’approvazione.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza, consigliere Brini.

Ottavio BRINI. Rispetto a questa proposta di legge di cui sono stato firmatario con alcuni consiglieri e colleghi della maggioranza, in qualche cosa è cambiata da quando siamo partiti. Infatti la proposta di legge doveva iniziare in questo modo: “La presente proposta di legge”, anziché “è ispirata”, “era ispirata dall’opportunità di introdurre nell’ordinamento della Regione Marche una disciplina organica sulla partecipazione delle istituzioni regionali”.
Come possiamo vedere anche dagli emendamenti che sono stati presentati, anche se a grandi linee la proposta di legge è rimasta com’era allo stato iniziale, alcune variazioni sostanziali sono state fatte per una preoccupazione che non è legittima, dettata dai tempi. Un ente efficace, che lavora, che propone, non si deve preoccupare della tempistica, perché quando arriviamo tardi con i tempi significa che non abbiamo applicato bene la legge.
E’ vero che a volte gli uffici possono avere delle difficoltà perché ci sono ritardi nelle applicazioni, perché c’è la Conferenza Stato-Regioni, ma nessuna preoccupazione o critica sotto questo aspetto. Però la preoccupazione è che gli uffici non arriveranno in tempo nel confrontarsi e soprattutto nel volersi sottrarre dal dibattito in questo Consiglio regionale. In un articolo è stato completamente tolto — ma si ripete in un altro articolo — che il primo luglio si deve riferire al Consiglio regionale, quindi una volta all’anno dovete venire per forza. Ma l’averlo tolto come preoccupazione di non essere pronti, lascia qualche perplessità e qualche preoccupazione.
Va a merito della Commissione e dei firmatari, dello stesso assessore che, nonostante le resistenze iniziali, giuste o non giuste, condivisibili o meno, fatte anche dagli uffici — si vedeva, quando ci confrontavamo in Commissione su questa legge, che approvarla sembrava di andare sulla luna, mentre era un atto dovuto — di essere andati avanti. Quando si mettono a disposizione dei fondi che sono della Ce, è giusto e sacrosanto che tutti i consiglieri regionali, a differenza del passato in cui pochi sapevano e tanti non sapevano, siano informati sui bandi, sulla loro emissione. E’ un diritto sacrosanto che questo Consiglio regionale si confronti anche sulle priorità.
Ero entusiasta di questa proposta di legge. Ho fatto una battuta al presidente Binci, dicendogli “avevamo un prosciutto e c’è rimasto solo l’osso”, perché la polpa, pezzetto per pezzetto, è stata tolta, come si è visto anche dal dibattito fatto in Commissione. Vediamo adesso se questo osso si potrà cucinare, almeno.
L’auspicio è che su un problema così delicato — la Regione Marche può contare su queste risorse — partecipino anche le opposizioni — non le minoranze — mettendole però nelle condizioni di poter discutere.
In questo momento il nostro voto è ancora aperto: sta alla vostra intelligenza valutare le varie opportunità che si presentano per andare a un voto finale positivo.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Castelli.

Guido CASTELLI. Vorrei ricollegarmi a quanto osservato dal relatore di minoranza Brini, che giustamente, a fronte della laconica esposizione del relatore di maggioranza, ha precisato come, in realtà, questa proposta di legge che era stata promossa su iniziativa di una platea estremamente ampia di consiglieri di tutti i partiti politici, ha avuto delle difficoltà, attestate da quello che diceva il consigliere Brini, avvalorate da una tempistica piuttosto tortuosa, che anche in occasione dell’ultimo Consiglio regionale aveva provocato lo slittamento dell’approvazione di questa proposta di legge.
Ma al di là delle possibili dietrologie, credo che alcune delle modifiche apportate a questa proposta di legge, in realtà siano tali da menomare l’iniziativa che era a monte della proposta stessa.
In occasione della discussione sul Docup relativa al precedente sessennio, avevo posto un problema specifico, che era quello della competenza ad approvare il complemento di programmazione, ovvero l’atto che, successivamente alla diramazione degli indirizzi in materia di politica comunitaria di spettanza del Consiglio, nella previgente normativa veniva riassegnato alla Regione per le approvazioni finali. Posi questo problema, mi venne detto anche non senza una qualche verosimiglianza, che la delega al Consiglio per quanto riguarda alcuni aspetti di carattere tecnico-attuativo, poteva determinare qualche problema anche per la difficoltà che potenzialmente poteva derivare in termini di coerenza fra ciò che l’organismo comunitario prescrive e quello che il Consiglio modifica.
Non è però di questo che vorrei, dire, quanto di uno sbiadimento che questo testo ha subito in relazione a quella che è invece sicuramente una competenza del Consiglio regionale e un diritto-dovere che poteva essere in qualche modo soddisfatto in maniera più piena. Mi riferisco in particolare alle modifiche dei contenuti della sessione comunitaria.
Nella proposta iniziale si faceva esplicito riferimento al fatto che nel corso della sessione comunitaria, la Giunta dovesse informare circa lo stato di attuazione dei programmi e delle iniziative comunitarie di competenza della Regione, con l’aggiornamento dei dati finanziari al trimestre precedente a quello in cui viene presentata la relazione.
Perché faccio riferimento a questo articolo? Perché io ritengo che il Consiglio regionale, per onorare le competenze istituzionalmente accordategli, ha l’obbligo di perseguire un’attività che è di indirizzo politico a monte del provvedimento, ma soprattutto di controllo, di verifica. Non sono, ad esempi fra quelli che invocano i vecchi tempi, in riferimento ai quali, magari, il Consiglio doveva andare a “seguire” aspetti attuativi che per quanto mi riguarda sono di competenza neanche della Giunta ma dell’apparato residenziale.
Quello che invece è giusto e necessario pretendere e avocare, come previsto dalla Costituzione, alla nostra competenza, è ciò che attiene proprio il controllo. Ma per poter esercitare un controllo è assolutamente necessario poter disporre dei dati e degli elementi che riguardano, fra l’altro, una materia, quella delle politiche comunitarie, che essendo svolta dalla Regione in “partnerariato”’ con l’organo supremo di Bruxelles, è evidente che proprio per i meccanismi di disimpegno automatico, di verifica costante e continua delle performances di utilizzo, comporta un nostro preciso diritto-dovere di poter disporre di quei dati, che, altrimenti, dovremmo in qualche modo “conquistare” attraverso un’opera spesso non semplice, non facile, sia per il consigliere di minoranza che per quello di minoranza, che dovrebbero andare a fare gli investigatori privati per capire cosa succede sul piano dell’attuazione.
Ricordo che ad esempio ci sono state anche vivaci “diatribe” in riferimento all’agricoltura, valutazioni molto complesse per quanto riguarda il tasso di utilizzo dei fondi europei, per quanto riguarda la particolarità dei piani di miglioramento, la problematica connessa alla necessità di posporre il termine “rendicontazione”, cosa che non potevamo fare, perché, diversamente, saremmo incappati nelle maglie della politica comunitaria.
Tutto questo insieme di cose parte dal presupposto che questa Regione e il suo apparato amministrativo devono essere capaci di corrispondere anche alla tempistica imposta da Bruxelles. Non entro nel merito di questo meccanismo, che purtroppo, in qualche misura, subiamo anche per effetto dei dirigismi che bisognerebbe forse rivedere in sede comunitaria. Certo è che, relativamente alla materia comunitaria, il nostro compito di consiglieri è proprio questo: di avere tutti gli elementi, nessuno escluso, senza che nessuno debba dolersi se la trasparenza e la flessibilità dei dati viene migliorata, per far sì che il Consiglio svolga una funzione di stimolo e di impulso.
Ritengo che la versione aggiornata della legge sbiadisca questo aspetto. Se andiamo a vedere il nuovo articolo destinato alla sessione comunitaria, effettivamente la lettera b) dell’art. 9, nuova versione, prevede lo stato di avanzamento, però siccome siamo legislatori e ogni parola ha un significato e un senso, lo stato di avanzamento è cosa diversa, se vogliamo interpretare anche le ragioni di questa modifica, tranne che ve ne siano altre che non conosco, lo stato di avanzamento dei programmi è un discorso, lo stato di attuazione, con esplicito riferimento ai dati trimestrali di cassa è qualcosa che a me pare più pregnante, a me pare sintomatico di una più precisa volontà di andare a verificare con precisione e sistematicità il dettaglio. Quindi è evidente che io spero che la legge non precluda il risultato che io auspico, dico però che una modifica in questo senso potrebbe far ipotizzare una volontà di non essere sottoposti ad un controllo più stringente. E’ un dubbio che propongo, perché diversamente non avrei capito una modifica che dà una prescrizione che attiene alla conoscenza che la Giunta deve procurare a questo Consiglio, dello stato di attuazione dei programmi. Un conto è dire “lo stato di attuazione dei programmi e delle iniziative comunitarie con l’aggiornamento dei dati finanziari”, perché questo è l’elemento dirimente, il fatto che nella sessione comunitaria noi si debba avere il diritto di ottenere questi elementi, altro conto è invece dire “lo stato di avanzamento” che, apparentemente, sembra alludere ad un impegno meno pressante, meno significativo e più discrezionalmente orientato a non dare obbligatoriamente certi dati.
Questo volevo dire, perché ritengo che questa legge che sostanzialmente è una buona legge e che esprime una significativa richiesta di conoscenza e partecipazione, probabilmente, nell’iter di approvazione ha subito delle modifiche che non possono essere considerate così insignificanti.
Questo è il senso di quello che io dovevo dire, non senza considerare che, per quanto mi riguarda, non mi iscrivo al partito di coloro i quali vogliono “mettere la mani” sui bandi, su come si fanno i bandi e cose del genere. I bandi servono per essere banditi, quindi si tratterà di migliorare, caso mai, la possibilità di conoscenza. Non è il consigliere regionale che deve interferire con un aspetto meramente attuativo-amministrativo; deve poter sì fare questo, ma avere tutta la possibilità di conoscere l’andamento generale della nostra programmazione, anche con esplicito riferimento ai dati di cassa, proprio in riferimento a quei meccanismi di disimpegno automatico che sono tutt’altro che secondari nella dinamica comunitaria.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Benatti.

Stefania BENATTI. Signor Presidente, signori consiglieri, siamo di fronte ad un atto importante per la nostra regione, un atto che qualifica la nostra Assemblea legislativa e che, a mio giudizio, fa fare a tutta la regione un passo avanti per trasparenza, democrazia partecipativa ed efficienza amministrativa.
Con questa legge iniziamo a dare una più adeguata attuazione allo Statuto regionale. Seguirà, a questo riguardo, anche l’adeguamento del regolamento. Soprattutto ci inseriamo a pieno titolo in ambito nazionale nell’applicazione della legge 11 del 2005, che significativamente si intitola “Norme generali sulla partecipazione dell’Italia al processo normativo dell’Unione europea e sulle procedure di esecuzione”.
Le politiche comunitarie hanno assunto negli anni un rilievo crescente, soprattutto per lo sviluppo delle attività produttive e dei territori. Nel Regioni sempre più guardano all’Europa prima e più che allo Stato nazionale per la definizione del quadro normativo in molti settori e per ottenere contributi ed incentivi.
E’ dunque opportuno ed urgente individuare con trasparenza e precisione le modalità attraverso le quali la Regione partecipa alla formazione degli atti comunitari e le procedure di attuazione delle politiche comunitarie nell’ordinamento regionale.
E’ importante che questa legge sia stata firmata da esponenti di gruppi diversi, di maggioranza e minoranza e che abbia avuto il parere favorevole all’unanimità, non solo della competente Commissione politiche comunitarie ma anche con osservazioni, della I e della V Commissione, in pratica di mezzo Consiglio regionale.
E’ importante arrivare ad una votazione quanto più ampia, perché ci mettiamo d’accordo sulle regole, su come vogliamo confrontarci nel merito.
Faccio un appello al collega Brini e al collega Castelli perché rivedano la loro posizione ed esprimano un voto pienamente positivo, anche a partire da un secondo livello positivo che io individuo in questa proposta di legge, cioè la definizione delle competenze tra Giunta e Consiglio, nel pieno rispetto delle prerogative di ciascun organismo attribuite dalla legislazione nazionale e dal nostro Statuto. E’ un esempio da tenere presente nella nostra attività di legislatori, perché viene definita con chiarezza la distinzione tra la gestione attribuita alla Giunta e l’indirizzo e il controllo spettanti al Consiglio.
Le competenze del Consiglio: in questa direzione noi dobbiamo recuperare tempo e ambiti di spazio che negli anni sono stati trascurati. Veniamo infatti da anni che hanno visto crescere complessivamente l’informazione sulle politiche comunitarie, merito di una nuova, accresciuta sensibilità, del diffondersi delle tecnologie informatiche e del lavoro del nostro ufficio di Bruxelles. Penso, per esempio, alla newletter che riceviamo quotidianamente.
Sentiamo però da tempo la necessità di entrare nel merito, di partecipare alla fase ascendente della formazione delle norme comunitarie. Ce lo chiede il nostro ruolo di rappresentanti dei cittadini. L’Unione europea è da sempre molto attenta alla trasparenza e alla partecipazione. In molti casi siamo chiamati, noi legislatori regionali, assieme ai parlamentari europei, a fare da tramite tra cittadini, territori, culture e istituzioni comunitarie.
In questa direzione va anche la legge 11 del 2005, laddove all’art. 5, che norma la partecipazione delle Regioni alla formazione di atti normativi comunitari, coinvolge non solo la Conferenza dei presidenti delle Regioni ma anche la Conferenza dei presidenti dei Consigli regionali. E’ quindi un chiaro segnale di come la comunità europea vuole rapportarsi con il sistema Regione.
Ma accanto al recupero di un deficit di informazione e di partecipazione alle scelte, ci attende anche un lavoro di grande interesse e rilievo istituzionale. Mi riferisco ad un nuovo e più efficace ruolo di controllo. A questo riguardo sento l’esigenza di esprimere davanti alla comunità marchigiana, non solo un giudizio di efficacia burocratica ma anche di merito politico. Non mi basta più di sapere se spendo tutti i finanziamenti, quanti riesco ad impegnarne, quanti ne intercetto con i progetti. Noi siamo chiamati, colleghi, a valutare e, se necessario correggere, la ricaduta effettiva nel territorio e nella vita delle imprese e dei cittadini, di questi finanziamenti.
Se per esempio finanziamo con fondi Ue e regionali la creazione di nuove imprese, lo sviluppo di nuova occupazione, dobbiamo essere in grado di conoscere con esattezza il rapporto costi-benefici. Per dare garanzie ai cittadini che spendiamo bene i loro soldi, dobbiamo accertare se la misura ha effettivamente creato nuova occupazione e quanto è costato un posto di lavoro in più, perché i cittadini sono stanchi di essere usati per finanziare studi di consulenza, di società di formazione, professionisti e sondaggisti.
Dedicare dunque una sessione annuale per valutare il già fatto e progettare l’avvenire non è certamente tempo perso ma è inserire pienamente le politiche comunitarie all’interno del progetto di governo.
Da questo punto di vista credo che il consigliere Castelli deve stare tranquillo, perché non può una parola, “attuazione” piuttosto che “stato di avanzamento”, cambiare il senso complessivo di questa legge. La notizia, domani, consigliere, è che ci sarà la sessione comunitaria, poi tutti noi sappiamo che l’efficacia degli strumenti di cui ci dotiamo, dipende da come noi li utilizziamo, quindi starà a noi studiare, lavorare. Io credo che un consigliere così attento e partecipe come lei alla sessione di bilancio, saprà orientarsi e fare le domande giuste, se necessario anche denunciare le mancate risposte, per arrivare effettivamente a tenere una sessione comunitaria dove la Regione Marche faccia effettivamente il punto delle politiche comunitarie e della loro attuazione della nostra regione e dia delle indicazioni per il futuro.
Questa non è una legge di centro-sinistra che si contrappone a una eventuale vostra legge di centro-destra, ma è una legge di Consiglio e il fatto che abbia avuto un iter di discussione, anche questo lo giudico in senso positivo.
Voglio ringraziare, in conclusione, il presidente della Commissione, relatore dell’atto, perché ha svolto un’azione egregia in questi mesi, perché questa è una legge che poteva essere fatta dalla Giunta, una legge che si è concordato di fare come Consiglio e in qualche modo, quindi, sconta un linguaggio diverso da quello a cui noi siamo abituati, perché noi siamo abituati al linguaggio della Giunta, agli atti che vengono predisposti dalla Giunta, ma il fatto che l’abbia fatta il Consiglio, il fatto che questo abbia aperto una discussione alla quale, giustamente, la Giunta è voluta intervenire e quindi si sia finalmente creato un dibattito serrato nel merito delle questioni e si sia arrivati a una formulazione diversa, ci dice che il Consiglio non aveva un preconcetto da portare avanti costi quel che costi, che si è aperto al confronto con la Giunta e che la Giunta ha avuto l’umiltà e l’intelligenza di venire incontro alle esigenze del Consiglio.
Quindi invito la minoranza a unirsi a noi nel voto favorevole, perché questa è una legge che diventerà anche simbolica del nostro modo di lavorare insieme nei prossimi anni. E’ una legge di regole e credo — non uso, in genere, fare appelli, perché mi piace sempre che ci sia chiarezza fra la proposta del centro-sinistra e la proposta del centro-destra — che questa legge meriti un voto quanto più vicino all’unanimità, proprio perché è il senso politico di come noi vogliamo affrontare il lavoro all’interno del Consiglio regionale.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Badiali.

Fabio BADIALI. Anch’io voglio mettere in evidenza il lavoro proficuo che c’è stato nella predisposizione di questa proposta di legge, che ha visto coinvolti la Commissione, l’assessore, i funzionari della Giunta e del Consiglio, dunque una concertazione a 360 gradi, per cercare una soluzione nell’interesse dei nostri cittadini, di poter utilizzare al meglio i fondi delle politiche comunitarie 2007-2013 con la massima condivisione, con la massima concertazione.
Infatti questa proposta di legge enuncia la partecipazione della Regione al processo normativo comunitario e sulle procedure relative all’attuazione delle politiche comunitarie. E’ stata presentata, oltre che dai consiglieri di maggioranza, anche da quelli di minoranza, pertanto è un atto che alla fine deve trovare la condivisione unanime del Consiglio, perché penso che sia interesse di tutti.
Questa proposta di legge è lo strumento per attuare, anche nelle Marche, le recenti modifiche della legislazione statale, in particolare la riforma costituzionale del 2001, che hanno accresciuto il ruolo delle Regioni nei confronti dell’Europa. Con questa legge si prevede infatti un maggiore coinvolgimento della Giunta e del Consiglio nella formazione e attuazione del diritto comunitario, un maggiore coordinamento tra le strutture tecniche dei due organi, nuove procedure di negoziato e di approvazione degli strumenti programmatori con cui vengono destinate le risorse europee. Soprattutto, con questa legge il Consiglio vede accresciute le sue funzioni di indirizzo, le sue possibilità di essere costantemente informati sullo stato di attuazione dei programmi e sull’approvazione dei nuovi bandi.
Tutti i consiglieri vengono messi in grado di prendere parte attiva al processo di elaborazione delle linee di sviluppo e di crescita che riguardano la nostra regione: un fatto molto significativo, perché in questo modo si avranno anche maggiori opportunità di diffondere le informazioni sul territorio e portarle a conoscenza il più possibile.
Non siamo dunque di fronte ad un aumento dei passaggi burocratici, non dobbiamo assolutamente frenare, burocratizzare gli atti, dobbiamo soltanto essere partecipi, coscienti e consapevoli di quello che sta succedendo, ma anzi dobbiamo tendere ad un ampliamento della democrazia, che sempre più permetterà di coinvolgere la comunità marchigiana nella costruzione dell’Europa e nella definizione delle sue strategie.
Questa proposta di legge si articola in due capi principali. Il primo riguarda sia le procedure di partecipazione della Regione al processo con cui si forma il diritto comunitario, sia le funzioni generali di indirizzo da parte del Consiglio. Il secondo disciplina l’iter con cui si elaborano i programmi comunitari, prevedendo, appunto, nuove forme operative, di coordinamento e coinvolgimento, che devono precedere l’individuazione delle scelte strategiche.
Si tratta di una legge di grande importanza, specie per quanto concerne le possibilità di incidere nel programma comunitario 2007-2013, le cui impostazioni saranno decisive per fornire concrete prospettive di sviluppo al tessuto economico, produttivo, sociale e culturale della nostra regione.
Per queste poche cose che sono state dette, invito tutti i gruppi a votare questa legge e il gruppo Ds è favorevole a questa impostazione.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Procaccini.

Cesare PROCACCINI. Poche considerazioni, perché per la verità noi non ci uniamo al coro che esalta questo testo. Non abbiamo sottoscritto questa proposta di legge, anche se la voteremo perché non vogliamo fare i bastian contrari, tuttavia vorrei far riflettere sul fatto che con questo testo si agisce in un’ottica spinta di federalismo, addirittura oltre il titolo V della Costituzione e questo, a nostro modo di vedere, è pericoloso per le Marche, perché partecipare al processo normativo comunitario della Regione Marche, quindi di tutte le Regioni d’Italia, se si facessero normative di questo tenore in tutte le altre parti d’Italia, vuol dire che nei rapporti di forza nazionali e internazionali, le Regioni piccole come la nostra rischierebbero di essere spazzate via. Quindi dovremmo agire in un’ottica diversa, di tipo nazionale, cioè porre queste questioni all’interno della Conferenza Stato-Regioni, altrimenti c’è il rischio che, nell’attualità che già esiste, dell’allargamento dell’Unione europea, le Marche e le altre Regioni come le Marche, siano residuali.
Nell’illustrazione vedo anche una sorta di insofferenza, di antagonismo verso la Giunta regionale. Non è che se la Giunta regionale o il Consiglio, se fanno leggi buone sono migliori perché le fanno l’uno o l’altro organismo, perché dobbiamo parale di Regione in termini unitari e a nostro modo di vedere, seppure in apparenza questo testo dà più funzioni al Consiglio, rischia, nel contesto generale, se non valutato molto bene, di creare più danni che benefici.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Capponi.

Franco CAPPONI. Ritengo, senza ripercorrere i passi che ci hanno portato a questa proposta di legge, di apprezzare in questa proposta, il fatto che il Consiglio regionale si riappropri delle sue funzioni, quindi se questo è, e se gli emendamenti che abbiamo visto presentati dalla Giunta per cercare di interdire questa operazione verranno ritirati o bocciati, ritengo che effettivamente il Consiglio regionale possa esprimersi con una votazione positiva di ampio respiro.
Questo è nella logica, perché noi rappresentiamo territori diversi di questa regione, che devono essere fusi insieme e in questa regione esistono maggioranze di centro-sinistra e maggioranze di centro-destra, così come Comuni di centro-sinistra e Comuni di centro-sinistra, organizzazioni di categoria che fanno più riferimento al centro-sinistra e altre che fanno più riferimento al centro-destra. Ritengo che una legge di programmazione, se possibile, debba essere condivisa.
La Giunta ha comunque, nel suo modo di operare, delle gravissime difficoltà nel rispetto anche di questi principi. Lo stiamo vedendo oggi con le nuove politiche di fondi strutturali 2007-2013. Ad un anno da quando era possibile cominciare un dialogo con il territorio ci siamo ridotti — la Provincia di Macerata ha fatto un tavolo solamente ieri — ad ascoltare il territorio solamente quando siamo con l’acqua alla gola e non abbiamo idee.
Ho apprezzato il tuo invito, consigliere Benatti, e anche lo sforzo di Binci è meritevole della nostra massima attenzione. Penso che anche il consigliere Brini, in Commissione, abbia dato il massimo contributo per arrivare ad una proposta condivisa, però qui abbiamo comunque da lottare, nel senso che la volontà della Giunta, qualora non ci fosse una volontà di confronto con il Consiglio regionale, con le autonomie, con i territori, farebbe sì che questa legge non produrrebbe gli effetti che noi tutti auspichiamo. Quindi saranno gli atti conseguenti di questo Consiglio, saranno le pressioni che faremo sulla Giunta, le mozioni e le interrogazioni a far sì che questa legge possa effettivamente funzionare.
Questa situazione di collaborazione della Giunta con il Consiglio è ancora molto volontaristica, non è coercitiva. Non siamo per la coercizione, ma lo saremmo qualora la Giunta venisse meno alle proprie precise responsabilità di coinvolgimento.
L’altra cosa che manca — ma non è per questo che diamo un giudizio negativo — è un preciso riferimento alla semplificazione. Il Consiglio regionale deve fare una legge di orientamento alla Giunta, perché non possiamo gestire queste risorse, che sono le uniche libere, che possono sostenere l’ambiente, l’economia, le infrastrutture, i territorio svantaggiati. Questa necessità di semplificazione poteva stare dentro questa proposta di legge e comunque ne dovremmo fare altre affinché la Giunta non agisca più come in passato, con i 150 bandi dell’Obiettivo 2, con i 50 del Psr o quant’altro, nel senso che noi non diamo dei punti di riferimento certi al territorio. La gente scappa quando vede che ci sono tutti questi lacci e lacciuoli della burocrazia regionale. Ritengo che ancora ci siano delle lacune all’interno di questa proposta, che potremmo ugualmente colmare se ritenessimo di dover collaborare insieme.
La Casa delle libertà ha un atteggiamento favorevole rispetto a questa proposta, anche se sappiamo che ci sono ancora dei limiti e che dipende molto dalla volontà della Giunta di confrontarsi con il Consiglio e con il territorio. Lo vedremo e su questo decideremo cosa fare anche noi come opposizione, come rappresentanti dei territori.
Invito quindi l’assessore a ritirare o modificare quelle proposte. Se questo avverrà, ci sarà anche il nostro voto favorevole.

PRESIDENTE. Passiamo all’esame degli articoli.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 2. Emendamento n. 1 a firma Petrini, che ha la parola.

Paolo PETRINI. Lo ritiro.

PRESIDENTE. C’è un secondo emendamento, a firma Brini.

Ottavio BRINI. L’avevo già proposto in Commissione, ma l’ho riproposto in aula, insieme ad altri tre emendamenti, perché si dice “La Giunta e il Consiglio regionale definiscono, d’intesa, la posizione della Regione”. Non ho capito perché si sia voluto mettere “definiscono d’intesa le osservazioni della Regione”.

Massimo BINCI. E’ la legge che prevede questo termine.

Massimo BINCI. Ma nella sostanza noi dobbiamo conoscere la posizione, non le osservazioni. Le osservazioni sono tutt’altra cosa in un ente locale: tu fai un piano regolatore, lo approvi e poi ci sono le osservazioni. Qui invece dobbiamo conoscere cosa si pensa veramente e le osservazioni verranno dopo, in una fase successiva.
Ho voluto ripresentare l’emendamento per chiarire. E’ un cavillo, ma nella sostanza si potrebbe prestare ad un equivoco, il testo. L’osservazione viene in una fase successiva, non preventiva.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Binci.

Massimo BINCI. La Commissione aveva proposta di bocciare questo emendamento, in quanto, in un confronto anche con gli uffici, era emerso che la legge prevede questo termine.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l’emendamento.

Il Consiglio non approva

Emendamento n. 3 a firma del consigliere Brini, che ha la parola.

Massimo BINCI. Si tratta della stessa cosa, sempre per cercare di dare un significato più profondo al testo.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Binci.

Massimo BINCI. I confronti tecnici erano già stati fatti in Commissione e gli uffici ci hanno detto che la Regione non trasmette al Ministero dei consigli ma li trasmette alla Conferenza delle Regioni, quindi non c’è un passaggio diretto, come erroneamente indicato nella redazione iniziale della legge. Questo emendamento è quindi da respingere per una questione tecnica.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l’emendamento.

Il Consiglio non approva

Pongo in votazione l’articolo 2.

Il Consiglio approva

Articolo 3. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 4. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 5. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 6. Emendamento n. 4 dell’assessore Petrini, che viene ritirato. Emendamento n. 5.

Paolo PETRINI. Abbiamo concordato con la Commissione che questo emendamento rimanga.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Binci.

Massimo BINCI. Si è deciso di sopprimere il comma, in quanto era una enfatizzazione dei poteri e degli indirizzi che sono chiaramente riservati al Consiglio ma queste competenze vengono ricomprese al comma 1, quando si dice “Il Consiglio regionale delibera gli atti di indirizzo”. Al comma 3 dell’articolo 6 si ripropone, ancora una volta, “approva le proposte che contengono gli indirizzi validi per la Giunta”. Siccome gli indirizzi sono già compresi, come competenza del Consiglio nel comma 1, per una questione di semplificazione del testo, accogliamo l’emendamento 5 che prevede la soppressione del terzo comma e l’emendamento n. 6 che prevede ugualmente l’abrogazione del comma 3.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Capponi.

Franco CAPPONI. Esprimo un giudizio sostanzialmente positivo, seppure questa frase vincolava ancora più la Giunta a un rapporto stretto con il Consiglio regionale. Ritenendo però che le fasi di programmazione e soprattutto di trattativa con la Ue sono molto complesse e non possono soggiacere a un continuo rinvio di pareri tra Giunta e Consiglio, ritengo che questo vada addirittura nell’ottica della semplificazione, quindi siamo favorevoli.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Pistarelli.

Fabio PISTARELLI. La spiegazione del collega Binci è di carattere formale, perché dice che questo comma 3 è ridondante rispetto a quanto già previsto dal primo comma. Allora perché era stato pensato? Una svista? Oppure era nel senso di andare a rafforzare il contenuto dell’atto deliberativo del Consiglio? Sotto un profilo formale è agli atti che diciamo che tutto è già contenuto nel comma 1, cioè che quella deliberazione è vincolante anche in sede di negoziati con la Ue e con lo Stato. Un dubbio ci rimane: quello che nella sede di applicazione della normativa che stiamo mettendo in campo, un margine di discrezionalità della Giunta o comunque un differente approccio rispetto a quello che oggi ci sostiene, potrebbe essere oggetto di “controversia” tra le prerogative del Consiglio e l’applicazione esecutiva della Giunta.
Sotto questo profilo noi avremmo voluto che questa specificazione fosse rimasta. Prendiamo atto della manifestazione di buona volontà e interpretazione autentica della norma, quindi una astensione da parte del gruppo, perché ritengo che questa specificazione doveva esserci, però se tutti si comporteranno — gli organismi della Giunta e le applicazioni che essa dovrà dare ai deliberati del Consiglio — come è stato manifestato, cioè seguendo il Consiglio che ha la prerogativa di dare gli indirizzi, allora il discorso formale coinciderà con quello sostanziale. Pertanto ci asteniamo.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l’emendamento n. 5.

Il Consiglio approva

Emendamento n. 6. LO pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Pongo in votazione l’articolo 6 come emendato.

Il Consiglio approva

Emendamento 6 bis. Viene ritirato. Emendamento n. 8 a firma Brini, che ha la parola.

Ottavio BRINI. E’ rafforzativo e chiede che il Presidente della Giunta comunichi almeno ogni sei mesi una sessione comunitaria della Giunta stessa. Oggi nella Conferenza dei presidenti di gruppo è stato annunciato che il 19 ottobre ci sarà un incontro sulla cooperazione. Mi auguro che togliendo questo articolo si impegni il Presidente della Giunta o il Presidente del Consiglio a fare questo incontro, una volta ogni sei mesi, anche per una informativa. Io ritiro questo emendamento, purché ci sia una disponibilità nei fatti, come ha fatto questa mattina il Presidente Bucciarelli, a confrontarci su queste problematiche.

PRESIDENTE. Articolo 8. Emendamento n. 9 dell’assessore Petrini, che ha la parola.

Paolo PETRINI. Ritiro l’emendamento, avendone concordato un altro che ha presentato il presidente Binci, rubricato come 9 bis.

PRESIDENTE. Emendamento 9 bis a firma Binci, che ha la parola.

Massimo BINCI. Abbiamo abbassato il limite, dal 5 al 3%, oltre il quale viene considerata modifica sostanziale che deve essere approvata dal Consiglio. Questo per evitare che vi sia burocratizzazione, per cui ad ogni piccola variazione vi sia il confronto e per far sì che il confronto avvenga quando c’è una soglia minima di spostamento di risorse che viene così motivata dall’assessorato e approvata dal Consiglio.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Capponi.

Franco CAPPONI. Siamo d’accordo perché la proposta è di buon senso.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l’emendamento 9 bis.

Il Consiglio approva

Emendamento 10. Decade. Emendamento n. 11 a firma Petrini. Viene ritirato. Pongo in votazione l’articolo 8 come emendato.

Il Consiglio approva

Articolo 9. Emendamento 12 a firma Brini. Viene ritirato. Emendamento n. 13 a firma Petrini.

Massimo BINCI. Il nuovo periodo di programmazione non prevede iniziative comunitarie significative, quindi ci sembra opportuno l’emendamento.

Franco CAPPONI. Non è proprio così la situazione, nel senso che non è vero che non ci potrebbero essere iniziative. Se fosse rimasto, l’emendamento, sarei stato contento, però non ne faccio una questione di stato.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l’emendamento n. 13.

Il Consiglio approva

Emendamento n. 14 a firma dell’assessore Petrini, che ha la parola.

Paolo PETRINI. Io ho proposto questo emendamento, perché la proposta parla di attività di collaborazione internazionale e non risulta chiaro a ciò a cui ci si riferisce, perché se si intende le attività di coooperazione territoriale, queste rientrano negli obiettivi della politica regionale comunitaria e sono oggetto di uno specifico Por. Se sono altra cosa rientrano nella legge regionale 9/2002, quindi ho chiesto l’abrogazione per questo specifico motivo.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Benatti.

Stefania BENATTI. Credo che a questo punto, visto che la legge è stata votata da tutti, significa che non c’è differenza fra maggioranza e minoranza e che in coscienza ognuno possa votare come crede. Per quanto mi riguarda voto contro questo emendamento, perché al di là di dove capita e a cosa si riferisca questo articolo, credo che il Consiglio regionale debba avere, ogni tanto, un quadro di quello che la Regione fa all’estero. Io sono qui da sei anni e ogni tanto leggo sul giornale o guardo alla televisione il giro che la Giunta, i nostri “ambasciatori” — i funzionari — fanno per il mondo. Se questo non è competenza, vuol dire che nel corso del prosieguo di questa legislatura altre forme e casseremo questa parte.

PRESIDENTE. Ha la parola l’assessore Petrini.

Paolo PETRINI. La cooperazione territoriale fa parte di uno specifico Por. La cooperazione allo sviluppo fa parte di una specifica legge, la 9 del 2002. Le attività diplomatiche o estere a cui si riferisce il consigliere Benatti, comunque sono all’interno dei documenti di programmazione. Prendiamo l’attività promozionale o di internazionalizzazione, contenute in appositi piani che vengono votati. Al di là di questo, se è una questione solo di informazione, poi bisogna capire dove questa ricade, altrimenti non si sa a che cosa ci si riferisce esattamente. Qualcuno potrebbe prenderlo in maniera letterale e ogni missione all’estero essere oggetto di un apposito rendiconto. Non credo che sia questa la volontà dello stesso consigliere Benatti. Nessuno può andare all’estero senza una precisa deliberazione o programmazione.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Capponi.

Franco CAPPONI. Proprio dalla discussione venuta avanti su questo aspetto, quanto detto addirittura rafforza il fatto che questo comma debba permanere all’interno della legge. Non è un vincolo propedeutico, ma è solo un rapporto semestrale che la Giunta fa. Chiediamo solamente di conoscere tutte le strategie in campo internazionale, per vedere se il ragionamento funziona oppure ci sono degli astrattismi, come spesso avvenuto in passato. Quindi chiediamo con ancora più forza che questo rimanga, perché vogliamo avere una visione a 360 gradi di quello che avviene nei rapporti esterni, nelle collaborazioni internazionali, nelle iniziative di scambio e di collaborazione con gli altri paesi, perché incidono profondamente sia sui bilanci della Regione ma anche sulle strategie che debbono essere portate avanti e conosciute da tutti.

PRESIDENTE. Ha la parola l’assessore Petrini.

Paolo PETRINI. Non ritiro l’emendamento per onestà intellettuale, non per motivi politici, perché quando si parla di collaborazione internazionale, o è cooperazione territoriale o cooperazione allo sviluppo e già ci sono dei precisi strumenti. Tutto il resto è oggetto di ben altre questioni, quelle a cui prima mi riferivo. Ma non ci sono motivi politici. Voglio semplicemente che vi sia chiarezza nel momento in cui al Consiglio regionale partono degli input che come assessore devo anche far rispettare da parte degli uffici.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l’emendamento.

Il Consiglio non approva

Pongo in votazione l’articolo 9 come emendato.

Il Consiglio approva

Articolo 9 bis. Emendamento n. 15 a firma Petrini, che ha la parola.

Paolo PETRINI. Con il Presidente si è concordata una modifica della parola “preventiva” con “costante”, quindi questo emendamento viene ritirato.

PRESIDENTE. Emendamento n. 16 a firma Binci, che ha la parola.

Massimo BINCI. In realtà vi sono tre emendamenti che sostituiscono la parola “preventiva” con “costante”, quindi informazione costante non sarà più sulle proposte ma sugli atti, non sarà più sulle proposte di bando ma sui bandi. Sono tre emendamenti, dal 16 al 18, che prevedono questo.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l’emendamento n. 16.

Il Consiglio approva

Emendamento n. 17. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Emendamento n. 18. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Pongo in votazione l’articolo 9 bis come emendato.

Il Consiglio approva

Articolo 10. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Emendamento n. 19 a firma Petrini. Ha la parola il consigliere Binci.

Massimo BINCI. Si tratta di un emendamento di ordine tecnico e riguarda il personale presso l’Unione europea e concerne l’indennità di permanenza presso la sede europea, che viene limitata alla durata dell’incarico e comunque per un periodo continuativo massimo di dieci anni.

PRESIDENTE. Ha la parola l’assessore Petrini.

Paolo PETRINI. Una legge regionale prevede che al personale assegnato all’ufficio di collegamento presso l’Ue si corrisponda una indennità che fa riferimento a quella corrisposta al personale in servizio presso la rappresentanza permanente nella Ue. L’indennità di servizio all’estero, prevista da un Dpr, viene corrisposta al personale del Ministero degli esteri, sia diplomatico che delle carriere direttiva ed ausiliaria, per un periodo prestabilito di lavoro all’estero, mentre la legge regionale non fissa un limite. Quindi, mentre per le carriere diplomatiche c’è un limite, per i nostri dipendenti che pure lavorano nell’ufficio di Bruxelles questo limite non c’è. Io intenderei parificare questa situazione, anche per favorire un ricambio, perché una permanenza lavorativa continuativa oltre i dieci anni non è più una “missione all’estero” ma qualcosa di diverso.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Capponi.

Franco CAPPONI. A mio avviso questo articolo aggiunto non è pertinente all’impostazione della legge di cui stiamo parlando, ma eventualmente di una modifica alla legge regionale del 1998, n. 4. Secondo me, questo va a toccare anche diritti sindacali e non sono state fatte neanche audizioni corrispondenti a un argomento delicato come quello dei rapporti di lavoro. Non sono contrario, ma quando questa proposta potrà essere discussa serenamente con il coinvolgimento di tutte le parti in causa, si potrà parlare anche di questo, ma non in modo estemporaneo, con un emendamento a una legge che è cornice rispetto a una programmazione comunitaria.

PRESIDENTE. Ha la parola l’assessore Petrini.

Paolo PETRINI. Accolgo la richiesta di Capponi in ordine alle problematiche di carattere sindacale. Faremo la proposta in un’altra occasione più pertinente. Quindi ritiro l’emendamento.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il consigliere Binci.

Massimo BINCI. Ringrazio l’aula per l’attenzione e per la fiducia con cui ha accolto questa iniziativa di legge, una legge consiliare, sperimentale, quindi da monitorare, una legge con cui si instaura per la prima volta la sessione comunitaria del Consiglio, quindi una giornata di informazioni ma anche di dati sullo stato di attuazione, anche finanziaria, e qui rispondo al consigliere Castelli: una data, su invito del Consiglio, è stata indicativamente prevista per il 31 maggio, proprio perché per quella data ci sono i risultati finali dell’anno precedente, quindi c’è un impegno anche degli uffici a fornire uno stato di attuazione finanziaria relativamente al consuntivo dell’anno precedente.
Anche la questione importantissima dell’informazione va tenuta in considerazione, perché sarà il Consiglio che, tramite la Commissione, farà riferimento, a cascata, per l’informazione che riceve sui bandi e sugli atti, anche per i consiglieri presso la sede del Consiglio regionale, quindi i consiglieri potranno richiedere informazioni alla Commissione su tutti gli atti comunitari.
Ringrazio i consiglieri per l’attenzione e la fiducia con cui hanno guardato a questo atto che abbiamo insieme a molti altri, predisposto. E’ un atto sperimentale e da monitorare.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Castelli.

Guido CASTELLI. A conclusione della discussione, a nome del gruppo con il quale ho valutato questa decisione, dichiaro il voto favorevole del gruppo di Alleanza nazionale, accogliendo anche l’invito e le riflessioni venute dal consigliere Benatti e dal presidente della Commissione Binci. Rimaniamo convinti che l’articolato poteva essere strutturato in maniera ancora più cogente, per favorire l’attività di controllo del Consiglio regionale. Cionondimeno vogliamo prendere atto anche della positiva iniziativa che ha visto promotori alcuni consiglieri regionali e al di là delle polemiche o conflittualità o antagonismi fra Giunta e Consiglio questa proposta ha il merito di intervenire su una parte delle regole, colte in maniera dinamica, perché noi non abbiamo solo recepito e attuato un disposto del nostro Statuto, abbiamo anche ricollegato quella previsione statutaria a una realtà, forse la più complessa tra quelle che rientrano fra le competenze della Regione Marche, proprio perché afferisce a questo complessissimo, spesso complicatissimo meccanismo di interfaccia fra Bruxelles, le Regioni e la Regione Marche.
Riteniamo in ogni caso, sia pur perfettibile, questa legge un passo significativo in avanti che va nel senso prima descritto. E’ evidente che come tutte le leggi — questo è l’appello che rivolgo a nome del mio gruppo ai consiglieri di maggioranza che si sono resi promotori dell’iniziativa legislativa — l’importante è che vi sia lo spirito e la voglia di attuarla. Spesso e volentieri noi siamo stati protagonisti dell’approvazione, anche unanime, di leggi cornice che, pur esprimendo il valore e la forza politica di alcuni indirizzi, non sempre, alla prova dei fatti, sono state rispettate ed eseguite nella misura che tutti noi ci attendevamo. Potrei fare tanti esempi. Mi sia di conforto nell’auspicare che ciò non accada in riferimento a questa legge, proprio la larga maggioranza che abbiamo costruito. Quindi un atto di fiducia anche per quanto riguarda i rapporti fra singole componenti all’interno del Consiglio, finalizzato a questo obiettivo che spero comune, di poter dire che con questa legge abbiamo tracciato non solo delle regole destinate a rimanere solo scolpite nell’annuario delle leggi che abbiamo approvato nel corso dell’anno, ma anche e soprattutto di avere influito in maniera positiva e non polemica, in quel diuturno rapporto fra Consiglio e Giunta, croce e delizia della nostra attività, che spesso spetta a noi saper vivificare nel modo che con questa legge abbiamo voluto esprimere e auspicare.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Brini.

Ottavio BRINI. Avevo detto che saremmo riservati di esprimere il nostro voto, che è favorevole e ringraziamo anche l’assessore che ci è venuto incontro ritirando alcuni emendamenti. Ci auguriamo che gli impegni assunti in modo verbale vengano mantenuti nei fatti e che finalmente questo Consiglio regionale venga informato sulle procedure.

PRESIDENTE. Ha la parola l’assessore Petrini.

Paolo PETRINI. Ringrazio tutti i consiglieri. Credo che il principale merito di questa legge sia quello di focalizzare l’attenzione della Regione in senso lato, di tutti gli apparati, sia quelli della Giunta che quelli del Consiglio, sulle tematiche di carattere comunitario e quindi, automaticamente, focalizzare anche l’attenzione dell’opinione pubblica su temi che sono importanti non solo per i contenuti essenziali e i titoli, ma ormai anche per quelli che sono i contenuti finanziari, visto che gli strumenti che la Comunità europea ci mette a disposizione sono ormai gli unici con i quali possiamo determinare lo sviluppo e la crescita del territorio. Ricordo che si è chiusa proprio di recente una negoziazione con le altre Regioni italiane in cui, a fronte di un forte taglio nella erogazione di questi contributi, superiore al miliardo di euro, tra le Regioni dell’Obiettivo 2 ci sono state decurtazioni da un minimo di 10 milioni dell’Umbria a un massimo di 210 milioni della Lombardia, e la Regione Marche è uscita con +7 milioni. Quindi risorse che non solo si mantengono ma sono pure superiori rispetto al passato periodo di programmazione, ma risorse che devono essere spese in maniera più “ricordativa”, nel senso che molto spesso noi non sappiamo esattamente descrivere quali sono i benefici visibili che queste risorse portano al nostro territorio, non perché la Giunta non informa il Consiglio regionale ma perché il Consiglio regionale nei suoi atti di programmazione “esplode” gli interventi su una miriade di misure, così come avvenuto nello scorso periodo di programmazione. Se i bandi sono così tanti, è perché le misure sono così tante. Chi ha stabilito nella programmazione di farlo, non sono stati certamente i dirigenti. Quindi, attraverso questi dibattiti bisogna capire anche che se vogliamo determinare un cambiamento nell’efficacia, nell’efficienza della spesa, leggi come questa che sicuramente migliorano la partecipazione del Consiglio nella fasce ascendente e rendono più automatica anche l’informazione della Giunta al Consiglio, così come pure il controllo di tutti gli atti, sono certamente un passo ma non il passo fondamentale per riuscire in questa impresa, un’impresa che ha certamente bisogno di semplificare anche alcune misure, che era l’unico intento di cui sono stato portatore in questa proposta di legge, che ho assolutamente approvato nel suo spirito, perché vi erano passaggi farraginosi e che appesantivano.
Credo che il risultato finale sia positivo. Occorre non essere ipocriti: tutte le Assemblee legislative vivono una menomazione, ma non esiste una sola verità. Molte Regioni italiane non approvano in aula i Por, molte Regioni italiane non approvano neanche il piano di sviluppo rurale nel Consiglio regionale. Quindi capite che quello che sta avvenendo qui, non è un sentimento diffuso ma un sentimento di cui si è fatto portatore il Consiglio regionale delle Marche, che credo con una reciproca volontà possa essere colto anche per migliorare la fase di programmazione. Una programmazione che poi, nel corso del tempo, viene più volte modificata, a volte anche per esigenze del tutto tecniche, quindi piccoli cambiamenti nel piano finanziario che questa proposta di legge ancora permette. Ma vi ricordo che l’unico organismo che modifica il piano finanziario, alla fine, è il comitato di sorveglianza, e, al di là di quelle che possono essere le intenzioni del Consiglio regionale vi può essere anche un ribaltamento attraverso l’espressione dello stesso comitato di sorveglianza, non perché lo vuole l’assessore o perché lo vuole la Giunta regionale ma perché queste sono le regole europee.
Consigliere Procaccini, non basterebbe neanche una volontà del solo Governo italiano ma ci vorrebbe un concorso molto più ampio per cambiare alcune regole che sovrintendono il funzionamento di questi strumenti.
Quindi bene questa legge, ma la vera sfida è un’altra, quella che vivremo fra poco con il Dsr e soprattutto con i successivi Por.

PRESIDENTE. Pongo in votazione il coordinamento tecnico, sapendo già che vi saranno degli aggiustamenti, piccoli accorgimenti tecnici.

Il Consiglio approva

Pongo in votazione la proposta di legge nel suo complesso.

Il Consiglio approva





Proposta di atto amministrativo (Discussione e votazione): «Criteri di ripartizione dei progetti speciali di competenza regionale — fondo sanitario regionale dell’anno 2006 — spesa di parte corrente» Giunta (27)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di legge n. 27 ad iniziativa della Giunta.
Ha la parola il relatore di maggioranza, consigliere Luchetti.

Marco LUCHETTI. L’atto che abbiamo all’esame riguarda la ripartizione dei fondi sui progetti speciali che ogni anno la Giunta regionale stabilisce per far fronte a determinati obiettivi che vengono contrassegnati sulla base o di progetti già in essere e pertanto dare continuità a quelli che già si sono realizzati negli anni precedenti, oppure nuove realtà si aprono nel panorama della nostra sanità e pertanto, sia per la sperimentazione sia per venire incontro a particolari patologie, vengono dedicati dei fondi per affrontare le problematiche che si affacciano.
Questo atto è molto più dimensionato rispetto al passato, grazie anche a quanto fu detto nell’approvazione del precedente atto di riparto per i progetti speciali, in cui si sollecitò l’assessore regionale a cercare di sfrondare l’atto di tutti quei finanziamenti che tradizionalmente venivano riportati nell’atto stesso ma che poco avevano a che vedere con la progettualità.
L’assessorato ha colto questo segnale e infatti questo atto, così come è stato presentato e come la Commissione ha potuto valutare, è stato assolutamente finalizzato e progetti specifici, senza tutta l’altra serie di progetti, che progetti non erano, e che tradizionalmente venivano affrontati nell’atto per i progetti speciali.
Questo atto finalizza 6,7 milioni di euro, una cifra cospicua. Gli atti precedenti si aggiravano su 20 milioni di euro circa e pertanto questo ridimensionamento deriva dal fatto che si è finalizzato l’obiettivo.
La Commissione ha preso anche atto della difficoltà, per l’anno 2006, della ripartizione che dovrebbe essere sottoposta all’attenzione entro il 31 marzo. Abbiamo giustificato questo ritardo, oltre che con la vicenda governativa, con il fatto che nell’anno 2006 c’è stata molta difficoltà nella definizione del fondo nazionale, quindi l’incertezza ha fatto sì che la delibera venisse assunta il 29 giugno.
Detto questo mi rimane da illustrare i progetti più significativi che fanno parte di questa deliberazione.
Una delle questioni più rilevanti riguarda i fondi che sono stati finalizzati sia a una formazione mirata sia ad alcune patologie specifiche, come per esempio il piede diabetico. Da questo punto di vista questo progetto, che è un progetto di continuità, fa sì che le Marche siano diventate un punto di riferimento abbastanza importante nell’ambito nazionale per i risultati che si sono ottenuti attraverso questo studio assegnato all’Inrca di Ancona. Da questo punto di vita colgo l’occasione per dire che occorre che venga recuperata questa grande esperienza che sta facendo il centro diabetologico dell’Inrca, nell’ambito del progetto podologico regionale che con la delibera del 27 marzo si è realizzato, ma che non si è integrato adeguatamente con questa specifica esperienza. Pertanto invito l’assessorato a procedere in questa direzione. Abbiamo poi altri progetti importanti come quello dell’autismo, che è stato assegnato alla zona di Fano, ma che dovrà non solo essere potenziato ma che di qui a poco — è una raccomandazione dell’assessorato — ma messo a regime, perché abbiamo verificato che questa patologia, purtroppo, è in aumento anche nella nostra regione.
Poi abbiamo tutta un’altra serie di progetti, soprattutto per quanto riguarda la prevenzione, incidenti domestici, incidenti stradali, prevenzione sui posti di lavoro con la convenzione con l’Inail, il registro regionale dell’asbesto che è stato realizzato con l’università di Camerino.
Sono tutti progetti che abbiamo valutato, che abbiamo vagliato, per alcuni di questi abbiamo chiesto chiarimenti, soprattutto in termini di formazione, e i riferisco al progetto 18. Detto questo, ci sembra che dall’esame proposto siano progetti adeguati, che vanno sviluppati e che pertanto meritano il finanziamento attribuito.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza, consigliere Castelli.

Guido CASTELLI. Il presidente della V Commissione Luchetti ricordava alcune delle raccomandazioni che erano provenute dalla Commissione e dal Consiglio in occasione dell’approvazione del provvedimento analogo dell’anno scorso. Ne ha ricordate alcune e per certi versi questo provvedimento ne ha fatto tesoro. E’ vero, tuttavia, che vi erano stati anche altri inviti per cercare di aggiustare questo provvedimento che presenta ancora forti anomalie procedurali. Mi riferisco innanzitutto al fatto che ancora una volta questi progetti vengono elencati senza che vi sia la preventiva approvazione e fissazione di criteri. Arriviamo a fine anno, siamo in qualche misura tenuti a valutare o meglio ad approvare progetti che per certi versi sono già in itinere e il nostro ruolo sostanzialmente è svilito, proprio perché non credo che ci possa essere qualcuno contro il piede diabetico, ma dobbiamo dire che questa prassi confligge con qualche raccomandazione che pure avevamo dato l’anno scorso, quando, addirittura, approvammo due annualità nello stesso momento, a dimostrazione proprio di un meccanismo un po’ troppo farraginoso.
Innanzitutto non si è rispettata da parte dell’assessorato, l’indicazione data dal Consiglio per quanto riguarda la tempestività della selezione dei criteri. E’ vero quello che dice Marco Luchetti, che grava su questa tempistica anche l’ipoteca della erogazione dei fondi a livello nazionale, ma è altrettanto vero che quei fondi e quelle incertezze non vanno a interferire sulla nostra possibilità e sul nostro diritto di prefissare dei criteri, perché se noi approviamo i criteri e i progetti che sono già di per sé costruiti su quei criteri, obiettivamente non svolgiamo un ruolo programmatorio e questa è una valutazione che dobbiamo fare. In secondo luogo, anche quest’anno, sia pure sfrondati, questi progetti, non per ogni settore, non per ciascuno di essi ma, in senso generale, per molti di essi, ormai vanno considerati a regime, non hanno più i crismi della specialità o della straordinarietà. Viviamo una sorta di finzione organizzativo-sanitaria che ci porta a definire speciali progetti pur degni, che però, proprio per la loro ripetitività di fatto non consentono alla struttura sanità di intercettare, eventualmente nuove e diverse progettualità innovative.
Non ho assolutamente nulla contro la quasi totalità di questi progetti, potrei dire qualcosa sulla filosofia che li ispira, ma credo che ancora una volta noi Consiglio regionale dovremmo dare all’assessorato indicazioni ulteriori e rafforzate, proprio rispetto, innanzitutto all’esigenza di pervenire in Consiglio con una griglia di criteri slegata dall’indicazione dei progetti, e questo lo si può fare tranquillamente e sostanzialmente anche a marzo. E’ da un po’ di tempo che il nostro bilancio di previsione lo approviamo a marzo, mentre prima questo non succedeva. Marcolini, da questo punto di vista ha dato un certo impulso. Quindi siamo perfettamente in grado, come si faceva una volta, di approvare i criteri per i progetti speciali, contestualmente, o quasi, all’approvazione del bilancio, in maniera tale che non si debba abdicare la nostro ruolo di programmatori e di soggetti deputati a formulare gli indirizzi.
In secondo luogo, per quanto riguarda il fatto che interveniamo spesso e volentieri a consuntivo, a quel punto, se proprio non s può fare altrimenti — ma credo che si possa fare altrimenti — sarebbe anche bene, in relazione ai progetti che hanno una certa scadenza sistematica, di riproposizione continua, che fossimo anche messi a conoscenza del grado di raggiungimento degli obiettivi che ci si era prefissi, che si sia messi a conoscenza anche dell’esistenza o meno di un monitoraggio su questi progetti. Insomma, la sanità è oggetto di un particolare travaglio e lo sappiamo. Stiamo facendo il giro degli ospedali e sentiamo che è una lamentela indotta non sempre, ovviamente, da deficit politici della Giunta e del Consiglio, ma c’è un problema grosso e importante.
Credo quindi che si debba avere un atteggiamento un po’ meno distaccato da questa progettualità, che invece può, se concepita positivamente, intelligentemente, intercettare bisogni reali e non solo rappresentati in sede burocratica e somministrati all’approvazione per quanto riguarda il nostro ruolo. Sui progetti in sé, invito a fare voti affinché, per lo meno i criteri vengano preventivamente approvati, per fare in modo che noi si possa inizializzare l’attività di chi poi sul territorio dovrà realizzare queste cose. In secondo luogo, valutare anche alcuni degli aspetti di verifica dell’andamento e dell’esito di questi progetti che diversamente rimangono lì e ci vedono tenuti a un’attività di validazione successiva e poco di più.
Una cosa vorrei dire in relazione ad alcune cose che ci siamo detti ieri proprio durante la visita all’ospedale di Ascoli Piceno. Il dott. Marabini, penso con intelligenza, anche se ha aperto un fronte un po’ spinoso e critico, parlava del fatto che si avverte il problema della medicalizzazione di alcuni bisogni che più convenientemente dovrebbero afferire alla gestione dei servizi sociali che non all’aspetto sanitario in sé e per sé. Questa riflessione credo che la dobbiamo tenere a mente nel momento in cui andiamo a valutare e approvare dei progetti assolutamente condivisibili, giusti, ma noi dobbiamo fare una valutazione sulle risorse, che sono poche. Se noi “medicalizziamo”, se inseriamo nell’ambito del cono d’ombra della sanità interventi di tipo diverso, che sono giusti, necessari ma afferenti al sociale, secondo me non gestiamo al meglio queste risorse, in un momento in cui siamo prossimi a un piano sanitario che si annuncia anche necessariamente rigoroso.
Mi riferisco, ovviamente, ai progetti per l’autismo, per la tossicodipendenza e l’alcoldipendenza, agli stessi incidenti domestici. Sono cose di cui si ha bisogno, ma credo che più convenientemente dovremmo cercare di soddisfare quelle richieste e quelle esigenze di studio e approfondimento in una sede diversa da quella dei progetti speciali.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Capponi.

Franco CAPPONI. Il nostro gruppo ha valutato questa proposta. Condividiamo le critiche che ha avanzato il consigliere Castelli, ritenendo che questi progetti speciali che sono iniziati da anni — per alcuni siamo al terzo o quarto anno — dopo un po’ non dovrebbero essere più classificati “speciali” ma ricorrenti, qualora siano efficaci per perseguire alcuni obiettivi rispetto al miglioramento dei servizi sanitari di questa regione, quindi esclusi dal contesto “progetti speciali”, magari per poi avanzarne degli altri in settori in cui non siamo così all’avanguardia e innovativi.
Debbo anche dire che plaudiamo al sostegno che questo atto si propone nei confronti delle professioni mediche e infermieristiche, quindi alla loro diffusione sul territorio, dopo lo sfaldamento che c’è stato in un recente passato, in cui la concentrazione dei corsi ad Ancona ha generato una disaffezione totale del territorio alla propensione dei giovani verso queste professioni. Perché l’allontanamento dei territori di queste professioni, anche qualora dei giovani avessero avuto delle inclinazioni e delle predisposizioni, delle sensibilità verso di esse, li ha deviati verso altre soluzioni.
Quindi questo ritorno al territorio — cosa che noi diciamo da anni — è stato recepito tardivamente dalla Giunta e ritengo che questo debba essere non più un progetto speciale ma un progetto che abbia un respiro più ampio rispetto a quello che viene presentato in queste tre righe.
Ravviso che un’attenzione particolare viene data a tutte quelle strutture che operano per valorizzare quanto viene fatto con la donazione, soprattutto, di sangue e di plasma. Ritengo che questa strategia debba essere perseguita soprattutto per sostenere tutte quelle associazioni che invece stanno lavorando gratuitamente per questi servizi e che, come mi ripetono spesso tutti i miei amici presidenti dell’Avis, stanno per essere penalizzate e addirittura ostacolate nelle loro attività.
Quindi ritengo che il progetto che ci viene presentato, sia un pot-pourri che doveva essere maggiormente sfruttato per realizzare obiettivi di innovazione effettiva e di efficacia effettiva. Così non è, certamente noi non ci possiamo esimere dall’approvare o comunque condividere i progetti, perché vanno a riferirsi a particolari condizioni di salute di soggetti con particolari patologie, però ritengo che la forma con cui questo viene approvato e portato avanti è assolutamente impropria e sono dei contenitori che non danno il senso della strategia che vogliamo perseguire, soprattutto in tema sanitario e dei servizi socio-sanitari di questa regione.
Per questi motivi la Casa delle libertà esprimerà un voto di sostanziale positività ai progetti ma di astensione politica, propri per invitare la Giunta a una riflessione maggiore...

Marco LUCHETTI. Ti astieni anche su queste cose?

Franco CAPPONI. E’ un’astensione di tipo politico, Luchetti, anche perché tu sei il deus ex machina di tutto questo e ritengo che come presidente della Commissione devi esigere che la Giunta, i servizi sanitari in modo particolare, siano più rispondenti agli effettivi obiettivi che questo atto dovrebbe perseguire.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Mollaroli.

Adriana MOLLAROLI. Indubbiamente abbiamo già discusso in Commissione ed abbiamo rilevato che il carattere speciale di questi progetti è dubbio, nel senso che nella gran parte sono progetti validi, però sono progetti consolidati, definiti e molto spesso giungono in Consiglio con un percorso già assegnato, rispetto al quale è difficile fare modifiche.
Approviamo l’atto, non vogliamo aprire una discussione su questo. E’ già molto importante che il Consiglio, che in materia di sanità fatica, molto spesso, ad intervenire anche nel merito di alcuni progetti, abbia l’occasione di vedere, di verificare da vicino quali progetti, dove vanno le risorse, che cosa effettivamente si compie. Ritengo però che sia bene che vi sia una valutazione del Consiglio nell’ambito del bilancio di previsione, in maniera tale che davvero si torni a fare progetti speciali con valenze anche innovative, che abbiano un vero coinvolgimento del Consiglio.
L’assessore non è presente, ma lo informerò anche direttamente, che un progetto rilevante, perché riguarda una fragilità vera, è quello degli anziani durante il periodo estivo. Su questo desidererei avere delle informazioni più precise e anche dei riferimenti sui risultati, perché senza dubbio è un progetto valido, però dai territori sono emerse alcune problematiche, quindi vorrei avere dati, capire quanti interventi sono stati fatti, se davvero hanno risolto delle emergenze. Su questo progetto in particolare desidererei avere informazioni di dettaglio su quanto davvero questo progetto risolva l’emergenza estiva degli anziani della nostra regione.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Pistarelli.

Fabio PISTARELLI. Ha ragione la collega Mollaroli: qui c’è una anomalia che io, tra l’altro, avevo sollevato in sede di Commissione bilancio, già dal collega Luchetti frequentata nella scorsa legislatura. Siamo a settembre, stiamo discutendo della programmazione speciale regionale in tema sanitario 2006. In sede di Commissione abbiamo fatto una nota, esprimendo il nostro parere, indicando questo. E’ vero che l’atto era già per fine giugno-primi di luglio pronto in Giunta, però siamo a discuterlo a fine settembre, per progettualità che riguardano non solo attività che si prolungano negli anni — quindi vedremo gli esiti, comunque, sotto un profilo anche di realizzazioni, perché l’arco temporale è più ampi anche spostandoli un po’ più in là nel tempo per quanto riguarda la verifica, e questo al limite può incidere non più di tanto — ma anche progetti dell’anno 2006, da realizzarsi completamente nell’annualità o in larga massima. Ci sono dei progetti che hanno l’arco temporale dentro i 12 mesi dell’anno, perché per l’annualità 2007 saranno modificati in quanto vanno in scadenza, in quanto riguardano l’annualità di un accordo che deve però essere rinnovato anche nei suoi contenuti, nelle sue applicazioni pratiche.
E’ bene che questa materia ritorni ad essere competenza dei bilanci previsionali e allegata, pertanto, all’intera, complessiva programmazione, anche perché la destinazione dei fondi è cosa delicata. Non diciamo che abbiamo incertezze sotto un profilo di dotazioni finanziarie, questi sono finanziamenti che vengono destinati direttamente alla nostra programmazione e non alla gestione degli organismi territoriali della sanità e del sistema sanitario regionale.
Sul merito, se si sgancia tutto da una discussione “pre”, è chiaro che è difficile andare, perché se la discussione fosse stata preventiva, in sede di bilancio pevisionale, al massimo, avremmo potuto approfondire le questioni relative a quei progetti che hanno una durata pluriennale, per vedere intanto gli esiti, le acquisizioni, le realizzazioni, le note positive e quelle che invece non sono andate. Avremmo potuto andare un po’ più a fondo delle questioni. Oggi ci è difficile parlare del tale progetto o del talaltro e verificarne gli esiti, le realizzazioni, le problematiche.
Ecco perché, giustamente, il collega Capponi ha detto “la nostra è una astensione di natura politica”, perché se guardiamo al metodo ci sono le difficoltà che abbiamo detto, se guardiamo al merito non è possibile fare delle verifiche approfondite, siamo già a settembre, questi progetti sono stati quasi tutti siglati dai soggetti che sono coinvolti, Giunta, Inrca, Asur, aziende ospedaliere per i finanziamenti degli interventi didattici. Tutte cose che sono già in corso, un treno che è già partito. Non è facile, nel merito esprimere giudizi e approfondimenti, cose che invece dobbiamo fare preventivamente, perché riguardano noi, riguardano questo Consiglio regionale. Altrimenti la Giunta ha una cambiale in bianco che può spendere per qualsiasi tipo di intervento che ritenga più opportuno.
Noi riteniamo che invece debba essere nostra questa prerogativa.
Ecco perché oltre l’astensione non si può assolutamente andare, anzi si sarebbe tentati a dire “non siamo d’accordo”, però ci sono delle cose di merito che, come ha detto il relatore Castelli, che a nome del gruppo, a nome delle minoranze ha illustrato la nostra posizione, assolutamente condivisibili, con le specificazioni che abbiamo tentato di illustrarvi. Chiediamo però che già dalla prossima discussione di bilancio queste questioni tornino ad essere inserite in una programmazione vera, cioè fatta ad inizio anno per le annualità e per le competenze della annualità stessa, relative al bilancio.

PRESIDENTE. Pongo in votazione il coordinamento tecnico.

Il Consiglio approva

Pongo in votazione la proposta di atto amministrativo.

Il Consiglio approva




Ordine dei lavori

PRESIDENTE. Sono pervenute diverse richieste di chiudere la seduta odierna a questo punto. Credo di poterle accettare, anche perché vengono da diversi gruppi. Se siete d’accordo, riprenderemo secondo il calendario stabilito, cioè il 10 ottobre.
Ha la parola il consigliere Procaccini.

Cesare PROCACCINI. Capisco questa esigenza, anche perché gran parte della Giunta è fuori per diversi motivi, non ultimo quello relativo al maltempo, tuttavia accettiamo questa sua richiesta a condizione che la mozione che dovevamo trattare adesso venga discussa al primo punto della prossima seduta.

PRESIDENTE. Ovviamente l’ordine del giorno lo fisseremo nella Conferenza dei presidenti di gruppo, con la proposta di porre al primo punto la mozione n. 77.
La seduta è tolta.


La seduta termina alle 13,55