Resoconto seduta n.8 del 13/09/2005
La seduta inizia alle 11,10
Approvazione verbali
PRESIDENTE: Ove non vi siano obiezioni do per letti ed approvati, ai sensi dell’art. 29 del regolamento interno, i processi verbali delle sedute nn. 6 e 7 del 26 luglio 2005.
(Sono approvati)
Proposte di legge
(Annuncio e assegnazione)
PRESIDENTE: Sono state presentate le seguenti proposte di legge:
— n. 34 in data 26 luglio 2005, ad iniziativa della Giunta: «Assestamento del bilancio 2005», assegnata alla II Commissione in sede referente;
— n. 35 in data 28 luglio 2005, ad iniziativa della Giunta: «Disciplina per l’applicazione delle sanzioni amministrative in materia di interventi cofinanziati dal fondo europeo orientamento e garanzia agricola (FEOGA)», assegnata alla III Commissione.
— n. 36 in data 28 luglio 2005, ad iniziativa della Giunta: «Modifiche alla legge regionale 23 gennaio 1996, n. 4: attività professionali nei settori del turismo e del tempo libero», assegnata alla III Commissione.
— n. 37 in data 5 agosto 2005, ad iniziativa della Giunta: «Modifiche alla legge regionale 3 aprile 2002 n. 3: norme per l’attività agrituristica per il turismo rurale», assegnata alla III Commissione.
— n. 38 in data 28 luglio 2005, ad iniziativa del consigliere Rocchi, concernente: «Modificazioni alla legge regionale 4 giugno 1996, n. 20 – Interventi della Regione a favore dell’Associazione, poi Fondazione, Rossini Opera Festival e dell’Associazione Arena Sferisterio Teatro di tradizione per la promozione turistico-culturale dell’immagine delle Marche», assegnata alla I Commissione.
— n. 39 in data 3 agosto 2005, ad iniziativa dei consiglieri Castelli, Ciccioli, D’Anna, Pistarelli, Romagnoli, concernente: «Istituzione della figura professionale di operatore in discipline bio-naturali», assegnata alla III Commissione.
— n. 40 in data 3 agosto 2005, ad iniziativa dei consiglieri Castelli, Ciccioli, D’Anna, Pistarelli, Romagnoli, concernente: «Norme per il contrasto e la prevenzione dei fenomeni di mobbing e di stress psico-sociale nel luoghi di lavoro», assegnata alla V Commissione in sede referente e alla II Commissione per il parere obbligatorio.
Proposte di atto amministrativo
(Annuncio e assegnazione)
PRESIDENTE: Sono state presentate le seguenti proposte di atto amministrativo:
— n. 5 in data 25 luglio 2005, ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: «Criteri per la ripartizione dei progetti speciali di competenza regionale – fondo sanitario regionale anni 2004 e 2005 – spesa di parte corrente», assegnata alla V Commissione in sede referente e alla II Commissione per il parere obbligatorio;
— n. 6 in data 28 luglio 2005, ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: «Art. 138 del D. Lgs 112/98 – linee guida per la programmazione della rete scolastica nella Regione Marche per l’anno scolastico 2006/2007», assegnata alla I Commissione.
Mozioni
(Annuncio di presentazione)
PRESIDENTE: Sono state presentate le seguenti mozioni:
— n. 26 del consigliere Bugaro: «Collegamento del porto di Ancona con la grande viabilità – uscita ovest – e raddoppio S.S. 16»;
— n. 27 dei consiglieri Procaccini, Bucciarelli: «Direttiva Bolkestein (liberalizzazione servizi)».
Mozione
(Ritiro)
PRESIDENTE: Il consigliere Bugaro ha ritirato la mozione n. 10/05: «Collegamento del porto di Ancona con la grande viabilità – uscita ovest e raddoppio S.S. 16».
Promulgazione leggi regionali
PRESIDENTE: Il Presidente della Giunta ha promulgato le seguenti leggi:
— n. 19 in data 1 agosto 2005: «Modifiche alla legge regionale 15 ottobre 2001, n. 20 – Norme in materia di organizzazione e di personale della Regione»;
— n. 20 in data 1 agosto 2005: «Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 24 dicembre 1998, n. 45 e successive modificazioni, - Norme per il riordino del trasporto pubblico regionale e locale nelle Marche».
Estinzione processo relativo a legge regionale
avanti la Corte costituzionale
PRESIDENTE: La Corte Costituzione, in data 13 luglio 2005, ha dichiarato estinto il processo relativo alla legge regionale n. 6/2004 concernente: «Disciplina delle aree ad elevato rischio di crisi ambientale».
Dichiarazione illegittimità costituzionale
articoli legge regionale
PRESIDENTE: La Corte costituzionale ha dichiarato l’illegittimità costituzionale degli articoli 4 e 30 della legge regionale n. 34/92, «Norme in materia urbanistica, paesaggistica e di assetto del territorio», nella parte in cui non prevedono che copia dei piani attuativi, per i quali non è prevista l’approvazione regionale, sia trasmessa dai Comuni alla Regione (o alla Provincia delegata).
Deliberazioni amministrative
inviate dalla Giunta
PRESIDENTE: La Giunta ha trasmesso le seguenti deliberazioni:
— n. 981 in data 1/08/2005: «Art. 29 della L.R. 31 dell’11 dicembre 2001 – Variazione compensativa al Programma Operativa annuale 2005 approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 1678 del 28 dicembre 2004 – Euro 7.840,00»;
— n. 982 in data 1/08/2005: «Art. 20, comma 3, della L.R. 11.12.2001, n. 31 – Prelevamento dal fondo di riserva per spese obbligatorie del bilancio di previsione per l’anno 2005 – Euro 134.245,00»;
— n. 983 in data 1/08/2005: «Art. 26, comma 1, della L.R. 24 dicembre 2004 n. 30 – Iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2005 di entrate derivanti da assegnazione di fondi dallo Stato vincolati a scopi specifici e delle relative spese – Euro 7.954.663,72»;
— n. 984 in data 1/08/2005: «Art. 29 della L.R. 31 dell’11 dicembre 2001 – Variazione compensativa al Programma Operativo Annuale 2005 approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 1678 del 28 dicembre 2004 e successive modificazioni – Euro 29.578.757,21»;
— n. 985 in data 1/08/2005: «Art. 26, comma 2, della L.R. 24 dicembre 2004 n. 30 – Iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2005 di entrate derivanti da assegnazione di fondi da soggetti terzi vincolati a scopi specifici e delle relative spese – Euro 250.000,00»;
— n. 896 in data 18 luglio 2005: “Art. 29 della l.r. 11 dicembre 2001 n. 31 – variazione compensativa al programma operativo annuale 2005 approvato con DGR n. 1678/2004 e successive modificazioni – Euro 298.280,95 – Modifica al P.O.A per l’anno 2005 – DGR 1678/2004 e successive modificazioni»;
— n. 987 in data 1/08/2005: «Art. 29, comma 2, della L.R. 31 dell’11 dicembre 2001 – Variazione compensativa al Programma Operativo Annuale – Euro 58.679,00».
Congedo
PRESIDENTE: Ha chiesto congedo il consigliere Mollaroli.
Ordine del giorno della seduta
PRESIDENTE. Se siete d’accordo, pongo in votazione la prosecuzione della seduta oltre le 13,30.
Il Consiglio approva
Interrogazione (Svolgimento): «Impianto ditta smaltimento rifiuti Mondavio» Solazzi (41)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l’interrogazione n. 57 del consigliere Cesaroni, che però non è presente e mi dicono sta arrivando. Pertanto posponiamo l’ordine di trattazione, passando all’interrogazione n. 41 del consigliere Solazzi.
Per la Giunta risponde l’assessore Amagliani.
Marco AMAGLIANI. In merito all’interrogazione del consigliere Solazzi si forniscono le seguenti informazioni.
Risulta opportuno premettere che il provvedimento emesso dal P.M. di Napoli è stato notificato al curatore fallimentare e successivamente alla Provincia di Pesaro Urbino e al Comune di Mondavio che "in mancanza o inerzia dei proprietari nell'espletamento di quanto richiesto" le P.A. "devono subentrare e farsi carico di quanto disposto dell'ordinanza della Procura delle Repubblica di Napoli supplendo ella indisponibilità dei titolari, agendo in danno degli stessi".
Delle disposizioni della Procura della Repubblica di Napoli, il Servizio Aree Protette e Ciclo dei rifiuti ne è stato informato mediante fax del Comune di Mondavio in data 17.06.2005
(Prot. 15596).
Le disposizioni dell'Autorità Giudiziaria prevedono una bonifica del sito citando esplicitamente sia i disposti dell'Art. 17 del D.Lgs 22/97 (Bonifica e ripristino dei siti inquinati) che il D.M. 471/99 relativo ai siti inquinati.
Le disposizioni citate, assegnano al Comune il compito di intervenire, in caso di inerzia del responsabile, alla bonifica del sito.
A tale proposito è comunque necessario evidenziare che, ad oggi, ed a seguito di vari incontri svolti sulla materia, non è risultato dimostrabile la circostanza che trattasi di sito inquinato ai sensi del D.M. 471/99.
A seguito di confronto sia con l’Avvocatura regionale che con il Direttore del Dipartimento Territorio Ambiente, il Servizio Aree Naturali Protette e Ciclo dei Rifiuti ha attivato la procedura per recuperare le somme della polizza fidejussoria, di 413.165,52 ~ che la Ditta Agroter aveva stipulato a favore della Regione Marche a fronte della autorizzazione rilasciata.
In particolare il Servizio Aree Naturali Protette e Ciclo dei Rifiuti ha trasmesso una prima nota alla Società Assicuratrice nel mese di marzo c.a.
A seguito del riscontro dell'Assicurazione, tramite il quale si chiedeva copia della documentazione probatoria dei danni subiti per inadempienza Agroter, il Servizio, valutata la problematica nel corso di una apposita riunione tenutasi il 22.06.2005, a cui hanno partecipato l'Assessore all'Ambiente della Regione Marche, l'Assessore all'Ambiente della Provincia di Pesaro Urbino, il Comune, la Direzione del Dipartimento, I' ARPAM, il Servizio legale, il Servizio Tutela ambientale, ha provveduto a riformulare la richiesta di erogazione dell'importo della polizza all'Assicurazione (nota Ns. prot. 20334 del 23.06.2005).
Tale richiesta concedeva all'Assicurazione giorni 15 per l'ottenimento di un riscontro positivo, trascorsi i quali si sarebbero intraprese, da parte regionale, conseguenti azioni legali per la riscossione della somma assicurata.
Decorsi inutilmente 15 giorni il Servizio ha provveduto ad informare, con nota prot. N. 25164 dei 03.08.2005, il Servizio Avvocatura regionale, per l'avvio dell'iter legale.
A seguito della riunione del 22.06.2005 il Servizio Aree naturali Protette e Ciclo dei Rifiuti ha proposto alla Direzione del Dipartimento uno schema riguardante il complesso delle procedure che, si sarebbero dovute intraprendere da parte dei vari enti e Servizi regionali ed inerenti aspetti tecnici, amministrativi, finanziari e legali in modo da consentire la formulazione di un cronoprogramma generale di tutte le attività da svolgere.
Il reperimento di risorse finanziarie costituisce l'aspetto prioritario per poter configurare un intervento regionale di sostegno al Comune di Mondavio.
Con nota prot. n. 4725 del 18 maggio 2005, il Presidente della Giunta regionale, invitava il Direttore del Dipartimento Territorio e Ambiente a valutare la questione relativa agli interventi per lo smaltimento del percolato prodotto dai cumuli di rifiuti ancora stoccati nell'impianto sopra menzionato.
Con nota n. 17830 del 1.06.2005 veniva comunicato al Presidente della Giunta Regionale, tra l'altro, che eventuali risorse finanziarie per la bonifica del sito inquinato, determinabili sulla base di indicazioni fornite dall'ARPAM, andrebbero supportate almeno da un opportuno articolo di spesa nella legge di assestamento del bilancio regionale
2005.
In un successivo incontro con il Dirigente del Servizio Bilancio è stata rappresentata la necessità di prevedere, in sede di assestamento dei bilancio regionale 2005, uno stanziamento di Euro 5~000.000 per l'emergenza AGROTER o quantomeno di inserire nell'assestamento di bilancio l'autorizzazione ad assumere obbligazioni nell'esercizio 2005 con scadenza non anteriore all'anno 2006 per la bonifica dell'impianto di Mondavio.
Inoltre, da informazioni assunte presso la Provincia di Pesaro e Urbino la cifra richiesta potrebbe essere ridotta ad I milione di Euro sufficienti per la rimozione immediata dei rifiuti più pericolosi da smaltire in discariche della stessa provincia.
Alla data odierna nella proposta di assestamento del bilancio presentata in consiglio è prevista per la rimozione del percolato la somma di euro 40.000 che verrà inserita come emendamento alla legge di assestamento presentato dall'Assessore al bilancio.
Il reperimento di risorse finanziarie costituisce l'aspetto prioritario per poter configurare un intervento regionale di sostegno al Comune di Mondavio, anche in previsione di un intervento sostitutivo ai sensi dell'art. 17, comma 9 del d.lgs. n. 22 del 5 febbraio 1997.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il consigliere Solazzi.
Vittoriano SOLAZZI. Debbo purtroppo dichiarare la mia insoddisfazione rispetto a una risposta che mi sembra molto scolastica, ma che non tiene conto della reale situazione di un ente locale che si trova in gravissime difficoltà e siccome non è un Comune che ha risorse finanziarie ed umane per affrontare questa emergenza, credo che non portando questo ente alcuna responsabilità, in quanto questo Comune non ha mai rilasciato alcuna autorizzazione, dovremmo fare di tutti per stare vicini, nei fatti, agli enti locali, e questo è un caso emblematico.
Comprendo tutto — le difficoltà, che la questione non è semplice, che le risorse che debbono essere impegnate per una risoluzione vera del problema, così come disposto dalla procura di Napoli — però credo che per un ente come la Regione si debba fare, in casi come questo, qualche cosa di più dell’ordinaria amministrazione. Non possiamo lasciare i nostri sindaci, rispetto a questi problemi, da soli con l’assorbimento di gran parte del loro bilancio, senza portarne alcuna responsabilità autorizzatoria, a far fronte a queste esigenze, non è possibile. Credo anche che se la Regione da sola non riesce a far fronte, vanno attivate tutte le energie per portare questo problema anche ad altri livelli. Credo che una risposta urgente è quella di attivare, non dico solo per questo Comune ma anche per altre realtà che presentano questa emergenza, un tavolo interistituzionale, anche chiedendo un incontro al ministero, perché gli enti locali, in modo particolare i pi piccoli, quelli meno attrezzati, non possono far fronte a simili emergenze, a simili problemi.
Dobbiamo avere tutti la consapevolezza che la Regione, rispetto al sistema delle autonomie locali, rispetto ai Comuni ha un ruolo che non si estrinseca soltanto nel trasferimento di somme di denaro ma anche in un rapporto corretto, continuo, continuativo, di estrema attenzione, perché questo è un compito estremamente importante, dopodiché possiamo parlare tanto delle autonomie locali, dell’importanza, del ruolo della Regione rispetto agli enti locali, però è nei fatti concreti e soprattutto nelle emergenze che dobbiamo qualificare il nostro ruolo. Quindi dico alla Giunta, al Presidente, all’assessore, che su questo aspetto così come su altri di tipo emergenziale, rispetto alle forze di alcuni Comuni, non ci possono essere risposte scolastiche ma ci deve essere un coinvolgimento pieno, che cerchi di andare al cuore e alla risoluzione del problema.
Non mi pare che la risposta a questa interrogazione che non ha scopi polemici ma parte da un consigliere che ha fatto fino a qualche mese fa il sindaco e che sa benissimo che rispetto ad alcune emergenze le difficoltà di un Comune piccolo sono davvero molto grandi, sia soddisfacente. La Regione, che ha anche responsabilità di tipo autorizzatorio in queste questioni, deve adoperarsi in modo non formale ma sostanziale. Grazie dell’attenzione.
Interrogazione (Decadenza): «Grave crisi del settore tessile calzaturiero» Cesaroni (57)
PRESIDENTE. Dichiaro decaduta l’interrogazione n. 57 del consigliere Cesaroni, come da regolamento, per assenza del consigliere stesso.
Interrogazione (Svolgimento): «Realizzazione di un impianto di verniciatura a polvere nel comune di Acqualagna (PU)» Binci (42)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l’interrogazione n. 42 del consigliere Binci. Per la Giunta risponde l’assessore Amagliani.
Marco AMAGLIANI.
Premesso che la legge regionale n. 7/2004 per le procedure di VIA è una delle poche in Italia che prevede la fase partecipativa anche per la procedure di verifica "screening" sia con la pubblicazione sul BUR che sui quotidiani locali.
Per il procedimento in oggetto la pubblicazione sul BUR è stata effettuata il 05.08.2004 n. 81 e sul Messaggero del 29.07.2004, nel periodo previsto per legge (trenta giorni dalla pubblicazione sul BUR) non è pervenuta alcuna osservazione.
Va da sé che ogni osservazione pervenuta in tempo sul procedimento in esame avrebbe certamente attivato l'attenzione del Servizi regionali (la procedura di pubblicità ha questo preciso scopo: partecipare tutti i soggetti portatori di interesse nella formazione decisoria). lì mancato ricevimento ha avuto la logica e corretta conseguenza amministrativa di non "appesantire il procedimento in esame" di una ulteriore istruttoria e pubblicità che è stata demandata dai Servizi stessi alla procedura Autorizzazione Integrata Ambientale A.I.A.. di cui al D.Lgs. 59/2005.
Riguardo i quesiti posti nell'interrogazione n. 42/05, si riportano i dovuti chiarimenti ordinati come posti.
1) La procedura di verifica regolata dalla legge regionale n. 7/2004 prevede che l'invio dei progetti ai Comuni interessati è successiva all’avvio del procedimento; tale avvio è subordinato ad eventuale periodo in cui l'Autorità competente comunica la completezza della documentazione alla quale segue la pubblicazione a carico del proponente;
Con la pubblicazione può essere dichiarato o l'avvio del procedimento o, come nel caso, la possibilità prevista dalla legge regionale del "silenzio - assenso".
Quindi non essendo stato avviato il procedimento non è stato dato neppure seguito alle successive azioni, compreso l'invio della documentazione ai soggetti interessati.
2) Le motivazioni sono così riassumibili:
a) il procedimento è subentrato immediatamente dopo l'entrata in vigore della legge regionale, in una fase di ambiguità interpretativa per l'individuazione dell'autorità competente, fase che si è conclusa anche con consultazioni con l'Amministrazione Provinciale, che ha più volte ribadito la non competenza per il progetto in esame.
b) il procedimento è ricompreso nella procedura ambientale di VIA ex Ir 7/2004 e la procedura di (AIA) di cui d.lgs 59/2005 e le due procedure si sovrappongono per una sostanziale parte; in particolare il progetto presentato è il tipico di AIA in quanto trattasi di progetto che deve avete una valutazione ambientale per le emissioni in aria, acqua, suolo e anche per la specificità relativa alle stesse emissioni eventualmente generate nel raggio di un chilometro.
Quindi le considerazioni di lasciare operante l'istituto del silenzio - assenso non derivano da un'inerzia amministrativa ma da un'economia e da l'aver attivato una diversa procedura amministrativa così come prevista dal percorso dell'AlA. Non da ultimo l'autorizzazione AIA non si occupa solo del progetto, ma arriva a definire i parametri in esercizio istituendo così rigidamente un comportamento ambientale non preventivo e basato su semplici simulazioni, ancorché di grande affidabilità, ma su rigoroso rispetto tra quanto autorizzato in termini di emissione e quanto prodotto in termini di esercizio.
3) L'esclusione dalla VIA è prevista dalla disposizione di legge che indica per progetti di minor "impegno ambientale/dimensionale", che la procedura (screening) art. 6, verifichi la necessità di assoggettamento alla procedura di valutazione di impatto ambientale art. 9.
La procedura di verifica infatti si può concludere, (ex comma 7, art. 6), con uno dei seguenti esiti:
A. l'esclusione del progetto dalla procedura di VIA;
B. l'esclusione dalla VIA, con prescrizioni per la mitigazione degli impatti
C. l'assoggettamento del progetto alla procedura di VIA;
D. improcedibilità.
4) Dall'entrata in vigore della legge è scattato il silenzio - assenso deII'art. 6 per tre progetti di produzione di energia idroelettrica, ma per uno di questi progetti si è rilevata una irregolarità formale non a carico della Regione, di cui è stata data opportuna segnalazione all'autorità competente. Con l'art. 21 della LR n. 7/2004 si sospendeva, fino all'entrata in vigore del PEAR, il rilascio di autorizzazioni da parte della Regione.
Per tale tipologia di interventi analogamente a quanto sopra è comunque necessario il rilascio da parte dell'Amministrazione Provinciale ex Genio Civile, della concessione di derivazione che ha nel suo interno valutazioni di tipo ambientale e ricomprende anche il parere dell'Autorità di Bacino, autorità competente in materia di pianificazione e tutela delle risorse idriche.
5) Il Comune di Acqualagna ha rilasciato il permesso di costruire un fabbricato ad uso industriale n. 47 del 25.11.2004, a seguito del rilascio dei pareri:
ASUR n. 2 di Urbino il 07.IO.2004 prot. n. 2699, parere favorevole dal punto di vista igienico sanitario sul progetto relativo alla costruzione di un fabbricato ad uso industriale con la prescrizione che le attività che si andranno a svolgere dovranno essere compatibili con quelle limitrofe.
MEGAS Azienda Multiservizi il 18.10.2004 prot. n. 5337/r in riferimento alla richiesta di allaccio alla fognatura pubblica si esprime parere favorevole alle seguenti condizioni.
L'attività edilizio - urbanistica che permette ai Comuni la realizzazione di manufatti edilizi in aree industriali prescinde dal punto di vista normativo dall'autorizzazione ambientale preordinata all'atto urbanistico edilizio.
Quindi autorizzare un manufatto edilizio non può essere inibito dalla non conoscenza dell'attività industriale svolta nel manufatto; tale attività industriale se contenuta nell'elenco delle attività da sottoporre a VIA deve essere necessariamente acquisita.
In questo caso la mancanza di coordinamento tra la normativa edilizia e la normativa ambientale non può essere regolata per legge in quanto si è comunque di fronte a "contenitori" edilizi che debbono essere autorizzati in materie ambientali per le attività da svolgere nel loro interno.
Inoltre la normativa ambientale cosi come derivata dalla normativa europea ha parametri di "ingresso" nelle procedure di VIA anche di tipo dimensionale e quindi comunque non correlabile con l'attività edilizia.
Nel caso in esame l'Allegato B2 lett. g, per i progetti che hanno vasche per i trattamenti di volume superiore a 3O mc impone la procedura di verifica. Qualora l'attività industriale preveda vasche di soglia dimensionale inferiore a quella prevista dalla legge, il parere di VIA non è richiesto e rimane necessario solamente il rilascio dell'autorizzazione VIA.
Più efficace risulta essere invece una pianificazione urbanistica comunale che definisca le aree edificabili industriali e produttive compatibili con lo sviluppo territoriale comunale.
6) Con ordinanza n. 74 del 29 giugno 2005 il Comune di Acqualagna ha ordinato la sospensione dei lavori, di cui al permesso di costruire n. 47 del 25.11.2004.
7) La Giunta Regionale, sta predisponendo la modifica alla legge sulla VIA che contiene tra l'altro l'abolizione del silenzio - assenso previsto dalla norma nazionale (DPR 12.04.96 art. 10, comma 2) così come recepito al comma 9 dell'art. 6 della LR 7/2004.
Tale recepimento trae origine dall'adeguamento della normativa italiana a quella europea dove non è previsto il silenzio - assenso; l'Italia infatti, ha in corso un avvio di procedura di infrazione comunitaria, che contiene anche la richiesta di eliminazione ditale istituto. Il Ministero dell'Ambiente ha predisposto e diffuso a livello regionale uno schema di DPR che contiene anche questa modifica.
Per non dover predisporre in tempi successivi e ravvicinati aggiornamenti che tra l'altro derivano dal recepimento della normativa statale. si è in attesa dei decreti nazionali che introdurranno tale modifica, e poi sottoporre al Consiglio le modifiche del caso.
8) L'Amministrazione Regionale come per altro specificato sopra, non è in assenza di provvedimenti in quanto è in corso il procedimento per il rilascio di Autorizzazione Integrata Ambientale per la verifica del progetto e la compatibilità dell'esercizio dell'area in esame.
Questo Assessorato, vigilerà sia nella fase autorizzativa sulla bontà delle procedure autorizzazione AIA, sia nella eventuale fase di esercizio attraverso i monitoraggio e controlli del caso effettuati dalla propria Agenzia Regionale ARPA.
Si comunica altresì che con l'Ordinanza n. 351/05 il TAR ha respinto l’istanza cautelare promossa dal Comitato Cittadino per la Salvaguardia del Territorio con sede in Acqualagna contro il ricorso (cfr sentenza TAR) per l'annullamento previa sospensione dell'efficacia del provvedimento formatosi per silenzio - assenso, con cui il progetto della società Metalli Plastificati è. stato esentato dalla procedura di valutazione di impatto ambientale ritenuto che non sussistono i presupposti di cui all'art. 21 della legge n. 1034/71, atteso che il pregiudizio lamentato, non é allo stato, grave ed irreparabile ed i motivi di gravame necessitano di un più approfondito esame in sede di decisione di merito, fissando la data per l'udienza pubblica al 26.02.2006.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il consigliere Binci.
Massimo BINCI. Ho presentato a nome dei Verdi questa interrogazione sulla realizzazione di un impianto di verniciatura industriale a polvere nel comune di Acqualagna per i problemi sollevati e per il territorio sul quale andava a sorgere. Voglio tra l’altro anche comunicare che con lettera indirizzata al Presidente della Giunta e al Presidente del Consiglio, una serie di operatori del settore turistico-agroalimentare della Comunità montane del Catria e Nerone “esprimono la loro forte preoccupazione per le ricadute negative sulla loro attività economica conseguente all’eventuale avvio, nella zona di Pole Bellaria di Acqualagna, della produzione della ditta Metalli Plastificati. Siamo inoltre perplessi sulle modalità seguite dalle competenti autorità nel rilascio delle previste autorizzazioni (licenze edilizie, VIA) e per questo abbiamo posto una serie di interrogazioni al competente ufficio e principalmente sulla corretta applicazione della procedura di screening di questo progetto”. La motivazione con cui i servizi regionali dicono che non si sono allertati perché non sono pervenute osservazioni dei portatori d’interesse la contesto in quanto come potevano inviare osservazioni i cittadini, le associazioni ecc. se la Regione non ha presentato il progetto nei Comuni interessati? E’ questo che contestiamo. La procedura di verifica è obbligatoria, per i progetti che hanno vasche per i trattamenti di volume superiore a 30 metri cubi come nel caso in esame. Perché allora non si è pensato di sottoporlo alla VIA, visto che è obbligatorio?
Riguardo alla procedura di verifica, non è vero che l’autorità competente ha la possibilità di scegliere, dopo la pubblicazione, se dichiarare l’avvio di procedimento o il silenzio-assenso.
Il procedimento di verifica deve essere attivato obbligatoriamente e all’interno della corretta applicazione del procedimento di verifica ci deve essere la trasmissione del progetto ai Comuni. Questo è quello che contestiamo. Poi, l’esito finale può essere l’esclusione della VIA o meno. Inoltre, sempre all’art. 6, comma 9 viene data la possibilità all’autorità competente di mancata pronuncia nei termini, che equivale alla esclusione del progetto dalla procedura di VIA, ma questo non è altro che l’esito finale della procedura di verifica. Quindi non si può usufruire del silenzio-assenso senza attivare pienamente il procedimento, tanto più che per questo progetto era obbligatoria la verifica.
Sempre per essere precisi, nelle linee guida a pag. 30, capitolo dedicato alla procedura di verifica, viene riportato in merito al silenzio-assenso: “Al riguardo pare opportuno richiamare ad ogni autorità competente l’opportunità che la procedura di verifica si concluda con una decisione espressa al fine di evitare eventuali contestazioni e contenziosi”. Inoltre la legge è del 14 aprile 2004 ed è entrata in vigore il 7 maggio 2004. Questa domanda di avvio del procedimento di verifica è del 14 luglio, quindi la legge era già in vigore. Era una legge “fresca”, ma non si potevano avere dubbi interpretativi sull’individuazione dell’autorità competente, visto che l’art. 21, comma 2 della legge stessa recita che “Fino all’entrata in vigore della legge regionale di attuazione del D. Lgs. 372/99 la Regione è l’autorità competente per i progetti di cui all’allegato 1 del decreto medesimo”.
Quindi, più che inerzia amministrativa, c’è forse stato il rischio di omissione di atti d’ufficio, visto che il silenzio-assenso dovrebbe essere l’esito finale della procedura di verifica e non una fase iniziale della procedura.
Inoltre l’esclusione della VIA prevista dalla legge, è la procedura di verifica che serve per decidere questo.
L’assessore ha appena detto che la Regione sta modificando la legge per abolire il silenzio-assenso. Pensiamo di avere raggiunto il nostro obbiettivo, in quanto il silenzio-assenso non è previsto né dalla legge nazionale né dalle leggi comunitarie.
Chiediamo infine di verificare se la procedura sia stata completa nei tre casi indicati per quanto riguarda i progetti per la produzione di energia elettrica.
Interrogazione (Svolgimento): «Situazione dei dipendenti di una ditta del settore pellettiero sita nel comune di Tolentino» Comi (59)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l’interrogazione n. 59 del consigliere Comi. Per la Giunta risponde l’assessore Ascoli.
Ugo ASCOLI. L’interrogazione del consigliere Comi riguarda le vicende della ditta Nazareno Gabrielli di Tolentino.
La ditta Nazareno Gabrielli Spa a decorrere dal 27 aprile 2005 come previsto dagli atti di cessione del marchio ha deliberato la propria messa in liquidazione e modificato la propria denominazione sociale in Vela Spa di Tolentino in liquidazione.
L'11 marzo 2005 a seguito della decisione di cessare l'attività aziendale con la chiusura delle unità produttive di Tolentino e Milano, l'azienda ha raggiunto un accordo presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali per la cassa integrazione guadagni straordinaria per crisi aziendale con cessazione di attività della Nazareno Gabrielli Spa, per un periodo di 12 mesi e per un massimo di 94 unità a decorrere dal 28 marzo 2005.
Vengono ceduti anche i rami aziendali della Nazareno Gabrielli Diffusion srl (azienda di tipo commerciale) e della Nazareno Gabrielli Spa alla ditta Pelletterie 1907 Spa con graduale trasferimento di personale come meglio sotto specificato.
L'accordo per la CIGS, prevede la realizzazione di un piano di gestione delle eccedenze che
comprende:
1) la graduale ricollocazione, nello stabilimento di Tolentino della Società N.G. Diaries Spa, previo licenziamento con mobilità di n. 15 lavoratori;
2) il pensionamento di coloro che hanno maturato o matureranno nel corso dei 12 mesi di CIGS o della mobilità i requisiti per il pensionamento, il numero complessivo di questa tipologia di lavoratori è valutato in 13 unità;
3) la ricollocazione, al termine della CIGS previo licenziamento con mobilità di n.4 lavoratori nello stabilimento di Tolentino (MC) da parte della ditta Pelletteria 1907 Spa e n. 6 lavoratori nello stabilimento di Tolentino della N. G. Diares Spa;
4) la ricollocazione graduale , entro tre mesi, di n. 55 lavoratori.
In applicazione del suddetto piano la Nazareno Gabrielli Spa ha avviato la procedura per il licenziamento di 39 lavoratori di vari reparti, destinate al ricollocamento presso la N.G. Diares Spa e Pelletterie 1907 Spa oppure destinate al pensionamento.
L'azienda e i sindacati successivamente all'accordo per la CIGS per crisi aziendale hanno sottoscritto altri due verbali integrativi nei quali l'azienda si vincola al pagamento delle spettanze ai lavoratori alle normali scadenze.
In particolare negli accordi citati l'azienda si impegnava alle anticipazioni del trattamento di CIGS e del TFR e degli incentivi all'esodo.
L'azienda riferisce che per la parte relativa alle anticipazioni di CIGS pur con ritardi ha, alla data odierna adempiuto a quanto concordato, pertanto allo stato attuale non risultano situazioni di arretrato. Per quanto riguarda invece il TFR e gli incentivi all'esodo, a causa di una situazione finanziaria estremamente critica , i relativi emolumenti concordati devono ancora essere liquidati.
Nei vari incontri tra azienda e sindacati e al fine di giungere ad una soluzione concordata della controversia l'azienda ha proposto, sempre a causa delle note difficoltà finanziarie, di dilazionare i pagamenti a partire dal mese di settembre 2005.
Il sindacato, al fine di tutelare gli interessi dei lavoratori ha promosso diverse istanze di fallimento.
Su richiesta dell'azienda, al fine di addivenire ad un accordo ed evitare il fallimento, è stata indetta una riunione per il 14 p.v. tra la stessa azienda, i sindacati, con il coinvolgimento delle istituzioni. In quella sede si prenderanno in esame le problematiche relative a: stato di attuazione dell'accordo sindacale del Il marzo 2005; questioni inerenti l'anticipazione del trattamento di CIGS; ipotesi di rateizzazione del TFR.
Fin qui le notizie ufficiali. Informalmente ci viene detto che l’atmosfera della riunione di domani potrebbe essere relativamente positiva.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il consigliere Comi.
Francesco COMI. Dichiaro la soddisfazione per l’impegno costante dell’assessore nel delicato ruolo istituzionale che svolge e quindi nella consapevolezza che svolgere il ruolo di assessore regionale, un ruolo istituzionale, è un mestiere difficile, perché dobbiamo evitare di cerare false aspettative, dobbiamo governare una delicata situazione in mezzo a tante incertezze e tante agitazioni dei lavoratori. Da questo punto di vista sono stati fatti i passi opportuni, sia pure non sempre con la dovuta sollecitudine da parte della stessa impresa, che ha sempre subito le nostre istanze e la nostra iniziativa. L’accordo firmato, che oggi si sta relativamente attuando, è stato rispettato sotto una costante pressione mediatica, politica, sindacale. Ciò non può essere. Non possiamo correre il rischio, ogni due mesi, di doverci trovare nelle condizioni di rivendicare mensilità arretrate, trattamenti di fine rapporto, integrazioni salariali, quindi diritti maturati dai lavoratori.
Oggi l’azienda è ancora insolvente, ha solo parzialmente adempiuto ai propri doveri, i lavoratori, dopo tante di queste inadempienze hanno ritenuto di promuovere, giustamente, l’azione legale, quindi l’istanza di fallimento, per costringere l’azienda ad avere un atteggiamento più rigoroso e più responsabile, soprattutto più costante.
Quindi chiedo all’assessore di continuare in questo impegno e da domani, alla prima occasione utile che ci sarà, di impegnare l’azienda al rispetto dell’accordo firmato al Ministero del lavoro nel marzo scorso. Non possiamo, per esempio, rateizzare all’infinito il trattamento di fine rapporto per quei lavoratori che abbiamo licenziato. Quindi può anche andare bene una rateizzazione che inizi alla fine di settembre, ma questa deve concludersi entro l’anno 2005.
Interrogazione (Svolgimento): «Sistemazione idrogeologica Colle San Bartolo» Giannotti (66)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l’interrogazione n. 66 del consigliere Giannotti.
Per la Giunta risponde l’assessore Carrabs.
Gianluca CARRABS. L'interrogazione del Consigliere Giannotti ripropone per l'ennesima volta il problema del trasferimento reale - alle Regioni e, in questo caso, alle Province - delle risorse programmate dallo Stato per fronteggiare i problemi del territorio.
Sui contenuti delle premesse, appare senz'altro ovvio che l’Amministrazione le condivida, e che condivida le preoccupazioni da ultimo riportate a dicembre 2004 dal Presidente della Provincia di Pesaro e Urbino, dai Sindaci di Pesaro e di Gabicce, dal Parco del San Bartolo; non vengono alla luce oggi, essendo una questione che nella scorsa legislatura più volte, insieme ad altre, è stata ricordata al Ministero anche in sedi formali (la Conferenza dei Presidenti) oltre che in diversi incontri tecnici convocati dal competente Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio, e infine nelle comunicazioni dirette con i funzionari di quel Ministero.
In particolare, la Conferenza dei Presidenti già nel novembre 2003 aveva evidenziato come il sistema Regioni/Autorità di Bacino non vedesse concretizzato, in favore di scelte di segno diverso, quanto previsto dal DPR 331 dell'agosto 2001, a seguito del quale, appunto, le Regioni e le Autorità di Bacino avevano approvato gli atti ad esse richiesti per acquisire il finanziamento dei Progetti Strategici, tra cui ricade l'intervento sulla Falesia del San Bartolo.
Nel documento della Conferenza, che poneva in risalto la riduzione di circa 200 MLN di EURO sugli impegni presi con il DPR del 2001, veniva anche richiesto al Ministro un incontro nel quale ridiscutere le ultime scelte del Governo su una materia delicata come la difesa del suolo. Tuttavia questo incontro non è mai stato concesso, né il ministro ha presenziato, pur invitato, alle sedute della Conferenza.
Anche negli incontri tecnici sollecitati dai Segretari di entrambe le Autorità di Bacino (Regionale e Marecchia-Conca) la richiesta è stata più volte reiterata ai funzionari del Ministero; in alcuni momenti era parso imminente il finanziamento ai sensi del DPR 331, con stime di importi comunque ridotti rispetto alle programmazioni effettuate, mentre le ultime informazioni appaiono confermare la tendenza alla dislocazione delle risorse verso altri canali direttamente instaurati con i Comuni.
Ultimo atto del Ministero, in questo senso, è l'emanazione del recente Decreto 321 dell’11 luglio 2005 (che programma 200 MLN di Euro), con il quale sono state assegnati a molti Comuni del Paese i finanziamenti richiesti dai Comuni stessi - e non dalle Regioni - e in cui tra l'altro spiccano i quasi 50 finanziamenti per Comuni toscani.
Rilevato che siamo in presenza di atti da valutare con attenzione, perché le rimodulazioni del Governo, pur approvate dal Parlamento nel 2002 con la legge 179 e con le successive leggi finanziarie, incidono sull'attuazione di un Decreto del Presidente della Repubblica, l'impegno che si può prendere oggi - da rendere comune - è quello di insistere presso il Ministero a rivedere l'indirizzo intrapreso con le ultime norme di finanziamento, e di riportare ancora una volta in Conferenza dei Presidenti la questione discussa oggi.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il consigliere Giannotti.
Roberto GIANNOTTI. Esprimo la mia piena insoddisfazione per la risposta dell’assessore Carrabs, che denota il basso livello di operatività politica di questa Giunta regionale. Questa Giunta regionale può perdersi, come ha fatto ieri, venendo nella provincia dove, sentendo le interrogazioni di oggi, si stanno sviluppando i grandi affari del secolo, perché abbiamo parlato di un’azienda che opera nel campo della verniciatura che verrebbe insediata ad Acqualagna, nella capitale del tartufo, contro il volere della popolazione, abbiamo parlato della situazione gravissima dell’Agroter, rispetto alla quale segnalo solo che c’è una proposta di legge presentata dalla Casa delle libertà all’inizio della legislatura che credo ancora non sia stata nemmeno portata all’esame della Commissione.
Mi sembra però di richiamare questo fatto, che al di là dei proclami, al di là delle parole che ho letto sui giornali anche questa mattina rispetto all’esito del confronto Giunta regionale-Giunta provinciale, non c’è ancora questa capacità di iniziativa sul tavolo nazionale, perché il problema del degrado del Colle San Bartolo di Pesaro è un problema storico. Il consigliere Ricci che incarna questa situazione, perché è stato assessore ai lavori pubblici dell’Amministrazione provinciale, sa che rispetto a questa questione ci sono state decine e decine di iniziative rivolte a porre l’accento sull’importanza strategica di interventi in questo senso.
Oggi si è realizzato, in questo Colle il primo stralcio di un intervento, che se non è accompagnato dalla conclusione dei lavori, rende vano, inutile l’impegno finanziario che si è concretizzato. Non mi sembra che chi l’ha preceduta in questa responsabilità — la Giunta regionale nel suo complesso — abbia avuto la capacità di porre sul tavolo nazionale con la dovuta attenzione questa emergenza. Potrei dire che ha preferito fare alte scelte che non mi sembrano dell’importanza strategica che invece ha il risanamento del Colle San Bartolo. Mi auguro che anche dalla poverissima discussione di questa mattina ci sia qualche input affinché lei e il Presidente della Giunta regionale vi facciate carico veramente di questo problema.
In questo senso sarei anche felice se altri gruppi politici presenti in maniera massiccia in questo Consiglio regionale con tanto peso all’interno dell’Esecutivo, si impegnassero maggiormente a tutela degli interessi della Provincia di Pesaro e di quel territorio.
Interrogazione (Svolgimento): «Incontro tra rappresentanti istituzionali di Regione Marche e Provincia di Macerata svoltosi a Fiastra in data 18 luglio 2005» Capponi, Brini, Bugaro, Ceroni, Santori e Giannotti (91)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l’interrogazione n. 91 dei consiglieri Capponi, Brini, Bugaro, Ceroni, Santori e Giannotti.
Per la Giunta risponde il Presidente Spacca.
Gian Mario SPACCA, Presidente della Giunta. L’interrogazione riguarda l’incontro fra la Giunta regionale e la Giunta provinciale di Macerata, che rientra nel programma di iniziative con il territorio che caratterizza ormai da più di un decennio, il rapporto tra Amministrazione regionale e gli enti locali, all’insegna di un principio di collaborazione e di concertazione istituzionale a cui noi teniamo molto. Voi sapete che una delle caratteristiche della nostra comunità regionale è proprio quella di avere una forte coesione e questo si riscontra anche nell’opinione dei cittadini che danno di tutte le istituzioni, dai Comuni alle Province, alla Regione, allo stesso Governo nazionale, un giudizio molto positivo, molto più positivo rispetto alla media registrata nel paese. Quindi noi ci teniamo moltissimo a realizzare un principio di collaborazione istituzionale che si ottiene in forme diverse, tra cui questi incontri.
In questa prima parte della legislatura, oltre all’incontro con l’Amministrazione provinciale di Macerata sono state già incontrate l’Amministrazione provinciale di Ascoli Piceno e la nascente Amministrazione provinciale di Fermo, attraverso l’incontro con i sindaci di quel territorio e con il commissario per l’attuazione di quella istituzione. E’ stato fatto un incontro anche con il sindaco e l’Amministrazione comunale di Ancona, ieri abbiamo avuto un incontro con la Provincia di Pesaro e Urbino, è in calendario per questo mese l’incontro con Macerata, abbiamo avuto l’invito dei sindaci di Fermo, Senigallia ed Ascoli Piceno. Tutti questi incontri si sviluppano con un’agenda molto omogenea, con un modello standard: la Giunta si muove su invito dell’ente locale, si effettua su un’agenda predefinita da parte dei funzionari, quindi un calendario dei lavori concordato, istruito a livello tecnico dai funzionari dell’Amministrazione interessata. L’incontro generalmente si articola in un confronto diretto tra i funzionari, in tavoli che vengono organizzati dagli stessi funzionari per materia e in un confronto diretto tra assessori, presidenti e sindaci delle Amministrazioni interessate, si conclude con una conferenza stampa, poi nel pomeriggio c’è anche la possibilità di fare dei confronti con le organizzazioni sociali, di categoria, comunque con rappresentanti della comunità di cui si è ospiti.
L’esperienza maturata in queste occasioni, viene considerata particolarmente valida per il raggiungimento di quell’obiettivo che dicevo all’inizio e comunque è proficua anche da un punto di vista materiale, in quanto la conoscenza diretta dei funzionari agevola il lavoro delle Amministrazioni e sicuramente riporta l’attenzione sui problemi fondamentali dei singoli territori e delle Amministrazioni che sono chiamate ad affrontarli. Non ha quindi un carattere di natura politica ma soprattutto amministrativa. E’ lungi dall’avere un’impostazione funzionale ai profili delle Amministrazioni, perché, come vi dicevo, ci muoviamo su tutto il territorio regionale, su invito, quindi ci muoveremo anche per accogliere gli inviti delle Amministrazioni che hanno il profilo che in questa Assemblea è caratterizzante l’opposizione, ma che altrove definisce invece la maggioranza, quindi ha soltanto, come finalità, quella di agevolare la concertazione istituzionale.
L’interrogazione richiama i costi di gestione di queste iniziative che sono molto modesti e sicuramente compensati abbondantemente dai risultati di merito che vengono raggiunti.
Nel caso della Provincia di Macerata non credo che abbiamo superato una spesa che oltrepassi i 1.500-2.000 euro. Questo è il costo che, soprattutto, corrisponde alle missioni di coloro che partecipano a questi incontri, per il resto veniamo ospitati dalle Amministrazioni interessate. Questi costi sono peraltro inquadrati in un ordinario capitolo di bilancio destinato a questo fine e, come vi dicevo, queste cifre servono soprattutto per corrispondere alle missioni delle persone che partecipano a questi incontri, in gran parte funzionari. Se volete possiamo darvi sia l’elenco dei funzionari che hanno partecipato a questo incontro alla Provincia di Macerata, sia i temi che sono stati trattati in questa occasione. Comunque vorrei ribadire che riteniamo particolarmente utili queste occasioni di relazione con le Amministrazioni degli enti locali, perché agevolano anche il compito dell’Amministrazione regionale, lo rendono più fluido e ci consentono di concentraci sui problemi maggiormente urgenti e di uscire da una logica di carattere burocratico-amministrativo per entrare, viceversa, in una logica più gestionale, orientata alle emergenze e alla rilevanza dei problemi in corrispondenza con i bisogni dei cittadini.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il consigliere Capponi.
Franco CAPPONI. Presidente, prendo atto delle sue esplicitazioni. Ritengo che, in merito al fatto da noi denunciato, questo summit tra i vertici istituzionali della Regione e della Provincia di Macerata in particolare, si è evidenziato sulla stampa soprattutto, come un incontro di vertici di maggioranze politiche che governano i due enti e questo fa diventare questi atteggiamenti del tutto autoreferenziali e spostano su un piano extraistituzionale il dibattito su temi importanti che invece devono coinvolgere maggioranza e opposizione delle rispettive istituzioni. Premetto che nessuno dei rappresentanti dell’opposizione è stato invitato a questi incontri e non capisco perché: anche come audizione potrebbe essere normale riferirsi anche a presenze importanti che rappresentano la realtà di questa regione.
Molte volte le discussioni che vengono portate avanti non sono di esclusivo interesse dell’ente Regione, dell’ente Provincia o dell’ente Comune, bensì esistono altri livelli istituzionali che hanno voce in capitolo. Lì abbiamo parlato di A14, di “Quadrilatero”: ritengo che il principale interlocutore in tal senso — perché questi sono i due macroelementi, macroprogetti emersi — sia anche il Governo che, guarda caso, noi rappresentiamo, lì come maggioranza, per fortuna.
Comunque l’agenda era talmente fitta di impegni che ritengo improponibile che sia avvenuta — quindi la mia critica è da profano in quanto non presente e nessuno di noi è stato invitato a questa iniziativa — la trattazione di 35 argomenti come quelli posti all’ordine del giorno di quell’incontro. Molte volte dall’esterno, almeno da parte nostra ritengo che ciò possa apparire come azioni del tutto strumentali, di natura prettamente politica.
Normalmente riferire sulla stampa che si sono toccati importanti temi come quello della risoluzione dei due temi che ho accennato fa sembrare che l’intervento risolutivo in queste due materie sia stato portato avanti proprio dalla Regione, invece ci risulta esattamente il contrario: un atteggiamento ostruzionistico della Regione, in particolare sulla “Quadrilatero”, come della Provincia di Macerata su questo, mentre dal resoconto sembra che oggi queste due Amministrazioni siano addirittura le promotrici di tali progetti.
Quindi la nostra critica è soprattutto in questo senso. Se una cosa si può dire in merito a questi incontri, è che si è riconosciuta — questo lo diciamo con forza — la paternità delle più importanti strategie in atto in questa regione da parte del Governo di centro-destra, del Governo Berlusconi, perché dal resoconto di Macerata è emerso che le due più importanti tematiche sono l’ampliamento della A14 e la realizzazione del “quadrilatero”, guarda caso quelle cose che noi portiamo avanti da decenni e che questa maggioranza ora, e quella precedente, si sono ostinate a ostacolare in questa regione. Quindi la nostra è una legittima recriminazione, soprattutto anche di imprimatur a queste due importanti iniziative.
Sull’ordine dei lavori
PRESIDENTE. Passiamo ora alla proposta di legge regionale n. 35 ad iniziativa della Giunta regionale.
Luigi VIVENTI. Presidente, rimane una interpellanza relativa alla “Quadrilatero”.
PRESIDENTE. Non ci è sfuggito ma è decorsa l’ora dall’inizio del Consiglio, quindi viene rinviato alla prossima seduta.
Proposta di legge (Discussione e votazione): «Disciplina per l’applicazione delle sanzioni amministrative in materia di interventi cofinanziati dal fondo europeo orientamento e garanzia agricola (FEOGA)» Giunta (35)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di legge n. 35, ad iniziativa della Giunta. Ha la parola il relatore di maggioranza, consigliere Binci.
Massimo BINCI. Questa proposta di legge assegna le funzioni alla competenza regionale, in quanto è già la Regione che istruisce tutte le pratiche, ha gli uffici competenti. Mente la legge precedente assegnava questo incarico ai Comuni, si cerca di semplificare e di accentrare in un unico procedimento sugli uffici regionali.
E’ questa la sostanza della legge.
PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza, consigliere Viventi.
Luigi VIVENTI. Abbiamo esaminato la questione in Commissione, mi sono trovato in sintonia con il collega relatore di maggioranza, credo che sia opportuna questa modifica, ho già votato a favore in Commissione e ritengo che anche gli altri colleghi della Commissione possano ripetere la stessa votazione in quest’aula.
PRESIDENTE. Se non vi sono altri interventi, passiamo alla votazione degli articoli.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.
(Il Consiglio approva)
Articolo 2. Lo pongo in votazione.
(Il Consiglio approva)
Pongo in votazione il coordinamento tecnico.
Il Consiglio approva
Pongo in votazione la legge nel suo complesso.
Il Consiglio approva
Proposta di legge (Discussione e votazione): «Modifiche alla legge regionale 23 gennaio 1996, n. 4 in materia di attività professionali nei settori del turismo e del tempo libero» Giunta (36)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di legge n. 36 ad iniziativa della Giunta.
Ha la parola il relatore di maggioranza, consigliere Badiali.
Fabio BADIALI. Con questa proposta di legge andiamo ad abrogare l’obbligo a carico di chi intendeva svolgere professioni nel settore del turismo e del tempo libero, munendosi di un’apposita licenza rilasciata dal Comune di residenza. Siccome questi corsi vengono svolti dalla Provincia la quale rilascia questo tesserino, con questa proposta di legge togliamo l’obbligo di passare attraverso il Comune, che diventa faticoso per i cittadini e un obbligo che i Comuni non sono in grado di assolvere in quanto oberati da impegni. E’ pertanto valido il tesserino che la Provincia rilascia dopo il corso, togliendo un ulteriore obbligo ai Comuni.
PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza, consigliere Bugaro.
Giacomo BUGARO. Si tratta di una legge di carattere tecnico, che recepisce una problematica vissuta sul territorio con questa doppia mandata Provincia-Comune. Si va verso la semplificazione, quindi siamo sostanzialmente d’accordo, come già espresso in Commissione, a votare questa proposta di legge.
PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere D’Anna.
Giancarlo D’ANNA. Pur essendo d’accordo raccomando un maggiore controllo per quanto riguarda queste categorie professionali, perché ancora c’è tantissimo abusivismo in giro. Va benissimo il discorso fatto, perché è evidente che, occupandosi la Provincia direttamente della materia è inutile che il Comune continui ad autorizzare, però ci vuole un maggior controllo, perché ottenere l’abilitazione per le professioni turistiche non è facile e ancora c’è tantissimo abusivismo. Quindi una sollecitazione agli organi competenti a vigilare anche da questo punto di vista.
Il nostro voto è comunque favorevole.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell’articolo unico.
Preliminarmente pongo in votazione il coordinamento tecnico.
Il Consiglio approva
Articolo unico. Lo pongo in votazione. Votando l’articolo unico si intende approvata la legge nel suo complesso.
Il Consiglio approva
Presidenza del Vicepresidente
ROBERTO GIANNOTTI
Ordine dei lavori
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sull’ordine dei lavori, il consigliere Brini. Ne ha facoltà.
Ottavio BRINI. Chiediamo, Presidente, di poter invertire i punti all’ordine del giorno, trattando prima la mozione e facendo successivamente le nomine.
PRESIDENTE. Trattandosi di un atto piuttosto complesso, direi di procedere secondo l’ordine del giorno stabilito.
Sara GIANNINI. Chiedo cinque minuti di sospensione per poter verificare le nomine.
PRESIDENTE. In questo caso è allora opportuno procedere con la mozione al punto 6 dell’ordine del giorno.
(Così rimane stabilito)
Mozione (Svolgimento): «Costo del gasolio nel settore della pesca marittima» Giannini, Ricci e Mollaroli (24)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la mozione n. 24 dei consiglieri Giannini, Ricci e Mollaroli. Ha la parola il consigliere Giannini per l’illustrazione della mozione.
Sara GIANNINI. Abbiamo presentato questa mozione sulla base di una situazione che esiste nella marineria marchigiana, che riguarda l’aumento forte e incidente sui costi per le strutture, dovuto all’aumento del costo del gasolio di ben 10 centesimi al momento in cui abbiamo presentato la mozione ed ulteriormente aumentato, in quanto il prezzo del petrolio sta aumentando in maniera vertiginosa. Ciò ha portato a un’incidenza, per l’approvvigionamento energetico alle marinerie, che supera il 50% dei ricavi d’impresa. E’ una situazione che è stata portata all’attenzione del Governo e della comunità europea. Fino ad oggi, nonostante i molti colloqui che ci sono stati, sia a livello comunitario che governativo, segnali incoraggianti non ci sono. So che il commissario europeo, in un colloquio con il sottosegretario Scarpa ha impostato alcune ipotesi come l’aumento del de minimis o il contributo sull’acquisto dei motori, che tra l’altro non incide molto sulla questione del gasolio, o ancora la possibilità, per l’anno 2006, di estendere i benefici del fermo tecnico non solo ai dipendenti ma anche alle imprese. Questo non è stato tradotto, però, in alcuna direttiva. Sapendo che, come dice un autorevole esponente del Governo, cioè Tremonti, che della finanziaria c’è solo la cartellina, gli impegni che Bonazza Scarpa si è assunto anche con i rappresentanti delle nostre marinerie non sono ancora certi.
Chiediamo quindi, come hanno richiesto anche sia i rappresentanti delle associazioni che i sindacati in un documento unificato, che si possano inserire all’interno della programmazione regionale alcune richieste che facciamo alla Giunta regionale perché se ne faccia interprete presso il Governo nazionale e presso la Comunità europea.
Chiediamo di estendere alla pesca il regime speciale della compensazione dell’Iva in atto nel settore agricolo, di applicare alla pesca l’aliquota Irap in vigore nel settore agricolo, di dare continuità alle agevolazioni alla legge 30 e soprattutto istituire una unità di crisi che, insieme al Governo, coinvolga le associazioni di categoria e le autorità garanti della concorrenza.
In realtà infatti, le associazioni e i sindacati hanno chiesto al Governo di attivare un percorso di confronto anche con le associazioni petrolifere. Il sottosegretario a questo si era impegnato. Ad oggi non siamo a conoscenza, né che l’incontro sia stato fatto, ma nemmeno, se è stato fatto, dell’esito che questo ha portato. E’ un problema importante, perché si tratta di un settore rilevante, soprattutto per quanto riguarda la nostra regione. So che la Giunta e l’assessore stanno lavorando strenuamente, ma il lavoro che il Consiglio può fare, cioè l’approvazione di una mozione a sostegno delle attività della Giunta e dell’assessore, può essere utile e produttivo, spero, di qualche beneficio e soprattutto di qualche soluzione che fino ad oggi, purtroppo, ancora non si vede.
PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Brini.
Ottavio BRINI. Si tratta di un argomento molto importante, che merita la dovuta attenzione e occorre recuperare il tempo perso per la pausa estiva a livello politico, tanto è vero che la stessa collega Giannini diceva che ancora a livello nazionale, dal sottosegretario Scarpa non sono arrivate alcune risposte. Dio questo argomento abbiamo avuto modo di parlare anche con l’assessore Petrini, ci sono stati degli incontri a Roma con le categorie, le stesse associazioni, le forze politiche, il Governo. Penso che in questo lasso di tempo una soluzione sicuramente la si debba trovare. E’ quindi importante che in questo Consiglio regionale si giunga ad una mozione unitaria che dia più forza, una autorevolezza a questo Consiglio su un problema così delicato che vede impegnate tutte le marinerie marchigiane. E’ un argomento che a volte crea delle disparità. Però noi non dobbiamo sempre dire “visto che l’hanno concesso ai lavoratori dell’agricoltura dobbiamo concederlo anche ai pescatori”. Bisogna darlo ai pescatori, senza mettere in competizione due categorie, due associazioni, perché sono sempre lavoratori, come gli agricoltori. Si tratta di gente che fa sacrifici notevoli per mantenere ancora la nostra campagna. E’ quindi importante fare un’azione unitaria, senza dividerci addebitando colpe di ritardi al Governo o alla Giunta che in questi due mesi di periodo estivo è rimasta ferma. Non dobbiamo fare polemiche, dobbiamo semplicemente fare un documento forte, incisivo, che sia rappresentativo del Consiglio regionale e delle associazioni di cui stiamo parlando.
Ho partecipato, a Civitanova, ad una importante iniziativa a cui era presente la marineria civitanovese insieme a quella di San Benedetto e ho constatato una maturità da parte della gente, che non cercava lo scontro ma voleva il dialogo a prescindere dall’appartenenza politica.
Il messaggio che oggi noi dobbiamo lanciare da questo Consiglio regionale è di andare incontro ai lavoratori, in un momento di crisi, in cui il prezzo del petrolio sta andando alle stelle.
E’ una categoria che fa una vita non dietro la scrivania e voi sapete quanto è difficile andare in mare, soprattutto d’inverno. Per questo bisogna dare loro una mano, perché sono rimasti in pochi a fare dei sacrifici, sotto questo aspetto. Bisogna quindi non solo mantenere le flotte ma rafforzarle.
L’impegno che chiediamo è di non dividerci su una sterile polemica, differenziandoci dal Governo, perché quando si parla di operai, di lavoratori, si tratta del bene di tutti, quindi mi auguro che ci sia veramente una convergenza unitaria affinché il problema sia risolto nel più breve lasso di tempo possibile.
PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Benatti. Comunico che è stato presentato un emendamento a firma Capponi e Ciccioli.
Stefania BENATTI. Anch’io condivido l’importanza di un pronunciamento del Consiglio regionale su questo tema e l’opportunità e la valenza di un voto unanime, proprio perché credo che un primo scopo di questa mozione debba essere quello di dare un segnale forte ad una categoria strategica per la nostra regione, quindi la solidarietà dell’intero Consiglio regionale credo che sia una prova di maturità da parte di un’istituzione come la nostra.
Oltre alla solidarietà, credo che sia compito nostro anche interrogarci sul ruolo che la pesca dovrà svolgere anche in futuro, per quanto le competenze di ogni livello istituzionale permetteranno. Quindi ritengo che accanto a queste misure che vengono sollecitate dalla mozione, ci dobbiamo chiedere, come Regione, quello che possiamo fare. Ritengo che il ruolo che noi possiamo svolgere debba essere un ruolo forte nei confronti dei livelli superiori, al di là delle posizioni politiche, quindi nei confronti dello Stato centrale e della Comunità europea, perché sappiamo che il problema del carburante, del gasolio è un problema mondiale, di difficile soluzione, però sappiamo anche, per esempio, che il costo in Italia è superiore al costo che pagano i pescatori in Francia o in Spagna, quindi un’azione del Governo centrale nei confronti dell’Unione europea per cercare di capire i problemi e se ci sono possibilità di arrivare a calmierare i prezzi a livello europeo, è un’azione che politicamente il Governo centrale deve fare nei confronti dell’Ue, così come altre iniziative a sostegno del settore rispetto al quale, fermo restando le prerogative della normativa comunitaria, tutto quello che è possibile fare penso sia opportuno metterlo in campo. Anche nei confronti dello Stato nazionale.
A differenza di quello che dice il collega Brini, io credo che giovi considerare la pesca alla stessa stregua dell’agricoltura, in primo luogo perché comunque parliamo di quello che i ragazzi a scuola imparano essere il settore primario, che comprende sia la pesca che l’agricoltura, ma anche perché parliamo di imprese che, specialmente nella tipologia marchigiana si configurano come imprese familiari, quindi c’è una peculiarità della marineria marchigiana che vede anche le donne impegnate all’interno della pesca e abbiamo un’esperienza felice soprattutto nella marineria anconetana che ha addirittura un’associazione delle “donne della pesca”. Quindi parliamo di un modo di svolgere un’attività professionale, imprenditoriale, che ha molti lati di contatto fra l’agricoltura e la pesca, quindi non si tratta di metterle in contrapposizione ma di portare avanti un modo di lavorare che poi si può esplicitare anche in settori produttivi diversi e io credo che questo sia un valore che di per sé noi dobbiamo salvaguardare, quello dell’impresa familiare che si può esprimere nella forma dell’agricoltura, nella forma dell’artigianato o della pesca. Quindi un altro modo di intervenire credo sia quello di valutare, nell’ambito di questo ampio settore, tutti i sostegni strutturali che possiamo dare al settore della pesca, compreso anche quello della nostra organizzazione interna. Credo che anche nell’ambito della riorganizzazione della Regione Marche, noi dovremmo predisporre un riferimento importante anche per quanto riguarda il settore della pesca, che non può essere considerato a margine dell’attività della Regione stessa, ma che deve avere, anche nell’organizzazione dei servizi, un riferimento che sia anche il segnale di un’attenzione che la Regione dà a questo settore.
Presidenza del Presidente
DAVID FAVIA
PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Ciccioli.
Carlo CICCIOLI. Purtroppo il problema del caro-gasolio per la pesca, che è il problema dell’aumento del costo della benzina in tutto il mondo, è molto complesso. Tra l’altro non si fermerà con le misure che spero saranno prese il 20 settembre a Bruxelles dai ministri dell’agricoltura e della pesca europei riuniti, ma si dovrà trovare un meccanismo, perché è vero che nella giornata di ieri il costo del petrolio a barile è sceso di quasi un dollaro, da 64 a 63 dollari, però c’è un documento degli emiri dell’Opec che dice che entro l’anno il costo del petrolio sarà portato a 80 dollari al barile. Tutti capiscono cosa significa, per l’economia occidentale, questo tipo di aumento. Che questo costo si stabilizzi su 63-64 dollari a barile o che aumenti fino a 80, è un dato che ricade sulle categorie che utilizzano l’energia attraverso il carburante, in particolare l’agricoltura e la pesca.
Noi siamo in questo momento, come Italia, costretti a una serie di meccanismi che ci dettano delle regole che sono comunitarie.
Nel momento in cui questo ordine del giorno chiede al Governo nazionale di farsi interprete, come consigliere regionale, recependo le marinerie in protesta, non solo me ne sono occupato collegandomi con il Ministero dell’agricoltura e della pesca, visto che c’è un ministro di An, ma ho fatto incontrare anche i pescatori, in particolare della marineria di Civitanova. Nell’ultima visita nelle Marche, Alemanno qualche giorno fa ha avuto un colloquio a San Severino Marche, però il ruolo del ministro è modesto rispetto al fatto che se noi concediamo sconti particolari alla pesca, scatta il meccanismo europeo di infrazione che riduce i fondi che vanno all’Italia per la pesca stessa. Quindi noi troveremmo un meccanismo per cercare in qualche modo di ricompensare le imprese di pesca, poi l’Europa ci contesta l’infrazione e ci ritirano i soldi. Quindi il 20 settembre, a Bruxelles, occorre che vi sia una decisione comunitaria che autorizzi tutte le nazioni— e quelle che praticano la pesca, sulle 25, sono 4-5 — a riconoscere delle misure di sostegno al settore.
Ma ancora più complesso è il meccanismo interno. Ho partecipato all’assemblea dei pescatori di Rimini tenutasi il 25-26 agosto. Per i marchigiani era presente la Confcooperative con l’ex consigliere regionale Micucci, c’ero io, c’erano altri consiglieri. C’era una grande rabbia dei pescatori nei confronti delle loro associazioni, che sono state contestate durante l’assemblea. Infatti non si capisce perché le associazioni prendano un po’ le distanze dai pescatori stessi che si sentono in qualche modo senza un sindacato di protezione.
Contestano il fatto che a tutt’oggi il sottosegretario con delega alla pesca non abbia potuto trovare misure in qualche modo decisive, ma innanzitutto l’assemblea della Ce è dei ministri e non dei sottosegretari, e comunque è incastrato da questi meccanismi che non ci permettono, poi, di prendere provvedimenti, benché siano successe cose strane, accadute perché le hanno determinate le società raffinatrici di petrolio, le quali hanno aumentato di circa il 20%, in corrispondenza dell’aumento dei costi del petrolio, il gasolio nelle colonnine autostradali, mentre hanno aumentato del 50% quelle del gasolio da pesca. Non si capisce perché questo meccanismo. Chi guadagna di più, in questi aumenti, alla fine sono le società petrolifere, che percentualmente, sugli aumenti vedono l’aumento degli utili. Per la prima volta le raffinerie italiane, con il bilancio 2004 sono riandate in utile. Mentre le raffinerie perdevano sulla raffinazione e guadagnavano sulla distribuzione, adesso guadagnano sulla distribuzione ma anche sulla raffinazione, perché grazie agli aumenti dell’Opec aumentano le percentuali anche a loro.
Quindi è una situazione molto delicata. Spero che il giorno 20 l’Italia riesca, insieme alla Spagna che ha lo stesso problema, a ottenere qualche cosa, anche se là il prezzo della benzina e del petrolio è minore, perché nei decenni precedenti il petrolio in generale e il gasolio sono stati tra i beni più tassati, per cui ci portiamo dietro questi prezzi altissimi che attualmente si sono addirittura incrementati. C’è il problema della Spagna, c’è il problema, in parte, dell’Inghilterra, che pure ha imprese di pesca abbastanza attive, del Portogallo, dell’Italia, della Grecia. Altre nazioni sono meno interessate al problema, perché la pesca è residuale.
E’ evidente quindi che ci deve essere un impegno forte del Governo. L’impegno forte del Governo c’è. Spero, se tutto va bene, che venerdì il ministro Alemanno riceva le marinerie e dia delle garanzie attraverso accordi incrociati con altri governi dell’Ue, perché questa è l’unica possibilità. Spero che vi siano altre misure a sostegno del settore, che sicuramente ci devono essere, che però sono tutte complicate dall’Ue, che è utilissima in altri campi, ma quando si tratta di intervenire sull’economia, poiché c’è questo atteggiamento di estremo liberismo, di libera competizione, i governi non possono che sostenere le imprese se non previo vincoli comunitari.
Per quanto riguarda il problema dell’Iva in agricoltura, che è stato già recepito nella finanziaria che sarà resa pubblica fra pochi giorni, c’è un impegno, che spero sia mantenuto da parte del ministro Alemanno anche nel settore della pesca. In agricoltura è già passato, nella bozza, bisogna estenderlo alla pesca, però anche qui è colpa delle associazioni che si sarebbero dovute muovere come si sono mosse in maniera molto aggressiva quelle agricole. Quelle agricole sono state lì, hanno rovesciato i tavoli e nella bozza già trovano un riscontro; quelle della pesca bisogna che si muovano. Ma credo che questo accadrà, perché i pescatori sono molto arrabbiati, in quanto il pesce diminuisce, i costi aumentano e se era un settore molto ricco qualche decennio fa, adesso la situazione è sicuramente cambiata.
Questa mozione contiene il solito accenno al Governo: “i ritardi del Governo nel trasferire le competenze e le risorse al settore della pesca marittima”. Alcune Regioni — me l’hanno detto a livello di Ministero — non le vogliono queste competenze, perché sono una rogna; Alcune Regioni, invece di essere contente dicono “tenetevele voi”, perché gestire il mare che no ha confini precisi, non è roba semplice. Toglierei quindi questi aspetti che, secondo me, sono molto modesti e terra-terra, per arrivare a firmare un ordine del giorno unitario.
PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Bucciarelli.
Raffaele BUCCIARELLI. Anche noi siamo d’accordo con questa mozione e mentre dichiaro questo penso con soddisfazione al lavoro svolto dall’assessore che ha incontrato a suo tempo le organizzazioni della pesca, il mondo della cooperazione e si è rivolto a Roma per svolgere un ruolo che non fosse solo di passivo spettatore ma attore dei cambiamenti che sono necessari, in questo settore che finora è stato vissuto come un settore marginale, come un settore quasi di risulta, tanto è vero che noi siamo tra i paesi che hanno le flotte pescherecce più forti, più esperte, più capaci, ma rappresentiamo anche il paese dove i mondo della pesca accusa problemi storici nella sua organizzazione, a livello di servizi.
Io ho avuto modo di partecipare a molte riunioni della federazione europea delle città di pesce e di mare e si parlava dell’organizzazione della pesca in vari paesi che vanno dal Portogallo alla Grecia, alla Francia, all’Inghilterra, alla Germania, alla Polonia ecc. e posso garantire che in Italia il mondo della pesca ancora non può usufruire dei servizi che altri paesi hanno in maniera consolidata e costruiti, molto spesso, anche con fondi europei. Evidentemente i governi di quei paesi hanno messo al centro della loro attenzione non solo l’agricoltura ma anche il mondo della pesca.
Questo per dire che il problema del gasolio è la goccia che ha fatto traboccare il vaso, una goccia molto importante, perché oggi rappresenta il 50% del costo, ma è anche vero che è l’ultimo elemento che mette in evidenza la gravità della situazione della pesca.
Un altro elemento che credo questo Consiglio dovrà affrontare, è quello dell’organizzazione della filiera. Non è possibile che ancora noi — parlo dell’Adriatico, della flotta peschereccia delle marche, che è tra le prime in Italia, per esempio, per la pesca di specie massive e pesce azzurro — non ne consumiamo abbastanza, oppure ne consumiamo in scatola, ma di ritorno dalla Spagna dove invece va fresco. Quindi una riorganizzazione della filiera, partendo dall’educazione alimentare.
Colgo l’occasione per dire che non è possibile fare bandi di promozione del consumo di pesce azzurro, dando la priorità ai comuni della costa. E’ come vendere in frigoriferi in Alaska e i termosifoni in Senegal. Dobbiamo incrementare la conoscenza e il consumo del nostro pescato ai comuni dell’entroterra. Dobbiamo riconvertire il nostro approccio politico nei confronti della pesca, per far sì che anche questo settore veda nell’ente pubblico un attore positivo.
Il prezzo del gasolio credo che non sfugga a nessuno che è aumentato a dismisura dopo la guerra in Iraq. E’ frutto di scelte politiche e di speculazioni politiche precise, perché il prezzo del petrolio deve risarcire le spese impegnate per la distruzione, l’occupazione e, domani, la ricostruzione dell’Iraq.
Non so quanto il ministro Alemanno sarà intenzionato a sostenere le ragioni della pesca a Bruxelles il 20 settembre. Sarebbe bene, però, che fosse presente come lo è stato — e non lo dico in contrapposizione al consigliere Brini— con i problemi relativi ai prodotti agricoli in Puglia, dove, tra l’altro, se intervento dovrà esserci da parte dell’Ue o del Governo nazionale, con il permesso della Commissione europea, sarà bene che questo avvenga su tutte le regioni italiane, perché un ministro deve pensare alla nazione intera e non alla regione di provenienza. Quindi mi auguro che vengano accolte le nostre richieste.
Dobbiamo anche essere leali tra di noi nel momento stesso in cui facciamo le richieste indicate nei punti della mozione. Se noi siamo leali e franchi non possiamo non dire che il Governo, questo Governo provoca dei danni al mondo della pesca, rallentando i trasferimenti alle Regioni. E’ anche vero che qualche Regione è riluttante a chiedere competenze e risorse, ma noi siamo la Regione dove è nata l’iniziativa del fermo biologico, a testimoniare della grande cultura del nostro mondo della pesca e del nostro mondo della cooperazione. Quindi la Regione marche accoglierebbe da subito, con molto piacere, credo, il decentramento relativo alla materia della pesca.
Se vogliamo essere chiari, dobbiamo dire le cose come stanno e il Governo è in ritardo. Dopodiché sarebbe bene che tutti votassimo questa mozione senza fare i salvatori di parte, ma denunciando questa situazione grave.
La Giunta si è mossa bene e il Consiglio approva questa mozione in appoggio a quanto è stato fatto, con le richieste indicate nei quattro punti della mozione stessa.
PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Capponi.
Franco CAPPONI. Ritengo che effettivamente, come enunciato a più esponenti, ci sia una crisi del settore della pesca, generata da tanti fattori, non ultimo quello dell’aumento del costo dei carburanti. Abbiamo un problema di pescosità, un problema di organizzazione del sistema pesca, soprattutto della valorizzazione del prodotto, perché non è solo in mare che si producono i redditi in questo settore.
Rispetto a questa mozione, di cui condividiamo l’impostazione di fondo, non concordiamo assolutamente sull’affermazione strumentale dei ritardi del trasferimento delle funzioni in materia di pesca. Il ritardo, dovuto anche alla definizione degli accordi con le Regioni in questo settore, non ha sicuramente influito sul costo dei carburanti su cui questa mozione principalmente si impernia.
Non è vero quanto affermato da alcuni circa lo scarso interesse del Governo per il settore della pesca. Invece registriamo una grande attenzione del ministro Alemanno per tutto ciò che concerne lo sviluppo dei settori primari legati all’economia primaria di questo paese, quali l’agricoltura e la pesca.
Una grande attenzione dimostrata anche con una forte presenza ai tavoli istituzionali europei, nella definizione anche di una particolarità della pesca italiana. La pesca italiana dei piccoli mari non è paragonabile a quella degli stati nordici, ad esempio che pescano negli oceani, quindi le dimensioni del pescato, la qualità della pesca, le tecniche di pesca che sono state di recente modificate e aggiornate.
Concordiamo con le preoccupazioni ma sappiamo che la definizione di misure specifiche non deve infrangersi contro le norme rigide comunitarie. Non è possibile affermare che bisogna ridurre l’accisa sui carburanti, perché sarebbe equiparato all’aiuto di Stato e voi sapete in quali infrazioni il nostro Stato è già in corso per altri settori, come quello dell’autotrasporto, con la condanna del nostro paese alla restituzione delle agevolazioni percepite dai vari operatori.
Tutti possiamo quindi fare qualcosa, e mi rivolgo anche all’assessore, perché ritengo che qualcosa può fare anche la Regione Marche. C’è anche l’Irap regionale: noi abbiamo presentato un emendamento in cui chiediamo anche alla Regione di considerare il settore della pesca come uno dei settori in difficoltà, come il tessile-abbigliamento-pellettiero, quindi avere una riduzione dell’Irap anche in questo settore, perché non possiamo sempre dire agli altri “riducete” e noi aumentiamo. Inoltre ritengo che noi dobbiamo gi programmare e fare un grande dibattito sul tema della pesca, in vista della discussione del prossimo programma di sviluppo e di coesione europeo, che probabilmente, nel passato, non abbiamo utilizzato per rafforzare il settore della pesca, per potenziare e valorizzare soprattutto il prodotto della pesca.
Dicevo che il reddito dei pescatori non si realizza in mare ma nella trasformazione e vaporizzazione del prodotto. Su questo siamo d’accordo a condividere, in un atteggiamento di estrema responsabilità e con il buon senso che ci contraddistingue, anche questa mozione, tra l’altro relativa a un problema sollevato anche da membri dell’opposizione e ribadita dai numerosi incontri che abbiamo avuto con i pescatori, proprio per sostenere a livello governativo iniziative che vadano in questa direzione.
Siamo quindi favorevoli alla mozione, con gli emendamenti che abbiamo proposto, eventualmente integrata anche da altri che noi accetteremo se vanno nella direzione che ho detto.
PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Binci.
Massimo BINCI. Condivido i contenuti della mozione ed esprimo solidarietà al mondo della pesca, quindi a questi lavoratori. E’ un settore primario, fondamentale, senz’altro è importante anche la gestione oltre che lo studio della pescosità, perché è una verifica anche del fatto che il nostro mare, che è un mare chiuso — anche se molte attività di pesca vengono svolte anche dalle nostre marinerie in Atlantico e sulle coste africane o nel Mediterraneo — è in una situazione che va monitorata, perché fin quando ci saranno queste attività vuol dire che la pescosità, quindi la vivibilità del mare è garantita.
Da parte dei Verdi c’è quindi una solidarietà e una condivisione di questa mozione.
PRESIDENTE. Ha la parola l’assessore Petrini.
Paolo PETRINI. Vorrei fare un intervento non troppo lungo, concentrato sui temi sollevati dalla mozione, quindi il caro gasolio, senza affrontare i tanti, a volte gravi problemi che sono legati al mondo della pesca. Sapete tutti che il caro gasolio non è un problema che riguarda solo i pescatori, ormai il prezzo del petrolio è destinato ad aumentare ulteriormente, secondo tutte le previsioni, mettendo in serie difficoltà molti altri settori, pensiamo solo all’autotrasporto. Nel caso della pesca, vista la struttura dei costi di queste aziende — il 40% è relativo al carburante — capite che un aumento del 60% negli ultimi due anni, ha comportato un appiattimento dei risultati d’impresa, molto preoccupante.
L’incontro con le associazioni avuto nel corso della primavera e dell’inizio dell’estate, ha messo in evidenza quello che era già intuibile conoscendo quanto appena detto: i costi che aumentavano e i ricavi che diminuivano perché la risorsa è molto scarsa, sempre più scarsa nel nostro mare, quindi una forbice che si stringe sempre di più attorno ai pescatori, con la consapevolezza, che sempre deriva dalla conoscenza diretta dei problemi, soprattutto da parte di coloro che li vivono, che la Regione Marche ha assunto l’iniziativa, nel coordinamento nazionale delle Regioni, di porre sul tavolo questa problematica, permettendo così al Governo di avere maggiore forza sia in sede europea, sia al Ministero, consentendo al sottosegretario, in questo caso on. Scarpa, di poter, nell’ambito degli strumenti di programmazione finanziaria, di poter intervenire su questo problema. Noi abbiamo quindi fatto fare un tavolo di coordinamento e poi una successiva riunione di questo tavolo di coordinamento regionale con il Ministero. Abbiamo posto subito all’attenzione del ministro i provvedimenti che ci sembravano di migliore attuazione e di maggiore incisività sul problema: far sì che il gasolio fosse, come nel settore dell’agricoltura, sotto il regime della fosfatizzazione ed in più far sì, così come chiede la stessa mozione, che l’Irap potesse godere, anche in questo caso, delle stesse agevolazioni che gode nel settore agricolo.
Ricordo in articolare ai consiglieri Capponi e Ciccioli che l’Irap nel settore della pesca è al 3,75%, nelle Marche qualche tempo fa era al 4,25%, ma la parte regionale dello 0,5% è già stata eliminata e il 3,75% è incomprimibile da parte nostra, perché attiene alle competenze esclusive dello Stato.
Quindi l’attività di confronto con i pescatori e successivamente di riflessione nei tavoli di coordinamento delle Regioni e con il Ministero, ha portato all’impegno, da parte dello stesso, di intervenire durante questo periodo e soprattutto in sede di discussione della finanziaria prossima ventura, per far sì che si possano recuperare quelle risorse da destinare a questo settore.
Questo con la coscienza che noi non stiamo affrontando un’emergenza temporanea, questo è un problema strutturale che ci porteremo dietro per un lungo periodo.
Prima di dire cos’altro sta avvenendo, soprattutto in sede europea, credo sia utile, anche in relazione al primo capoverso di questa mozione e alle obiezioni che sono state fatte, dire il contesto all’interno del quale si svolgono queste discussioni.
Il Governo solo nel settore della pesca non ha fatto i provvedimenti di attuazione della legge costituzionale del 2001, perché ha mantenuto, con le associazioni nazionali, un rapporto privilegiato che ha fatto sì che, malgrado il fondo nazionale della pesca nel corso degli anni sia stato dimezzato dai 120 miliardi di lire agli attuali 32 milioni di euro, i fondi per le associazioni siano rimasti gli stessi, tant’è che nell’ultimo riparto del fondo nazionale, dei 32 milioni di euro del fondo nazionale della pesca, solo 600.000 euro vanno nelle tasche dei pescatori, tutto il resto è appannaggio delle associazioni nazionali della pesca, che non organizzano il dissenso e che anzi, pur su un problema come questo, hanno spostato l’attenzione tutta sulla Comunità europea, che del resto si è mossa, dal mio punto di vista, nella misura massima possibile e devo dire che il commissario Borges è andato anche al di là delle indicazioni, delle richieste che erano state proposte dalle stesse associazioni di categoria. Infatti il commissario, pur dovendo agire all’interno di alcuni vincoli, come la diminuzione dello sforzo di pesca — se il pesce è limitato non possiamo assumere provvedimenti per far sì che vi siano più barche o che aumenti la capacità e l’efficacia degli strumenti della pesca — ha assunto dei provvedimenti, sia di breve che di medio periodo, alcuni di prossima attuazione, altri che hanno bisogno dell’assenso degli stati europei, che sono certamente lungimiranti. Anzitutto il fermo tecnico temporaneo, da qui alla fine del periodo di programmazione dello Sfop, lo strumento che finanzia la pesca: le barche possono stare ferme tre mesi consecutivo, oppure sei mesi e ricevere, ovviamente un sussidio. Oppure possono ricevere un sostegno per tecniche e attrezzature che diminuiscano l’uso del carburante, pure a parità di efficacia di pesca.
Di più, sempre con l’ausilio degli strumenti a disposizione — adesso lo Sfop, nel prossimo futuro il Fep — il commissario ha proposto l’incentivazione al risparmio di carburante tramite la sostituzione del motore, provvedimento adesso non possibile. La Regione Marche è stata una delle Regioni che più ha fatto richiesta per questo provvedimento già da anni. L’elaborazione, poi, di un piano di azione comunitario per la ristrutturazione del settore, mirato all’efficienza della flotta, di cui la sostituzione del motore è parte, quindi la creazione di un fondo di garanzia che possa fronteggiare le situazioni di crisi e in ultimo l’innalzamento del de minimis che oggi è fermo a 3.000 euro in tre anni e la proposta va a decuplicare il de minimis, cioè 30.000 euro. Capite quindi che l’attività della Commissione europea è stata assolutamente appropriata. Siamo in attesa di verificare che si dia un seguito altrettanto appropriato agli impegni del Governo nazionale.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione degli emendamenti.
Pongo in votazione l’emendamento n. 1 a firma Ciccioli e Capponi.
Il Consiglio non approva
Emendamento n. 2, sempre a firma Ciccioli e Capponi. Ha la parola il consigliere Ciccioli.
Carlo CICCIOLI. Ritengo che questo emendamento al maggioranza dovrebbe accoglierlo. Sottolinea che la partita si gioca il 20 settembre all’Unione europea, concordando tra i ministri della pesca del settore le misure di sostegno. Ritengo che sia un emendamento che non abbia sponda politica ma sia di indicazione e debba essere mandato quanto prima al ministro che parteciperà all’incontro.
PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Pistarelli.
Fabio PISTARELLI. Aggiungo alle parole del capogruppo Ciccioli, che se vogliamo fare documenti che servono per la propaganda, allora si denuncia il Governo, noi denunciamo la Regione ecc. Se vogliamo fare dei documenti che funzionano dobbiamo indicare elementi di sostanza che aiutino a un ragionamento e aiutino a far sì che la procedura o le procedure avviate abbiano buon fine.
Ecco lo scopo di questo emendamento e dell’altro che voleva evitare accenti o accenni a polemiche che non servono in questo momento a risolvere il problema del comparto pesca in grave difficoltà, non solo per il caro gasolio ma anche per vicende annose che riguardano il comparto.
PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Capponi.
Franco CAPPONI. Ritengo gravissima la bocciatura del precedente emendamento, che era a sostegno ed eliminava tutte quelle cose che non hanno senso nel ragionamento che stiamo facendo. Noi chiedevamo l’eliminazione del primo capoverso, in quanto non è il mancato decentramento che ha causato la crisi della pesca e l’aumento del gasolio. Se la sinistra ritiene che questo sia quello che serve al settore della pesca ben venga, ne prendiamo atto, ma non è risolutivo di nulla.
Ritengo, tra l’altro, che ci sia una deresponsabilità della maggioranza quando si chiede un maggiore impegno anche della Regione, non solo rinviando sempre ad altri qualcosa che possiamo fare anche noi. Quindi il senso di quell’emendamento è stato disatteso, ne sono profondamente amareggiato e cercheremo in tutti i modi di rimarcarlo anche sulla stampa.
Chiediamo l’approvazione di questo ulteriore emendamento, proprio perché indica il percorso Regione-Stato-Europa, che può incidere in misura positiva al raggiungimento degli obiettivi che ci siamo prefissati, altrimenti questa maggioranza andrà avanti per conto proprio ma non sappiamo dove.
PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Giannini.
Sara GIANNINI. Credo che noi, come Consiglio regionale non dobbiamo in questo momento preoccuparci di come il Governo evita le procedure di infrazione, non è compito nostro, noi dobbiamo dire quello che riteniamo utile che si discuta rispetto alle misure che riteniamo necessarie e che la pesca ci chiede di concordare. Dire nella mozione “...il luogo dove concordare normative che sostengano il settore senza giungere a subire procedure di infrazione a carico dell’Italia”, ci mancherebbe pure che il Governo, dopo che non sappiamo quello che fa, prenda anche le infrazioni. Mi pare quindi una richiesta che sembra togliere al Governo la responsabilità della gestione e anche del risultato di quello che succederà in quella riunione. Su questo ognuno si deve assumere le proprie responsabilità.
Per quanto mi riguarda sono contraria all’emendamento.
PRESIDENTE. Pongo in votazione l’emendamento n. 2.
Il Consiglio non approva
Pongo in votazione la mozione. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il consigliere Brini.
Ottavio BRINI. Peccato che la collega Giannini abbia perso un’occasione per dare un segnale forte a questo Consiglio regionale. E’ un peccato che gli appelli lanciati su questi banchi per trovare un accordo unitario su un problema così delicato, dimostrano ancora che state in questo Consiglio più per dividere che per lavorare ed unire su problemi molto importanti. Avremo modo di dividerci su altri problemi, ma su un problema così importante e delicato avremmo dovuto dare un segnale ed è un peccato che abbiate perso questa occasione.
Ci auguriamo che in futuro, su problemi di alto spessore, si trovi veramente un accordo unitario.
PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Pistarelli.
Fabio PISTARELLI. Visto che l’aula ha respinto le proposte di emendamento, il documento è solo propagandistico. Ci dispiace molto, faremo presente questa cosa, mediante la stampa, al comparto. Non possiamo andare avanti con la propaganda. Questa è una cosa molto seria e delicata che riguarda anche la Regione, pesantemente la Regione Marche e liquidarla con un documento che è soltanto una enunciazione di slogans propagandistici, è una scuola assolutamente inutile, anzi a nostro avviso va in senso contrario rispetto a quello che tutti gli operatori si attendevano.
Pertanto non possiamo che esprimere il nostro rammarico.
PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Capponi.
Franco CAPPONI. Ritengo che non possiamo accogliere la mozione presentata dal capogruppo Giannini, soprattutto perché, così come è posta, non ha alcun senso per la soluzione dei problemi legati alla pesca.
Abbiamo cercato di emendare questa mozione per darle contenuto, purtroppo non possiamo votare, perché così come ce l’avete proposta è priva di contenuto in quanto la riduzione dell’accisa sulla benzina o sul gasolio, come sapete è illegittima perché si configura come aiuto di Stato e comunque la riduzione con contribuzione dello Stato del costo dei carburanti è illegittima e non può essere portata avanti.
Noi avevamo chiesto un impegno maggiore della Regione per il comparto, che poi si ripercuoteva sui livelli istituzionali preposti — Stato e Ue — in un lavoro che potevamo svolgere insieme, dato le rappresentanze che ci sono. Purtroppo qui non si vuole collaborazione, non si vuole affrontare i problemi, ma si vogliono presentare solo in modo strumentale.
Noi siamo contro le strumentalizzazioni e quindi votiamo contro questo documento.
PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Giannini.
Sara GIANNINI. Nell’incontro che è stato fatto un incontro — non mi pare che fossero presenti i capigruppo del Polo — le associazioni e i sindacati hanno invitato tutti i capigruppo del Consiglio regionale. Io ho partecipato a quell’incontro, ho consegnato la copia della mozione che noi avevamo già presentato in Consiglio, mi pare riscuotendo anche un consenso da parte delle associazioni e dei sindacati, perché la mozione che Capponi dice non ha nessun contenuto, individua invece le stesse identiche richieste che associazioni e sindacati insieme hanno avanzato più volte al Governo.
Penso che gli emendamenti servissero a uscire da una situazione forse ritenuta imbarazzante, per cui la presentazione della mozione era avvenuta in maggioranza. Se sulla questione si dice che esiste una così grande preoccupazione, credo che per una volta si sarebbe anche potuto votare senza presentare emendamenti.
PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Procaccini.
Cesare PROCACCINI. Una brevissima dichiarazione di voto, perché la sostanza della nostra posizione è stata espressa con puntualità dal compagno consigliere Bucciarelli.
Penso anch’io che il Consiglio regionale perda un’occasione dividendosi su una questione di questo tipo. La pesca, le marinerie non sono settori o categorie qualsiasi, ma appartengono a quei settori dello sviluppo e dell’occupazione nella filiera alimentare tra i più delicati. Da questo punto di vista, se si accusa la maggioranza del Consiglio regionale di fare una critica fuori luogo al Governo, non si può poi fare altrettanto verso l’Ue.
A mio modo di vedere se il Governo italiano agisse sul versante della pesca in riferimento nazionale e non regionale, si potrebbe evitare anche l’ipotesi delle cosiddette infrazioni o sanzioni. Quindi il richiamo al Governo, anche se formulato in maniera diversa, andrebbe fatto, nell’esigenza di una visione dello sviluppo che riguarda le Marche e tutta l’Italia. Da questo punto di vista penso che si possa ancora sospendere per due minuti il Consiglio regionale e addivenire a una mozione unitaria, perché i mondo della pesca chiede che il Consiglio regionale, al di là delle appartenenze politiche, si faccia carico della possibilità di risolvere il problema della crisi, che in larghissima parte deriva dal costo del gasolio. E’ inutile girare intorno: il costo del gasolio, a seguito della guerra all’Iraq è triplicato, quindi non possiamo fare gli ipocriti consapevoli e scaricabarile, dobbiamo intervenire affinché il Governo, la Regione e anche l’Ue facciano la propria parte.
PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Ciccioli.
Carlo CICCIOLI. Trovo un po’ grottesco l’atteggiamento dei consiglieri di maggioranza, perché poi a parlare con Alemanno ci andiamo noi e gli diciamo “Hai presente l’ordine del giorno della Regione Marche? Mettilo in un cassetto”.
Cesare PROCACCINI. Alemanno è di un’altra corrente. Sarà difficile...
Carlo CICCIOLI. No, no, consentimi di dirti che c’è una buona intesa, per le vie segrete delle cose interne.
Tante volte abbiamo detto “sarebbe importante che tutto il Consiglio regionale, maggioranza e opposizione facessero quadrato sul problema, perché si ha più peso”. Addirittura si respinge questa indicazione sul confronto europeo che è fondamentale. Credo che neanche voi possiate dire “il Governo italiano prenda il provvedimento che gli pare, poi paghiamo la sottrazione dei fondi per l’infrazione alle normative europee”. Sarebbe una cosa di una stupidità incredibile.
Noi non voteremo, quindi, questo ordine del giorno così come proposto. Mi permetto di dire che non voteremo neanche contro, ci disinteresseremo. Ovviamente continueremo a sostenere le giuste ragioni della pesca attraverso i rapporti che, in questo caso, non sono istituzionali ma più personali, tra il Governo che ci è amico e la nostra rappresentanza politica locale.
PRESIDENTE. Ricordo al consigliere Ciccioli che una mozione votata dal Consiglio regionale è comunque un atto istituzionale, quindi darsi da fare perché il Governo ne faccia carta straccia, mi sembra fuori luogo. (Interruzione). Critico soltanto la lesione istituzionale, non il merito.
Pongo in votazione la mozione.
Il Consiglio approva
Nomine
PRESIDENTE. Prego di distribuire le schede per la Consulta regionale per lo sport — due consiglieri regionali.
Presidenza del Vicepresidente
ROBERTO GIANNOTTI
(Segue la votazione, per scheda segreta)
Comunico il risultato della votazione. Consiglieri votanti n. 24, schede bianche n. 3, schede nulle n. 1. Hanno ricevuto voti: Santori n. 13, Brandoni n. 12. Li proclamo eletti.
Prego di distribuire le schede per la Conferenza interistituzionale di coordinamento regionale — due consiglieri regionali, di cui uno di minoranza.
(Segue la votazione, per scheda segreta)
Presidenza del Vicepresidente
DAVID FAVIA
Comunico il risultato della votazione. Votanti n. 23, schede valide n. 23. Hanno ricevuto voti: Favia n. 11, Massi n. 9, Altomeni n. 1, Donati n. 2. Proclamo eletti i consiglieri Favia e Massi.
Prego di distribuire le schede per il Consiglio dei marchigiano all’estero — tre consiglieri regionali.
(Segue la votazione, per scheda segreta)
Comunico il risultato della votazione. Votanti n. 28, schede valide n. 26, schede bianche n. 2. Hanno ricevuto voti: Donati n. 17, Mollaroli n. 17, D’Anna n. 12, Capponi n. 7. Proclamo eletti i consiglieri Donati, Mollaroli e D’Anna.
Prego di distribuire le schede per l’Assemblea generale della Federazione mondiale delle città unite (FMCU) — Comitato nazionale italiano — un rappresentante istituzionale.
(Segue la votazione, per scheda segreta)
Comunico il risultato della votazione. Votanti n. 29, schede valide n. 29. Hanno ricevuto voti: Badiali n. 16, Donati n. 2, Pistarelli n. 11. Proclamo eletto il consigliere Badiali.
La seduta è tolta.
La seduta termina alle 13,45
Approvazione verbali
PRESIDENTE: Ove non vi siano obiezioni do per letti ed approvati, ai sensi dell’art. 29 del regolamento interno, i processi verbali delle sedute nn. 6 e 7 del 26 luglio 2005.
(Sono approvati)
Proposte di legge
(Annuncio e assegnazione)
PRESIDENTE: Sono state presentate le seguenti proposte di legge:
— n. 34 in data 26 luglio 2005, ad iniziativa della Giunta: «Assestamento del bilancio 2005», assegnata alla II Commissione in sede referente;
— n. 35 in data 28 luglio 2005, ad iniziativa della Giunta: «Disciplina per l’applicazione delle sanzioni amministrative in materia di interventi cofinanziati dal fondo europeo orientamento e garanzia agricola (FEOGA)», assegnata alla III Commissione.
— n. 36 in data 28 luglio 2005, ad iniziativa della Giunta: «Modifiche alla legge regionale 23 gennaio 1996, n. 4: attività professionali nei settori del turismo e del tempo libero», assegnata alla III Commissione.
— n. 37 in data 5 agosto 2005, ad iniziativa della Giunta: «Modifiche alla legge regionale 3 aprile 2002 n. 3: norme per l’attività agrituristica per il turismo rurale», assegnata alla III Commissione.
— n. 38 in data 28 luglio 2005, ad iniziativa del consigliere Rocchi, concernente: «Modificazioni alla legge regionale 4 giugno 1996, n. 20 – Interventi della Regione a favore dell’Associazione, poi Fondazione, Rossini Opera Festival e dell’Associazione Arena Sferisterio Teatro di tradizione per la promozione turistico-culturale dell’immagine delle Marche», assegnata alla I Commissione.
— n. 39 in data 3 agosto 2005, ad iniziativa dei consiglieri Castelli, Ciccioli, D’Anna, Pistarelli, Romagnoli, concernente: «Istituzione della figura professionale di operatore in discipline bio-naturali», assegnata alla III Commissione.
— n. 40 in data 3 agosto 2005, ad iniziativa dei consiglieri Castelli, Ciccioli, D’Anna, Pistarelli, Romagnoli, concernente: «Norme per il contrasto e la prevenzione dei fenomeni di mobbing e di stress psico-sociale nel luoghi di lavoro», assegnata alla V Commissione in sede referente e alla II Commissione per il parere obbligatorio.
Proposte di atto amministrativo
(Annuncio e assegnazione)
PRESIDENTE: Sono state presentate le seguenti proposte di atto amministrativo:
— n. 5 in data 25 luglio 2005, ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: «Criteri per la ripartizione dei progetti speciali di competenza regionale – fondo sanitario regionale anni 2004 e 2005 – spesa di parte corrente», assegnata alla V Commissione in sede referente e alla II Commissione per il parere obbligatorio;
— n. 6 in data 28 luglio 2005, ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: «Art. 138 del D. Lgs 112/98 – linee guida per la programmazione della rete scolastica nella Regione Marche per l’anno scolastico 2006/2007», assegnata alla I Commissione.
Mozioni
(Annuncio di presentazione)
PRESIDENTE: Sono state presentate le seguenti mozioni:
— n. 26 del consigliere Bugaro: «Collegamento del porto di Ancona con la grande viabilità – uscita ovest – e raddoppio S.S. 16»;
— n. 27 dei consiglieri Procaccini, Bucciarelli: «Direttiva Bolkestein (liberalizzazione servizi)».
Mozione
(Ritiro)
PRESIDENTE: Il consigliere Bugaro ha ritirato la mozione n. 10/05: «Collegamento del porto di Ancona con la grande viabilità – uscita ovest e raddoppio S.S. 16».
Promulgazione leggi regionali
PRESIDENTE: Il Presidente della Giunta ha promulgato le seguenti leggi:
— n. 19 in data 1 agosto 2005: «Modifiche alla legge regionale 15 ottobre 2001, n. 20 – Norme in materia di organizzazione e di personale della Regione»;
— n. 20 in data 1 agosto 2005: «Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 24 dicembre 1998, n. 45 e successive modificazioni, - Norme per il riordino del trasporto pubblico regionale e locale nelle Marche».
Estinzione processo relativo a legge regionale
avanti la Corte costituzionale
PRESIDENTE: La Corte Costituzione, in data 13 luglio 2005, ha dichiarato estinto il processo relativo alla legge regionale n. 6/2004 concernente: «Disciplina delle aree ad elevato rischio di crisi ambientale».
Dichiarazione illegittimità costituzionale
articoli legge regionale
PRESIDENTE: La Corte costituzionale ha dichiarato l’illegittimità costituzionale degli articoli 4 e 30 della legge regionale n. 34/92, «Norme in materia urbanistica, paesaggistica e di assetto del territorio», nella parte in cui non prevedono che copia dei piani attuativi, per i quali non è prevista l’approvazione regionale, sia trasmessa dai Comuni alla Regione (o alla Provincia delegata).
Deliberazioni amministrative
inviate dalla Giunta
PRESIDENTE: La Giunta ha trasmesso le seguenti deliberazioni:
— n. 981 in data 1/08/2005: «Art. 29 della L.R. 31 dell’11 dicembre 2001 – Variazione compensativa al Programma Operativa annuale 2005 approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 1678 del 28 dicembre 2004 – Euro 7.840,00»;
— n. 982 in data 1/08/2005: «Art. 20, comma 3, della L.R. 11.12.2001, n. 31 – Prelevamento dal fondo di riserva per spese obbligatorie del bilancio di previsione per l’anno 2005 – Euro 134.245,00»;
— n. 983 in data 1/08/2005: «Art. 26, comma 1, della L.R. 24 dicembre 2004 n. 30 – Iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2005 di entrate derivanti da assegnazione di fondi dallo Stato vincolati a scopi specifici e delle relative spese – Euro 7.954.663,72»;
— n. 984 in data 1/08/2005: «Art. 29 della L.R. 31 dell’11 dicembre 2001 – Variazione compensativa al Programma Operativo Annuale 2005 approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 1678 del 28 dicembre 2004 e successive modificazioni – Euro 29.578.757,21»;
— n. 985 in data 1/08/2005: «Art. 26, comma 2, della L.R. 24 dicembre 2004 n. 30 – Iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2005 di entrate derivanti da assegnazione di fondi da soggetti terzi vincolati a scopi specifici e delle relative spese – Euro 250.000,00»;
— n. 896 in data 18 luglio 2005: “Art. 29 della l.r. 11 dicembre 2001 n. 31 – variazione compensativa al programma operativo annuale 2005 approvato con DGR n. 1678/2004 e successive modificazioni – Euro 298.280,95 – Modifica al P.O.A per l’anno 2005 – DGR 1678/2004 e successive modificazioni»;
— n. 987 in data 1/08/2005: «Art. 29, comma 2, della L.R. 31 dell’11 dicembre 2001 – Variazione compensativa al Programma Operativo Annuale – Euro 58.679,00».
Congedo
PRESIDENTE: Ha chiesto congedo il consigliere Mollaroli.
Ordine del giorno della seduta
PRESIDENTE. Se siete d’accordo, pongo in votazione la prosecuzione della seduta oltre le 13,30.
Il Consiglio approva
Interrogazione (Svolgimento): «Impianto ditta smaltimento rifiuti Mondavio» Solazzi (41)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l’interrogazione n. 57 del consigliere Cesaroni, che però non è presente e mi dicono sta arrivando. Pertanto posponiamo l’ordine di trattazione, passando all’interrogazione n. 41 del consigliere Solazzi.
Per la Giunta risponde l’assessore Amagliani.
Marco AMAGLIANI. In merito all’interrogazione del consigliere Solazzi si forniscono le seguenti informazioni.
Risulta opportuno premettere che il provvedimento emesso dal P.M. di Napoli è stato notificato al curatore fallimentare e successivamente alla Provincia di Pesaro Urbino e al Comune di Mondavio che "in mancanza o inerzia dei proprietari nell'espletamento di quanto richiesto" le P.A. "devono subentrare e farsi carico di quanto disposto dell'ordinanza della Procura delle Repubblica di Napoli supplendo ella indisponibilità dei titolari, agendo in danno degli stessi".
Delle disposizioni della Procura della Repubblica di Napoli, il Servizio Aree Protette e Ciclo dei rifiuti ne è stato informato mediante fax del Comune di Mondavio in data 17.06.2005
(Prot. 15596).
Le disposizioni dell'Autorità Giudiziaria prevedono una bonifica del sito citando esplicitamente sia i disposti dell'Art. 17 del D.Lgs 22/97 (Bonifica e ripristino dei siti inquinati) che il D.M. 471/99 relativo ai siti inquinati.
Le disposizioni citate, assegnano al Comune il compito di intervenire, in caso di inerzia del responsabile, alla bonifica del sito.
A tale proposito è comunque necessario evidenziare che, ad oggi, ed a seguito di vari incontri svolti sulla materia, non è risultato dimostrabile la circostanza che trattasi di sito inquinato ai sensi del D.M. 471/99.
A seguito di confronto sia con l’Avvocatura regionale che con il Direttore del Dipartimento Territorio Ambiente, il Servizio Aree Naturali Protette e Ciclo dei Rifiuti ha attivato la procedura per recuperare le somme della polizza fidejussoria, di 413.165,52 ~ che la Ditta Agroter aveva stipulato a favore della Regione Marche a fronte della autorizzazione rilasciata.
In particolare il Servizio Aree Naturali Protette e Ciclo dei Rifiuti ha trasmesso una prima nota alla Società Assicuratrice nel mese di marzo c.a.
A seguito del riscontro dell'Assicurazione, tramite il quale si chiedeva copia della documentazione probatoria dei danni subiti per inadempienza Agroter, il Servizio, valutata la problematica nel corso di una apposita riunione tenutasi il 22.06.2005, a cui hanno partecipato l'Assessore all'Ambiente della Regione Marche, l'Assessore all'Ambiente della Provincia di Pesaro Urbino, il Comune, la Direzione del Dipartimento, I' ARPAM, il Servizio legale, il Servizio Tutela ambientale, ha provveduto a riformulare la richiesta di erogazione dell'importo della polizza all'Assicurazione (nota Ns. prot. 20334 del 23.06.2005).
Tale richiesta concedeva all'Assicurazione giorni 15 per l'ottenimento di un riscontro positivo, trascorsi i quali si sarebbero intraprese, da parte regionale, conseguenti azioni legali per la riscossione della somma assicurata.
Decorsi inutilmente 15 giorni il Servizio ha provveduto ad informare, con nota prot. N. 25164 dei 03.08.2005, il Servizio Avvocatura regionale, per l'avvio dell'iter legale.
A seguito della riunione del 22.06.2005 il Servizio Aree naturali Protette e Ciclo dei Rifiuti ha proposto alla Direzione del Dipartimento uno schema riguardante il complesso delle procedure che, si sarebbero dovute intraprendere da parte dei vari enti e Servizi regionali ed inerenti aspetti tecnici, amministrativi, finanziari e legali in modo da consentire la formulazione di un cronoprogramma generale di tutte le attività da svolgere.
Il reperimento di risorse finanziarie costituisce l'aspetto prioritario per poter configurare un intervento regionale di sostegno al Comune di Mondavio.
Con nota prot. n. 4725 del 18 maggio 2005, il Presidente della Giunta regionale, invitava il Direttore del Dipartimento Territorio e Ambiente a valutare la questione relativa agli interventi per lo smaltimento del percolato prodotto dai cumuli di rifiuti ancora stoccati nell'impianto sopra menzionato.
Con nota n. 17830 del 1.06.2005 veniva comunicato al Presidente della Giunta Regionale, tra l'altro, che eventuali risorse finanziarie per la bonifica del sito inquinato, determinabili sulla base di indicazioni fornite dall'ARPAM, andrebbero supportate almeno da un opportuno articolo di spesa nella legge di assestamento del bilancio regionale
2005.
In un successivo incontro con il Dirigente del Servizio Bilancio è stata rappresentata la necessità di prevedere, in sede di assestamento dei bilancio regionale 2005, uno stanziamento di Euro 5~000.000 per l'emergenza AGROTER o quantomeno di inserire nell'assestamento di bilancio l'autorizzazione ad assumere obbligazioni nell'esercizio 2005 con scadenza non anteriore all'anno 2006 per la bonifica dell'impianto di Mondavio.
Inoltre, da informazioni assunte presso la Provincia di Pesaro e Urbino la cifra richiesta potrebbe essere ridotta ad I milione di Euro sufficienti per la rimozione immediata dei rifiuti più pericolosi da smaltire in discariche della stessa provincia.
Alla data odierna nella proposta di assestamento del bilancio presentata in consiglio è prevista per la rimozione del percolato la somma di euro 40.000 che verrà inserita come emendamento alla legge di assestamento presentato dall'Assessore al bilancio.
Il reperimento di risorse finanziarie costituisce l'aspetto prioritario per poter configurare un intervento regionale di sostegno al Comune di Mondavio, anche in previsione di un intervento sostitutivo ai sensi dell'art. 17, comma 9 del d.lgs. n. 22 del 5 febbraio 1997.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il consigliere Solazzi.
Vittoriano SOLAZZI. Debbo purtroppo dichiarare la mia insoddisfazione rispetto a una risposta che mi sembra molto scolastica, ma che non tiene conto della reale situazione di un ente locale che si trova in gravissime difficoltà e siccome non è un Comune che ha risorse finanziarie ed umane per affrontare questa emergenza, credo che non portando questo ente alcuna responsabilità, in quanto questo Comune non ha mai rilasciato alcuna autorizzazione, dovremmo fare di tutti per stare vicini, nei fatti, agli enti locali, e questo è un caso emblematico.
Comprendo tutto — le difficoltà, che la questione non è semplice, che le risorse che debbono essere impegnate per una risoluzione vera del problema, così come disposto dalla procura di Napoli — però credo che per un ente come la Regione si debba fare, in casi come questo, qualche cosa di più dell’ordinaria amministrazione. Non possiamo lasciare i nostri sindaci, rispetto a questi problemi, da soli con l’assorbimento di gran parte del loro bilancio, senza portarne alcuna responsabilità autorizzatoria, a far fronte a queste esigenze, non è possibile. Credo anche che se la Regione da sola non riesce a far fronte, vanno attivate tutte le energie per portare questo problema anche ad altri livelli. Credo che una risposta urgente è quella di attivare, non dico solo per questo Comune ma anche per altre realtà che presentano questa emergenza, un tavolo interistituzionale, anche chiedendo un incontro al ministero, perché gli enti locali, in modo particolare i pi piccoli, quelli meno attrezzati, non possono far fronte a simili emergenze, a simili problemi.
Dobbiamo avere tutti la consapevolezza che la Regione, rispetto al sistema delle autonomie locali, rispetto ai Comuni ha un ruolo che non si estrinseca soltanto nel trasferimento di somme di denaro ma anche in un rapporto corretto, continuo, continuativo, di estrema attenzione, perché questo è un compito estremamente importante, dopodiché possiamo parlare tanto delle autonomie locali, dell’importanza, del ruolo della Regione rispetto agli enti locali, però è nei fatti concreti e soprattutto nelle emergenze che dobbiamo qualificare il nostro ruolo. Quindi dico alla Giunta, al Presidente, all’assessore, che su questo aspetto così come su altri di tipo emergenziale, rispetto alle forze di alcuni Comuni, non ci possono essere risposte scolastiche ma ci deve essere un coinvolgimento pieno, che cerchi di andare al cuore e alla risoluzione del problema.
Non mi pare che la risposta a questa interrogazione che non ha scopi polemici ma parte da un consigliere che ha fatto fino a qualche mese fa il sindaco e che sa benissimo che rispetto ad alcune emergenze le difficoltà di un Comune piccolo sono davvero molto grandi, sia soddisfacente. La Regione, che ha anche responsabilità di tipo autorizzatorio in queste questioni, deve adoperarsi in modo non formale ma sostanziale. Grazie dell’attenzione.
Interrogazione (Decadenza): «Grave crisi del settore tessile calzaturiero» Cesaroni (57)
PRESIDENTE. Dichiaro decaduta l’interrogazione n. 57 del consigliere Cesaroni, come da regolamento, per assenza del consigliere stesso.
Interrogazione (Svolgimento): «Realizzazione di un impianto di verniciatura a polvere nel comune di Acqualagna (PU)» Binci (42)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l’interrogazione n. 42 del consigliere Binci. Per la Giunta risponde l’assessore Amagliani.
Marco AMAGLIANI.
Premesso che la legge regionale n. 7/2004 per le procedure di VIA è una delle poche in Italia che prevede la fase partecipativa anche per la procedure di verifica "screening" sia con la pubblicazione sul BUR che sui quotidiani locali.
Per il procedimento in oggetto la pubblicazione sul BUR è stata effettuata il 05.08.2004 n. 81 e sul Messaggero del 29.07.2004, nel periodo previsto per legge (trenta giorni dalla pubblicazione sul BUR) non è pervenuta alcuna osservazione.
Va da sé che ogni osservazione pervenuta in tempo sul procedimento in esame avrebbe certamente attivato l'attenzione del Servizi regionali (la procedura di pubblicità ha questo preciso scopo: partecipare tutti i soggetti portatori di interesse nella formazione decisoria). lì mancato ricevimento ha avuto la logica e corretta conseguenza amministrativa di non "appesantire il procedimento in esame" di una ulteriore istruttoria e pubblicità che è stata demandata dai Servizi stessi alla procedura Autorizzazione Integrata Ambientale A.I.A.. di cui al D.Lgs. 59/2005.
Riguardo i quesiti posti nell'interrogazione n. 42/05, si riportano i dovuti chiarimenti ordinati come posti.
1) La procedura di verifica regolata dalla legge regionale n. 7/2004 prevede che l'invio dei progetti ai Comuni interessati è successiva all’avvio del procedimento; tale avvio è subordinato ad eventuale periodo in cui l'Autorità competente comunica la completezza della documentazione alla quale segue la pubblicazione a carico del proponente;
Con la pubblicazione può essere dichiarato o l'avvio del procedimento o, come nel caso, la possibilità prevista dalla legge regionale del "silenzio - assenso".
Quindi non essendo stato avviato il procedimento non è stato dato neppure seguito alle successive azioni, compreso l'invio della documentazione ai soggetti interessati.
2) Le motivazioni sono così riassumibili:
a) il procedimento è subentrato immediatamente dopo l'entrata in vigore della legge regionale, in una fase di ambiguità interpretativa per l'individuazione dell'autorità competente, fase che si è conclusa anche con consultazioni con l'Amministrazione Provinciale, che ha più volte ribadito la non competenza per il progetto in esame.
b) il procedimento è ricompreso nella procedura ambientale di VIA ex Ir 7/2004 e la procedura di (AIA) di cui d.lgs 59/2005 e le due procedure si sovrappongono per una sostanziale parte; in particolare il progetto presentato è il tipico di AIA in quanto trattasi di progetto che deve avete una valutazione ambientale per le emissioni in aria, acqua, suolo e anche per la specificità relativa alle stesse emissioni eventualmente generate nel raggio di un chilometro.
Quindi le considerazioni di lasciare operante l'istituto del silenzio - assenso non derivano da un'inerzia amministrativa ma da un'economia e da l'aver attivato una diversa procedura amministrativa così come prevista dal percorso dell'AlA. Non da ultimo l'autorizzazione AIA non si occupa solo del progetto, ma arriva a definire i parametri in esercizio istituendo così rigidamente un comportamento ambientale non preventivo e basato su semplici simulazioni, ancorché di grande affidabilità, ma su rigoroso rispetto tra quanto autorizzato in termini di emissione e quanto prodotto in termini di esercizio.
3) L'esclusione dalla VIA è prevista dalla disposizione di legge che indica per progetti di minor "impegno ambientale/dimensionale", che la procedura (screening) art. 6, verifichi la necessità di assoggettamento alla procedura di valutazione di impatto ambientale art. 9.
La procedura di verifica infatti si può concludere, (ex comma 7, art. 6), con uno dei seguenti esiti:
A. l'esclusione del progetto dalla procedura di VIA;
B. l'esclusione dalla VIA, con prescrizioni per la mitigazione degli impatti
C. l'assoggettamento del progetto alla procedura di VIA;
D. improcedibilità.
4) Dall'entrata in vigore della legge è scattato il silenzio - assenso deII'art. 6 per tre progetti di produzione di energia idroelettrica, ma per uno di questi progetti si è rilevata una irregolarità formale non a carico della Regione, di cui è stata data opportuna segnalazione all'autorità competente. Con l'art. 21 della LR n. 7/2004 si sospendeva, fino all'entrata in vigore del PEAR, il rilascio di autorizzazioni da parte della Regione.
Per tale tipologia di interventi analogamente a quanto sopra è comunque necessario il rilascio da parte dell'Amministrazione Provinciale ex Genio Civile, della concessione di derivazione che ha nel suo interno valutazioni di tipo ambientale e ricomprende anche il parere dell'Autorità di Bacino, autorità competente in materia di pianificazione e tutela delle risorse idriche.
5) Il Comune di Acqualagna ha rilasciato il permesso di costruire un fabbricato ad uso industriale n. 47 del 25.11.2004, a seguito del rilascio dei pareri:
ASUR n. 2 di Urbino il 07.IO.2004 prot. n. 2699, parere favorevole dal punto di vista igienico sanitario sul progetto relativo alla costruzione di un fabbricato ad uso industriale con la prescrizione che le attività che si andranno a svolgere dovranno essere compatibili con quelle limitrofe.
MEGAS Azienda Multiservizi il 18.10.2004 prot. n. 5337/r in riferimento alla richiesta di allaccio alla fognatura pubblica si esprime parere favorevole alle seguenti condizioni.
L'attività edilizio - urbanistica che permette ai Comuni la realizzazione di manufatti edilizi in aree industriali prescinde dal punto di vista normativo dall'autorizzazione ambientale preordinata all'atto urbanistico edilizio.
Quindi autorizzare un manufatto edilizio non può essere inibito dalla non conoscenza dell'attività industriale svolta nel manufatto; tale attività industriale se contenuta nell'elenco delle attività da sottoporre a VIA deve essere necessariamente acquisita.
In questo caso la mancanza di coordinamento tra la normativa edilizia e la normativa ambientale non può essere regolata per legge in quanto si è comunque di fronte a "contenitori" edilizi che debbono essere autorizzati in materie ambientali per le attività da svolgere nel loro interno.
Inoltre la normativa ambientale cosi come derivata dalla normativa europea ha parametri di "ingresso" nelle procedure di VIA anche di tipo dimensionale e quindi comunque non correlabile con l'attività edilizia.
Nel caso in esame l'Allegato B2 lett. g, per i progetti che hanno vasche per i trattamenti di volume superiore a 3O mc impone la procedura di verifica. Qualora l'attività industriale preveda vasche di soglia dimensionale inferiore a quella prevista dalla legge, il parere di VIA non è richiesto e rimane necessario solamente il rilascio dell'autorizzazione VIA.
Più efficace risulta essere invece una pianificazione urbanistica comunale che definisca le aree edificabili industriali e produttive compatibili con lo sviluppo territoriale comunale.
6) Con ordinanza n. 74 del 29 giugno 2005 il Comune di Acqualagna ha ordinato la sospensione dei lavori, di cui al permesso di costruire n. 47 del 25.11.2004.
7) La Giunta Regionale, sta predisponendo la modifica alla legge sulla VIA che contiene tra l'altro l'abolizione del silenzio - assenso previsto dalla norma nazionale (DPR 12.04.96 art. 10, comma 2) così come recepito al comma 9 dell'art. 6 della LR 7/2004.
Tale recepimento trae origine dall'adeguamento della normativa italiana a quella europea dove non è previsto il silenzio - assenso; l'Italia infatti, ha in corso un avvio di procedura di infrazione comunitaria, che contiene anche la richiesta di eliminazione ditale istituto. Il Ministero dell'Ambiente ha predisposto e diffuso a livello regionale uno schema di DPR che contiene anche questa modifica.
Per non dover predisporre in tempi successivi e ravvicinati aggiornamenti che tra l'altro derivano dal recepimento della normativa statale. si è in attesa dei decreti nazionali che introdurranno tale modifica, e poi sottoporre al Consiglio le modifiche del caso.
8) L'Amministrazione Regionale come per altro specificato sopra, non è in assenza di provvedimenti in quanto è in corso il procedimento per il rilascio di Autorizzazione Integrata Ambientale per la verifica del progetto e la compatibilità dell'esercizio dell'area in esame.
Questo Assessorato, vigilerà sia nella fase autorizzativa sulla bontà delle procedure autorizzazione AIA, sia nella eventuale fase di esercizio attraverso i monitoraggio e controlli del caso effettuati dalla propria Agenzia Regionale ARPA.
Si comunica altresì che con l'Ordinanza n. 351/05 il TAR ha respinto l’istanza cautelare promossa dal Comitato Cittadino per la Salvaguardia del Territorio con sede in Acqualagna contro il ricorso (cfr sentenza TAR) per l'annullamento previa sospensione dell'efficacia del provvedimento formatosi per silenzio - assenso, con cui il progetto della società Metalli Plastificati è. stato esentato dalla procedura di valutazione di impatto ambientale ritenuto che non sussistono i presupposti di cui all'art. 21 della legge n. 1034/71, atteso che il pregiudizio lamentato, non é allo stato, grave ed irreparabile ed i motivi di gravame necessitano di un più approfondito esame in sede di decisione di merito, fissando la data per l'udienza pubblica al 26.02.2006.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il consigliere Binci.
Massimo BINCI. Ho presentato a nome dei Verdi questa interrogazione sulla realizzazione di un impianto di verniciatura industriale a polvere nel comune di Acqualagna per i problemi sollevati e per il territorio sul quale andava a sorgere. Voglio tra l’altro anche comunicare che con lettera indirizzata al Presidente della Giunta e al Presidente del Consiglio, una serie di operatori del settore turistico-agroalimentare della Comunità montane del Catria e Nerone “esprimono la loro forte preoccupazione per le ricadute negative sulla loro attività economica conseguente all’eventuale avvio, nella zona di Pole Bellaria di Acqualagna, della produzione della ditta Metalli Plastificati. Siamo inoltre perplessi sulle modalità seguite dalle competenti autorità nel rilascio delle previste autorizzazioni (licenze edilizie, VIA) e per questo abbiamo posto una serie di interrogazioni al competente ufficio e principalmente sulla corretta applicazione della procedura di screening di questo progetto”. La motivazione con cui i servizi regionali dicono che non si sono allertati perché non sono pervenute osservazioni dei portatori d’interesse la contesto in quanto come potevano inviare osservazioni i cittadini, le associazioni ecc. se la Regione non ha presentato il progetto nei Comuni interessati? E’ questo che contestiamo. La procedura di verifica è obbligatoria, per i progetti che hanno vasche per i trattamenti di volume superiore a 30 metri cubi come nel caso in esame. Perché allora non si è pensato di sottoporlo alla VIA, visto che è obbligatorio?
Riguardo alla procedura di verifica, non è vero che l’autorità competente ha la possibilità di scegliere, dopo la pubblicazione, se dichiarare l’avvio di procedimento o il silenzio-assenso.
Il procedimento di verifica deve essere attivato obbligatoriamente e all’interno della corretta applicazione del procedimento di verifica ci deve essere la trasmissione del progetto ai Comuni. Questo è quello che contestiamo. Poi, l’esito finale può essere l’esclusione della VIA o meno. Inoltre, sempre all’art. 6, comma 9 viene data la possibilità all’autorità competente di mancata pronuncia nei termini, che equivale alla esclusione del progetto dalla procedura di VIA, ma questo non è altro che l’esito finale della procedura di verifica. Quindi non si può usufruire del silenzio-assenso senza attivare pienamente il procedimento, tanto più che per questo progetto era obbligatoria la verifica.
Sempre per essere precisi, nelle linee guida a pag. 30, capitolo dedicato alla procedura di verifica, viene riportato in merito al silenzio-assenso: “Al riguardo pare opportuno richiamare ad ogni autorità competente l’opportunità che la procedura di verifica si concluda con una decisione espressa al fine di evitare eventuali contestazioni e contenziosi”. Inoltre la legge è del 14 aprile 2004 ed è entrata in vigore il 7 maggio 2004. Questa domanda di avvio del procedimento di verifica è del 14 luglio, quindi la legge era già in vigore. Era una legge “fresca”, ma non si potevano avere dubbi interpretativi sull’individuazione dell’autorità competente, visto che l’art. 21, comma 2 della legge stessa recita che “Fino all’entrata in vigore della legge regionale di attuazione del D. Lgs. 372/99 la Regione è l’autorità competente per i progetti di cui all’allegato 1 del decreto medesimo”.
Quindi, più che inerzia amministrativa, c’è forse stato il rischio di omissione di atti d’ufficio, visto che il silenzio-assenso dovrebbe essere l’esito finale della procedura di verifica e non una fase iniziale della procedura.
Inoltre l’esclusione della VIA prevista dalla legge, è la procedura di verifica che serve per decidere questo.
L’assessore ha appena detto che la Regione sta modificando la legge per abolire il silenzio-assenso. Pensiamo di avere raggiunto il nostro obbiettivo, in quanto il silenzio-assenso non è previsto né dalla legge nazionale né dalle leggi comunitarie.
Chiediamo infine di verificare se la procedura sia stata completa nei tre casi indicati per quanto riguarda i progetti per la produzione di energia elettrica.
Interrogazione (Svolgimento): «Situazione dei dipendenti di una ditta del settore pellettiero sita nel comune di Tolentino» Comi (59)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l’interrogazione n. 59 del consigliere Comi. Per la Giunta risponde l’assessore Ascoli.
Ugo ASCOLI. L’interrogazione del consigliere Comi riguarda le vicende della ditta Nazareno Gabrielli di Tolentino.
La ditta Nazareno Gabrielli Spa a decorrere dal 27 aprile 2005 come previsto dagli atti di cessione del marchio ha deliberato la propria messa in liquidazione e modificato la propria denominazione sociale in Vela Spa di Tolentino in liquidazione.
L'11 marzo 2005 a seguito della decisione di cessare l'attività aziendale con la chiusura delle unità produttive di Tolentino e Milano, l'azienda ha raggiunto un accordo presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali per la cassa integrazione guadagni straordinaria per crisi aziendale con cessazione di attività della Nazareno Gabrielli Spa, per un periodo di 12 mesi e per un massimo di 94 unità a decorrere dal 28 marzo 2005.
Vengono ceduti anche i rami aziendali della Nazareno Gabrielli Diffusion srl (azienda di tipo commerciale) e della Nazareno Gabrielli Spa alla ditta Pelletterie 1907 Spa con graduale trasferimento di personale come meglio sotto specificato.
L'accordo per la CIGS, prevede la realizzazione di un piano di gestione delle eccedenze che
comprende:
1) la graduale ricollocazione, nello stabilimento di Tolentino della Società N.G. Diaries Spa, previo licenziamento con mobilità di n. 15 lavoratori;
2) il pensionamento di coloro che hanno maturato o matureranno nel corso dei 12 mesi di CIGS o della mobilità i requisiti per il pensionamento, il numero complessivo di questa tipologia di lavoratori è valutato in 13 unità;
3) la ricollocazione, al termine della CIGS previo licenziamento con mobilità di n.4 lavoratori nello stabilimento di Tolentino (MC) da parte della ditta Pelletteria 1907 Spa e n. 6 lavoratori nello stabilimento di Tolentino della N. G. Diares Spa;
4) la ricollocazione graduale , entro tre mesi, di n. 55 lavoratori.
In applicazione del suddetto piano la Nazareno Gabrielli Spa ha avviato la procedura per il licenziamento di 39 lavoratori di vari reparti, destinate al ricollocamento presso la N.G. Diares Spa e Pelletterie 1907 Spa oppure destinate al pensionamento.
L'azienda e i sindacati successivamente all'accordo per la CIGS per crisi aziendale hanno sottoscritto altri due verbali integrativi nei quali l'azienda si vincola al pagamento delle spettanze ai lavoratori alle normali scadenze.
In particolare negli accordi citati l'azienda si impegnava alle anticipazioni del trattamento di CIGS e del TFR e degli incentivi all'esodo.
L'azienda riferisce che per la parte relativa alle anticipazioni di CIGS pur con ritardi ha, alla data odierna adempiuto a quanto concordato, pertanto allo stato attuale non risultano situazioni di arretrato. Per quanto riguarda invece il TFR e gli incentivi all'esodo, a causa di una situazione finanziaria estremamente critica , i relativi emolumenti concordati devono ancora essere liquidati.
Nei vari incontri tra azienda e sindacati e al fine di giungere ad una soluzione concordata della controversia l'azienda ha proposto, sempre a causa delle note difficoltà finanziarie, di dilazionare i pagamenti a partire dal mese di settembre 2005.
Il sindacato, al fine di tutelare gli interessi dei lavoratori ha promosso diverse istanze di fallimento.
Su richiesta dell'azienda, al fine di addivenire ad un accordo ed evitare il fallimento, è stata indetta una riunione per il 14 p.v. tra la stessa azienda, i sindacati, con il coinvolgimento delle istituzioni. In quella sede si prenderanno in esame le problematiche relative a: stato di attuazione dell'accordo sindacale del Il marzo 2005; questioni inerenti l'anticipazione del trattamento di CIGS; ipotesi di rateizzazione del TFR.
Fin qui le notizie ufficiali. Informalmente ci viene detto che l’atmosfera della riunione di domani potrebbe essere relativamente positiva.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il consigliere Comi.
Francesco COMI. Dichiaro la soddisfazione per l’impegno costante dell’assessore nel delicato ruolo istituzionale che svolge e quindi nella consapevolezza che svolgere il ruolo di assessore regionale, un ruolo istituzionale, è un mestiere difficile, perché dobbiamo evitare di cerare false aspettative, dobbiamo governare una delicata situazione in mezzo a tante incertezze e tante agitazioni dei lavoratori. Da questo punto di vista sono stati fatti i passi opportuni, sia pure non sempre con la dovuta sollecitudine da parte della stessa impresa, che ha sempre subito le nostre istanze e la nostra iniziativa. L’accordo firmato, che oggi si sta relativamente attuando, è stato rispettato sotto una costante pressione mediatica, politica, sindacale. Ciò non può essere. Non possiamo correre il rischio, ogni due mesi, di doverci trovare nelle condizioni di rivendicare mensilità arretrate, trattamenti di fine rapporto, integrazioni salariali, quindi diritti maturati dai lavoratori.
Oggi l’azienda è ancora insolvente, ha solo parzialmente adempiuto ai propri doveri, i lavoratori, dopo tante di queste inadempienze hanno ritenuto di promuovere, giustamente, l’azione legale, quindi l’istanza di fallimento, per costringere l’azienda ad avere un atteggiamento più rigoroso e più responsabile, soprattutto più costante.
Quindi chiedo all’assessore di continuare in questo impegno e da domani, alla prima occasione utile che ci sarà, di impegnare l’azienda al rispetto dell’accordo firmato al Ministero del lavoro nel marzo scorso. Non possiamo, per esempio, rateizzare all’infinito il trattamento di fine rapporto per quei lavoratori che abbiamo licenziato. Quindi può anche andare bene una rateizzazione che inizi alla fine di settembre, ma questa deve concludersi entro l’anno 2005.
Interrogazione (Svolgimento): «Sistemazione idrogeologica Colle San Bartolo» Giannotti (66)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l’interrogazione n. 66 del consigliere Giannotti.
Per la Giunta risponde l’assessore Carrabs.
Gianluca CARRABS. L'interrogazione del Consigliere Giannotti ripropone per l'ennesima volta il problema del trasferimento reale - alle Regioni e, in questo caso, alle Province - delle risorse programmate dallo Stato per fronteggiare i problemi del territorio.
Sui contenuti delle premesse, appare senz'altro ovvio che l’Amministrazione le condivida, e che condivida le preoccupazioni da ultimo riportate a dicembre 2004 dal Presidente della Provincia di Pesaro e Urbino, dai Sindaci di Pesaro e di Gabicce, dal Parco del San Bartolo; non vengono alla luce oggi, essendo una questione che nella scorsa legislatura più volte, insieme ad altre, è stata ricordata al Ministero anche in sedi formali (la Conferenza dei Presidenti) oltre che in diversi incontri tecnici convocati dal competente Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio, e infine nelle comunicazioni dirette con i funzionari di quel Ministero.
In particolare, la Conferenza dei Presidenti già nel novembre 2003 aveva evidenziato come il sistema Regioni/Autorità di Bacino non vedesse concretizzato, in favore di scelte di segno diverso, quanto previsto dal DPR 331 dell'agosto 2001, a seguito del quale, appunto, le Regioni e le Autorità di Bacino avevano approvato gli atti ad esse richiesti per acquisire il finanziamento dei Progetti Strategici, tra cui ricade l'intervento sulla Falesia del San Bartolo.
Nel documento della Conferenza, che poneva in risalto la riduzione di circa 200 MLN di EURO sugli impegni presi con il DPR del 2001, veniva anche richiesto al Ministro un incontro nel quale ridiscutere le ultime scelte del Governo su una materia delicata come la difesa del suolo. Tuttavia questo incontro non è mai stato concesso, né il ministro ha presenziato, pur invitato, alle sedute della Conferenza.
Anche negli incontri tecnici sollecitati dai Segretari di entrambe le Autorità di Bacino (Regionale e Marecchia-Conca) la richiesta è stata più volte reiterata ai funzionari del Ministero; in alcuni momenti era parso imminente il finanziamento ai sensi del DPR 331, con stime di importi comunque ridotti rispetto alle programmazioni effettuate, mentre le ultime informazioni appaiono confermare la tendenza alla dislocazione delle risorse verso altri canali direttamente instaurati con i Comuni.
Ultimo atto del Ministero, in questo senso, è l'emanazione del recente Decreto 321 dell’11 luglio 2005 (che programma 200 MLN di Euro), con il quale sono state assegnati a molti Comuni del Paese i finanziamenti richiesti dai Comuni stessi - e non dalle Regioni - e in cui tra l'altro spiccano i quasi 50 finanziamenti per Comuni toscani.
Rilevato che siamo in presenza di atti da valutare con attenzione, perché le rimodulazioni del Governo, pur approvate dal Parlamento nel 2002 con la legge 179 e con le successive leggi finanziarie, incidono sull'attuazione di un Decreto del Presidente della Repubblica, l'impegno che si può prendere oggi - da rendere comune - è quello di insistere presso il Ministero a rivedere l'indirizzo intrapreso con le ultime norme di finanziamento, e di riportare ancora una volta in Conferenza dei Presidenti la questione discussa oggi.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il consigliere Giannotti.
Roberto GIANNOTTI. Esprimo la mia piena insoddisfazione per la risposta dell’assessore Carrabs, che denota il basso livello di operatività politica di questa Giunta regionale. Questa Giunta regionale può perdersi, come ha fatto ieri, venendo nella provincia dove, sentendo le interrogazioni di oggi, si stanno sviluppando i grandi affari del secolo, perché abbiamo parlato di un’azienda che opera nel campo della verniciatura che verrebbe insediata ad Acqualagna, nella capitale del tartufo, contro il volere della popolazione, abbiamo parlato della situazione gravissima dell’Agroter, rispetto alla quale segnalo solo che c’è una proposta di legge presentata dalla Casa delle libertà all’inizio della legislatura che credo ancora non sia stata nemmeno portata all’esame della Commissione.
Mi sembra però di richiamare questo fatto, che al di là dei proclami, al di là delle parole che ho letto sui giornali anche questa mattina rispetto all’esito del confronto Giunta regionale-Giunta provinciale, non c’è ancora questa capacità di iniziativa sul tavolo nazionale, perché il problema del degrado del Colle San Bartolo di Pesaro è un problema storico. Il consigliere Ricci che incarna questa situazione, perché è stato assessore ai lavori pubblici dell’Amministrazione provinciale, sa che rispetto a questa questione ci sono state decine e decine di iniziative rivolte a porre l’accento sull’importanza strategica di interventi in questo senso.
Oggi si è realizzato, in questo Colle il primo stralcio di un intervento, che se non è accompagnato dalla conclusione dei lavori, rende vano, inutile l’impegno finanziario che si è concretizzato. Non mi sembra che chi l’ha preceduta in questa responsabilità — la Giunta regionale nel suo complesso — abbia avuto la capacità di porre sul tavolo nazionale con la dovuta attenzione questa emergenza. Potrei dire che ha preferito fare alte scelte che non mi sembrano dell’importanza strategica che invece ha il risanamento del Colle San Bartolo. Mi auguro che anche dalla poverissima discussione di questa mattina ci sia qualche input affinché lei e il Presidente della Giunta regionale vi facciate carico veramente di questo problema.
In questo senso sarei anche felice se altri gruppi politici presenti in maniera massiccia in questo Consiglio regionale con tanto peso all’interno dell’Esecutivo, si impegnassero maggiormente a tutela degli interessi della Provincia di Pesaro e di quel territorio.
Interrogazione (Svolgimento): «Incontro tra rappresentanti istituzionali di Regione Marche e Provincia di Macerata svoltosi a Fiastra in data 18 luglio 2005» Capponi, Brini, Bugaro, Ceroni, Santori e Giannotti (91)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l’interrogazione n. 91 dei consiglieri Capponi, Brini, Bugaro, Ceroni, Santori e Giannotti.
Per la Giunta risponde il Presidente Spacca.
Gian Mario SPACCA, Presidente della Giunta. L’interrogazione riguarda l’incontro fra la Giunta regionale e la Giunta provinciale di Macerata, che rientra nel programma di iniziative con il territorio che caratterizza ormai da più di un decennio, il rapporto tra Amministrazione regionale e gli enti locali, all’insegna di un principio di collaborazione e di concertazione istituzionale a cui noi teniamo molto. Voi sapete che una delle caratteristiche della nostra comunità regionale è proprio quella di avere una forte coesione e questo si riscontra anche nell’opinione dei cittadini che danno di tutte le istituzioni, dai Comuni alle Province, alla Regione, allo stesso Governo nazionale, un giudizio molto positivo, molto più positivo rispetto alla media registrata nel paese. Quindi noi ci teniamo moltissimo a realizzare un principio di collaborazione istituzionale che si ottiene in forme diverse, tra cui questi incontri.
In questa prima parte della legislatura, oltre all’incontro con l’Amministrazione provinciale di Macerata sono state già incontrate l’Amministrazione provinciale di Ascoli Piceno e la nascente Amministrazione provinciale di Fermo, attraverso l’incontro con i sindaci di quel territorio e con il commissario per l’attuazione di quella istituzione. E’ stato fatto un incontro anche con il sindaco e l’Amministrazione comunale di Ancona, ieri abbiamo avuto un incontro con la Provincia di Pesaro e Urbino, è in calendario per questo mese l’incontro con Macerata, abbiamo avuto l’invito dei sindaci di Fermo, Senigallia ed Ascoli Piceno. Tutti questi incontri si sviluppano con un’agenda molto omogenea, con un modello standard: la Giunta si muove su invito dell’ente locale, si effettua su un’agenda predefinita da parte dei funzionari, quindi un calendario dei lavori concordato, istruito a livello tecnico dai funzionari dell’Amministrazione interessata. L’incontro generalmente si articola in un confronto diretto tra i funzionari, in tavoli che vengono organizzati dagli stessi funzionari per materia e in un confronto diretto tra assessori, presidenti e sindaci delle Amministrazioni interessate, si conclude con una conferenza stampa, poi nel pomeriggio c’è anche la possibilità di fare dei confronti con le organizzazioni sociali, di categoria, comunque con rappresentanti della comunità di cui si è ospiti.
L’esperienza maturata in queste occasioni, viene considerata particolarmente valida per il raggiungimento di quell’obiettivo che dicevo all’inizio e comunque è proficua anche da un punto di vista materiale, in quanto la conoscenza diretta dei funzionari agevola il lavoro delle Amministrazioni e sicuramente riporta l’attenzione sui problemi fondamentali dei singoli territori e delle Amministrazioni che sono chiamate ad affrontarli. Non ha quindi un carattere di natura politica ma soprattutto amministrativa. E’ lungi dall’avere un’impostazione funzionale ai profili delle Amministrazioni, perché, come vi dicevo, ci muoviamo su tutto il territorio regionale, su invito, quindi ci muoveremo anche per accogliere gli inviti delle Amministrazioni che hanno il profilo che in questa Assemblea è caratterizzante l’opposizione, ma che altrove definisce invece la maggioranza, quindi ha soltanto, come finalità, quella di agevolare la concertazione istituzionale.
L’interrogazione richiama i costi di gestione di queste iniziative che sono molto modesti e sicuramente compensati abbondantemente dai risultati di merito che vengono raggiunti.
Nel caso della Provincia di Macerata non credo che abbiamo superato una spesa che oltrepassi i 1.500-2.000 euro. Questo è il costo che, soprattutto, corrisponde alle missioni di coloro che partecipano a questi incontri, per il resto veniamo ospitati dalle Amministrazioni interessate. Questi costi sono peraltro inquadrati in un ordinario capitolo di bilancio destinato a questo fine e, come vi dicevo, queste cifre servono soprattutto per corrispondere alle missioni delle persone che partecipano a questi incontri, in gran parte funzionari. Se volete possiamo darvi sia l’elenco dei funzionari che hanno partecipato a questo incontro alla Provincia di Macerata, sia i temi che sono stati trattati in questa occasione. Comunque vorrei ribadire che riteniamo particolarmente utili queste occasioni di relazione con le Amministrazioni degli enti locali, perché agevolano anche il compito dell’Amministrazione regionale, lo rendono più fluido e ci consentono di concentraci sui problemi maggiormente urgenti e di uscire da una logica di carattere burocratico-amministrativo per entrare, viceversa, in una logica più gestionale, orientata alle emergenze e alla rilevanza dei problemi in corrispondenza con i bisogni dei cittadini.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il consigliere Capponi.
Franco CAPPONI. Presidente, prendo atto delle sue esplicitazioni. Ritengo che, in merito al fatto da noi denunciato, questo summit tra i vertici istituzionali della Regione e della Provincia di Macerata in particolare, si è evidenziato sulla stampa soprattutto, come un incontro di vertici di maggioranze politiche che governano i due enti e questo fa diventare questi atteggiamenti del tutto autoreferenziali e spostano su un piano extraistituzionale il dibattito su temi importanti che invece devono coinvolgere maggioranza e opposizione delle rispettive istituzioni. Premetto che nessuno dei rappresentanti dell’opposizione è stato invitato a questi incontri e non capisco perché: anche come audizione potrebbe essere normale riferirsi anche a presenze importanti che rappresentano la realtà di questa regione.
Molte volte le discussioni che vengono portate avanti non sono di esclusivo interesse dell’ente Regione, dell’ente Provincia o dell’ente Comune, bensì esistono altri livelli istituzionali che hanno voce in capitolo. Lì abbiamo parlato di A14, di “Quadrilatero”: ritengo che il principale interlocutore in tal senso — perché questi sono i due macroelementi, macroprogetti emersi — sia anche il Governo che, guarda caso, noi rappresentiamo, lì come maggioranza, per fortuna.
Comunque l’agenda era talmente fitta di impegni che ritengo improponibile che sia avvenuta — quindi la mia critica è da profano in quanto non presente e nessuno di noi è stato invitato a questa iniziativa — la trattazione di 35 argomenti come quelli posti all’ordine del giorno di quell’incontro. Molte volte dall’esterno, almeno da parte nostra ritengo che ciò possa apparire come azioni del tutto strumentali, di natura prettamente politica.
Normalmente riferire sulla stampa che si sono toccati importanti temi come quello della risoluzione dei due temi che ho accennato fa sembrare che l’intervento risolutivo in queste due materie sia stato portato avanti proprio dalla Regione, invece ci risulta esattamente il contrario: un atteggiamento ostruzionistico della Regione, in particolare sulla “Quadrilatero”, come della Provincia di Macerata su questo, mentre dal resoconto sembra che oggi queste due Amministrazioni siano addirittura le promotrici di tali progetti.
Quindi la nostra critica è soprattutto in questo senso. Se una cosa si può dire in merito a questi incontri, è che si è riconosciuta — questo lo diciamo con forza — la paternità delle più importanti strategie in atto in questa regione da parte del Governo di centro-destra, del Governo Berlusconi, perché dal resoconto di Macerata è emerso che le due più importanti tematiche sono l’ampliamento della A14 e la realizzazione del “quadrilatero”, guarda caso quelle cose che noi portiamo avanti da decenni e che questa maggioranza ora, e quella precedente, si sono ostinate a ostacolare in questa regione. Quindi la nostra è una legittima recriminazione, soprattutto anche di imprimatur a queste due importanti iniziative.
Sull’ordine dei lavori
PRESIDENTE. Passiamo ora alla proposta di legge regionale n. 35 ad iniziativa della Giunta regionale.
Luigi VIVENTI. Presidente, rimane una interpellanza relativa alla “Quadrilatero”.
PRESIDENTE. Non ci è sfuggito ma è decorsa l’ora dall’inizio del Consiglio, quindi viene rinviato alla prossima seduta.
Proposta di legge (Discussione e votazione): «Disciplina per l’applicazione delle sanzioni amministrative in materia di interventi cofinanziati dal fondo europeo orientamento e garanzia agricola (FEOGA)» Giunta (35)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di legge n. 35, ad iniziativa della Giunta. Ha la parola il relatore di maggioranza, consigliere Binci.
Massimo BINCI. Questa proposta di legge assegna le funzioni alla competenza regionale, in quanto è già la Regione che istruisce tutte le pratiche, ha gli uffici competenti. Mente la legge precedente assegnava questo incarico ai Comuni, si cerca di semplificare e di accentrare in un unico procedimento sugli uffici regionali.
E’ questa la sostanza della legge.
PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza, consigliere Viventi.
Luigi VIVENTI. Abbiamo esaminato la questione in Commissione, mi sono trovato in sintonia con il collega relatore di maggioranza, credo che sia opportuna questa modifica, ho già votato a favore in Commissione e ritengo che anche gli altri colleghi della Commissione possano ripetere la stessa votazione in quest’aula.
PRESIDENTE. Se non vi sono altri interventi, passiamo alla votazione degli articoli.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.
(Il Consiglio approva)
Articolo 2. Lo pongo in votazione.
(Il Consiglio approva)
Pongo in votazione il coordinamento tecnico.
Il Consiglio approva
Pongo in votazione la legge nel suo complesso.
Il Consiglio approva
Proposta di legge (Discussione e votazione): «Modifiche alla legge regionale 23 gennaio 1996, n. 4 in materia di attività professionali nei settori del turismo e del tempo libero» Giunta (36)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di legge n. 36 ad iniziativa della Giunta.
Ha la parola il relatore di maggioranza, consigliere Badiali.
Fabio BADIALI. Con questa proposta di legge andiamo ad abrogare l’obbligo a carico di chi intendeva svolgere professioni nel settore del turismo e del tempo libero, munendosi di un’apposita licenza rilasciata dal Comune di residenza. Siccome questi corsi vengono svolti dalla Provincia la quale rilascia questo tesserino, con questa proposta di legge togliamo l’obbligo di passare attraverso il Comune, che diventa faticoso per i cittadini e un obbligo che i Comuni non sono in grado di assolvere in quanto oberati da impegni. E’ pertanto valido il tesserino che la Provincia rilascia dopo il corso, togliendo un ulteriore obbligo ai Comuni.
PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza, consigliere Bugaro.
Giacomo BUGARO. Si tratta di una legge di carattere tecnico, che recepisce una problematica vissuta sul territorio con questa doppia mandata Provincia-Comune. Si va verso la semplificazione, quindi siamo sostanzialmente d’accordo, come già espresso in Commissione, a votare questa proposta di legge.
PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere D’Anna.
Giancarlo D’ANNA. Pur essendo d’accordo raccomando un maggiore controllo per quanto riguarda queste categorie professionali, perché ancora c’è tantissimo abusivismo in giro. Va benissimo il discorso fatto, perché è evidente che, occupandosi la Provincia direttamente della materia è inutile che il Comune continui ad autorizzare, però ci vuole un maggior controllo, perché ottenere l’abilitazione per le professioni turistiche non è facile e ancora c’è tantissimo abusivismo. Quindi una sollecitazione agli organi competenti a vigilare anche da questo punto di vista.
Il nostro voto è comunque favorevole.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell’articolo unico.
Preliminarmente pongo in votazione il coordinamento tecnico.
Il Consiglio approva
Articolo unico. Lo pongo in votazione. Votando l’articolo unico si intende approvata la legge nel suo complesso.
Il Consiglio approva
Presidenza del Vicepresidente
ROBERTO GIANNOTTI
Ordine dei lavori
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sull’ordine dei lavori, il consigliere Brini. Ne ha facoltà.
Ottavio BRINI. Chiediamo, Presidente, di poter invertire i punti all’ordine del giorno, trattando prima la mozione e facendo successivamente le nomine.
PRESIDENTE. Trattandosi di un atto piuttosto complesso, direi di procedere secondo l’ordine del giorno stabilito.
Sara GIANNINI. Chiedo cinque minuti di sospensione per poter verificare le nomine.
PRESIDENTE. In questo caso è allora opportuno procedere con la mozione al punto 6 dell’ordine del giorno.
(Così rimane stabilito)
Mozione (Svolgimento): «Costo del gasolio nel settore della pesca marittima» Giannini, Ricci e Mollaroli (24)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la mozione n. 24 dei consiglieri Giannini, Ricci e Mollaroli. Ha la parola il consigliere Giannini per l’illustrazione della mozione.
Sara GIANNINI. Abbiamo presentato questa mozione sulla base di una situazione che esiste nella marineria marchigiana, che riguarda l’aumento forte e incidente sui costi per le strutture, dovuto all’aumento del costo del gasolio di ben 10 centesimi al momento in cui abbiamo presentato la mozione ed ulteriormente aumentato, in quanto il prezzo del petrolio sta aumentando in maniera vertiginosa. Ciò ha portato a un’incidenza, per l’approvvigionamento energetico alle marinerie, che supera il 50% dei ricavi d’impresa. E’ una situazione che è stata portata all’attenzione del Governo e della comunità europea. Fino ad oggi, nonostante i molti colloqui che ci sono stati, sia a livello comunitario che governativo, segnali incoraggianti non ci sono. So che il commissario europeo, in un colloquio con il sottosegretario Scarpa ha impostato alcune ipotesi come l’aumento del de minimis o il contributo sull’acquisto dei motori, che tra l’altro non incide molto sulla questione del gasolio, o ancora la possibilità, per l’anno 2006, di estendere i benefici del fermo tecnico non solo ai dipendenti ma anche alle imprese. Questo non è stato tradotto, però, in alcuna direttiva. Sapendo che, come dice un autorevole esponente del Governo, cioè Tremonti, che della finanziaria c’è solo la cartellina, gli impegni che Bonazza Scarpa si è assunto anche con i rappresentanti delle nostre marinerie non sono ancora certi.
Chiediamo quindi, come hanno richiesto anche sia i rappresentanti delle associazioni che i sindacati in un documento unificato, che si possano inserire all’interno della programmazione regionale alcune richieste che facciamo alla Giunta regionale perché se ne faccia interprete presso il Governo nazionale e presso la Comunità europea.
Chiediamo di estendere alla pesca il regime speciale della compensazione dell’Iva in atto nel settore agricolo, di applicare alla pesca l’aliquota Irap in vigore nel settore agricolo, di dare continuità alle agevolazioni alla legge 30 e soprattutto istituire una unità di crisi che, insieme al Governo, coinvolga le associazioni di categoria e le autorità garanti della concorrenza.
In realtà infatti, le associazioni e i sindacati hanno chiesto al Governo di attivare un percorso di confronto anche con le associazioni petrolifere. Il sottosegretario a questo si era impegnato. Ad oggi non siamo a conoscenza, né che l’incontro sia stato fatto, ma nemmeno, se è stato fatto, dell’esito che questo ha portato. E’ un problema importante, perché si tratta di un settore rilevante, soprattutto per quanto riguarda la nostra regione. So che la Giunta e l’assessore stanno lavorando strenuamente, ma il lavoro che il Consiglio può fare, cioè l’approvazione di una mozione a sostegno delle attività della Giunta e dell’assessore, può essere utile e produttivo, spero, di qualche beneficio e soprattutto di qualche soluzione che fino ad oggi, purtroppo, ancora non si vede.
PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Brini.
Ottavio BRINI. Si tratta di un argomento molto importante, che merita la dovuta attenzione e occorre recuperare il tempo perso per la pausa estiva a livello politico, tanto è vero che la stessa collega Giannini diceva che ancora a livello nazionale, dal sottosegretario Scarpa non sono arrivate alcune risposte. Dio questo argomento abbiamo avuto modo di parlare anche con l’assessore Petrini, ci sono stati degli incontri a Roma con le categorie, le stesse associazioni, le forze politiche, il Governo. Penso che in questo lasso di tempo una soluzione sicuramente la si debba trovare. E’ quindi importante che in questo Consiglio regionale si giunga ad una mozione unitaria che dia più forza, una autorevolezza a questo Consiglio su un problema così delicato che vede impegnate tutte le marinerie marchigiane. E’ un argomento che a volte crea delle disparità. Però noi non dobbiamo sempre dire “visto che l’hanno concesso ai lavoratori dell’agricoltura dobbiamo concederlo anche ai pescatori”. Bisogna darlo ai pescatori, senza mettere in competizione due categorie, due associazioni, perché sono sempre lavoratori, come gli agricoltori. Si tratta di gente che fa sacrifici notevoli per mantenere ancora la nostra campagna. E’ quindi importante fare un’azione unitaria, senza dividerci addebitando colpe di ritardi al Governo o alla Giunta che in questi due mesi di periodo estivo è rimasta ferma. Non dobbiamo fare polemiche, dobbiamo semplicemente fare un documento forte, incisivo, che sia rappresentativo del Consiglio regionale e delle associazioni di cui stiamo parlando.
Ho partecipato, a Civitanova, ad una importante iniziativa a cui era presente la marineria civitanovese insieme a quella di San Benedetto e ho constatato una maturità da parte della gente, che non cercava lo scontro ma voleva il dialogo a prescindere dall’appartenenza politica.
Il messaggio che oggi noi dobbiamo lanciare da questo Consiglio regionale è di andare incontro ai lavoratori, in un momento di crisi, in cui il prezzo del petrolio sta andando alle stelle.
E’ una categoria che fa una vita non dietro la scrivania e voi sapete quanto è difficile andare in mare, soprattutto d’inverno. Per questo bisogna dare loro una mano, perché sono rimasti in pochi a fare dei sacrifici, sotto questo aspetto. Bisogna quindi non solo mantenere le flotte ma rafforzarle.
L’impegno che chiediamo è di non dividerci su una sterile polemica, differenziandoci dal Governo, perché quando si parla di operai, di lavoratori, si tratta del bene di tutti, quindi mi auguro che ci sia veramente una convergenza unitaria affinché il problema sia risolto nel più breve lasso di tempo possibile.
PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Benatti. Comunico che è stato presentato un emendamento a firma Capponi e Ciccioli.
Stefania BENATTI. Anch’io condivido l’importanza di un pronunciamento del Consiglio regionale su questo tema e l’opportunità e la valenza di un voto unanime, proprio perché credo che un primo scopo di questa mozione debba essere quello di dare un segnale forte ad una categoria strategica per la nostra regione, quindi la solidarietà dell’intero Consiglio regionale credo che sia una prova di maturità da parte di un’istituzione come la nostra.
Oltre alla solidarietà, credo che sia compito nostro anche interrogarci sul ruolo che la pesca dovrà svolgere anche in futuro, per quanto le competenze di ogni livello istituzionale permetteranno. Quindi ritengo che accanto a queste misure che vengono sollecitate dalla mozione, ci dobbiamo chiedere, come Regione, quello che possiamo fare. Ritengo che il ruolo che noi possiamo svolgere debba essere un ruolo forte nei confronti dei livelli superiori, al di là delle posizioni politiche, quindi nei confronti dello Stato centrale e della Comunità europea, perché sappiamo che il problema del carburante, del gasolio è un problema mondiale, di difficile soluzione, però sappiamo anche, per esempio, che il costo in Italia è superiore al costo che pagano i pescatori in Francia o in Spagna, quindi un’azione del Governo centrale nei confronti dell’Unione europea per cercare di capire i problemi e se ci sono possibilità di arrivare a calmierare i prezzi a livello europeo, è un’azione che politicamente il Governo centrale deve fare nei confronti dell’Ue, così come altre iniziative a sostegno del settore rispetto al quale, fermo restando le prerogative della normativa comunitaria, tutto quello che è possibile fare penso sia opportuno metterlo in campo. Anche nei confronti dello Stato nazionale.
A differenza di quello che dice il collega Brini, io credo che giovi considerare la pesca alla stessa stregua dell’agricoltura, in primo luogo perché comunque parliamo di quello che i ragazzi a scuola imparano essere il settore primario, che comprende sia la pesca che l’agricoltura, ma anche perché parliamo di imprese che, specialmente nella tipologia marchigiana si configurano come imprese familiari, quindi c’è una peculiarità della marineria marchigiana che vede anche le donne impegnate all’interno della pesca e abbiamo un’esperienza felice soprattutto nella marineria anconetana che ha addirittura un’associazione delle “donne della pesca”. Quindi parliamo di un modo di svolgere un’attività professionale, imprenditoriale, che ha molti lati di contatto fra l’agricoltura e la pesca, quindi non si tratta di metterle in contrapposizione ma di portare avanti un modo di lavorare che poi si può esplicitare anche in settori produttivi diversi e io credo che questo sia un valore che di per sé noi dobbiamo salvaguardare, quello dell’impresa familiare che si può esprimere nella forma dell’agricoltura, nella forma dell’artigianato o della pesca. Quindi un altro modo di intervenire credo sia quello di valutare, nell’ambito di questo ampio settore, tutti i sostegni strutturali che possiamo dare al settore della pesca, compreso anche quello della nostra organizzazione interna. Credo che anche nell’ambito della riorganizzazione della Regione Marche, noi dovremmo predisporre un riferimento importante anche per quanto riguarda il settore della pesca, che non può essere considerato a margine dell’attività della Regione stessa, ma che deve avere, anche nell’organizzazione dei servizi, un riferimento che sia anche il segnale di un’attenzione che la Regione dà a questo settore.
Presidenza del Presidente
DAVID FAVIA
PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Ciccioli.
Carlo CICCIOLI. Purtroppo il problema del caro-gasolio per la pesca, che è il problema dell’aumento del costo della benzina in tutto il mondo, è molto complesso. Tra l’altro non si fermerà con le misure che spero saranno prese il 20 settembre a Bruxelles dai ministri dell’agricoltura e della pesca europei riuniti, ma si dovrà trovare un meccanismo, perché è vero che nella giornata di ieri il costo del petrolio a barile è sceso di quasi un dollaro, da 64 a 63 dollari, però c’è un documento degli emiri dell’Opec che dice che entro l’anno il costo del petrolio sarà portato a 80 dollari al barile. Tutti capiscono cosa significa, per l’economia occidentale, questo tipo di aumento. Che questo costo si stabilizzi su 63-64 dollari a barile o che aumenti fino a 80, è un dato che ricade sulle categorie che utilizzano l’energia attraverso il carburante, in particolare l’agricoltura e la pesca.
Noi siamo in questo momento, come Italia, costretti a una serie di meccanismi che ci dettano delle regole che sono comunitarie.
Nel momento in cui questo ordine del giorno chiede al Governo nazionale di farsi interprete, come consigliere regionale, recependo le marinerie in protesta, non solo me ne sono occupato collegandomi con il Ministero dell’agricoltura e della pesca, visto che c’è un ministro di An, ma ho fatto incontrare anche i pescatori, in particolare della marineria di Civitanova. Nell’ultima visita nelle Marche, Alemanno qualche giorno fa ha avuto un colloquio a San Severino Marche, però il ruolo del ministro è modesto rispetto al fatto che se noi concediamo sconti particolari alla pesca, scatta il meccanismo europeo di infrazione che riduce i fondi che vanno all’Italia per la pesca stessa. Quindi noi troveremmo un meccanismo per cercare in qualche modo di ricompensare le imprese di pesca, poi l’Europa ci contesta l’infrazione e ci ritirano i soldi. Quindi il 20 settembre, a Bruxelles, occorre che vi sia una decisione comunitaria che autorizzi tutte le nazioni— e quelle che praticano la pesca, sulle 25, sono 4-5 — a riconoscere delle misure di sostegno al settore.
Ma ancora più complesso è il meccanismo interno. Ho partecipato all’assemblea dei pescatori di Rimini tenutasi il 25-26 agosto. Per i marchigiani era presente la Confcooperative con l’ex consigliere regionale Micucci, c’ero io, c’erano altri consiglieri. C’era una grande rabbia dei pescatori nei confronti delle loro associazioni, che sono state contestate durante l’assemblea. Infatti non si capisce perché le associazioni prendano un po’ le distanze dai pescatori stessi che si sentono in qualche modo senza un sindacato di protezione.
Contestano il fatto che a tutt’oggi il sottosegretario con delega alla pesca non abbia potuto trovare misure in qualche modo decisive, ma innanzitutto l’assemblea della Ce è dei ministri e non dei sottosegretari, e comunque è incastrato da questi meccanismi che non ci permettono, poi, di prendere provvedimenti, benché siano successe cose strane, accadute perché le hanno determinate le società raffinatrici di petrolio, le quali hanno aumentato di circa il 20%, in corrispondenza dell’aumento dei costi del petrolio, il gasolio nelle colonnine autostradali, mentre hanno aumentato del 50% quelle del gasolio da pesca. Non si capisce perché questo meccanismo. Chi guadagna di più, in questi aumenti, alla fine sono le società petrolifere, che percentualmente, sugli aumenti vedono l’aumento degli utili. Per la prima volta le raffinerie italiane, con il bilancio 2004 sono riandate in utile. Mentre le raffinerie perdevano sulla raffinazione e guadagnavano sulla distribuzione, adesso guadagnano sulla distribuzione ma anche sulla raffinazione, perché grazie agli aumenti dell’Opec aumentano le percentuali anche a loro.
Quindi è una situazione molto delicata. Spero che il giorno 20 l’Italia riesca, insieme alla Spagna che ha lo stesso problema, a ottenere qualche cosa, anche se là il prezzo della benzina e del petrolio è minore, perché nei decenni precedenti il petrolio in generale e il gasolio sono stati tra i beni più tassati, per cui ci portiamo dietro questi prezzi altissimi che attualmente si sono addirittura incrementati. C’è il problema della Spagna, c’è il problema, in parte, dell’Inghilterra, che pure ha imprese di pesca abbastanza attive, del Portogallo, dell’Italia, della Grecia. Altre nazioni sono meno interessate al problema, perché la pesca è residuale.
E’ evidente quindi che ci deve essere un impegno forte del Governo. L’impegno forte del Governo c’è. Spero, se tutto va bene, che venerdì il ministro Alemanno riceva le marinerie e dia delle garanzie attraverso accordi incrociati con altri governi dell’Ue, perché questa è l’unica possibilità. Spero che vi siano altre misure a sostegno del settore, che sicuramente ci devono essere, che però sono tutte complicate dall’Ue, che è utilissima in altri campi, ma quando si tratta di intervenire sull’economia, poiché c’è questo atteggiamento di estremo liberismo, di libera competizione, i governi non possono che sostenere le imprese se non previo vincoli comunitari.
Per quanto riguarda il problema dell’Iva in agricoltura, che è stato già recepito nella finanziaria che sarà resa pubblica fra pochi giorni, c’è un impegno, che spero sia mantenuto da parte del ministro Alemanno anche nel settore della pesca. In agricoltura è già passato, nella bozza, bisogna estenderlo alla pesca, però anche qui è colpa delle associazioni che si sarebbero dovute muovere come si sono mosse in maniera molto aggressiva quelle agricole. Quelle agricole sono state lì, hanno rovesciato i tavoli e nella bozza già trovano un riscontro; quelle della pesca bisogna che si muovano. Ma credo che questo accadrà, perché i pescatori sono molto arrabbiati, in quanto il pesce diminuisce, i costi aumentano e se era un settore molto ricco qualche decennio fa, adesso la situazione è sicuramente cambiata.
Questa mozione contiene il solito accenno al Governo: “i ritardi del Governo nel trasferire le competenze e le risorse al settore della pesca marittima”. Alcune Regioni — me l’hanno detto a livello di Ministero — non le vogliono queste competenze, perché sono una rogna; Alcune Regioni, invece di essere contente dicono “tenetevele voi”, perché gestire il mare che no ha confini precisi, non è roba semplice. Toglierei quindi questi aspetti che, secondo me, sono molto modesti e terra-terra, per arrivare a firmare un ordine del giorno unitario.
PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Bucciarelli.
Raffaele BUCCIARELLI. Anche noi siamo d’accordo con questa mozione e mentre dichiaro questo penso con soddisfazione al lavoro svolto dall’assessore che ha incontrato a suo tempo le organizzazioni della pesca, il mondo della cooperazione e si è rivolto a Roma per svolgere un ruolo che non fosse solo di passivo spettatore ma attore dei cambiamenti che sono necessari, in questo settore che finora è stato vissuto come un settore marginale, come un settore quasi di risulta, tanto è vero che noi siamo tra i paesi che hanno le flotte pescherecce più forti, più esperte, più capaci, ma rappresentiamo anche il paese dove i mondo della pesca accusa problemi storici nella sua organizzazione, a livello di servizi.
Io ho avuto modo di partecipare a molte riunioni della federazione europea delle città di pesce e di mare e si parlava dell’organizzazione della pesca in vari paesi che vanno dal Portogallo alla Grecia, alla Francia, all’Inghilterra, alla Germania, alla Polonia ecc. e posso garantire che in Italia il mondo della pesca ancora non può usufruire dei servizi che altri paesi hanno in maniera consolidata e costruiti, molto spesso, anche con fondi europei. Evidentemente i governi di quei paesi hanno messo al centro della loro attenzione non solo l’agricoltura ma anche il mondo della pesca.
Questo per dire che il problema del gasolio è la goccia che ha fatto traboccare il vaso, una goccia molto importante, perché oggi rappresenta il 50% del costo, ma è anche vero che è l’ultimo elemento che mette in evidenza la gravità della situazione della pesca.
Un altro elemento che credo questo Consiglio dovrà affrontare, è quello dell’organizzazione della filiera. Non è possibile che ancora noi — parlo dell’Adriatico, della flotta peschereccia delle marche, che è tra le prime in Italia, per esempio, per la pesca di specie massive e pesce azzurro — non ne consumiamo abbastanza, oppure ne consumiamo in scatola, ma di ritorno dalla Spagna dove invece va fresco. Quindi una riorganizzazione della filiera, partendo dall’educazione alimentare.
Colgo l’occasione per dire che non è possibile fare bandi di promozione del consumo di pesce azzurro, dando la priorità ai comuni della costa. E’ come vendere in frigoriferi in Alaska e i termosifoni in Senegal. Dobbiamo incrementare la conoscenza e il consumo del nostro pescato ai comuni dell’entroterra. Dobbiamo riconvertire il nostro approccio politico nei confronti della pesca, per far sì che anche questo settore veda nell’ente pubblico un attore positivo.
Il prezzo del gasolio credo che non sfugga a nessuno che è aumentato a dismisura dopo la guerra in Iraq. E’ frutto di scelte politiche e di speculazioni politiche precise, perché il prezzo del petrolio deve risarcire le spese impegnate per la distruzione, l’occupazione e, domani, la ricostruzione dell’Iraq.
Non so quanto il ministro Alemanno sarà intenzionato a sostenere le ragioni della pesca a Bruxelles il 20 settembre. Sarebbe bene, però, che fosse presente come lo è stato — e non lo dico in contrapposizione al consigliere Brini— con i problemi relativi ai prodotti agricoli in Puglia, dove, tra l’altro, se intervento dovrà esserci da parte dell’Ue o del Governo nazionale, con il permesso della Commissione europea, sarà bene che questo avvenga su tutte le regioni italiane, perché un ministro deve pensare alla nazione intera e non alla regione di provenienza. Quindi mi auguro che vengano accolte le nostre richieste.
Dobbiamo anche essere leali tra di noi nel momento stesso in cui facciamo le richieste indicate nei punti della mozione. Se noi siamo leali e franchi non possiamo non dire che il Governo, questo Governo provoca dei danni al mondo della pesca, rallentando i trasferimenti alle Regioni. E’ anche vero che qualche Regione è riluttante a chiedere competenze e risorse, ma noi siamo la Regione dove è nata l’iniziativa del fermo biologico, a testimoniare della grande cultura del nostro mondo della pesca e del nostro mondo della cooperazione. Quindi la Regione marche accoglierebbe da subito, con molto piacere, credo, il decentramento relativo alla materia della pesca.
Se vogliamo essere chiari, dobbiamo dire le cose come stanno e il Governo è in ritardo. Dopodiché sarebbe bene che tutti votassimo questa mozione senza fare i salvatori di parte, ma denunciando questa situazione grave.
La Giunta si è mossa bene e il Consiglio approva questa mozione in appoggio a quanto è stato fatto, con le richieste indicate nei quattro punti della mozione stessa.
PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Capponi.
Franco CAPPONI. Ritengo che effettivamente, come enunciato a più esponenti, ci sia una crisi del settore della pesca, generata da tanti fattori, non ultimo quello dell’aumento del costo dei carburanti. Abbiamo un problema di pescosità, un problema di organizzazione del sistema pesca, soprattutto della valorizzazione del prodotto, perché non è solo in mare che si producono i redditi in questo settore.
Rispetto a questa mozione, di cui condividiamo l’impostazione di fondo, non concordiamo assolutamente sull’affermazione strumentale dei ritardi del trasferimento delle funzioni in materia di pesca. Il ritardo, dovuto anche alla definizione degli accordi con le Regioni in questo settore, non ha sicuramente influito sul costo dei carburanti su cui questa mozione principalmente si impernia.
Non è vero quanto affermato da alcuni circa lo scarso interesse del Governo per il settore della pesca. Invece registriamo una grande attenzione del ministro Alemanno per tutto ciò che concerne lo sviluppo dei settori primari legati all’economia primaria di questo paese, quali l’agricoltura e la pesca.
Una grande attenzione dimostrata anche con una forte presenza ai tavoli istituzionali europei, nella definizione anche di una particolarità della pesca italiana. La pesca italiana dei piccoli mari non è paragonabile a quella degli stati nordici, ad esempio che pescano negli oceani, quindi le dimensioni del pescato, la qualità della pesca, le tecniche di pesca che sono state di recente modificate e aggiornate.
Concordiamo con le preoccupazioni ma sappiamo che la definizione di misure specifiche non deve infrangersi contro le norme rigide comunitarie. Non è possibile affermare che bisogna ridurre l’accisa sui carburanti, perché sarebbe equiparato all’aiuto di Stato e voi sapete in quali infrazioni il nostro Stato è già in corso per altri settori, come quello dell’autotrasporto, con la condanna del nostro paese alla restituzione delle agevolazioni percepite dai vari operatori.
Tutti possiamo quindi fare qualcosa, e mi rivolgo anche all’assessore, perché ritengo che qualcosa può fare anche la Regione Marche. C’è anche l’Irap regionale: noi abbiamo presentato un emendamento in cui chiediamo anche alla Regione di considerare il settore della pesca come uno dei settori in difficoltà, come il tessile-abbigliamento-pellettiero, quindi avere una riduzione dell’Irap anche in questo settore, perché non possiamo sempre dire agli altri “riducete” e noi aumentiamo. Inoltre ritengo che noi dobbiamo gi programmare e fare un grande dibattito sul tema della pesca, in vista della discussione del prossimo programma di sviluppo e di coesione europeo, che probabilmente, nel passato, non abbiamo utilizzato per rafforzare il settore della pesca, per potenziare e valorizzare soprattutto il prodotto della pesca.
Dicevo che il reddito dei pescatori non si realizza in mare ma nella trasformazione e vaporizzazione del prodotto. Su questo siamo d’accordo a condividere, in un atteggiamento di estrema responsabilità e con il buon senso che ci contraddistingue, anche questa mozione, tra l’altro relativa a un problema sollevato anche da membri dell’opposizione e ribadita dai numerosi incontri che abbiamo avuto con i pescatori, proprio per sostenere a livello governativo iniziative che vadano in questa direzione.
Siamo quindi favorevoli alla mozione, con gli emendamenti che abbiamo proposto, eventualmente integrata anche da altri che noi accetteremo se vanno nella direzione che ho detto.
PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Binci.
Massimo BINCI. Condivido i contenuti della mozione ed esprimo solidarietà al mondo della pesca, quindi a questi lavoratori. E’ un settore primario, fondamentale, senz’altro è importante anche la gestione oltre che lo studio della pescosità, perché è una verifica anche del fatto che il nostro mare, che è un mare chiuso — anche se molte attività di pesca vengono svolte anche dalle nostre marinerie in Atlantico e sulle coste africane o nel Mediterraneo — è in una situazione che va monitorata, perché fin quando ci saranno queste attività vuol dire che la pescosità, quindi la vivibilità del mare è garantita.
Da parte dei Verdi c’è quindi una solidarietà e una condivisione di questa mozione.
PRESIDENTE. Ha la parola l’assessore Petrini.
Paolo PETRINI. Vorrei fare un intervento non troppo lungo, concentrato sui temi sollevati dalla mozione, quindi il caro gasolio, senza affrontare i tanti, a volte gravi problemi che sono legati al mondo della pesca. Sapete tutti che il caro gasolio non è un problema che riguarda solo i pescatori, ormai il prezzo del petrolio è destinato ad aumentare ulteriormente, secondo tutte le previsioni, mettendo in serie difficoltà molti altri settori, pensiamo solo all’autotrasporto. Nel caso della pesca, vista la struttura dei costi di queste aziende — il 40% è relativo al carburante — capite che un aumento del 60% negli ultimi due anni, ha comportato un appiattimento dei risultati d’impresa, molto preoccupante.
L’incontro con le associazioni avuto nel corso della primavera e dell’inizio dell’estate, ha messo in evidenza quello che era già intuibile conoscendo quanto appena detto: i costi che aumentavano e i ricavi che diminuivano perché la risorsa è molto scarsa, sempre più scarsa nel nostro mare, quindi una forbice che si stringe sempre di più attorno ai pescatori, con la consapevolezza, che sempre deriva dalla conoscenza diretta dei problemi, soprattutto da parte di coloro che li vivono, che la Regione Marche ha assunto l’iniziativa, nel coordinamento nazionale delle Regioni, di porre sul tavolo questa problematica, permettendo così al Governo di avere maggiore forza sia in sede europea, sia al Ministero, consentendo al sottosegretario, in questo caso on. Scarpa, di poter, nell’ambito degli strumenti di programmazione finanziaria, di poter intervenire su questo problema. Noi abbiamo quindi fatto fare un tavolo di coordinamento e poi una successiva riunione di questo tavolo di coordinamento regionale con il Ministero. Abbiamo posto subito all’attenzione del ministro i provvedimenti che ci sembravano di migliore attuazione e di maggiore incisività sul problema: far sì che il gasolio fosse, come nel settore dell’agricoltura, sotto il regime della fosfatizzazione ed in più far sì, così come chiede la stessa mozione, che l’Irap potesse godere, anche in questo caso, delle stesse agevolazioni che gode nel settore agricolo.
Ricordo in articolare ai consiglieri Capponi e Ciccioli che l’Irap nel settore della pesca è al 3,75%, nelle Marche qualche tempo fa era al 4,25%, ma la parte regionale dello 0,5% è già stata eliminata e il 3,75% è incomprimibile da parte nostra, perché attiene alle competenze esclusive dello Stato.
Quindi l’attività di confronto con i pescatori e successivamente di riflessione nei tavoli di coordinamento delle Regioni e con il Ministero, ha portato all’impegno, da parte dello stesso, di intervenire durante questo periodo e soprattutto in sede di discussione della finanziaria prossima ventura, per far sì che si possano recuperare quelle risorse da destinare a questo settore.
Questo con la coscienza che noi non stiamo affrontando un’emergenza temporanea, questo è un problema strutturale che ci porteremo dietro per un lungo periodo.
Prima di dire cos’altro sta avvenendo, soprattutto in sede europea, credo sia utile, anche in relazione al primo capoverso di questa mozione e alle obiezioni che sono state fatte, dire il contesto all’interno del quale si svolgono queste discussioni.
Il Governo solo nel settore della pesca non ha fatto i provvedimenti di attuazione della legge costituzionale del 2001, perché ha mantenuto, con le associazioni nazionali, un rapporto privilegiato che ha fatto sì che, malgrado il fondo nazionale della pesca nel corso degli anni sia stato dimezzato dai 120 miliardi di lire agli attuali 32 milioni di euro, i fondi per le associazioni siano rimasti gli stessi, tant’è che nell’ultimo riparto del fondo nazionale, dei 32 milioni di euro del fondo nazionale della pesca, solo 600.000 euro vanno nelle tasche dei pescatori, tutto il resto è appannaggio delle associazioni nazionali della pesca, che non organizzano il dissenso e che anzi, pur su un problema come questo, hanno spostato l’attenzione tutta sulla Comunità europea, che del resto si è mossa, dal mio punto di vista, nella misura massima possibile e devo dire che il commissario Borges è andato anche al di là delle indicazioni, delle richieste che erano state proposte dalle stesse associazioni di categoria. Infatti il commissario, pur dovendo agire all’interno di alcuni vincoli, come la diminuzione dello sforzo di pesca — se il pesce è limitato non possiamo assumere provvedimenti per far sì che vi siano più barche o che aumenti la capacità e l’efficacia degli strumenti della pesca — ha assunto dei provvedimenti, sia di breve che di medio periodo, alcuni di prossima attuazione, altri che hanno bisogno dell’assenso degli stati europei, che sono certamente lungimiranti. Anzitutto il fermo tecnico temporaneo, da qui alla fine del periodo di programmazione dello Sfop, lo strumento che finanzia la pesca: le barche possono stare ferme tre mesi consecutivo, oppure sei mesi e ricevere, ovviamente un sussidio. Oppure possono ricevere un sostegno per tecniche e attrezzature che diminuiscano l’uso del carburante, pure a parità di efficacia di pesca.
Di più, sempre con l’ausilio degli strumenti a disposizione — adesso lo Sfop, nel prossimo futuro il Fep — il commissario ha proposto l’incentivazione al risparmio di carburante tramite la sostituzione del motore, provvedimento adesso non possibile. La Regione Marche è stata una delle Regioni che più ha fatto richiesta per questo provvedimento già da anni. L’elaborazione, poi, di un piano di azione comunitario per la ristrutturazione del settore, mirato all’efficienza della flotta, di cui la sostituzione del motore è parte, quindi la creazione di un fondo di garanzia che possa fronteggiare le situazioni di crisi e in ultimo l’innalzamento del de minimis che oggi è fermo a 3.000 euro in tre anni e la proposta va a decuplicare il de minimis, cioè 30.000 euro. Capite quindi che l’attività della Commissione europea è stata assolutamente appropriata. Siamo in attesa di verificare che si dia un seguito altrettanto appropriato agli impegni del Governo nazionale.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione degli emendamenti.
Pongo in votazione l’emendamento n. 1 a firma Ciccioli e Capponi.
Il Consiglio non approva
Emendamento n. 2, sempre a firma Ciccioli e Capponi. Ha la parola il consigliere Ciccioli.
Carlo CICCIOLI. Ritengo che questo emendamento al maggioranza dovrebbe accoglierlo. Sottolinea che la partita si gioca il 20 settembre all’Unione europea, concordando tra i ministri della pesca del settore le misure di sostegno. Ritengo che sia un emendamento che non abbia sponda politica ma sia di indicazione e debba essere mandato quanto prima al ministro che parteciperà all’incontro.
PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Pistarelli.
Fabio PISTARELLI. Aggiungo alle parole del capogruppo Ciccioli, che se vogliamo fare documenti che servono per la propaganda, allora si denuncia il Governo, noi denunciamo la Regione ecc. Se vogliamo fare dei documenti che funzionano dobbiamo indicare elementi di sostanza che aiutino a un ragionamento e aiutino a far sì che la procedura o le procedure avviate abbiano buon fine.
Ecco lo scopo di questo emendamento e dell’altro che voleva evitare accenti o accenni a polemiche che non servono in questo momento a risolvere il problema del comparto pesca in grave difficoltà, non solo per il caro gasolio ma anche per vicende annose che riguardano il comparto.
PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Capponi.
Franco CAPPONI. Ritengo gravissima la bocciatura del precedente emendamento, che era a sostegno ed eliminava tutte quelle cose che non hanno senso nel ragionamento che stiamo facendo. Noi chiedevamo l’eliminazione del primo capoverso, in quanto non è il mancato decentramento che ha causato la crisi della pesca e l’aumento del gasolio. Se la sinistra ritiene che questo sia quello che serve al settore della pesca ben venga, ne prendiamo atto, ma non è risolutivo di nulla.
Ritengo, tra l’altro, che ci sia una deresponsabilità della maggioranza quando si chiede un maggiore impegno anche della Regione, non solo rinviando sempre ad altri qualcosa che possiamo fare anche noi. Quindi il senso di quell’emendamento è stato disatteso, ne sono profondamente amareggiato e cercheremo in tutti i modi di rimarcarlo anche sulla stampa.
Chiediamo l’approvazione di questo ulteriore emendamento, proprio perché indica il percorso Regione-Stato-Europa, che può incidere in misura positiva al raggiungimento degli obiettivi che ci siamo prefissati, altrimenti questa maggioranza andrà avanti per conto proprio ma non sappiamo dove.
PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Giannini.
Sara GIANNINI. Credo che noi, come Consiglio regionale non dobbiamo in questo momento preoccuparci di come il Governo evita le procedure di infrazione, non è compito nostro, noi dobbiamo dire quello che riteniamo utile che si discuta rispetto alle misure che riteniamo necessarie e che la pesca ci chiede di concordare. Dire nella mozione “...il luogo dove concordare normative che sostengano il settore senza giungere a subire procedure di infrazione a carico dell’Italia”, ci mancherebbe pure che il Governo, dopo che non sappiamo quello che fa, prenda anche le infrazioni. Mi pare quindi una richiesta che sembra togliere al Governo la responsabilità della gestione e anche del risultato di quello che succederà in quella riunione. Su questo ognuno si deve assumere le proprie responsabilità.
Per quanto mi riguarda sono contraria all’emendamento.
PRESIDENTE. Pongo in votazione l’emendamento n. 2.
Il Consiglio non approva
Pongo in votazione la mozione. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il consigliere Brini.
Ottavio BRINI. Peccato che la collega Giannini abbia perso un’occasione per dare un segnale forte a questo Consiglio regionale. E’ un peccato che gli appelli lanciati su questi banchi per trovare un accordo unitario su un problema così delicato, dimostrano ancora che state in questo Consiglio più per dividere che per lavorare ed unire su problemi molto importanti. Avremo modo di dividerci su altri problemi, ma su un problema così importante e delicato avremmo dovuto dare un segnale ed è un peccato che abbiate perso questa occasione.
Ci auguriamo che in futuro, su problemi di alto spessore, si trovi veramente un accordo unitario.
PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Pistarelli.
Fabio PISTARELLI. Visto che l’aula ha respinto le proposte di emendamento, il documento è solo propagandistico. Ci dispiace molto, faremo presente questa cosa, mediante la stampa, al comparto. Non possiamo andare avanti con la propaganda. Questa è una cosa molto seria e delicata che riguarda anche la Regione, pesantemente la Regione Marche e liquidarla con un documento che è soltanto una enunciazione di slogans propagandistici, è una scuola assolutamente inutile, anzi a nostro avviso va in senso contrario rispetto a quello che tutti gli operatori si attendevano.
Pertanto non possiamo che esprimere il nostro rammarico.
PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Capponi.
Franco CAPPONI. Ritengo che non possiamo accogliere la mozione presentata dal capogruppo Giannini, soprattutto perché, così come è posta, non ha alcun senso per la soluzione dei problemi legati alla pesca.
Abbiamo cercato di emendare questa mozione per darle contenuto, purtroppo non possiamo votare, perché così come ce l’avete proposta è priva di contenuto in quanto la riduzione dell’accisa sulla benzina o sul gasolio, come sapete è illegittima perché si configura come aiuto di Stato e comunque la riduzione con contribuzione dello Stato del costo dei carburanti è illegittima e non può essere portata avanti.
Noi avevamo chiesto un impegno maggiore della Regione per il comparto, che poi si ripercuoteva sui livelli istituzionali preposti — Stato e Ue — in un lavoro che potevamo svolgere insieme, dato le rappresentanze che ci sono. Purtroppo qui non si vuole collaborazione, non si vuole affrontare i problemi, ma si vogliono presentare solo in modo strumentale.
Noi siamo contro le strumentalizzazioni e quindi votiamo contro questo documento.
PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Giannini.
Sara GIANNINI. Nell’incontro che è stato fatto un incontro — non mi pare che fossero presenti i capigruppo del Polo — le associazioni e i sindacati hanno invitato tutti i capigruppo del Consiglio regionale. Io ho partecipato a quell’incontro, ho consegnato la copia della mozione che noi avevamo già presentato in Consiglio, mi pare riscuotendo anche un consenso da parte delle associazioni e dei sindacati, perché la mozione che Capponi dice non ha nessun contenuto, individua invece le stesse identiche richieste che associazioni e sindacati insieme hanno avanzato più volte al Governo.
Penso che gli emendamenti servissero a uscire da una situazione forse ritenuta imbarazzante, per cui la presentazione della mozione era avvenuta in maggioranza. Se sulla questione si dice che esiste una così grande preoccupazione, credo che per una volta si sarebbe anche potuto votare senza presentare emendamenti.
PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Procaccini.
Cesare PROCACCINI. Una brevissima dichiarazione di voto, perché la sostanza della nostra posizione è stata espressa con puntualità dal compagno consigliere Bucciarelli.
Penso anch’io che il Consiglio regionale perda un’occasione dividendosi su una questione di questo tipo. La pesca, le marinerie non sono settori o categorie qualsiasi, ma appartengono a quei settori dello sviluppo e dell’occupazione nella filiera alimentare tra i più delicati. Da questo punto di vista, se si accusa la maggioranza del Consiglio regionale di fare una critica fuori luogo al Governo, non si può poi fare altrettanto verso l’Ue.
A mio modo di vedere se il Governo italiano agisse sul versante della pesca in riferimento nazionale e non regionale, si potrebbe evitare anche l’ipotesi delle cosiddette infrazioni o sanzioni. Quindi il richiamo al Governo, anche se formulato in maniera diversa, andrebbe fatto, nell’esigenza di una visione dello sviluppo che riguarda le Marche e tutta l’Italia. Da questo punto di vista penso che si possa ancora sospendere per due minuti il Consiglio regionale e addivenire a una mozione unitaria, perché i mondo della pesca chiede che il Consiglio regionale, al di là delle appartenenze politiche, si faccia carico della possibilità di risolvere il problema della crisi, che in larghissima parte deriva dal costo del gasolio. E’ inutile girare intorno: il costo del gasolio, a seguito della guerra all’Iraq è triplicato, quindi non possiamo fare gli ipocriti consapevoli e scaricabarile, dobbiamo intervenire affinché il Governo, la Regione e anche l’Ue facciano la propria parte.
PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Ciccioli.
Carlo CICCIOLI. Trovo un po’ grottesco l’atteggiamento dei consiglieri di maggioranza, perché poi a parlare con Alemanno ci andiamo noi e gli diciamo “Hai presente l’ordine del giorno della Regione Marche? Mettilo in un cassetto”.
Cesare PROCACCINI. Alemanno è di un’altra corrente. Sarà difficile...
Carlo CICCIOLI. No, no, consentimi di dirti che c’è una buona intesa, per le vie segrete delle cose interne.
Tante volte abbiamo detto “sarebbe importante che tutto il Consiglio regionale, maggioranza e opposizione facessero quadrato sul problema, perché si ha più peso”. Addirittura si respinge questa indicazione sul confronto europeo che è fondamentale. Credo che neanche voi possiate dire “il Governo italiano prenda il provvedimento che gli pare, poi paghiamo la sottrazione dei fondi per l’infrazione alle normative europee”. Sarebbe una cosa di una stupidità incredibile.
Noi non voteremo, quindi, questo ordine del giorno così come proposto. Mi permetto di dire che non voteremo neanche contro, ci disinteresseremo. Ovviamente continueremo a sostenere le giuste ragioni della pesca attraverso i rapporti che, in questo caso, non sono istituzionali ma più personali, tra il Governo che ci è amico e la nostra rappresentanza politica locale.
PRESIDENTE. Ricordo al consigliere Ciccioli che una mozione votata dal Consiglio regionale è comunque un atto istituzionale, quindi darsi da fare perché il Governo ne faccia carta straccia, mi sembra fuori luogo. (Interruzione). Critico soltanto la lesione istituzionale, non il merito.
Pongo in votazione la mozione.
Il Consiglio approva
Nomine
PRESIDENTE. Prego di distribuire le schede per la Consulta regionale per lo sport — due consiglieri regionali.
Presidenza del Vicepresidente
ROBERTO GIANNOTTI
(Segue la votazione, per scheda segreta)
Comunico il risultato della votazione. Consiglieri votanti n. 24, schede bianche n. 3, schede nulle n. 1. Hanno ricevuto voti: Santori n. 13, Brandoni n. 12. Li proclamo eletti.
Prego di distribuire le schede per la Conferenza interistituzionale di coordinamento regionale — due consiglieri regionali, di cui uno di minoranza.
(Segue la votazione, per scheda segreta)
Presidenza del Vicepresidente
DAVID FAVIA
Comunico il risultato della votazione. Votanti n. 23, schede valide n. 23. Hanno ricevuto voti: Favia n. 11, Massi n. 9, Altomeni n. 1, Donati n. 2. Proclamo eletti i consiglieri Favia e Massi.
Prego di distribuire le schede per il Consiglio dei marchigiano all’estero — tre consiglieri regionali.
(Segue la votazione, per scheda segreta)
Comunico il risultato della votazione. Votanti n. 28, schede valide n. 26, schede bianche n. 2. Hanno ricevuto voti: Donati n. 17, Mollaroli n. 17, D’Anna n. 12, Capponi n. 7. Proclamo eletti i consiglieri Donati, Mollaroli e D’Anna.
Prego di distribuire le schede per l’Assemblea generale della Federazione mondiale delle città unite (FMCU) — Comitato nazionale italiano — un rappresentante istituzionale.
(Segue la votazione, per scheda segreta)
Comunico il risultato della votazione. Votanti n. 29, schede valide n. 29. Hanno ricevuto voti: Badiali n. 16, Donati n. 2, Pistarelli n. 11. Proclamo eletto il consigliere Badiali.
La seduta è tolta.
La seduta termina alle 13,45