Resoconto seduta n.90 del 18/12/2007
SEDUTA N. 90 DEL 18 DICEMBRE 2007


La seduta inizia alle ore 10,20


Presidenza del Presidente
Raffaele Bucciarelli


Proposta di legge n. 200
della Giunta regionale
“Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale della Regione (Legge Finanziaria 2008)”

Proposta di legge n. 201
della Giunta regionale
“Bilancio di previsione per l’anno 2008 ed adozione del bilancio pluriennale per il triennio 2008/2010"

(Segue discussione congiunta)

PRESIDENTE. Salutiamo la scuola secondaria di primo grado dell’Istituto comprensivo “Giulio Cesare” di Falconara che è venuta a farci visita.
L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 200 della Giunta regionale e la proposta di legge n. 201 della Giunta regionale la cui discussione, iniziata nella seduta di ieri con le relazioni di maggioranza e di minoranza, è unificata così come prevede il Regolamento interno. Ha la parola il Consigliere Castelli.

Guido CASTELLI. Appena qualche giorno fa, colleghi Consiglieri, l’Assessore Minardi ha proposto un’importante giornata culturale ad Urbino in cui ha valorizzato una nuova tecnica comunicativa che va sotto il nome di multivisione. E’ una delle tante intuizioni che sono seguite alla passione e alla capacità di approfondimento di cui l’Assessore Minardi è capace, però senza pensare che la multivisione è esattamente la sensazione che fa promanare questo bilancio. Un bilancio che non è di previsione, ma è il primo bilancio di multivisione della storia delle Regioni italiane, ovvero c’è una visione di possibili soluzioni e possibili indicazioni che è sdoppiata, è gemmata. I ragazzi che ci ascoltano, probabilmente attoniti, potrebbero pensare, per avere subito la dimensione concreta di quello che sto dicendo, al caleidoscopio cioè quel giochino molto semplice che da piccoli ci veniva regalato e che proprio per effetto della sapiente commistione di pietruzze di tutti i colori dà una serie di colori diversi, è una sensazione. Quindi questo bilancio è di multivisione e non di previsione.
Perché faccio questa battuta iniziale? Perché la prima sensazione che – e non è un fatto nuovo – ci ha colto come Consiglieri regionali è l’assoluta certezza che questo bilancio rappresenta l’adempimento di una scadenza più che uno strumento di progettazione pubblica come dovrebbe essere.
Sappiamo ormai, per averlo sperimentato e per aver accumulato anche una certa conoscenza dell’operato dell’Assessore Marcolini, che le vere o quel che rimane delle vere iniziative concrete verranno regolate a posteriori con l’assestamento.
Quindi oggi siamo tenuti ad approvare quello che a tutta prima sembra uno strumento che deve consentire alla Giunta regionale di avere l’autorizzazione per operare senza il fastidio della democrazia, senza il fastidio del confronto e, soprattutto, senza l’esigenza di misurarsi con questo Consiglio regionale in un momento in cui la coesione della maggioranza è quella che conosciamo.
Ho apprezzato particolarmente l’intervento del collega relatore di minoranza Consigliere Pistarelli perché, pur in questa multivisione minardiana che offre di sé il bilancio, alcune cose possono essere considerate politicamente già percepibili.
La prima è la conferma di un paradosso, degno di Zenone, secondo cui al massimo di ottimismo mediatico corrisponde il minimo di consenso sociale di questa Regione. Questo è il paradosso di Spacca. Se oggi vi fosse ancora qualche presocratico in giro sicuramente insignerebbe il Presidente della Giunta regionale di questa prima importante storica caratteristica personale e politica, cioè il massimo di difficoltà concreta è corrisposta dal massimo di ottimismo mediatico.
Mi riferisco, ad esempio, a quello che ho sentito nel corso della Giornata della Marche allorché il nostro Presidente della Giunta regionale – che ho definito balzellante come una fatina Winks – ci ha regalato un sogno, una certezza, ovvero ci ha detto che i conti erano tornati a posto, ci ha detto che la sanità ormai navigava verso quell’ordine da tanto tempo agognato.
Poi, andando a vedere come queste parole si parametrano con la realtà, noi rabdomanti delle poche verità contabili che possiamo ricevere e percepire da questo bilancio fra le pieghe ci rendiamo conto che con ogni probabilità la minor spesa, quei conti in ordine sono il frutto del fatto che nel nostro bilancio giacciono – cosa drammatica quanto vera – ben 1 miliardo e 55 milioni di euro, quindi una cifra iperbolica, 2 mila miliardi delle vecchie lire di fondi sanitari non spesi, giacenti e reiscritti.
Allora capiamo che i risparmi, che i conti in ordine della fatina Winks non sono il frutto di un’azione virtuosa, ma sono il frutto di quella che il direttore regionale Malucelli ha sinistramente definito la necessità di raffreddare la produzione. Raffreddare la produzione vuol dire non spendere, vuol dire non dare servizi, vuol dire allungare le liste di attesa, quindi vuol dire non spendere per poter consentire poi al Presidente della Giunta regionale di gonfiare il petto e vuol dire abbassare drammaticamente il livello della qualità del nostro servizio sanitario.
Questa cifra iperbolica, proprio sul settore sanitario che come sappiamo assorbe l’80% delle nostre risorse, rappresenta il dato, appunto, sul quale probabilmente ciascuno di noi potrebbe anche finire la propria elucubrazione se non fosse per un altro paio di considerazioni che assolutamente vanno fatte.
Quindi una sanità che viene solo apparentemente sistemata perché non si spende e perché alle disperate litanie dell’Assessore Mezzolani si abbina la non spesa. Cioè, ci lamentiamo del fatto che i soldi mancano quando poi vediamo in concreto che restano nelle casse. E’ un fatto gravissimo ed è il secondo paradosso di questo bilancio regionale. Il primo è il paradosso di Spacca, tanto ottimismo quanto disastro della coesione sociale, secondo paradosso ci lamentiamo per il fatto che i soldi non ci sono, ma in realtà non spendiamo neppure quelli che il Ministero della salute ci assegna.
Terzo punto che, secondo me, merita di essere seriamente preso in esame proprio perché davanti a noi ci sono dei ragazzi. C’è un articolo – poi sarà il Consigliere Bugaro a condurne una disamina più approfondita – che non può sfuggire alla nostra attenzione e che non può imporre a ciascuno di noi un brivido di febbre politica, è un articolo che fa parte di quella serie di furtivi tentativi dell’Assessore Marcolini di prendere la borsetta e poi portarsela nella sala della Giunta, ovvero ricevere l’autorizzazione alla spesa, ricevere l’autorizzazione ad operare per disfarsi così del fastidio democratico, correre a 100 metri da qui e via via modificare in maniera rutilante il bilancio. Sono centinaia le modifiche che vengono fatte nel buio e nel freddo delle idee della Giunta regionale.
Voglio rivolgermi soprattutto alla componente più di sinistra, la sinistra Arcobaleno – ma solo da un punto di vista intellettuale, non voglio captatio benevolentiae –, cioè che quando si chiede mani libere per ristrutturare il nostro debito con manovre fantasmagoriche, di cui non è dato conoscere un’acca, per poter allungare il debito complessivo della nostra Regione per almeno quarant’anni, vuol dire fare una cosa immorale, vuol dire caricare le prossime quattro generazioni dell’onere di dover sopportare il frutto di queste spericolate manovre della Giunta regionale Spacca che in nome dei due precedenti paradossi oggi evita di dire la verità, evita di dire qual è la misura concreta del problema che le finanze regionali stanno vivendo. E cosa fa? Cerca di allungare il brodo, non risolve il problema, cerca di avere ossigeno finanziario per alimentare chissà quali altre feste, chissà quali altri inni, per poter poi caricare i nostri – a questo punto non è neanche più possibile dire figli, ma dobbiamo dire nipoti – di quelle che saranno le conseguenze di una strategia finanziaria che si sposa sempre con grandi sorrisi.
Questi sorrisi li abbiamo visti ieri, nonostante che sia i sindacati che il Consiglio delle autonomie locali abbiano detto cose abbastanza gravi.
I sindacati non sono nuovi a certe perorazioni, le avevano fatte anche in occasione del Patto per lo sviluppo. Non so se vi ricordate, eravamo proprio in questi banchi, due anni fa fu Spacca – sempre fatina Winks – a lanciare come segno di palingenesi sociale il Patto per lo sviluppo. Sappiamo come è andato a finire, il patto è diventato intesa perché i sindacati non erano d’accordo e successivamente il Patto, che doveva prevedere l’utilizzo di risorse specifiche anche per il 2008, è scomparso. Ecco, quindi, che la fatina Winks diventa il prestigiatore Silvan che fa scoprire, dopo averla annunciata come misura salvifica della nostra economia e della nostra socialità marchigiana, che per il 2008 lo stanziamento per il Patto per lo sviluppo scompare. E’ una cosa gravissima prevedere misure di portata triennale che passato lo scoglio del biennio, quando va ben, scompaiono.
Quando parliamo di politica spettacolo non ci riferiamo solo alla comunicazione istituzionale o a quel caleidoscopio a cui alludevo all’inizio del mio intervento, ci riferiamo anche a questa profonda spregiudicatezza politica di chi, sapendo di voler solo ammannire soluzioni che in realtà non raccolgono neanche il consenso di chi le propone, le fa dissolvere nell’arco di tre anni.
Allora capiamo come nella nostra società marchigiana si sta probabilmente abusando della credibilità popolare. C’era anche un reato, l’abuso della credibilità popolare, e credo che questa sia la figura rispetto la quale Spacca dovrebbe invocare la depenalizzazione altrimenti il nostro Presidente rischierebbe sicuramente molto.
Attenzione bene, la credibilità popolare che è disposta a raccogliere gli inviti, le esternazioni di spot della Giunta Spacca è sempre più ridotta. Oggi come oggi sappiamo che sempre più grandi strati della società marchigiana si sentono colpiti da questa situazione nella quale non sanno trovare il bandolo della matassa. Cosa voglio dire? Che spesso questa Giunta regionale si salva nell’esecrazione popolare perché la gente probabilmente non sa fuori di Ancona cosa è la Regione, succede anche questo. Probabilmente certe misure che cadranno a pioggia, come l’aumento della benzina che non si sa di quale misura, verranno proposte o spacciate come la conseguenza tardiva magari del Governo Berlusconi o verrà manipolata dal punto di vista mediatico in maniera tale che le responsabilità vengano elise o dissolte.
Voglio fare una piccola parentesi sul giudizio del Cal. Vediamo che in questo frangente storico ci sono molti Sindaci del centro-sinistra che stanno affrancandosi dalla propria parte politica, in particolare vediamo promotore di questo new deal politico il Sindaco di Ancona Sturani che pur restando a sinistra lotta con la sinistra. Siamo altro strumento mediatico, siamo ai partiti di lotta e di governo. Era la vecchia formula berlingueriana secondo cui la Angeloni e Sturani se la suonano e se la cantano. A me fa piacere che loro abbiano spogliato dagli obblighi istituzionali di Sindaco questo apparente coraggio di dire che le cose non vanno, ma attenzione bene, qui non abbiamo Sindaci che debbano essere, come diceva Calvino, dei visconti dimezzati, quindi che sono di centro-sinistra ad Ancona, ma sono critici col centro-sinistra in questo palazzo. C’è qualcosa che non quadra, non ci convince questo modo di essere di sinistra cercando di unire la critica alla sudditanza a seconda del luogo e dello spazio istituzionale che si copre. Anche questo, secondo me, è un segnale che colgo, ma che non vorrei si riducesse ad un mero atteggiamento di negoziato nei confronti della Regione per spuntare qualcosa in più. Siccome sappiamo come recentemente il Sindaco Sturani abbia promosso una polemica per le supposte privazioni che sarebbero gravate sulla città di Ancona, non vorrei che alla fine si utilizzassero le istituzioni per poi ottenere qualcosa di più senza migliorare il quadro generale.
Un quadro generale in cui, al di là di tutto, possiamo dire che il primo e forse più drammatico problema sta nel fatto che questa grave situazione finanziaria e contabile come quella che abbiamo descritto è una situazione che fa paio con una grandissima inefficienza di questo sistema.
Molti dicono che nei sistemi che hanno sviluppato una cultura fiscale molto importante, però c’è a favore del cittadino il favore e la garanzia di servizi adeguati. Se leggiamo gli ultimi dati sulla efficienza di questa pubblica amministrazione Regione allora davvero dobbiamo assistere sconsolati a un quadro desolante.
Ci sono dei settori di questa nostra pubblica amministrazione regionale talmente inefficienti da non riuscire spesso a spendere il 25%, il 30%, il 35% delle risorse che vengono assegnate ai Servizi. Attenzione bene, l’inefficienza non è solo un dato generale che dobbiamo offrire al qualunquismo della gente, l’inefficienza è un concetto che ha una sua definizione precisa, è la scarsa capacità di utilizzare le risorse che vengono assegnate ai servizi. In questa Regione ci sono servizi che spendono il 50% e che pagano l’8% di quello che viene a loro assegnato. Quindi c’è qualcosa che non va, da un lato mancano i soldi, ma i soldi ci sono e restano in cassa, dall’altro si remunera in maniera importante la super dirigenza di questa Regione, poi però per qualche motivo la superdirigenza super pagata non riesce che a ridistribuire alla società una parte infinitesima dei soldi che vengono dalla società.
Questa è una rottura profonda e grave rispetto alla quale il Consiglio regionale, a mio modo di vedere, deve assumere delle decisioni.
Non c’è un motivo, dico un motivo, perché il bilancio venga approvato oggi!
Non so cosa la maggioranza abbia deciso in ordine alla tassa della benzina, ma questo è stato il motivo per cui questa sessione di bilancio è stata fatta frettolosamente, è stata fatta senza concertazione sindacale, senza concertazione di categoria, ha sommato le critiche di tutto il mondo istituzionale e sindacale solo perché si dovevano racimolare 10 milioni di euro.
Oggi nel parere del Cal, – mi dispiace che Spacca non sia qui e anche questo non è un segno di grande…–, sposando una tesi che la minoranza fin dal suo insediamento in questa legislatura aveva richiesto, si chiede la due diligence, si chiede una verifica precisa e puntuale di come stanno le cose. Il nostro candidato Presidente Massi chiese, insieme a tutti noi, con una mozione, per l’appunto, la due diligence. Vogliamo sapere come stanno le cose, che sia un uomo indicato dal centro-sinistra o un uomo indicato dal centro-destra, si deve mettere mano a quello che dobbiamo conoscere come reale entità delle attività e delle passività di questa Regione.
Penso che così si possa condensare la prima e più importante richiesta che non deve essere più della minoranza, ma del centro-destra e del centro-sinistra. Oggi lo chiede anche il Cal, quindi nessuno dovrà iscriversi al partito di chi ha chiesto prima questa cosa, ma viva Dio c’è la necessità di sapere come stanno le cose.
Sarebbe già onorevole concludere questa sessione di bilancio sapendo dov’è la verità che è il primo motore di ogni agire umano.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Benatti.

Stefania BENATTI. Voglio fare un intervento per rimarcare la soddisfazione per un bilancio di previsione che approveremo entro l’anno precedente a quello di competenza, per la scelta di non abbassare la guardia sul welfare, messo pregiudizialmente al riparo da qualsiasi tipo di taglio, per la disponibilità della Giunta a mantenere un alto, anche se non ancora sufficiente livello di finanziamenti al settore della cultura per recuperare una sottovalutazione registrata nella passata legislazione, per l’impegno politico ancorché non ancora formale a reperire risorse aggiuntive per la futura legge regionale sulla scuola, per la pronta risposta in termini di copertura anche se non ancora completa della legge che abbiamo appena depositato sulla violenza alle donne, segnale di attenzione da parte della Giunta per una delle emergenze nazionali e regionali che si aggiunge al bel segnale inviato alle donne dal Consiglio regionale con la firma da parte di ben 16 colleghi in rappresentanza di tutti i gruppi consiliari.
Un giudizio positivo sull’accoglimento parziale delle proposte della I Commissione, sul finanziamento della legge n. 75 con una particolare attenzione espressa dalla Giunta per le biblioteca a connotazione sociale, sull’aumento dei fondi per lo sport, sulla volontà di investire risorse a favore dei giovani.
Esprimo una soddisfazione personale nel prendere visione della proposta della Giunta di rivedere la l.r. n. 32/82 sulla disciplina della ricerca, coltivazione ed utilizzazione delle acque minerali e termali nella regione Marche inserendo un articolo al riguardo nella legge finanziaria. La proposta recepisce una sollecitazione che hanno rivolto al Consiglio la sottoscritta con il collega Massimo Binci fin dallo scorso mese di gennaio dopo che, studiando con un qualche approfondimento la questione, abbiamo realizzato che la nostra Regione fino ad oggi introita per 33 concessioni solo 42.000 euro l’anno (mi riferisco al periodo 2005-2006) peraltro con costi di smaltimento dei contenitori di plastica ben maggiori rispetto agli introiti dai canoni.
Ci era sembrato paradossale che la Regione non avesse mai pensato ad adeguare tali canoni e soprattutto ad inserire oltre al diritto proporzionale annuo in base alla superficie anche un canone aggiuntivo di derivazione ogni metro cubo d’acqua minerale per imbottigliamento.
La soddisfazione è tuttavia mortificata in parte dal metodo adottato dalla Giunta di superare e non confrontarsi con la nostra proposta di legge in Commissione e in Consiglio e nel recepimento parziale dei principi e della sostanza della proposta.
Capisco che la procedura adottata prevede di attuare le nuove norme e introitare gli importi aggiuntivi già a partire dal 2008, ma chiedo al Presidente della Commissione referente di esaminare ugualmente la nostra proposta per due motivi: il primo perché la proposta presenta come dicevo altri principi oltre a quelli che ci vengono qui proposti, per esempio una maggiore onerosità per le concessioni in aree protette, l’aggiornamento automatico triennale dei canoni, la realizzazione di un sistema di controlli e soprattutto la possibilità di sospendere la concessione in casi di eccezionali e fondati motivi di pubblico interesse, quali siccità, anomalo abbassamento del livello delle falde acquifere o perdita dei requisiti qualitativi dell’acqua; situazioni queste che potevano essere rare al momento della approvazione della legge n. 32 nel 1982, ma che ai giorni nostri potrebbero diventare drammaticamente attuali.
Venendo al merito di altre questioni voglio offrire un contributo di riflessione sul compito che ascriviamo al bilancio di previsione e sulle modalità del nostro lavoro.
Quest’anno mi è capitato di prepararmi a questa sessione con un cammino inverso a quello degli altri anni: ho iniziato dalla valutazione delle cifre e ho lasciato per ultima, l’ho letta in verità domenica notte, la relazione al bilancio. Mi ha colpito, Assessore Marcolini, una visione aziendalistica del bilancio, improntata in via prioritaria sullo sviluppo economico.
Ho trovato interessanti le valutazioni sullo scenario economico nazionale ed internazionale, utili percentuali sulle nostre imprese, sui tassi di occupazione, di esportazione, di prezzi e costi di produzione.
Ripeto, informazioni importanti ai fini del nostro ruolo di programmatori dello sviluppo, una buona fotografia di un parte essenziale, direi primaria della nostra società.
Mi permetto però di far notare che industria e artigianato, imprese e mercato del lavoro pur fondamentali non sono “tutta” la società marchigiana. E se il nostro compito rimane quello di servire la comunità marchigiana svolgendo un ruolo propulsivo di progettazione e mediatore di sintesi credo che sarebbe utile, molto utile conoscere non solo lo stato di salute delle nostre imprese ma anche quello dei marchigiani.
Sempre restando nel settore economico, sapete per esempio, colleghi, che dati Istat 2005 pongono le Marche nettamente sotto la media nazionale per retribuzioni lorde per unità di lavoro? Parlo di salari e stipendi del trenta, quaranta, in qualche caso sopra il cinquanta per cento in meno rispetto alla media italiana.
Come stanno i marchigiani? Questa potrebbe essere una delle domande che ci poniamo nel prossimo anno con l’occasione dell’approvazione del piano sociale, della nuova legge sulla istruzione, della riforma delle leggi sulla cultura.
A me interessa conoscere percentuali sulla fruizione di cultura, sull’accesso ai servizi educativi: dove stanno le Marche nella graduatoria degli asili nido, quanto spendiamo pro capite per la cultura, quanti metri quadri disponiamo di verde pubblico e quanto i nostri ragazzi di impianti sportivi, quanto rispettano l’ambiente le nostre imprese. La politica anche giustamente litiga per qualche chilometro di strade: è più urgente l’uscita dal porto di Ancona o la Fano-Grosseto?
Ma forse, come ci ha richiamato bene domenica il nostro Presidente del Consiglio, dovremo appassionarci di più sulle risorse che investiamo – e sono molte – sulla scuola o sulla banda larga.
Su molte questioni attinenti la qualità della vita dei marchigiani so per certo che troveremo la nostra regione ai primi posti in Italia, per altre credo che potremmo avere delle sorprese e tanto da lavorare.
Faccio queste riflessioni oggi per uscire dalla ritualità della difesa d’ufficio di maggioranza da contrapporre ad un altrettanto d’ufficio requisitoria contro il bilancio da parte della opposizione per portare un contributo per migliorare i lavori del Consiglio.
E’ forse maturo ed urgente il tempo per chiederci anche quanto efficace è il nostro lavoro. I costi della politica vengono criticati come valore assoluto quando sono esagerati rispetto al prodotto, talvolta quando sono inutili rispetto alle realizzazioni. Ma si parla di un costo anche relativo della politica quando questa non stringe, non produce effetti.
Con la consueta arguzia domenica sera Luciana Littizzetto ha affermato che se i politici facessero sciopero nessuno se ne accorgerebbe. Piuttosto che gridare all’antipolitica è utile che ci interroghiamo: non pensiamo lo stesso anche noi quando votiamo un ordine del giorno e magari dopo un anno scopriamo che non è stato attuato o quando destiniamo risorse per una percentuale ad un piano e poi verifichiamo che si è fatto altro? E non ci è mai capitato di leggere una indagine commissionata da noi e utilizzata solo per riempire le nostre biblioteche?
E’ maturo il tempo per organizzare le Commissioni consiliari non solo per rispondere alla esigenza legislativa e quella amministrativa, ma anche per corrispondere ai nostri due principali doveri: l’indirizzo e la verifica.
Personalmente come Presidente della Commissione per il regolamento interno mi sento molto impegnata per fornire ai Consiglieri strumenti e regole migliori per assolvere a questi compiti. Ma non abbiamo tempo per aspettare il regolamento. I nostri lavori ormai sono influenzati negativamente, talvolta mortificati, da una organizzazione e da una modalità di rapporti con la Giunta e con il mondo esterno che sono datate, prima del nuovo Titolo V della Costituzione e prima della elezione diretta del Presidente della Regione.
Invito la Presidenza del Consiglio ad accelerare la riflessione che molto opportunamente il Presidente Bucciarelli ha già avviato sul ruolo delle Commissioni e dello stesso Consiglio. Noi abbiamo bisogno di una sorta di centro studi che elabori per noi e con noi i tanti numeri e le tante informazioni di cui già disponiamo per aiutarci a fare scelte fondate, non occasionali o basate sull’emergenza del momento.
Lo possiamo fare senza grandi spese aggiuntive, iniziando da ciò che abbiamo, a partire dall’ottimo personale del Consiglio che andrebbe a mio giudizio rimotivato e con una nuova, più adeguata collaborazione con la Giunta e i suoi servizi, anche essi con personale altamente qualificato. Io credo che una nostra riconversione culturale accompagnata da una nuova organizzazione del Consiglio potrebbero portare in breve a migliorare sensibilmente il nostro lavoro e renderlo più produttivo. Lo abbiamo percepito noi della prima Commissione in queste ultime settimane con il lavoro sul piano della cultura e sul parere sul bilancio.
Il tutto accompagnato da sessioni consiliari a tema e programmatiche come anche l’Assessore Marcolini ha prefigurato durante la seduta della sessione comunitaria: perché è parziale il dibattito sul bilancio regionale se non lo inseriamo nel contesto delle politiche che la Regione porta avanti con risorse nazionali e comunitarie e se permettete con una valutazione di merito anche sui programmi e sulle attività che la Regione cofinanzia nel territorio in collaborazione con Enti pubblici e privati.
Brevemente un’ultima pista di lavoro. Il dibattito politico nazionale e regionale di questi ultimi mesi ha evidenziato un’ulteriore causa di distacco tra cittadini e politica per cui le istituzioni pagano un prezzo: la crisi della partecipazione. La polemica con il sindacato anche su questo bilancio è il segnale di un malessere: nonostante la buona volontà dei singoli il sistema non è attrezzato ad un efficace coinvolgimento della società.
In attesa di una prima valutazione sul Consiglio delle autonomie locali e sulla rispondenza ai desiderata nel rapporto con gli Enti locali è tempo anche per ripensare al rapporto con le forme organizzate delle società e dar vita al Crel e a una nuova legge sull’associazionismo per cui tutti noi ci siamo impegnati. Mi auguro che il 2008 sia l’anno per la messa a pieno regime di questi strumenti di partecipazione.
Conosco la sensibilità dell’Assessore Marcolini su tutti questi temi, mi auguro che il confronto sia serrato ma anche costruttivo con tutta la Giunta e all’interno del Consiglio anche con l’opposizione.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bugaro.

Giacomo BUGARO. Il Collega Castelli prima ha detto “qualche giorno fa Minardi”, invece io dico “qualche giorno fa Spacca”, perché in occasione del suo intervento finale nella festa delle Marche ha fatto delle dichiarazioni estremamente impegnative, ha detto che i conti della Regione vanno bene, che i conti della sanità vanno bene, che i marchigiani non si devono preoccupare di nulla perché la situazione non solo è sotto controllo, ma è assolutamente all’interno di un quadro di tranquillità.
Analizzando l’assestamento di bilancio, approvato da pochi mesi, il bilancio 2008 e il triennale 2008/2010 dico che ci apprestiamo a votare qualcosa di estremamente pericoloso e preoccupante.
E’ passato sott’occhio a quest’Aula l’articolo 22. Assessore Marcolini, ci sono due articoli 22, uno nell’assestamento di bilancio e uno nel bilancio di previsione, siete abbonati all’articolo 22.
L’articolo 22 dell’assestamento vi dà – e l’avete messo con un artificio lessicale estremamente ardito – la facoltà di dismettere il patrimonio. Tant’è che ho notizia che gli uffici, in particolare un consulente del Presidente della Giunta regionale sta elaborando un piano di dismissione immobiliare per il prossimo anno che prevede in due semestri di vendere buona parte del nostro patrimonio. Il tutto grazie proprio all’articolo 22 dell’assestamento del bilancio.
Nell’articolo 22 del triennale, invece, chiedete al Consiglio di avere le mani libere per ristrutturare il debito che avete generato mediante accensioni di nuovi mutui la cui durata massima è di 40 anni. Significa che le generazioni che vengono qui a vedere i nostri lavori sapranno già che peserà su di loro un nuovo pesante debito. Questo è il costo del mantenimento delle vostre politiche.
A questo per l’imminente mettete nuove tasse sul gasolio di autotrazione. E’ una nuova accisa che prima ponete in un certo limite e che oggi riducete, ma che introducete sempre – scusate il giro di parole –, lo fate tramite una nuova rimodulazione per il gas da riscaldamento. Quindi la pressione fiscale aumenta.
Vivere, risiedere e intraprendere nelle Marche dal 1° gennaio 2008 costerà di più. Quindi la nostra regione perde in termini di competitività rispetto alle altre parti d’Italia. Penso a Regioni virtuose come la Lombardia che con il bilancio 2008, viceversa, abbassa la pressione fiscale.
L’articolo 22 del triennale è inquietante, Assessore Marcolini, perché in buona sostanza lei chiede una delega in bianco per poter gestire la finanza locale come meglio crede, ovvero, chiede la possibilità di poter indebitare ulteriormente la Regione Marche mediante la ristrutturazione del debito – parola che ricorre spesso – che sappiamo essere aumentato anche in virtù del mutamento delle condizioni generali dei mercati finanziari verso i quali vi siete rivolti a mani piene negli anni passati.
Quindi penso che l’aggettivo “pericoloso” sia il minimo che si possa usare per questo bilancio. E mi sorprende, colleghi Consiglieri, che nessuno di voi abbia letto con accuratezza questo articolo, perché tutto ciò va ad incidere non solo nella nostra vita, ma anche in quella dei nostri figli e dei nostri nipoti. Guardatelo, mi rivolgo soprattutto alle vostre coscienze, perché il mantenimento di questa politica della Giunta regionale sta producendo una legislazione pericolosa e che soprattutto ipoteca il nostro e il loro futuro.
Su questo oggi vi invito a ragionare e soprattutto a rigettare questo tipo di impostazione che, ribadisco, è pericolosa per il futuro.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Procaccini.

Cesare PROCACCINI. Svolgerò un intervento breve e più che altro generale perché avremo modo di entrare nel dettaglio della proposta di bilancio.
La riforma del Titolo V della Costituzione che ha previsto una sorta di federalismo senza risorse e che fa passare i minori trasferimenti statali alle Regioni e agli enti locali per autonomia impositiva, ha portato in sede di predisposizione dei bilanci a ragionare ognuno per proprio conto.
E’ iniziato un vero e proprio conflitto interistituzionale di rivendicazione talvolta l’uno contro l’altro. In questo contesto si è perso di vista un quadro d’insieme, un quadro generale.
Inoltre, l’istituzione di organismi, tipo il Consiglio delle autonomie locali, ha aggravato la situazione. Perché un conto è la partecipazione che va sempre perseguita e incentivata e un conto è una concertazione ferrea, una degenerazione della concertazione dove i soggetti della partecipazione sono tutti demandati alle Giunte, ai Sindaci, ai Presidenti delle Province e delle Comunità montane, escludendo in ciò le rappresentanze consiliari.
Allora lo Stato attribuisce competenze alle Regioni su strade, ferrovie, politiche industriali, politiche della sicurezza, per non parlare della sanità e dell’istruzione, a risorse invariate che in molti casi si traduce in minori risorse.
Il bilancio di cui discutiamo oggi, che è di circa 505 milioni di euro, consta di un taglio consolidato di minori trasferimenti da parte dello Stato di oltre 1 miliardo.
Bilanci a compartimento stagno che rischiano di portare, insieme a questo cosiddetto federalismo, ad una visione esclusivamente contabile, ossessionata dal far quadrare i conti, ad una visione tecnocratica che può ancora di più allontanare le istituzioni dal popolo, dalla società reale sempre più angustiata dai problemi legati a salari e stipendi troppo bassi, ad una condizione generale di precarietà e di mancanza di futuro soprattutto per le giovani generazioni.
La proposta di bilancio della Giunta regionale Marche non sfugge ad una situazione di difficoltà complessiva del quadro generale, ma compie delle scelte nei settori strategici della società, con la garanzia e, in alcuni casi, con l’aumento delle risorse per le politiche sociali, per i trasporti, per la sanità, per la cultura, per gli enti locali, anche attraverso prelievi.
L’impostazione di garanzia sociale noi la condividiamo, e questo è un lavoro svolto in via unitaria dai Comunisti Italiani, da Rifondazione, dai Verdi e da Sinistra Democratica, ma vogliamo e abbiamo voluto dare un contributo per migliorare la proposta.
Noi riteniamo che l’accisa sulla benzina sia sbagliata non solo per l’impatto politico, ma per l’impatto concreto, perché l’aumento della benzina indiscriminato colpisce di più i redditi bassi.
Inoltre, non c’è solo l’aumento della benzina, che dà un introito di 10 milioni, ma ormai i soggetti istituzionali sono costretti ad aumentare le imposte e le tariffe.
La capacità di spesa dei salari e stipendi è al limite perché non ci sono solo gli aumenti pubblici, ma anche quelli del mercato privato, la casa, la spesa quotidiana, i libri scolastici, ecc..
Noi indichiamo di dare alla proposta maggiore equità, azzerando o riducendo l’accisa sulla benzina. Occorre avviare una riorganizzazione senza tabù di tutti gli organismi, aziende e agenzie regionali (di competenza regionale).
Sin d’ora occorre calibrare meglio le uscite e le entrate a partire che da una situazione difficoltà, tanto da portare all’accisa sulla benzina, la Giunta dovrebbe ritirare o ridimensionare tutti gli emendamenti che aumentano la spesa, anche quelli sugli oratori che vanno messi in via generale senza escludere gli oratori per le politiche di aggregazione giovanile che sono appannaggio di diversi soggetti pubblici e privati.
In una situazione di difficoltà tutte le categorie e le classi sociali devono partecipare al mantenimento dello stato sociale e dei servizi collettivi ed individuali con un principio di equità e di solidarietà in modo progressivo e non indifferenziato.
Rifiutiamo la visione egoistica del centro-destra che si ricorderà anche nelle Marche si è caratterizzata per una “rivolta fiscale” tesa alla restituzione dell’addizionale Irpef per i redditi alti.
Noi crediamo in una società solidale e non egoistica. Ed è per questo che se il prelievo sulla benzina dovesse essere indispensabile perché l’importo deve finanziare l’assistenza sociale esso va ridotto in maniera significativa.
La restante parte della necessità finanziaria va ricercata sul versante delle entrate, va ricercata altrove, alleggerendo l’accisa sulla benzina che, ripeto, per la sua generalità colpisce di più i redditi bassi.
Abbiamo proposto e riproponiamo una rivisitazione dei meccanismi e dei criteri che portarono all’agevolazione dell’Irap per alcune categorie di imprese.
Le agevolazioni vanno mantenute e, se possibile, vanno estese, ma ciò va fatto con rigore, vanno finalizzate, in primo luogo al rispetto delle condizioni di lavoro e della sicurezza nei luoghi di lavoro, in secondo luogo occorre verificare i livelli occupazionali che in alcune realtà sono scesi di molto, nella provincia di Ascoli Piceno, ad esempio, sono triplicate le ore di cassa integrazione.
Il tessuto delle piccole imprese è essenziale per lo sviluppo e per l’occupazione. Le piccole imprese, in particolare, rischiano di essere anch’esse spazzate via dal meccanismo perverso e liberista di una globalizzazione senza regole. Gran parte delle piccole imprese non ha più nessuna capacità di autonomia di produzione e di commercializzazione, è diventata terzista della grandissima impresa nazionale e multinazionale, è costretta ad investire ingenti risorse senza garanzie. Quindi anche la piccola impresa vive in una condizione di estesa precarietà ed è per questo che la selezione delle agevolazioni è nell’interesse delle imprese stesse.
In definitiva, con una azione di maggiore equità il bilancio di previsione conferma una connotazione sociale indispensabile per mantenere ed estendere i livelli di coesione e di sviluppo della comunità regionale.
Voglio ringraziar, in conclusione, il personale del Servizio della Giunta regionale e della seconda Commissione consiliare che hanno svolto un lavoro tecnico pregevole e di alto livello.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Massi.

Francesco MASSI GENTILONI SILVERI. Questo bilancio che verrà approvato prima del Natale 2007 consente, anzi, impone una valutazione dei primi due anni e mezzo della legislatura Spacca.
Come a me non sarà sfuggita a nessuno la tristezza con cui il relatore di maggioranza Brandoni ha svolto la propria relazione. Mi rendo conto, caro collega, e te lo dico con stima, che è difficile fare una relazione quando non ci si crede, sei stato un vero militante, serio, accorto, ligio alle ragioni di coalizione, ma traspariva la tua tristezza per l’impossibilità di credere in quello che il compito ti assegnava, comunque ti stimiamo per questo.
Se ci fosse stato su quei banchi – permettetemi questa battuta – una Giunta di centro-destra penso che in questa Regione sarebbe successo il finimondo. I sindacati vi hanno rivolto delle critiche durissime. Critiche che rispetto e che sono appropriate per lo meno per quanto riguarda la non concertazione perché io non conosco, Assessore, cosa c’è stato dietro le quinte. Tali critiche sono state di una particolare durezza soprattutto sul metodo e mi colpisce perché di solito una Giunta di centro-sinistra dovrebbe avere su questo un feeling maggiore. I sindacati sono stati i più critici anche ben oltre la nostra opposizione.
Lo stesso dicasi per il sistema delle autonomie che si trova assolutamente spiazzato da questa Finanziaria.
Tutti hanno sottolineato come aumenta la pressione sul cittadino, lo hanno ammesso e confessato i Sindaci e Presidenti di Provincia, aggiungendo la loro preoccupazione a quella della regione e di tutti noi, perché non sfugge a nessuno che il sistema delle famiglie e delle imprese viene colpito da questa Finanziaria.
Cosa è irrisolto, a mio avviso, come problema più grave? Mi pare che Castelli parlava della due diligence che ci dovrebbe permettere di capire qual è la nostra situazione complessiva e come razionalizzare e mettere a fuoco gli obiettivi. Io dico che occorre fermare la ruota, come si dice in gergo, e rimettersi a vedere le competenze vere di Regione, Province e Comuni, perché a mio avviso lo spreco si annida lì, cioè nel voler fare tutti tutto.
Voglio sottolineare l’esempio del turismo dove tutti stanno lavorando con passione e in buona fede in questa regione, ma ammettete o no che tutti si vogliono occupare di turismo con uno spreco colossale di risorse?!
Quante volte abbiamo detto di ripristinare, noi che siamo funzionari pubblici che veniamo dalla prima Repubblica, il criterio delle funzioni e delle materie. Perché c’è un turismo che deve essere promosso dalla Regione, uno dalla Provincia e uno dai Comuni, non può essere che ognuno si occupa dei terreni dell’altro. Se guardate bene su questo e anche su tante altre promozioni la spesa diventa dispersiva e incontrollabile.
Quindi il primo problema, prima ancora di tutto il resto, è la ridistribuzione rigida delle competenze fra i diversi livelli di governance.
La sanità. La Signora Ministro Turco l’abbiamo salutata e non so se ne sia andata da qua con grande soddisfazione, non so se è contenta per l’Asur o per quel tipo di Zone che state preparando, che è una portata in giro colossale per tutto il territorio, ma La Turco ci dovrebbe dire – questo l’Assessore l’ha detto – che il trasferimento delle somme dello Stato e anche la cassa che lo Stato ritarda continuamente costringe la Regione ad indebitamenti colossali per le anticipazioni.
Allora qui non diciamo che siamo nel sistema migliore. Nella precedente legislatura se il Governo di centro-destra ritardava sei mesi un pagamento di cassa il lait motive della politica era “andiamo sotto perché ritardano i pagamenti”. Oltre i tagli che ha ammesso anche Procaccini ci sono anche i ritardi delle somme dovute.
Sul deficit strutturale della sanità, Assessore, voglio farvi una domanda dove vorrei che ci fosse un chiarimento perché sento dire con atteggiamenti e prese di posizione roboanti che si va al ripiano della sanità. La domanda è: il ripiano della sanità lo state facendo con la vendita degli immobili, con la vendita dell’Umberto I? A me è stato sempre insegnato, Assessore, che se paghiamo la spesa corrente con la vendita degli immobili siamo al dissesto. Nella prima Repubblica a noi segretari comunali ci avrebbe chiamato quantomeno la Corte dei Conti. Poi fra due anni che cosa vendiamo, Torrette!
Quindi non sfugge a nessuno che il deficit va risanato in altro modo, non credo che possiamo contare sul ripiano solo – e secondo me è assolutamente illegittimo – con la vendita degli immobili. Su questo chiedo una risposta.
Tra l’altro non sfugge a nessuno – l’ho detto qui anche altre volte – che dobbiamo trovare un sistema per cui gli amministratori virtuosi delle Zone sanitarie vengano premiati e non penalizzati a pagare sempre per gli altri che sprecano. Ci sarà pure da capire chi spreca e chi è virtuoso! Mi rifiuto di fare di ogni erba un fascio, quindi non faccio una critica perché sto all’opposizione, ma c’è da tirare fuori le migliori energie e premiare gli amministratori che nelle Zone sanitarie stanno facendo bene perché, ripeto, certe Zone sono penalizzate rispetto ad altre che sprecano. Poi, nel ripiano fatto con la vendita degli immobili chi va a premiare i virtuosi o gli spreconi? Bisogna che questo problema ce lo poniamo.
Ritengo che la promessa complessivamente fatta dalla vostra maggioranza con le elezioni 2005 sia profondamente mancata in questi anni.
Io voglio fare un augurio per dopo, ma non può sfuggire a nessuno che abbiamo un fondo per tutto lo sport delle Marche – permettetemi questa battuta, non me ne vogliano gli Assessori esterni perché non c’è niente di personale – che è uguale al costo di tutti gli Assessori esterni. Quando parliamo di promozione, di giovani, di nuove generazioni, di volontariato nello sport, degli esempi nello sport, cioè al di là del professionismo, per tutta questa realtà immensa del territorio marchigiano ci sono più o meno 700 mila euro, quello che c’è per gli Assessori esterni.
Come pure per i fondi per i progetti speciali per le scuole, siamo a cifre veramente irrisorie.
Se non si crede nella mission di incrementare sport e scuola, che sono le realtà più vicine ai nostri giovani, è difficile parlare di oratori – come accennava Procaccini –. Qui non si arrabbi la sinistra cosiddetta Arcobaleno, ma sia chiaro che se si fa una legge che riguarda gli oratori deve riguardare gli oratori così come sono e cioè oratori che ospitano i figli dei mussulmani, dei buddisti, degli atei, degli anticlericali, non esiste un parroco che caccia via uno perché è figlio di qualcuno che non è credente o che è di altra religione. Sappiamo benissimo qual è la funzione degli oratori, non è un favore né al Vescovo né alla Chiesa, casomai è un favore alle famiglie, è un sostegno a quel volontariato che sta lì e ti tiene i figli. (…) Sì, però le aggregazioni giovanili le abbiamo premiate con altre leggi, quindi se si fa una legge sugli oratori, come Spacca ha annunciato, chiedo che sia una legge a favore degli oratori così come sono e non sia una elargizione al parroco o al Vescovo, e sono anche, ovviamente, per un sistema incentivante, premiante e di qualità.
La delusione riguarda anche il sistema delle imprese. Qui non voglio rivangare il problema dell’energia che rimane drammatico in questo Paese. Ormai il bipolarismo Giaccaglia-Amagliani su questo tiene testa in tutta la Regione, però occorre che alle imprese una risposta la diamo. Assessore Amagliani, tu sei ottimista su entrate da megawatt per certi impianti e voglio credere a quello che dici, però mi sembra che le stime e i dati ci dicano che stiamo ancora terribilmente sotto. E non so se i dati ti soddisfano pensando che dall’eolico, benvenga, al fotovoltaico, benvenga, si possa sanare il gap che abbiamo.
Sulle infrastrutture abbiamo avuto un’importante ammissione del Presidente della Regione quando ha definito il Governo nazionale distratto sulle Marche. L’avete sentito? Qua dentro abbiamo fatto sei anni di polemiche, quando invece il Governo di centro-destra aveva assegnato oltre 2.500 miliardi di lire alle Marche, dunque vorrei capire quanto ha assegnato o sta assegnando il Governo di centro-sinistra per le infrastrutture! Io non auguro il male a nessuno, ma se questo Governo deve durare spero che si accorga delle Marche, al di là delle promesse e dei passaggi elettorali dei diversi Ministri.
Concludo dicendo al capogruppo Ricci, anche se adesso è in contumacia, che ha presentato una mozione per il sostegno di quelle famiglie che hanno dovuto trovare casa da un’altra parte perché nei loro territori sono state colpite da movimenti franosi, da problemi idrogeologici, ecc.. E’ una mozione, approvata all’unanimità da tutti noi, che parla di 600 mila euro. Le sezioni del vostro partito si sono subito attivate e su tutto il territorio hanno sbandierato la mozione Ricci dicendo “ecco qua 600 mila euro!”. Poi vado a vedere nel capitolo e ci sono solo 150 mila euro. Allora, sono otto Comuni con circa trenta casi di persone che hanno dovuto trovare casa altrove, quindi significa che l’intervento della Regione è si e no di 7-8 mila euro. Evitiamo di portare in giro il popolo. Possiamo fare questo?! Si dice che la demagogia la fa solo Berlusconi, no, la demagogia la fanno in tanti. Se Berlusconi è demagogo qua dentro in molti avete imparato perché avete promesso 600 mila euro e ce ne sono solo 150 mila, parliamo di persone che hanno dovuto trovare casa altrove perché hanno la casa lesionata. Mi corregga, Assessore, ma qui nell’Upb vedo 150 mila euro (...) Ce ne sono di più? Benissimo, io ho presentato un emendamento, quindi se si può incrementare ne sarei felicissimo.
Ultima battuta. Ho fatto una riflessione alcuni giorni fa facendo un appello ai moderati, che qualcuno ha interpretato come metter dentro il centro-sinistra la sinistra antagonista con il centro moderato. Non era questo che volevo dire, faccio un esempio – non se ne abbiano a male i colleghi del centro –, per quanto riguarda le Asl provinciali che noi proponiamo, ritengo moderati gli estremisti centristi di Rifondazione e dei Comunisti Italiani perché hanno preso per principio la difesa dell’Asur, cosa che non ha fatto la sinistra. Quindi chiedevo un’altra cosa, se era possibile superare…

Cesare PROCACCINI. L’abbiamo votata.

Francesco MASSI GENTILONI SILVERI. Bene, lo riconosco. Siccome qualcuno ha detto che gli estremismi siete voi, io sto dicendo, appunto, che gli estremismi secondo me sono le chiusure mentali. In questo caso, per quanto riguarda le Asl provinciali la chiusura mentale la trovo più al centro. Quindi non mi interessa la collocazione politica, chiedo, se possibile anche qui, fermarsi un attimo e vedere cosa è possibile mandare avanti di certe riforme, che trovano da una parte un blocco della sinistra, per esempio sul sistema energetico, e un blocco del centro per quanto riguarda per esempio la sanità.
Quindi dico: ci si può mettere attorno ad un tavolo – lo diceva la collega Benatti e apprezzo ciò che ha detto – al di fuori dei ruoli? Mancano due anni alla fine della legislatura, quindi: possiamo fare una evidenziazione di 5-6 punti, che hanno una larga condivisione per i diversi motivi e per i diversi equilibri del Consiglio, ed impegnarci a voltarli nell’interesse di questa regione? La maggioranza ha la possibilità di ragionare su questo o, come hanno risposto i Consiglieri Ricci e Favia, siamo autosufficienti e non ce ne importa niente di niente? Se la risposta è questa, auguri! Ma non è quella che i marchigiani in questo momento sentono.

Presidenza del Vicepresidente
Roberto Giannotti

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Mammoli.

Katia MAMMOLI. E’ la terza volta che in questa legislatura approviamo un bilancio di previsione. Ebbene, tutti gli anni la discussione si è svolta soprattutto nell’approfondimento delle varie leggi di settore, sul discorso degli investimenti, della sanità, i fondi perenti, i trasferimenti e altro, tutto naturalmente in seguito anche alle relazioni di bilancio.
Nei bilanci precedenti tra maggioranza e opposizione, spesso anche all’interno della stessa maggioranza, ci siamo scontrati anche per poche migliaia di euro rispetto ad emendamenti che riguardavano un settore piuttosto che un altro o un territorio piuttosto che un altro.
Se nella discussione del bilancio di previsione di oggi continuassimo a parlare soltanto di questi argomenti penso che interesserebbe poco la comunità marchigiana, perché la novità, purtroppo negativa, di questo bilancio è il fatto che saremo costretti ad aumentare la tassazione sulla benzina.
E’ una scelta che facciamo per la prima volta in tre anni, è una scelta che dal punto di vista politico avrà un riscontro piuttosto pesante. Lo avrà non tanto per la cifra in quanto tale – più tardi vedremo se sarà lo 0,25, lo 0,20 –, che comporterà circa 10-15 euro di aumento per ogni macchina, ma per il pesante segnale rispetto a una popolazione marchigiana alla quale fino ad ora eravamo riusciti a non imporre ulteriore tassazione che oggi purtroppo siamo costretti ad applicare attraverso questa operazione di bilancio.
Oggi parliamo del bilancio tipicamente regionale, cioè dei fondi erogati dalla Regione, quindi non tanto del bilancio generale che riguarda dai 5 ai 6 miliardi di euro, fondi finalizzati derivanti da trasferimenti statali o da trasferimenti soprattutto della Comunità europea. Parliamo del nostro bilancio, un bilancio che è intorno a 580 milioni di euro, ma del quale purtroppo la parte mobile è assolutamente risicata, è di circa 200 milioni di euro, quindi è un bilancio ingessato.
E’ un bilancio ingessato come tutti i bilanci degli enti pubblici, perché tra le spese fisse che non possono essere contratte, quella su cui effettivamente si possono fare le scelte politiche si riduce a ben poco. Quindi se fossimo riusciti a non fare questo aumento, ma tagliare all’interno di questa cifra mobile e non certamente sull’altra, il taglio sarebbe stato molto più consistente se fossimo potuti intervenire su tutto quanto il bilancio regionale.
Si sono anche tentate valutazioni rispetto ad altri tipi di tassazione in quanto questa tassa non ci soddisfa assolutamente, ma anche tali valutazioni hanno portato ad un riscontro che sicuramente non sarebbe stato positivo perché comunque sarebbero state tassazioni che avrebbero coinvolto tutta l’entità della popolazione marchigiana.
Sappiamo che la tassazione all’interno della regione, tranne per quanto riguarda l’Irap, è abbastanza bassa, che in questi tre anni precedenti non siamo intervenuti nell’aumento delle tassazioni, comunque, ripeto, questa scelta sicuramente non la facciamo a cuor leggero.
Questo ha determinato anche quello che si è visto in questi giorni, è inutile che ce lo nascondiamo, è inutile che parliamo di tasse di scopo, è inutile che parliamo di risultati ottenuti, il risultato ottenuto è quello che purtroppo dobbiamo fare questo tipo di aumento. Ripeto, anche se rivedremo la percentuale, questo ha comunque portato a difficoltà all’interno della maggioranza per le scelte che sono state estremamente sofferte da parte di tutti. È apparsa qualche forza politica più contraria di altre semplicemente perché è intervenuta più fortemente sulla stampa, altre invece hanno preferito stare zitte e cercare di verificare se ci fossero altre soluzioni, ma ad oggi, o meglio fino all’incontro di ieri sera, altre soluzioni non le abbiamo trovate, su questo bisogna essere chiari.
Quindi c’è una maggioranza forte, c’è una maggioranza coesa rispetto al bilancio di oggi, ma c’è una maggioranza che non sprizza scintille di gioia. D’altro canto mi sembra che non è certamente una bella soddisfazione pensare di dover essere costretti a fare questo, ma lo siamo dal momento che la scelta alternativa sarebbe stata quella del taglio di quei servizi che di solito vanno ad incidere sulle classi meno abbienti.
Non c’è stata soltanto questa grossa difficoltà all’interno della maggioranza per riuscire a trovare soluzioni che non fosse quella che troviamo in bilancio, ma ci sono state difficoltà anche negli incontri con gli altri enti, con i soggetti che si confrontano con il Governo regionale nel momento in cui si fanno scelte fondamentali come quelle di bilancio.
Quindi ci siamo incontrati con il Cal fino a ieri mattina – lo sanno tutti perché è una notizia data anche dalla televisione –, che ci ha dato un parere favorevole sull’aumento sulla benzina, anche se poi chiede che quello che ritorna attraverso questo aumento deve essere ridistribuito agli enti locali. Ma ciò significa che se questo fosse stato possibile farlo non sarebbe stato necessario aumentare la benzina, perché se avevamo la copertura delle cifre degli anni precedenti sicuramente non avremmo fatto questa operazione. Quindi anche da questo ente, mi dispiace dirlo, non è che sia venuto un grande aiuto rispetto alla soluzione del problema.
Ci siamo incontrati anche con i sindacati che più chiaramente hanno dichiarato che non erano assolutamente d’accordo sull’aumento della benzina, comunque hanno fatto delle proposte alcune delle quali sono state accettate mentre altre sono risultate inaccettabili, quelle soprattutto dove si dice che dobbiamo risparmiare i 7 milioni di euro dei cosiddetti viaggi della speranza e quindi tagliarli sulla sanità. Io mi auguro che in futuro potremo non dico tagliare, ma addirittura non aver bisogno dei viaggi della speranza fuori da questa regione perché significherebbe che la sanità marchigiana funzionerà talmente bene che non avremo la necessità di andare fuori, però oggi non possiamo impedire questa speranza a quelle fasce della popolazioni che sono le più povere, quelle ricche ovviamente non hanno bisogno del contributo regionale per andare fuori nei momenti di maggiore difficoltà della propria vita.
Ieri sera è stato preso un impegno che per me e per questo voto favorevole che dovrò dare a questo bilancio è una cambiale. Perché se il voto della maggioranza è stato accordato anche su queste scelte esse dovranno essere rispettate come una cambiale.
Allora la scelta è che si vada ad una riorganizzazione con minori spese rispetto ai vari enti e alle varie aziende partecipate, che si rimodifichino i consigli di amministrazione, che si controllino meglio i bilanci, che si verifichi quanto si possa risparmiare rispetto a questi enti partecipati, parlo dell’Ato, dell’Ersu o di altri consigli di amministrazione.
Per quanto riguarda l’Ersu a me fa piacere che si vada ad una riorganizzazione, non soltanto perché siamo costretti ad andarci, ma perché – l’avevo già detto in tempi non sospetti – non è più possibile pensare a quattro Ersu diversi, ognuno dei quali gestisce i finanziamenti in maniera diversa all’interno di una regione piccola come le Marche.
E’ stato chiesto che ci sia una riduzione delle spese, a cominciare da quelle di rappresentanza istituzionale e dalle varie spese rispetto alla visibilità del Governo regionale.
E’ stato chiesto, soprattutto, ed è questo il punto più importante su cui oggi daremo il nostro voto favorevole e che, ripeto, è una cambiale che va assolutamente cambiata, che l’anno prossimo si ricominci da zero per il bilancio, si ricominci da gennaio e non dal prossimo novembre.
Qui non si chiedono verifiche politiche, non si chiedono verifiche di maggioranza, non si chiedono verifiche di Giunta, perché la maggioranza c’è ed è coesa, ma si chiede la verifica delle scelte politiche, si chiede la verifica di tutte quelle leggi che per anni sono state comunque finanziate anche se erano vecchie di decenni, perché se si azzardava a toccare cinque lire su quelle leggi succedeva un pandemonio. Non possiamo più sostenere un bilancio in cui tutti vogliono tutto!
E’ l’ora delle scelte e le scelte le dobbiamo fare insieme, con responsabilità, così come oggi con responsabilità votiamo questo bilancio che ci mette in grossa difficoltà. La stessa responsabilità la chiedo alla Giunta e ai Consiglieri. Secondo me va bene anche l’offerta dell’opposizione, perché quando si tratta di rimboccarsi le maniche e di fare l’ultima scelta finale in questo paio di anni che sono rimasti a questo Governo regionale, deve essere fatto con l’aiuto di tutti e con la consapevolezza da parte di tutti che non ci sono rendite di posizione, ma che la rendita di posizione di tutto il Governo regionale deriva dalle scelte serie che saprà fare.

Presidenza del Presidente
Raffaele Bucciarelli

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giannotti.

Roberto GIANNOTTI. La discussione sul bilancio è sempre facile e difficile nello stesso tempo, ormai siamo abituati ad un dibattito molto stanco, ci sono i soliti attori, è un dibattito che difficilmente riesce ad avvincere il Consiglio regionale dove, come vedo, gli interventi sono pochissimi e non rilevo neanche tanto interesse dell’altra parte.
Devo dare atto all’Assessore Marcolini della puntualità e della sua presenza in Aula e, caso eccezionale, anche di quattro Assessori, ma rilevo l’assenza del Presidente Spacca che è soggetto in prima persona interessato a questa discussione. Voi dite che non mi deve importare, certo, ma questo importa, però, ai marchigiani che da domani saranno più poveri, quindi quantomeno doveva esserci la cortesia di partecipare a questa discussione.
Dire che questo un bilancio sia grandioso – mi dispiace per l’enfatizzazione dei Consiglieri Procaccini e Benatti – mi sembra esagerato.
E’ un bilancio di routine, è una fotocopia di quello degli anni passati con un’unica raddrizzata ad alcune cifre e ad alcuni importi che non è nemmeno stata fatta con molta intelligenza, anche perché non è facile disegnare una situazione finanziaria che non è migliorata, anzi, che è peggiorata, al di là di come la si voglia vendere ai marchigiani. Continuiamo a prendere in giro i marchigiani vendendo un risanamento che non c’è stato.
Il dato politico di fondo è che oggi dobbiamo prendere atto che le Marche non sono risanate dal punto di vista finanziario. Se questa Giunta regionale è stata costretta a mettere di nuovo le mani nelle tasche dei marchigiani, e poco conta se per lo 0,25 o lo 0,17, rimane il fatto che tutti i marchigiani da domani, andando a comperare la benzina, pagheranno un altro gravissimo balzello alla Regione Marche, dovranno pagare la vostra inefficienza, la vostra incapacità di gestire e di essere oculati nella spesa.
Questo non sarebbe scandaloso se avvenisse in un contesto pacifico, cioè se fosse la prima tassa, perché questo avviene per una regione che è già stata penalizzata duramente negli ultimi cinque anni attraverso un’imposizione fiscale tra le più alte d’Italia. Debbo rammentare ai colleghi Consiglieri e ai marchigiani che è stata pagata per anni l’addizionale Irpef più alta del nostro Paese, avendone in cambio servizi come quelli ferroviari. Non se ne dispiaccia l’Assessore Marcolini, ma anche questa mattina ci sono stati nuovi ritardi dei treni sulla direttrice Pesaro- Ancona e non so se anche nell’altro versante. E’ una situazione insostenibile dal punto di vista della fruibilità da parte dei pendolari, c’è gente che viene ad Ancona a lavorare ed è costretta tutti giorni a dover perdere 20-25 minuti sui treni.
Quindi la prima operazione che dovete avere il coraggio di fare, che l’Assessore Marcolini deve avere il coraggio di fare, è un’operazione di verità, quindi non quella di arrampicarvi sugli specchi. Volete dire ai marchigiani quanti buffi avete, qual è la vostra situazione, qual è il livello di indebitamento sul piano dei mutui che è poi l’angolo nero di tutta questa faccenda?! Volete dire ai marchigiani cosa rischiamo?!
Abbiamo detto già un’altra volta che se oggi la Regione dovesse fallire i marchigiani si troverebbero molto, molto più poveri rispetto ad oggi, non solo sul piano della tassazione, ma anche sul piano del debito consolidato.
Credo che dallo strumento di bilancio un dato di fondo sia leggibile, che nonostante le promesse di questi anni il mostro di questo bilancio, cioè la spesa della sanità, non ha realizzato l’obiettivo primario che vi eravate posti. Avete venduto ai marchigiani, con una campagna di comunicazione dispendiosissima, che le cose sarebbero migliorate. Non è così, non mi sembra che ci sia stato il riequilibrio annunciato se il consuntivo sulla sanità del 2006 ha chiuso a 105 milioni, il doppio di quanto avevate previsto, cioè abbiamo chiuso con un saldo che ha sforato del 50% in più di quello che avevate previsto.
Anche qui sarebbe cosa di poco conto se i marchigiani fossero contenti della qualità e della quantità dei servizi sanitari che offrite, ma non è così, i marchigiani sono infelici. Soprattutto i suoi concittadini, Consigliere Ricci, e quelli di Civitanova. I vertici dei Ds dovrebbero riflettere sulla qualità dei servizi delle loro città. Io posso dire che la mia città e quella del Consigliere Ricci è mal gestita ed ha un’offerta di servizi sanitari al di sotto della sufficienza. Consigliera Giannini, credo che lei debba dire la stessa cosa visto che il suo collega Brini questa mattina ha fatto denuncia pubblica dicendo che all’ospedale di Civitanova si registrano fatti gravissimi sul piano della gestione dei servizi.
Ma questa sarebbe poca cosa se potessimo dire che la qualità dei servizi sanitari è migliorata, che l’efficienza dei servizi sul territorio è migliorata. Io non credo che sia così. Intanto rimane l’aspetto di fondo del fallimento del disegno di organizzazione dei servizi sanitari, fallimento di questa scatola vuota rappresentata dall’Asur che non avete avuto il coraggio di ammettere.
In questo Consiglio da alcuni anni a questa parte c’è l’incapacità dell’ammissione delle proprie responsabilità. Così è stato per la sanità dove avete fallito e non lo volete ammettere, avete fallito per il turismo facendo l’azienda unica regionale e non l’avete ammesso, ha fallito sul piano della cultura l’Assessore Minardi che banalizza dicendo che lui, grazie al gioco di luci, ha rilanciato il Palazzo Ducale e la cultura marchigiana. Se vi accontentate di questo va bene, ma non credo che sia il bisogno della gente.
L’Asur è fallita, la scorciatoia delle aree vaste è soltanto un modo per dire che aveva ragione Forza Italia e l’opposizione quando vi chiedeva le Asl provinciali dieci anni fa, e ancor oggi pur avendole fatte non avete il coraggio di ammetterlo, anzi, non siete nemmeno legittimi nella definizione degli atti che in qualche modo ci possono essere.
Non c’è stato un riequilibrio delle alte specialità, quindi i sudisti e i nordisti di questa regione continuano ad essere pesantemente penalizzati per la mancanza di servizi sanitari di alta qualità – anche qui al di là delle promesse fatte sul piano politico –. La mobilità passiva non è in calo, ma in stasi, quindi vuol dire che non c’è stato un miglioramento e quella spinta verso il superamento di queste difficoltà.
Mi viene da pensare, Consigliere Ricci – è una riflessione che faccio, vi chiedo anche scusa –che alla fine si fanno gli interessi di qualche struttura privata senza dirlo. Io non sono contrario al privato, ma far sì che i servizi pubblici siano carenti per favorire alcune strutture private, per esempio quelle della riabilitazione dell’Emilia Romagna – così non facciamo riferimenti nelle Marche –, mi viene questo dubbio che sarebbe una cosa grave.
La spesa farmaceutica non è in calo o comunque non è in calo concreto. Anche qui tutti sappiamo della vostra incapacità di battere l’arroganza dell’ultra sinistra che c’è in questo Consiglio.
Il problema dei piccoli ospedali è sotto gli occhi di tutti. Siete anche qui persone che hanno la lingua biforcuta, cioè li state uccidendo, li state chiudendo, con le vostre scelte state determinando la chiusura di tutti i presidi sanitari dell’entroterra senza dirlo. E’ chiaro, amici e compagni, che se non date le risorse finanziarie, non consentite il turnover del personale e non li mettete in condizione di adattarsi sul piano della tecnologia, i piccoli ospedali saranno tutti destinati a fare quella fine.
Questo è sul problema della sanità, ma possiamo parlare meglio anche degli interventi previsti per l’ambiente dove si registra una riduzione generalizzata del 50% per ambiente, territorio e sviluppo economico. Quando una Regione fa scelte di questo tipo, che prospettive ci sono per l’occupazione e in modo particolare per quella giovanile?
Inoltre – e anche qui mi si consenta perché credo possa essere un elemento di stimolo – penso sia un fallimento la gestione della cultura marchigiana. L’Assessore Minardi può banalizzare, può fare convegni spendendo un sacco di soldi dicendo che sono spesi bene perché sono un investimento in promozione televisiva, a lui va bene così, ma io registro un fallimento del settore, delle scelte, delle politiche culturali. Siamo tornati all’anno zero, stiamo peggio di quando eravamo con D’Ambrosio che aveva affidato la delega al capo del suo Gabinetto – questo per dire tutto della dignità del Consiglio! –.
Quando un Assessore come quello della cultura gestisce da solo 10 milioni di euro grazie a un accordo di programma nazionale, non aggiungo altro, si giudica da sé. Il Consiglio regionale è stato espropriato della gestione di risorse fondamentali trovate attraverso un rapporto con lo Stato e se vuole continuare a fare scelte che privilegiano l’immagine e l’effimero, benvenga per lui, personalmente il mio consenso non lo avrà.
Per i lavori pubblici, l’Assessore Carrabs mi è anche simpatico, ma non credo che uno possa svolgere il proprio mandato tornando ad Ancona ogni sei mesi dicendo che ha avuto un milione di euro dal Ministro Pecoraro Scanio. Mi va anche bene, Consigliere Ricci, è anche utile, ma paghiamo un promoter perché non credo che un Assessore debba fare questo, un Assessore deve gestire le deleghe che ha nella maniera più adeguata possibile, non deve solo fare il procacciatore di finanziamenti.
Per quanto riguarda i trasporti credo che questa sia la Regione che vive la condizione peggiore. Con tutta la passione che ci mette l’Assessore Marcolini, registro però che sul piano del confronto con le Ferrovie dello Stato questa Regione è perdente. Ha perso e perde, lasciate stare le elemosine della Finanziaria!
C’è il pungo di ferro sul piano della gestione del contratto di servizio e, intanto, rispetto a questo, vorrei che l’Assessore domani, visto che in primis la responsabilità è della Regione, facesse una lettera chiedendo scusa ai marchigiani per tutti i disservizi che vivono i pendolari in questo frangente. Sarebbe un atto di coraggio che gli sarà pagato.
Per ciò che riguarda le infrastrutture, Assessore Pistelli, credo che alla fine non siamo andati molto avanti rispetto all’insufficienza infrastrutturale di questa regione. Serve volare alto, servono azioni, serve una capacità di interloquire con il Governo, capacità che questa Giunta regionale non ha. Mi permetto di suggerire al Presidente Spacca di volare meno in giro per il mondo e di volare più spesso a Roma dove si conta e dove si decide, dove bisogna battere pugni sul tavolo per portare a casa risultati più concreti.
Vede, Assessore Pistelli, la vicenda di Aerdorica – glielo ha detto bene il mio collega Bugaro in diverse occasioni – non è certamente un elemento che qualifica l’azione del suo assessorato.
Sull’agricoltura credo che i fatti parlino da soli. Gli agricoltori marchigiani sono in protesta permanente contro le insufficienze e i ritardi della Giunta regionale, bisognerebbe che ci fosse anche qui un soprassalto di responsabilità.
La stessa cosa può dirsi per il turismo. L’uomo di ferro dei Ds marchigiani, il capo delegazione in Giunta non c’è e mi dispiace, ma ostenta da sempre una sicurezza sul piano dei risultati conseguiti per i turismo. Mi sembra, però, che il livello dell’azione in questo settore sia estremamente basso al punto che non solo non arrivano i turisti nelle Marche, ma questa Giunta regionale non riesce nemmeno a far funzionare uno strumento che si è dato, cioè l’Osservatorio per il turismo che ha messo in piedi per fare cosa?
Ambiente. L’Assessore Amagliani in questa fase è diventato l’amico dei pesaresi. Credo che al di là di tante cose positive questa sua insistenza nel sostenere interventi devastanti che danneggiano l’ambiente nella Provincia di Pesaro e Urbino non sia una questione da primato. Rispetto a cosa, Assessore Amagliani? Rispetto non tanto alle proteste dei comitati, non tanto alle proteste in conversione del Presidente della Provincia di Pesaro, che prima ha detto sì e adesso dice no, e rispetto alle assemblee elettive, ma rispetto ad un pronunciamento di questo Consiglio. Sulla vicenda di Schieppe questo Consiglio ha parlato chiaro, ha detto “non si ha da fare”, l’abbiamo votato insieme, l’ha votato la maggioranza di questo Consiglio e bisogna mettersi nell’ordine delle idee di dare corso alla volontà dei quaranta Consiglieri marchigiani. (…) Lascia stare, quella era una legge truffa dei diessini per far passare il blocco per tre mesi e per dare la licenzona, è vero Assessore Amagliani! La mia posizione è sempre stata chiara su questa vicenda. Mi dispiace, Consigliera Mammoli, non credo che ci sia una maggioranza coesa, c’è una maggioranza tenuta in piedi con lo scotch per ragioni di bottega. Siccome c’è da salvare un equilibrio politico difficile questa maggioranza tiene, così come tiene a livello nazionale, anche se lo scandalo di questa mancanza di unione e di unità è sotto gli occhi di tutti.
Consigliere Massi, non mi venga in Consiglio a fare polemiche su Berlusconi demagogo, se c’è un demagogo in questo Paese è il suo capo, il leader del suo partito che ha accentuato troppo spesso il tono polemico (…) Sì, ma lei lo ha ripreso in termini negativi, dando forza a questo discorso, comunque non voglio litigare, ho voluto solo dire che deve preoccuparsi più della incoerenza di altri leader politici nazionali che del Presidente di Forza Italia.
Credo che si possa sintetizzare che questo non è un bilancio che interpreta i bisogni dei cittadini, non è un bilancio di un Governo che vuole gestire i problemi del territorio in maniera adeguata. Questo bilancio è un fatto tecnico, è uno strumento tecnico, è un tentativo di quadratura di un cerchio che non è riuscito e che non riuscirà, che sostanzialmente oltre a non avere il consenso dei cittadini – anzi, vedrete, nelle prossime settimane avrà la protesta vivace dei cittadini pesaresi – ha avuto difficoltà a trovare consensi all’interno della maggioranza tanto che siete stati costretti a fare ieri una riunione per cercare di superarla.
E’ un bilancio delegittimato dalle forze sociali e dalle forze economiche di questa regione.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Rocchi.

Lidio ROCCHI. Cercherò di recuperare il tempo che ci ha fatto perdere il Consigliere Giannotti.
Il Presidente Spacca, se ben ricordo, in una manifestazione ad Ascoli Piceno davanti ad un folto pubblico, ha dichiarato che gli obiettivi, a suo tempo concordati in Giunta e con la maggioranza, erano quelli di ridurre i costi della politica e della pubblica amministrazione e che questi due obiettivi sono stati conseguentemente raggiunti. Infatti elencando una serie di dati ha detto che rispetto al 2004 i costi per ogni singolo cittadino sono scesi da 105 e 92 euro. Poi ha aggiunto che con il taglio delle consulenze esterne – che io non riesco a capire quali siano – sono rimasti in cassa oltre 5 milioni di euro.
Quindi credo che ci sono stati risultati abbastanza importanti e apprezzo questa comunicazione che magari è stata anche tardiva, ma che in un momento importante come quello della manifestazione ad Ascoli Piceno tali notizie date dal Presidente sono state confortanti.
Quello che più mi ha preoccupato sono state le affermazioni dell’Assessore Marcolini – Assessore che stimo – che ci ha comunicato che stava ricercando un riequilibrio di bilancio attraverso l’inasprimento di una serie di tributi, primo l’aumento della benzina. Un aumento che sta creando in questi giorni un forte impatto negativo nella comunità marchigiana già sottoposta ad una forte pressione fiscale da parte delle Province, dei Comuni, della Regione e anche dello Stato.
Ieri sera dopo una riunione durata parecchie ore si è giunti ad un risultato direi abbastanza positivo, perché c’è stata un’apertura del Presidente Spacca nel rimodellare la bozza di bilancio facendo interventi su quattro o cinque settori che possono comportare una diminuzione sostanziale dell’accisa sulla benzina. Credo però che sia una diminuzione abbastanza negativa perché dallo 0,0258 siamo arrivati allo 0,0200, quindi un segnale che poteva soddisfare le esigenze dei partiti della sinistra, la cosiddetta cosa rossa, e non. Credo, invece, che dopo i risultati e da quello che ho potuto vedere la cosa rossa ha perso, hanno perso anche gli altri partiti moderati, alla fine abbiamo perso tutti.
Quindi nessuno può dire, come ho letto questa mattina, che il Consigliere tizio o il Consigliere caio sono riusciti dopo diverse riunioni a far ricredere la Giunta e pertanto per apportare modifiche sostanziali al bilancio regionale.
I 10,7 milioni di euro che servono per poter raggiungere questo equilibrio a questo punto certamente si devono trovare con delle tasse che andranno a destabilizzare ancora di più la comunità marchigiana.
Queste piccole modifiche, secondo me, possono mitigare l’impopolarità delle scelte di questo bilancio, pur sapendo che, come noto a tutti, il margine di manovra del bilancio regionale in questi anni si è progressivamente assottigliato, questo riduce la capacità di indirizzo. Quindi quando sentiamo che sulla cultura, sul turismo e addirittura sulla sanità riusciamo a raggiungere un bilancio in pareggio ci fa capire che qualcosa è stato fatto.
Credo, comunque, che occorra ancora un’ulteriore buona gestione della spesa che può significare delle scelte nelle priorità, nelle criticità sociali che riguardano molte famiglie marchigiane, come, ad esempio, gli anziani non autosufficienti. Spero e credo, Assessore Marcolini, che i fondi che entreranno in più saranno orientati verso il sociale, quindi verso gli anziani.
Solo così potremo, anche alla fine di questa a volte inutile discussione, perché non abbiamo neanche la possibilità di parlare alla Giunta al completo, nonostante ci sia l’Assessore al bilancio, vedere lo scenario produttivo della Regione Marche che si presenta in tutta la sua drammaticità.
Credo che l’Assessore Agostini stia seguendo con molta attenzione le fasi negative che riguardano il lavoro e l’occupazione nella provincia di Ascoli Piceno.
Siccome stiamo discutendo del Piano regionale delle attività dell’artigianato e dell’industria degli anni 2007-2009, credo sia importante che molti fondi di questo Piano vengano stornati per le piccole e medie imprese dell’ascolano perché ci deve essere un momento di grande efficacia anche verso queste popolazioni. Tanto è vero che noi della terza Commissione quando andremo a discutere questo Piano in Consiglio presenteremo un ordine del giorno in proposito. Perché non vorremmo, come sta succedendo in questi ultimi tempi, Assessore, che quando si discute di momenti importanti dove ci sono centinaia di miliardi noi non sappiamo né i risultati dell’anno prima, né come vengono ripartiti questi fondi.
In Commissione vorremmo avere la certezza che quando andiamo ad approvare Piani di questo genere ci sia anche la consapevolezza dei colleghi commissari di sapere se questi fondi vengono ripartiti in base a momenti positivi oppure a momenti di negatività. Cioè non vorremmo che questi fondi vengano ripartiti in quei settori che durante l’anno hanno dato magari esiti negativi. Quindi vorremmo che la Giunta ci mettesse in condizioni di poter operare nei migliori dei modi.
Concludo anche perché credo che a fine discussione quando anche noi Consiglieri di maggioranza prenderemo la parola per l’espressione del voto, parleremo anche, se ci saranno, sulle eventuali novità.
In ordine alla programmazione strategica adottata dalla Ferrovie dello Stato è fortemente pregiudizievole verso gli interessi di questa Regione, Assessore, il comportamento del rappresentante del Presidente delle Ferrovie dello Stato perché mette questa regione in una condizione di isolamento che non è più possibile tollerare. Quindi per tutte quelle iniziative di contrasto recentemente proposte, come quelle che ci sono state da parte della Giunta e del Consiglio con la manifestazione alle Ferrovie, credo si possa raggiungere un obiettivo positivo per poter dare delle risposte ai tanti pendolari o non pendolari che da Ancona si recano a Roma.
Vorrei aggiungere un’ultima cosa, speriamo che ci siano ulteriori notizie per quanto riguarda la diminuzione delle tasse, altrimenti, cari colleghi di maggioranza, nessuno avrà vinto.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Capponi.

Franco CAPPONI. Non è molto entusiasmante dare un contributo a questo Consiglio regionale con i banchi della maggioranza quasi vuoti. Anche perché oltre al fatto del gioco delle parti, cioè di un’opposizione che critica uno strumento importante come quello della programmazione finanziaria della Regione, a volte potrebbero venir fuori anche dei suggerimenti.
Devo dire che da coloro della maggioranza che sono intervenuti questa mattina non ho potuto apprezzare nessun segno di cambiamento rispetto alla situazione che questa Regione sopporta da tempo, non c’è nessun cambio di rotta. Questo è quello che penso sia oggi uno dei danni più gravi che questa amministrazione regionale sta facendo al paese.
Bisognava tentare di cambiare, altre Regioni stanno facendo questo tentativo, stanno rivedendo la propria impostazione e organizzazione, magari anche di ricercare più collaborazioni invece che chiudersi in se stesse.
E’ sintomatico il fatto che quest’anno tutti coloro che sono venuti a chiedere un’attenzione al Consiglio – sindacati, Cal, Anci, Sindaci e altri – abbiano manifestato soprattutto la loro difficoltà di rapporto con chi gestisce questa operazione del bilancio.
E’ un bilancio che cerca di dire che va tutto bene, ma ogni anno crea alla Regione, alla organizzazione dei servizi e ai marchigiani, dei danni ulteriori e degli appesantimenti enormi.
Cosa c’è in ballo rispetto a tutta questa fretta di approvare uno strumento finanziario come quello del bilancio regionale, cosa di cui nessuno si preoccupava negli anni passati quando scivolavamo a febbraio o a marzo? E’ un po’ la stessa cosa per la quale abbiamo dovuto approvare un Piano sanitario ad agosto, dentro questa operazione c’è più o meno lo stesso assioma.
Stiamo approvando un bilancio regionale precocemente, senza approfondimenti, con una relazione accompagnatoria del tutto scandalosa in termini di contenuti e di strategie. E’ anche non veritiero perché non riporta esattamente tutto quello che avviene almeno in termini monetari e finanziari rispetto a quanto poi viene scritto nelle cifre.
C’è una nuova tassa che bisognava fare a fine anno per farla decorrere dall’inizio dell’anno. Questa era la manovra più urgente, quindi la facciamo, aumentiamo di 11 milioni di euro il peso delle tasse sui marchigiani. Una tassa che probabilmente è anche sottostimata perché l’effetto potrebbe essere maggiore.
Abbiamo rimodulato – cosa di cui non abbiamo parlato molto neanche noi, ma ve lo voglio segnalare per conoscenza – anche l‘accisa sul gas metano e questa rimodulazione non è inefficace ai fini dell’aumento della spesa per i marchigiani.
Inoltre, ci siamo dimenticati di ribadire, per esempio, le agevolazioni per le aree svantaggiate. Da quella rimodulazione scompaiono le agevolazioni per le aree interne, quelle che una legge dello Stato già acconsentiva, o meglio, invitava a fare alle Regioni.
Abbiamo aumenti per il costo del demanio marittimo, abbiamo aumenti anche sull’Irap e sull’Irpef e vi spiego per quale motivo. Perché il Governo Prodi si era prodigato – la cosa è un assioma, ma non è convergente – a far sapere all’Italia che avrebbe ridotto l’Irap e l’Irpef abbassando le due aliquote – noi per l’Irap stiamo sopra, per l’Irpef invece siamo entro i limiti –. Questa cosa nella Finanziaria poi è sparita perché viene detto che il gettito sarà a costo zero, cioè non genererà un risparmio per le imprese, ma addirittura, con il cambiamento dei sistemi di calcolo che vengono modificati, queste due imposte aumentano. Quindi è stato soppresso opportunamente dalla Giunta quell’articolo che invece tentava anche in questa Regione di ridurre la pressione Irap e Irpef.
Voglio anche dire della difficoltà che ha trovato in questo periodo chi vuole fare un lavoro serio sul bilancio. I servizi di supporto sono stati in molti casi, non dico disattivati, ma resi molto carenti. In questi giorni addirittura abbiamo avuto anche la disattivazione dei sistemi attiweb per cui non è stato neanche possibile accedere alle leggi regionali che servono per un esame approfondito di tutti gli effetti. Ma questo mettiamo che sia casuale, ma in questa Regione non riesco più a capire se c’è casualità o c’è volontà di criptare tutto quello che viene svolto. Ho questa sensazione perché ciò avviene sempre quando c’è qualcosa di importante da fare.
Voglio ora andare ai numeri. La Giunta regionale non dico che poteva fare delle cose strabilianti e non le ha fatte, ma ha una attenuante per l’azione del Governo nazionale. Ha una attenuante in quanto alcune delle manovre che siamo costretti a fare – alcune invece sono di nostra competenza e colpa – derivano dal fatto che nel 2007 la tassazione agli italiani è schizzata inverosimilmente in alto, dico a tutti gli italiani e soprattutto alle classi più deboli, alle classi meno abbienti, perché il costo dei servizi va a scaricarsi su chi è più debole. Noi in questa Regione proseguiamo in questo atteggiamento perché la tassa sulla benzina è una tassa che va a colpire le categorie più deboli.
Ci sono anche altre scelte che vanno a colpire le categorie più deboli. Sono quelle, ad esempio, di sottostimare il costo della sanità. Noi sottostimiamo il costo previsto dalla Giunta per la sanità di 40-50 milioni di euro perché si agisce sulla creazione artificiale delle liste di attesa, perché si crea artificiosamente mobilità passiva in modo da penalizzare le categorie più deboli. Tutto questo perché le categorie più deboli non si possono permettere di comprare i servizi sanitari, non possono permettersi di andare a fare la tac, la risonanza o le analisi a pagamento e neanche di andare fuori regione. Questo è il problema che sta dentro e che è ancora più grave, è scientifico. Ed è sintomatico il fatto che una sinistra di governo proponga questa strategia per ridurre i costi in questa Regione, è la cosa più grave che sta qua dentro, è l’attentato allo stato sociale delle Marche.
Perché sottostimare di 70-80 milioni di euro la sanità? Perché il Governo nazionale, oltre al fatto che non è vero che perdiamo 7 milioni di euro quest’anno (come è scritto nella relazione, ma nelle audizioni è venuto fuori che alla fine saranno 40-50 milioni di euro le perdite di quest’anno) – saranno probabilmente di più, è avvenuto nel passato –, in più diciamo che nell’anno prossimo dovremo recuperare i 53 milioni che perdiamo quest’anno e per il 2008 utilizzeremo solo i fondi della sanità previsti dalla Finanziaria Prodi e che aumenteranno solo dell’1,9%, mentre il trend dei costi della sanità di questa Regione aumentano normalmente del 7-8% l’anno.
Durante il Governo Berlusconi avevamo aumentato il fondo sanitario del 10% l’anno per far rimanere competitivo il sistema della salute di questo Paese.
L’1,9% l’anno è un attentato contro le categorie più deboli, questo è quello che dobbiamo dire con forza e lo diremo sempre di più. Non dobbiamo più vergognarci, non dobbiamo avere a volte questa sudditanza sulla sinistra che parla sempre di stato sociale, che parla sempre di difesa dei poveri quando poi il principale attacco viene rivolto a quelle categorie. E’ una cosa indecente!
Tutto il bilancio si regge su questa operazione di restyling. Meno perdite sulla sanità poi facciamo delle operazioni finanziarie come quelle della ricontrattazione dei due bond – Piceni e Raffaello – che soltanto per la semplice operazione di ristrutturazione ci daranno 35 milioni di euro in un sol colpo. Tra l’altro questo non figura nell’indebitamento perché si utilizza il metodo bullet – Assessore poi lei me lo spiegherà meglio – che significa che tutto questo debito non viene restituito a rate, ma viene pagato alla fine in un’unica soluzione, a quarant’anni, a trenta o come la Giunta vorrà. Noi abbiamo fatto anche degli emendamenti che dicono che lei, Assessore, li deve accantonare, poi vediamo, se passano significa che lei ci dice una cosa vera, se non passano allora i rischi per i marchigiani saranno veramente più elevati.
Inoltre, già stimiamo che genereremo quest’anno un disavanzo di questo bilancio di circa altri 60 milioni di euro.
Tutta questa manovra, senza poter definire in termini monetari quello che va a incidere sui cittadini meno abbienti per questi disagi che creeremo, è stimabile in circa 120 euro a persona. Cioè la manovra di questa Regione di quest’anno incide sui bilanci di ognuno di noi (bambino, adulto, anziano) per 120 euro mediamente ripartita, così come ho detto, per ogni cittadino.
Ma dobbiamo aggiungere anche dell’altro. Si sono fatte delle azioni in questi anni e in questi mesi per dire che il Governo di centro-destra era insensibile per le infrastrutture, per il terremoto, per lo stato sociale, per la sanità.
Quello che avete detto per cinque anni era tutto falso, è oggi che c’è questa situazione. La Finanziaria non prevede un centesimo per proseguire la ricostruzione post-terremoto, neanche un centesimo! Ci sono solo risorse, che sono giustamente dentro altrimenti i Comuni sarebbero tutti schizzati in aria, per il mantenimento delle maggiori entrate che vengono, tra l’altro, azzerate in quattro anni, e c’è un aiuto estremamente parziale che non arriva al 50% per la restituzione della busta pesante. Ma non c’è una lira per completare la ricostruzione post-sisma. Noi abbiamo ancora 600 prime case da finanziarie, abbiamo 1.200 beni culturali, abbiamo chiese ufficiate. Tra l’altro non abbiamo neanche dato seguito, Consigliere Lippi, a quello che era scritto nell’ultimo atto amministrativo di prosecuzione degli interventi perché gli uffici non l’hanno ancora portato avanti, così come era stato deliberato.
I tagli dove stanno? 35 milioni di euro, è stato già detto, sono tagli nel sociale, allo sviluppo economico, alla sanità, al territorio e all’ambiente, alla cultura e 7 milioni al resto, inoltre, anche 1 milione di euro al sistema dei trasporti pubblici locali.
L’indebitamento complessivo della Regione sale – con gli stratagemmi che possiamo interpretare – a circa 1.300 milioni di euro, considerando questo tra il debito assunto, il debito autorizzato e i residui passivi da pagare che quest’anno scendono, come percentuale di copertura, dal 60% dell’anno scorso – ricordo la relazione della Corte dei Conti che diceva che era accettabile il 60% – al 45%. Vedrò quello che scriverà la Corte dei Conti quest’anno, cioè se il 45% sarà ugualmente accettabile.
In questo bilancio ci sono altre cose nascoste o addirittura che abbiamo compreso poco per il lasso di tempo così breve che abbiamo avuto a disposizione. Per esempio c’è un aumento della tassazione dei materiali per attività estrattive, ma non è solo questo che va ad aggravare i costi di un settore che in questo momento è in difficoltà in questa Regione – quello delle costruzioni e dei lavori pubblici che sono abbastanza fermi – perché si vanno a togliere anche le risorse ai Comuni. Nel senso che i Comuni riceveranno meno risorse di quelle che avevano a disposizione prima. Noi abbiamo cercato, Assessore, di correggere tutto questo, poi lo vedremo.
C’è anche l’aumento del canone delle acque potabili. Anche in tutte queste norme abbiamo cercato con emendamenti di introdurre un rispetto ambientale maggiore, per esempio di aumentare le tasse solo a chi inquina e toglierle a chi inquina meno. Questo era un altro dei vostri cavalli di battaglia e spero che resti così. Ma nell’ultimo periodo di cavalli ne avete persi tanti, vi sono rimasti solo somari!
Senza addentrarmi in altri discorsi, a cui altri Consiglieri hanno fatto già riferimento, come quelli, ad esempio, che riguardano al Pear, comunque dico che su questo tema vogliamo accettare un confronto con la maggioranza, vogliamo accettarlo, Assessore Giaccaglia e Assessore Amagliani, sapendo dove sta la maggioranza, qual è la sua strategia. Perché noi o la pensiamo come voi perché fate qualcosa di serio o siamo dall’altra parte, noi non vogliamo più che dentro la maggioranza ci sia chi dice una cosa e chi dice il contrario, questo i marchigiani non l’accettano più, non capiscono più cosa facciamo.
Quindi vi chiedo una trasparenza politica che ci dia dignità come partecipi a questo consesso. Doveva essere la Giunta, doveva essere il Presidente Spacca – che a mio avviso doveva stare qui, ma non è un problema perché queste cose gli arriveranno in quanto saranno anche scritte – a garantire una unicità di comportamento e di strategia. Noi vogliamo sapere qual è la vostra strategia, poi noi vi diremo se siamo d’accordo perché è nell’interesse delle Marche, o se siamo contrari perché non è nell’interesse delle Marche.
Avviandomi a concludere questa discussione voglio soltanto ribadire un riferimento. Ieri sono stato molto attento ai pareri che i sindacati Cgil, Cisl e Uil hanno portato al tavolo. Sono emendamenti che abbiamo già presentato e che vanno nella stessa direzione. Certamente il sindacato aveva mescolato un po’ le cose che sono di competenza o no della Regione, come togliere le indennità agli Ato che possiamo farlo con legge, ma che oggi non possiamo farlo, oppure ristrutturare tutto il sistema delle società pubbliche dei Comuni che è un invito, ma che non possiamo imporlo.
Noi abbiamo presentato un emendamento che va in quella direzione perché va a sostituire interamente la nuova accisa sulla benzina. Le chiediamo, Assessore, con molta umiltà di valutarlo perché qui voi avete preso questa brutta abitudine di bocciare tutto quello che propone l’opposizione. Questa è una scelta, ma poi non potete chiederci anche di essere bravi, di collaborare, di essere responsabili, di aiutarvi a gestire la società marchigiana. Questo si fa soltanto se si riesce a definire insieme alcune regole certe, quelle che a livello nazionale ci vengono chieste, regole certe che servono a sviluppare questa regione. Noi non facciamo un’opposizione di ostruzione, abbiamo sempre fatto un’opposizione di proposta, ma questo nostro atteggiamento di responsabilità è sempre stato rifiutato da voi.
Quindi d’ora in poi ci comporteremo come coscienza ci chiede, come i nostri elettori ci chiedono, che in molti casi è quella di rompere totalmente nelle Marche questo sistema che ci sta portando pian piano verso la decadenza e il rischio della presenza dei servizi essenziali per il territorio e soprattutto per la salute.
Quindi rinvio l’esposizione puntuale su ogni emendamento che abbiamo presentato, emendamenti che vanno a rimodulare quell’imposizione che arriva come una specie di accanimento terapeutico, cioè Prodi e Spacca che insieme mettono in ginocchio il sistema marchigiano.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giannotti sull’ordine dei lavori.

Roberto GIANNOTTI. Siccome si stanno prolungando i tempi rispetto all’istruttoria degli atti relativi a questa seduta, volevo proporre che a conclusione degli interventi della mattinata ci sia una breve sospensione ed un incontro per discutere con i capigruppo. Perché, secondo me, non riusciamo in tempi realistici ad avere in mano gli emendamenti approvati dalla Commissione che deve ancora riunirsi per esaminare e numerare i 200 emendamenti presentati. Quindi è presumibile che fino alle ore 18,00 non ci sia il tempo materiale per discutere tutti gli emendamenti presentati. Pertanto chiederci di rimanere fino alle ore 18,00 mi sembra inopportuno, pertanto che la Conferenza valuti l’opportunità di rinviare a domani mattina l’inizio della votazione sugli emendamenti presentati.

PRESIDENTE. Abbiamo ancora tre Consiglieri iscritti a parlare, Ricci, Santori e Viventi, dopodichè l’Assessore Marcolini, poi convocherò la Conferenza dei Presidenti dei gruppi consiliari prima del previsto brindisi di auguri per le feste. Ha la parola il Consigliere Ricci.

Mirco RICCI. La prima cosa che voglio fare – alcuni Consiglieri l’hanno fatto in coda agli interventi – è quella di ringraziare gli uffici che in questi giorni durante le Commissioni e anche durante le audizioni hanno lavorato, per comporre il bilancio, con molta professionalità e molta attenzione anche rispetto alle nostre numerose richieste che li hanno costretti ad un lavoro supplementare.
Voglio poi ringraziare l’Assessore Marcolini perché, anche a dispetto di quello che ho ascoltato, ha dimostrato trasparenze estreme e coraggio quando ha ammesso in più di un’occasione sia i meriti che i limiti di questo bilancio. Lo ha ammesso in maniera netta, trasparente, laddove non solo io, ma la maggioranza e la Giunta stessa, è chiamata e si chiama da sé ad una riflessione per gli anni a venire, perché tutti ci rendiamo perfettamente conto che questo bilancio mostra alcuni segni di vecchiezza che vanno superati e in qualche modo rivisti.
Ho dato una modesta lettura al bilancio perché come sempre adotto uno schema semplificato che mi serve per capire.
Per primo verifico esercizio per esercizio, Assessore, se questo bilancio aderisce o meno a un progetto di sviluppo di questa Regione, se sostiene il programma di legislatura in maniera chiara, se mantiene quegli indirizzi di marcia, se cerca di dare una risposta a ciò che ci siamo impegnati a fare con il corpo elettorale di questa regione, con i cittadini, con gli elettori delle Marche.
Devo dire che su tre pilastri continuo a riconoscere una piena aderenza e un pieno sostegno. Il primo è quello più generale che riguarda l’impresa del sistema economico di questa Regione.
Il secondo punto è quello dell’attenzione primaria riconfermata in questo bilancio che riguarda il complesso dell’ambito sociale di questa regione.
Il terzo, che ho colto anche dalle parole dell’Assessore Marcolini in diverse occasioni, è un nodo che sostiene un altro volano di sviluppo di questa Regione, che è quello della cultura, turismo e ambiente.
Sul piano politico, quindi, credo che in questo esercizio ci sia lo sforzo che viene fatto per riconfermare la direzione di marcia, per dare una risposta a questi tre nodi di fondo che riguardano il nostro impegno e l’impegno della Giunta per questa regione.
Ho sentito interventi interessanti anche da parte dell’opposizione dove ci sono stati alcuni elementi che riguardano la collocazione politica. Certamente su alcuni temi, come le infrastrutture, i trasporti, l’ambiente, il piano energetico, potremo anche ritornarci per definirli meglio, quindi cogliere i contributi anche dell’opposizione sui quali potremo fare uno sforzo in più.
Poi c’è la questione che riguarda il dato numerico, la carne vera del bilancio. Nell’ultimo intervento il Consigliere Capponi ha posto alcune questioni di rilievo, altre invece non le condivido affatto, perché possiamo dire tutto, ma non che sui numeri questo bilancio abbia meno risorse.
Questo bilancio di risorse ne ha di più, non ne ha di meno, restituisce alla Regione Marche più risorse. Certo che confidiamo e contiamo anche sui fondi strutturali, ma qualche volta questi sono premiali, non sono una concessione qualsiasi, derivano molto spesso da un’azione che questa Regione ha compiuto rispetto alle sue caratteristiche, alle eccellenze raggiunte, alcune questioni dalle quali sono derivate anche maggiori risorse sui fondi comunitari. Credo che questa sia una cosa da sottolineare.
Non si può dire che sia un bilancio che taglia, perché non è così, è un bilancio che garantisce anche per il 2008 le stesse risorse a tutti i servizi, a tutti i settori. Questo bisognerà pur dirlo Assessore, o no? Credo di sì.
Credo che all’interno dei servizi bisogna individuare servizio per servizio, assessore per assessore, come distribuire meglio le risorse assegnate, ma certamente questo è un bilancio che non taglia, anzi, laddove c’è un piccolo taglio questo salva un settore vitale, importante sul piano politico e sul piano concreto, cioè quello del sociale.
Quindi anche quest’anno si garantisce l’invarianza delle poste in bilancio.
La terza questione è che questa manovra è molto lieve, cerchiamo di esser chiari almeno sul dato numerico. Si cerca a volte di criticare da parte dell’opposizione la non capacità di un Consigliere a leggere il bilancio in quanto si criticano soprattutto i Consiglieri di maggioranza che dovrebbero conoscere anche il dato numerico del bilancio. Però, devo dire la verità, qua di cose precise e mirate sui numeri non ne ho sentite tante, anzi, il contrario, si enfatizza ciò che non è possibile enfatizzare, perché questo bilancio non riduce le risorse, ma le aggiunge, non è un bilancio di tagli, chiude l’equilibrio con una manovra molto debole, una manovra di 10-11 milioni di euro.
Per cui dire – come ho letto anche dai mezzi di stampa – che è un bilancio antisociale mi sembra abbastanza esagerato. Poi si può anche dire che forse la questione della benzina lascerà un segno, ma dipenderà anche da come verrà comunicata, se si sarà in grado anche da parte nostra, Assessore, di essere efficaci nel dire che ci sono ben altre risorse che vanno in direzione del sociale, dei trasporti, ecc..
Mi sembra che su un altro punto del bilancio, cioè quello di aver impostato in maniera netta una iniziativa per ridurre l’indebitamento, a me risulta che nello scorso esercizio siamo andati a meno 70 milioni, quest’anno 10 milioni, quindi, Assessore, in realtà si passa da 70 a 10.
Comunque sia mantenere quella direzione di marcia e quella rotta sull’indebitamento e sulle sue riduzioni sia prioritario per questo aspetto.
Sulla sanità penso di aver letto bene, nel nostro bilancio non ci sono risorse. La sanità ha una gestione non incidente sul nostro bilancio in maniera netta, chiara, evidente, non si può dire il contrario perché non è così. Si potrebbe dire, invece, per rispondere a Giannotti, che il Ministro Sirchia qualche tempo fa in quella famosa proposta che tagliava tutti gli ospedali sotto i 120 posti letto, forse, quella sì, era più penalizzante di tante altre manovre successive. Ma lasciamo perdere perché non mi interessa polemizzare a certi livelli, mi interessa capire e chiarire bene le questioni.
Sulla sanità tra l’altro è in corso una ridefinizione strutturale del sistema sanitario, si sta lavorando sul risparmio – l’Assessore Mezzolani non è in Aula, ma credo che queste cose le possa confermare – attraverso una riqualificazione del sistema complessivo della sanità ed un maggiore controllo sugli sprechi. Insomma una sanità che non ha risorse aggiuntive, che vive con risorse a disposizione che gestisce in piena autonomia, c’è un’ulteriore azione di riqualificazione tesa, anche attraverso una gestione del sistema su aree vaste, a risparmiare, a controllare gli sprechi, a controllare il sistema in sé.
Quest’anno come prima esperienza abbiamo affrontato anche un confronto con il Cal e con il sindacato, seppure siano stati confronti – l’autocritica a volte serve – forse arrivati tardivi .
Il Cal è uno strumento nuovo, abbiamo cercato di viaggiare parallelamente nei tempi previsti, tenuto conto anche che abbiano voluto affrontare il dibattito sul bilancio prima delle feste di Natale.
Sul fronte sindacale, evitando di trovare sempre una sponda utile, tuttavia la concertazione potrebbe e dovrebbe avere maglie più larghe e qualche volta, se possibile, più fluide.
Dal Cal arriva un parere favorevole che è condizionato su alcuni punti, ma che sottolinea che è garantita l’attenzione rispetto al trasferimento delle risorse ai Comuni, una ristorazione chiara e netta che possa garantire agli enti locali e alle Province di gestire i loro bilanci.
C’è un punto che ho colto dal dibattito in Commissione con i sindacati, un suggerimento virtuoso, è che sarebbe un errore grave in questi tempi se dovessimo ragionare sulla finanza locale in generale staccata da ente a ente e da livello a livello, anzi, con il rischio grave di dover rivendicare al livello superiore, quando è possibile, tutte le magagne del bilancio.
Una discussione su questi temi potrebbe essere ripresa anche in altri momenti e in altri tempi.
L’altra questione sollevata nelle audizioni in Commissione è quella che riguarda la vicenda delle risorse inferiori che arrivano anche dal centro. Qui nei prossimi anni dobbiamo fare uno sforzo, Assessore, credo che da molte parti, anche dall’opposizione, questa cosa sia venuta.
Non dobbiamo avvitarci su un sistema che ci impedisce di uscire. Da un lato abbiamo una riduzione di risorse da parte dello Stato, dall’altro aspettiamo la riforma sul federalismo fiscale.
Abbiamo un bilancio che ruota attorno al blocco della spesa consolidata e storica, quest’anno abbiamo necessità di aumentare il gettito di circa 10-11 milioni, siamo legati quindi ad una politica di entrate abbastanza articolata. Se dovesse passare la legge sul federalismo saremo premiati? Sembra di sì, cioè avremo dei margini di ulteriore crescita e di possibile allineamento per garantirci un ulteriore gettito?
Le dinamiche economiche che corrono, Assessore, ci potrebbero anche mettere in difficoltà serie rispetto alla prospettiva di continuare nei prossimi anni a non aggiungere risorse, a fare una politica delle entrate più calmierata.
Qua c’è una necessità formidabile, secondo me, attraverso la quale siamo chiamati ad una discussione per una riforma vera del bilancio della Regione che dà anche una piccola scossa al consolidato. Si è parlato di bilancio zero, è una formulazione che capisco poco, tuttavia occorre capire fino in fondo se la spesa storica può essere rivista, cioè se possiamo compiere scelte di fondo e orientare le risorse su grandi obiettivi regionali. Rivedere la linea strategica del bilancio è una questione che si pongono tutti, non è solo nostra, se lo pongono altri livelli, altre Regioni – è una questione oggettiva rispetto alle risorse complessive a disposizione della finanza pubblica.
Credo che qui dobbiamo dare, se possibile, maggiori margini di flessibilità al nostro bilancio. Cominciamo a ragionarci, molti Consiglieri lo hanno detto, io l’ho voluto riprendere, seppur brevemente, perché mi sembra una cosa di grande interesse.
Voglio concludere sulle questioni che hanno generato polemica. Intanto questa accisa sulla benzina che ha trovato una riformulazione che colpisce il 40% dei consumi di carburante, non è così generale che va a colpire tutti quanti i mezzi di trasporto, ha una incidenza di circa 1 euro, 1 euro e mezzo al mese. E’ chiaro, pensate che ci sia qualcuno che in una manovra del genere abbia voluto per forza dare quella risposta?! Abbiamo cercato di capire l’entità della manovra agganciata anche a questa piccola entrata che ha concretamente – lo diciamo in questo consesso ma è ovviamente è pubblico – un’incidenza, ripeto, di 1 euro e mezzo al mese per ogni autovettura. Pensate sia concretamente possibile sganciarla da un ragionamento generale che riguarda le risorse ridistribuite alla Regione? Sarebbe comunque sbagliato.
Noi possiamo anche richiamare simbolicamente il fatto che abbia un’incidenza diretta sulle tasche dei marchigiani, possiamo dire che su questo siamo tutti d’accordo, ma la lettura è di una manovra che pesa per 1 euro, 1 euro e mezzo e che allo stesso tempo è in grado di garantire l’invarianza della spesa sul sociale, anzi di incremetarne le risorse, ed è in grado, anche se non da subito, di lavorare sulla non autosufficienza, quindi di dare una risposta alla categoria più debole della fascia degli anziani.
Bisogna ovviamente essere prudenti nel compiere certe operazioni, ma allo stesso tempo bisogna essere concreti, realistici e dire le cose come stanno, altrimenti si perde di vista – ma qualcuno lo fa per mestiere – la concretezza e ci si sposta sul campo della posizione personale, e questo è sbagliato.
E’ ovvio che anche sulle vicende dell’Irpef e dell’Irap aspettiamo la questione che riguarda la manovra di riforma e il passaggio al federalismo fiscale alle Regioni. Qui ovviamente abbiamo pensato che i campi come l’occupazione, l’innovazione, il contributo alle imprese che sviluppano all’estero siano ugualmente da sostenere.
Voglio evitare di farla troppo lunga, ma se mi permettete trenta secondi vorrei rispondere al Consigliere Massi che si è preoccupato di una mia mozione votata da questo Consiglio che riguardava gli interventi sulle delocalizzazioni da frane. Vorrei rassicurarlo, anzi lo ringrazio per avere sollevato questa questione così posso fare chiarezza, che questa mozione parlava di interventi di circa 700 mila euro ed era relativa al monitoraggio puntuale dei tecnici di questa Regione sul territorio, nel senso che sarebbe la risorsa che ristorerebbe e indennizzerebbe il dramma di aver perduto, purtroppo, una casa per una frana. La Giunta è riuscita a mettere a disposizione con fondi correnti 200 mila euro, 150 mila euro sono il frutto di un emendamento della Commissione, quindi un totale di 350 mila euro, non è il 100% del dato ricavato dalle indagini dei tecnici e dalle analisi fatte, ma è il 50%. Però devo anche dire che due di questi sette casi nelle Marche sono stati ristorati con interventi diversi, pertanto tutto sommato potremo garantire un rimborso di circa il 50-60% del vero valore. Mi pare comunque una cosa consistente, che ha anche un rischio, apre una porticina rispetto al fatto che accanto ai premi del terremoto – anche qua mi sembra che le risorse per il post-terremoto ci sono e sono anche tante, lo dirà l’Assessore Marcolini – c’è anche al problema delle delocalizzazioni derivanti dal dissesto idrogeologico, ma se apriamo questa porta apriremo un campo che potrebbe sfuggirci dal controllo. Tuttavia erano cose pregresse che riguardano anche quelle di una decina di anni fa, quindi abbiamo fatto bene a dare questa risposta.
Ultima questione. Credo che nei dibattiti che faremo come maggioranza e come Giunta nei prossimi anni, riformando il bilancio, rimarranno questi tre, quattro campi di azione strategici, sanità, istruzione, sicurezza, sociale, ma su questi la direzione di marcia deve sempre trovare il bilancio pronto a dare sostegno a tale impostazione strategica.
Infine, oggi personalmente mi ritengo soddisfatto e credo anche il mio gruppo. Spero che questa maggioranza su un bilancio di questo tipo ritrovi tutti i suoi ventiquattro voti che in un passaggio come questo credo sia un dato essenziale che sottolinea la compattezza e l’unità di questa coalizione.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Santori.

Vittorio SANTORI. Il 2008 è il penultimo esercizio finanziario di questa Amministrazione.
Leggo dalle riviste e sui giornali le dichiarazioni del Presidente Spacca: “Abbiamo semplificata e snellita la macchina amministrativa della Regione, razionalizzata la spesa, rafforzato il peso politico delle Marche a Roma ed a Bruxelles, ridotto il debito e diminuito il carico fiscale, incrementate le risorse destinate alla sicurezza”, e non mi sento affatto tranquillo così come non può esserlo la stragrande maggioranza degli abitanti di questa Regione danneggiati due volte. La prima è dal malgoverno nazionale che ha deciso di aumentare nel 2008 di 172 milioni di euro la dotazione finanziaria di Palazzo Chigi, diminuendo contemporaneamente le risorse per le Regioni nei trasporti ed in altri importantissimi settori e successivamente dal malgoverno regionale incapace di gestire la sanità pubblica e le società partecipate che assorbono oltre 80% delle risorse annuali.
In questo documento non c’è nulla di veramente innovativo, non vi sono scelte precise di indirizzo e di intervento, mentre emerge chiara l’ennesima stangata fiscale nonostante che i cittadini siano al collasso per l’aumento dei costi dei consumi energetici e dei beni di prima necessità previsti anche per il 2008 in 1.500,00 euro annui per ogni famiglia. Si stima che oltre 20 mila famiglie nelle Marche non siano più in grado di pagare le rate dei mutui contratti per l’acquisto della casa e che le famiglie della provincia di Ascoli Piceno si stiano ulteriormente indebitando ricorrendo anche all’usura, quest’ultima affermazione la fa il Comandante provinciale della Guardia di Finanza dott. Giuseppe Montanaro.
Gli aumenti di tasse regionali previsti sono numerosi e notevoli e vanno dalla tassa per l’estrazione di ghiaia, alla accisa sul gas naturale, all’imposta sulla benzina per autotrazione, alle utenze per acqua pubblica.
L’incremento della tassazione oltre a scatenare il processo inflativo a causa dell’incremento dei prezzi al consumo, sia dei prodotti finiti che delle utenze, di fatto viene scaricato tutto sul consumatore finale ovvero sul cittadino per il noto fenomeno economico della traslazione dell’imposta. Sicché nell’apparente intento di colpire le imprese e le attività produttive la manovra fiscale regionale andrà a colpire unicamente e soltanto i cittadini residenti.
Qualcuno in questa Aula dovrà prima o poi spiegare ai cittadini come mai da tre anni vengono tollerati e permessi gli sforamenti dei budgets annuali di spesa da parte delle Zone territoriali. Perché viene puntualmente eluso il contenuto prescrittivo della legge regionale n. 29/2004 che recita: “La riconduzione della gestione nei limiti degli obiettivi assegnati deve essere assicurata, pena la decadenza dell’incarico del direttore generale, del direttore della Zona territoriale e del direttore di presidio di alta specializzazione entro il 30 settembre, qualora la situazione di disequilibrio sia stata certificata nei primi due trimestri, ovvero entro il 31 dicembre qualora la situazione di disequilibrio sia stata certificata nel corso del terzo o del quarto trimestre”.
Insieme alla citata legge regionale viene puntualmente stravolto il principio generale che le aziende sanitarie non possono spendere più di quanto percepiscono come entrate complessive.
Il lassismo, l’incuria e la politica del favorire gli amici di partito e la propria parte politica hanno avuto il sopravvento perfino sulle norme di legge, non si spiega altrimenti la presenza in bilancio del fondo per la copertura degli sforamenti di budget.
Dato che siamo in argomento mi domando: che fine ha fatto il riconoscimento giuridico dell’Area vasta che la Giunta si era impegnata a proporre con apposita pdl entro novembre 2007 in quest’Aula? Questo unico e solo elemento innovatore in tutto il Piano sanitario, l’Area vasta, è caduto miseramente lasciando al suo posto un’ulteriore struttura amministrativa inutile e costosa che appesantisce l’Amministrazione ed aggiunge difficoltà burocratica nei rapporti con il cittadino. Una cosa di cui la collettività non aveva certo bisogno.
Le società partecipate sono un vero rompicapo in quanto nella maggior parte dei casi non è rintracciabile alcun pubblico interesse a mantenere la partecipazione della Regione in tali società.
Nessuno ha mai relazionato, né in Consiglio né alla II Commissione permanente, sullo stato della gestione delle dette società, ma quel che è più grave è che nessuno si preoccupa di ricercare le cause che hanno portato la società partecipata a registrare il solito puntuale disavanzo annuale. Meglio non fare certi controlli perché potremmo scoprire che le società partecipate usano gli stessi metodi di sperpero della spesa pubblica già usati dalla Regione.
Il Piceno Consind è un baraccone che costa 260 mila euro all’anno solo per pagare i compensi al consiglio di amministrazione e al comitato direttivo. Alcuni rendiconti disastrosi dal punto di vista del risultato economico mancano perfino dell’approvazione tempestiva e della relazione del collegio dei revisori dei conti.
La Regione Marche che per legge ha la funzione di controllo su tale ente, da sempre paradossalmente indebitato, non ha mai svolto alcuna verifica e persevera nella grave omissione facendo finta di nulla.
Altrettanto può dirsi per il Centro Agroalimentare, anni ed anni di gestioni allegre e di bilanci passivi risanati con soldi pubblici ed ora è in fase di chiusura.
Ma le grandi cifre vengono spese per l’Aerdorica che la Regione finanzia senza preoccuparsi neppure di verificare se esiste un piano di rilancio dell’attività alla luce del dichiarato ridimensionamento dei voli e dell’uso dello scalo da parte di Alitalia Spa.
Così il bilancio di previsione continua nello spreco di pubblico denaro, prevedendo per il 2008 stanziamenti per il ripiano dei disavanzi delle società partecipate e la loro ricapitalizzazione.
Di fronte all’inesistenza del buon governo, inteso nel senso di vera gestione delle risorse a soli fini di pubblico interesse, rischia di passare inosservata la forte riduzione dei trasferimenti operata con questo documento nei confronti delle Province: circa 900 mila euro per la realizzazione di interventi a difesa del suolo; 1.880.000 mila euro nel settore della cultura; 15 milioni di euro per l’edilizia residenziale; 34 milioni nel trasporto locale. E così via.
Rischia di passare inosservata anche la vergognosa previsione di spesa per la pubblicità e la cura dell’immagine della Giunta di 500 mila euro.
Gli autori di questo bilancio non si sono accorti che il paese alto di Grottammare ha ripreso a franare e la Chiesa di San Giovanni posta sulla piazza Peretti (indicata anche come museo regionale) non è più accessibile ai cittadini ed è stata chiusa in questi giorni.
Questo bilancio di previsione è fuori dalla realtà. L’unico programma realizzato da questa amministrazione è quello non scritto, diretto a favorire la lunga catena di società cooperative, enti e aziende vicine nel colore politico, a creare posti di lavoro inutili per i soliti amici (vedasi la futura evoluzione dell’area vasta), ad erogare incarichi, consulenze e ricerche a persone o strutture composte di soli simpatizzanti politici.
La cura Spacca non funziona, se è vero che la provincia di Ancona ha perso 28 posizioni e scivola al 56° posto per affari e lavoro.
Il personale dell’ospedale di San Benedetto del Tronto è dimezzato rispetto a quello degli altri nosocomi, i finanziamenti per i macchinari di diagnostica non sono stati erogati, anzi la burocrazia regionale ha ritardato di un anno l’acquisto della nuova Tac.
Le liste di attesa sempre più lunghe denunciano tempi biblici per ottenere una diagnosi o un esame. Il pronto soccorso che nei mesi invernali riesce a far fronte alle necessità, d’estate scoppia letteralmente a causa del raddoppio della popolazione e delle richieste di intervento.
Lo stanziamento 2008 per la sanità è stato determinato sulla base di una previsione di crescita della spesa sanitaria dell’1.9% annuo, mentre nella realtà la crescita reale supera il 4%. Così Regioni più virtuose della nostra, come la Toscana e il Veneto, hanno inserito previsioni in aumento del 4% per l’anno 2008, mentre altre meno virtuose addirittura giungono a previsioni intorno all’8%.
Lo stanziamento previsto perciò è incompatibile con la realtà e soprattutto con l’attuale gestione delle strutture sanitarie a meno che non fossero state previste misure ed interventi di vera riorganizzazione per assicurare maggiore efficienza, controllo di gestione e razionalizzazione della spesa, eliminazione delle sacche di superfluità e di inutilità, maggiore affidamento di servizi ai privati.
L’obiettivo di governare la spesa pubblica garantendo il miglioramento della qualità del servizio non è invece assistito da alcuno strumento e da nessun elemento né all’interno del bilancio di previsione annuale né in quello triennale.
Questa Amministrazione non si sta occupando seriamente del nostro territorio e della nostra gente. La politica effimera ed inefficace che porta avanti è sotto gli occhi di tutti i cittadini, ma anche di tutti i Sindaci e perfino del Presidente della Provincia di Ascoli Piceno la cui critica è apparsa su tutti i quotidiani.
Questo bilancio è stato redatto senza sentire le parti sociali. Giustamente i sindacati, Cgil, Cisl e Uil, si sono rifiutati di partecipare alle audizioni della Commissione per protesta non essendo stati mai coinvolti durante la fase di realizzazione del bilancio di previsione. Illusi! Non sanno che perfino al Consiglio regionale è preclusa la possibilità di disporre scelte di priorità ed indirizzi, tant’è vero che la legge istitutiva del Crel, tavolo di concertazione sempre aperto alle parti sociali ed organo importantissimo di indirizzo e programmazione economica in seno al Consiglio, non è mai stata portata alla discussione in Aula.
Vengono portate in discussione in Aula quasi esclusivamente atti e proposte di legge provenienti dalla Giunta senza imporre un minimo di par condicio in termini di ingresso alla discussione in Aula con gli atti e pdl del Consiglio. La totale sudditanza di quest’ultimo nei confronti della Giunta ha portato alla paralisi della funzione legislativa e con essa alla rinuncia all’importantissimo ruolo di indirizzo e di guida verso l’innovazione di programmazione degli interventi e di scelta delle priorità sul territorio e nei settori specifici. Infatti siamo allo sbando.
A ciò contribuiscono i Consiglieri di maggioranza che con il loro voto hanno sempre sostenuto e ratificato tale modo di operare della Giunta, destituendo di ogni fondatezza il ruolo del Consiglio e la rappresentatività dello stesso Consigliere.
L’assurdo è che da trenta mesi trecento famiglie sono in attesa di avere una risposta sui criteri di trasferimento del personale dalla provincia di Ascoli a quella di Fermo (vedasi la mozione n. 11 del giugno 2005) che viene considerata una normalità in quest’Aula. Così come numerosissime proposte di legge di primaria importanza, che potrebbero incidere positivamente sulle funzioni dell’Ente e sui problemi e diritti dei cittadini, non sono mai state esaminate o bollate con la dichiarazione “non ci sono fondi per la copertura finanziaria”.
Certo è così, perché tutto ciò che questa Giunta presenta viene subito discusso ed approvato impegnando tutte le risorse disponibili sicché nulla resta per le proposte di legge dei Consiglieri, tra le quali forse qualcuna di esse solo alla fine della legislatura potrà avere l’onore di impegnare il Consiglio in una decisione.
A coloro che siedono in quest’Aula con lo spirito di servire il popolo marchigiano chiedo un segnale forte e chiaro. Facciamo funzionare il Consiglio regionale, smettiamola di assecondare la Giunta nella sua azione prevaricatrice, smettiamola di credere che questo documento revisionale, non concertato con le parti sociali, con il Cal, con i sindacati, nato senza indirizzi del Consiglio, nella totale assenza di collegamento con il territorio, privo della consulenza economica e finanziaria del Crel, possa rilanciare l’economia della nostra regione, intervenire sul turismo o migliorare la sicurezza per i cittadini.
Per tutelare i cittadini da un documento inutile e dannoso, le cui previsioni sono calcolate semplicemente sui dati del rendiconto o su quelli delle previsioni dell’anno precedente aggiornate senza tener conto delle gravi carenze infrastrutturali esistenti all’interno del territorio e senza tener conto delle differenze esistenti nella qualità e quantità dei servizi pubblici offerti. Un documento sul quale votiamo contro, che non interviene a sanare nessuna priorità o necessità immediata, che non interviene sulla deindustrializzazione che colpisce il sud delle Marche e sulla perdita di posti di lavoro di donne e giovani. Un documento che nulla innova e nulla risolve rispetto ai precedenti bilanci previsionali erronei ed infruttuosi, che non dà alcuna dimostrazione pratica di voler contenere seriamente la spesa pubblica e neppure controllarla, ma serve solo a cronicizzare e rendere perenni situazioni di bisogno di intere categorie di cittadini, di piccole imprese e di lavoratori autonomi per meglio esercitare su di loro un potere che di fatto nella realtà e nella legge non esiste.

Presidenza del Vicepresidente
Roberto Giannotti

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Voglio soffermarmi inizialmente su quello che di fatto non viene mai affrontato all’interno del bilancio, ma che rappresenta la parte più grossa cioè è quella delle spese per il servizio sanitario.
Questo perché per il Piano sanitario ci siamo impegnati ad ottenere dei risultati che delineano un percorso che parla di diminuzione e razionalizzazione della spesa sia con la centrale unica per gli acquisti che con una ottimizzazione dei servizi e delle strutture su area vasta.
Secondo me nel prossimo consuntivo dovremmo avere dei risultati, altrimenti avremmo approvato solo un Piano sanitario vuoto. Gli obiettivi più grossi, ripeto, sono quelli del Piano sanitario che si proponeva di diminuire e razionalizzare la spesa soprattutto per quanto riguarda gli acquisti e razionalizzare e ottimizzare i servizi proprio per liberare risorse per il socio-sanitario.
Per il 2008 si prefiggeva l’obiettivo per il pareggio di bilancio, quindi è questo l’obiettivo economico che dobbiamo perseguire e in questa direzione dovrà essere l’impegno della Giunta che successivamente dovrà arrivare anche a liberare risorse per gli impegni sul socio-sanitario che purtroppo in questo bilancio non è stato possibile prendere per alcuni livelli. Ad esempio per quanto riguarda l’assistenza ai non autosufficienti, che ancora è a livelli bassi, bisognerebbe passare dai 50 minuti e aumentare. Quelli che abbiamo sono livelli ancora insufficienti, quindi bisogna assolutamente raggiungere dei risultati.
L’altra grande voce di spesa è quella dei trasporti che purtroppo non consideriamo mai nella dovuta importanza. Questo Consiglio regionale sui trasporti non ha mai affrontato un confronto ed una discussione ampia. È una voce di spesa che negli effetti è bene monitorare. Gran parte delle spese sono di trasferimenti da parte dello Stato, che in ogni caso provengono dal prelievo fiscale dei cittadini. Per questo è importante verificare lo stato del nostro sistema dei trasporti nelle Marche.
La situazione della mobilità delle persone e delle merci, secondo me, ha bisogno di una riflessione che deve produrre un nuovo Piano regionale dei trasporti, inoltre, occorre una riflessione anche sull’intermodalità.
Abbiamo il porto su quale vanno molte risorse statali e regionali, è una ricchezza per l’economia regionale, quindi è bene riflettere anche sul ruolo della mobilità marittima e dell’integrazione di tutte le forme di modalità che ci sono su questo territorio.
L’intermodalità finora mi sembra che sia stata affrontata in maniera separata, cioè per singoli punti e per singole parti della regione e non in un’ottica integrata rispetto a tutto quello che vi è attorno, rispetto anche alle risorse delle regioni vicine e delle direttrici di traffico internazionali. Per questo ci sono progetti dove, come per le infrastrutture, vanno stabilite delle priorità, perché a risorse determinate non si possono mettere in campo progetti indeterminati come numero e come quantità.
E’ inutile accontentare i territori con progettazioni preliminari di ogni sorta, dalle metropolitane di superfici che ci sono in almeno due o tre parti del territorio, alla riattivazione di vecchie tratte ferroviarie, quando poi vengono soppresse tratte come quella di Roma.
Rispetto alla soppressione del traffico per Roma mi permetto di dire in questa sede – non ho avuto altre occasioni – che bisognerebbe pensare, anziché di fare la guerra con le Ferrovie, ad una rottura di carico, quindi valutare la possibilità di un tratto di percorrenza da Rimini a Falconara con un treno, mantenendo la tratta in diretta, così si risolverebbe anche parte delle problematiche rispetto ai tempi.
Per quanto riguarda gli interventi verso il mondo produttivo, quindi delle imprese, vanno implementate con forza le azioni che permettono la riconversione e l’innovazione delle piccole e medie imprese degli artigiani con finanziamenti mirati e non a pioggia, viste anche le risorse limitate. Bisogna avere il coraggio di dire che le risorse non sono per tutti, sono per tutti quelli che attivano certe direzioni che noi consideriamo strategiche. Quindi bisogna avere la forza di indicare tali direzioni strategiche, certamente concertandole, però non è possibile che in tutti i settori ci siano interventi dove le priorità sono solo fittizie, perché quando si parla di innovazione poi basta semplicemente cambiare la maglia per dire che si è nuovi. Pertanto ci devono essere degli indicatori proprio per poter raggiungere degli obiettivi.
Anche la politica agricola va fatta valorizzando le peculiarità del nostro territorio che non è vasto, ma che è particolare da un punto di vista geografico e della tipicità dei prodotti. Quindi va valorizzato questo aspetto e spero che il lavoro dell’Assessore vada in questa direzione proprio perché siamo alla vigilia del nuovo periodo di programmazione 2007/2013.
Va perseguito con forza lo sviluppo dell’economia turistica che deve essere accompagnato da un’attenta politica urbanistica. Ora non c’è l’Assessore all’urbanistica, ma è in discussione politica la nuova legge per il governo del territorio dove è necessaria una riflessione urbanistica che tuteli il paesaggio, proprio perché lo sviluppo dell’economia turistica non può prescindere dalla valorizzazione del nostro paesaggio. Se continueremo ad occupare 5.000 chilometri quadrati all’anno di capannoni e case – questo è il dato emerso – il paesaggio delle belle colline marchigiane non si sa quanto potrà durare, morirà prima di nascere. Noi diciamo che è un paesaggio vocato al turismo, che siamo a livelli della Toscana, però non è ancora realtà una valorizzazione turistica ed una economia turistica. Secondo me, quindi, deve essere accompagnata con misure in campo ambientale, soprattutto valorizzando una politica turistica, ampliando e valorizzando i nostri parchi naturali, realizzando i parchi marini; ce ne sono due, quello del Conero e quello che va da San Benedetto fino alla foce del Chienti, ed uno è in previsione nel pesarese.
Va valorizzato il nostro territorio naturalistico, storico e culturale anche nell’ottica di una valorizzazione della politica turistica.
Va riconsiderata la politica di tutela del suolo e dei corsi d’acqua con una programmazione che passi dalla gestione delle emergenze alla prevenzione dei rischi. All’inizio dell’anno abbiamo avuto alcune alluvioni, all’Aspio e nella zona di Falconara, che hanno provocato danni alle imprese, ecc.. Abbiamo detto che ci sono stati degli errori nelle gestioni urbanistiche nelle zone artigianali e che ci sono stati degli interventi della Giunta presso il Governo per il rimborso delle spese. Ma dove sono gli interventi strutturali per impedire che questi fatti avvengano?
Quindi è importante che le risorse vadano per la prevenzione, non possiamo ogni volta buttarli, comprendo i costi dei danni causati dal fatto che non c’è una programmazione dei rischi nel nostro territorio.
In questo senso ho fatto un emendamento su un capitolo dei lavori pubblici in cui sono previsti 11 milioni di euro per un ripascimento di sabbie sottomarine di tutto il territorio marchigiano. C’è uno studio, che ho consegnato anche all’Assessore Marcolini e al Presidente Spacca, che dimostra come quelle sabbie sottomarine non sono utilizzabili e compatibili con il nostro territorio. Quindi rischiamo di realizzare lavori di ripascimento per 11 milioni di euro che verrebbero dispersi dall’azione del mare. Ho presentato quindi questo emendamento per utilizzarli su altri settori sempre per la difesa del suolo e dei fiumi. E’ certamente una indicazione, poi la Giunta deciderà come comportarsi.
Bene è il recepimento di alcuni interventi per la legge sulle acque presentata dalla Consigliera Benatti e che anch’io ho sottoscritto, che stabilisce che la tariffa per le acque minerali venga pagata in base al prelievo fatto, quindi a metro cubo, questo anche per una attenta e oculata gestione delle risorse idriche.
La politica culturale e sociale deve integrarsi con le politiche delle Province e dei Comuni e deve fornire servizi e spazi sociali e culturali ai giovani, alle cittadine e cittadini tutti, invertendo la politica culturale degli eventi e dei convegni, cioè della fruizione passiva, verso una pratica della cultura, favorendo spazi colturali polifunzionali dove si fa cultura, musica, teatro, arti grafiche, figurative ed espressive. E’ questo che fa crescere i giovani. Primariamente la cultura va fatta, va praticata, ma possibilmente va anche fruita.
Quindi anche la discussione sugli oratori, secondo me, deve ritornare all’interno della funzione educativa e degli spazi educativi. Vanno finanziati tutti quegli spazi, che siano oratori o centri di aggregazione sociali e culturali, che favoriscono l’aggregazione e la formazione dei giovani. Certamente fatto con bandi pubblici dove c’è una valutazione del risultato e della qualità del personale che segue i ragazzi.
Anche lo sport, la scuola e l’integrazione devono svolgere tali funzioni e favorire l’accesso e l’aiuto economico alle famiglie più numerose e con i redditi più bassi.
L’azione sul bilancio della sinistra Arcobaleno sin dai primi giorni è stata puntata sulla riduzione dell’accisa sulla benzina, che è stata ridotta da 2,5 centesimi a 2 centesimi quindi da 50 è scesa a 40, modulando la riduzione Irap delle imprese in base alla sicurezza e alle condizioni di lavoro, azzerando l’Irap per le cooperative di tipo B e sul fronte dell’efficientizzazione della pubblica amministrazione, indicando interventi per semplificare e ridurre i costi su enti come l’Ersu, l’Erap ed altri, proprio al fine di semplificare e alleggerire la pubblica amministrazione. Abbiamo indicato l’aumento del bollo per le auto di grande cilindrata per il prossimo anno.
Comunque il bilancio nei prossimi mesi dovrà vedere un’opera di compressione puntuale delle spese che non abbia ricaduta sui cittadini marchigiani perché non si può non rispondere al grido di dolore che viene dalla società civile rispetto alla distanza della politica dalla vita reale. Quindi dovremo anche ridurre in maniera forte i costi dei politici, i costi per i gruppi, i costi per i rimborsi e per i vitalizi.

PRESIDENTE. Ha la parola per l’ultimo intervento, prima della replica dell’Assessore, il Consigliere Viventi.

Luigi VIVENTI. Parlo per ultimo con l’intenzione di tirare le conclusioni. Del resto un uomo di centro avrebbe potuto ricondurre al centro la discussione, però non me ne viene data la possibilità perché c’è l’amministratore delegato, Assessore Marcolini, che lo farà.
Visto che gli amici si sono dilungati abbastanza su tutte le problematiche del bilancio farò un saggio brevissimo, farò un condensato di tre domande al delegato.
Cari amministratori regionali – non è la letterina per gli auguri di Natale – se tutto va bene contabilmente come dite, perché aumentare la benzina che tasserà i marchigiani per altri 20 milioni di euro?
Seconda domanda. Come è possibile che i conti siano in ordine se la sanità da sola lo scorso anno ha prodotto perdite per 100 milioni di euro e quest’anno non ho visto correttivi significativi quindi credo che perderà ancora cifre consistenti?
Terza ed ultima domanda. E’ possibile per che far quadrare i conti si riducano gli stanziamenti per le attività produttive e per le aziende anziché chiudere ed eliminare enti inutili che oltre a produrre deficit sono ormai diventati centri di clientelismo? Grazie.

PRESIDENTE. Grazie Consigliere Viventi soprattutto per la sua brevità. Ha la parola l’Assessore Marcolini.

Pietro MARCOLINI. Devo dire che se le preoccupazioni fossero solo quelle del Consigliere Viventi avremmo argomenti rassicuranti.
Per quello che riguarda la pressione fiscale non solo l’aumento del gettito dell’addizionale non produce 50 milioni, ma ne produce soltanto, con l’aliquota ribassata, poco più di 8 milioni, poco più di un euro al mese a famiglia.
Vorrei però rispondere ad una domanda che lui faceva perché da quella dipende un po’ anche la consapevolezza diffusa in tutto il Consiglio regionale, maggioranza ed opposizione, perché c’è una contraddizione apparente che va affrontata direttamente.
Noi diciamo che le risorse messe a disposizione della comunità nel 2008 saranno consistentemente maggiori rispetto al 2007. Oltre 400 milioni di euro arriveranno alla comunità marchigiana rispetto al 2007 e ciò nonostante siamo costretti, seppur con una manovra che giustamente il Presidente del gruppo del partito Democratico ha definito lieve, per mantenere l’ispirazione sociale di questo bilancio, ad aumentare di 2 centesimi la tassa della benzina, ad aumentare i tributi per i cavatori e quelli dell’acqua.
Io a questa domanda dico che bisogna rispondere concretamente. Quello che è a maggiore disponibilità e indirizzo per la Regione riguarda i capitoli di fondi strutturali e in parte – su questo vorrei dire qualche cosa di positivo – anche dal quadro nazionale. Perché abbiamo una vertenza in piedi che riguarda la Regione Marche, in modo particolare per i trasporti e le infrastrutture, ma dal versante nazionale anche per altre voci, ne cito una fra tutte, su cui tutti quanti convergiamo, che è il sociale dove c’è un aumento dello stanziamento.
Quello che ci è venuta a mancare – che chi è di più antica esperienza in questo Consiglio sa bene – è la parte regionale, quella su cui noi legiferiamo direttamente, arbitrariamente, discrezionalmente, su cui programmiamo i criteri, aggiorniamo gli interventi e rendicontiamo a nostro piacimento e secondo la programmazione autonoma. Ma i due dati debbono essere messi a confronto ed è compito del Governo regionale e del Consiglio regionale, a partire da quello della sessione comunitaria – ha fatto bene la Consigliera Benatti a richiamare –, che è la costruzione di un percorso che a partire dai fondi comunitari arrivi a un documento unico di programmazione che si assuma tutti i livelli della spesa regionale, quelli comunitari, quelli nazionali e quelli regionali, da cui dipendente vitalmente il ruolo, la funzione di indirizzo, monitoraggio e controllo del Consiglio.
Parlo di una partita particolarmente impegnativa. Se guardiamo le cifre, è un bilancio con risorse statali e comunitarie non ancora assegnate ed è per questo che c’è questa differenza di valutazioni di risorse. A questo bilancio, come lo voteremo nelle prossime ore, manca completamente delle risorse statali che verranno deliberate con la legge Finanziaria e delle risorse comunitarie non ancora iscritte in tabella C. Ne cito una tra tutte, questa sigla magica, che sta per Fondo aree sottoutilizzate, che per merito del comportamento della Regione è stata aumentata a quasi 241 milioni.
L’annualità positiva del 2008 sta nel fatto che il 2007 è stato anno di preparazione, il 2008 scarica due annualità, 35 milioni più 35 milioni quindi 70 milioni che nel bilancio non si vedono.
Ovviamente verrà un piano operativo regionale in Consiglio, però ci poniamo anticipatamente il problema dell’integrazione tra le dieci priorità del fondo aree sottoutilizzate che copre grosso modo l’intera operatività della Regione e le emergenze.
Lo stesso dicasi sul piano nazionale. Mi dispiace che il Consigliere Capponi ora non mi ascolta, perché rilascerò una tabella in cui si dimostra in maniera inequivocabile che le preoccupazioni – evitando ogni malizia – sottostanti il suo intervento, cioè la riduzione di 35 milioni di euro dal bilancio, la riduzione al Comune e Provincia, la riduzione alle categorie economiche e sociali, sono destituite da fondamento.
Noi stanziamo nel 2007 al netto delle una-tantum, perché il bilancio, l’abbiamo detto in Commissione, va depurato dalle una-tantum. Per intenderci, se finiamo con quest’anno la restituzione di quella che fu un errore tragico, cioè l’aver speso le risorse per la frana di Ancona nel bilancio regionale e cinque anni di rimborso a 12 miliardi l’anno, quella cifra non è che si può dire che siccome c’era nel 2007 ci deve essere anche nel 2008. Questo mi sembra sia inequivocabile.
Lo stesso dicasi per i 10 milioni di mutuo per la sanità che quando è pagato non si paga più.
Su questo vi lascio una documentazione contestabile e verificabile. Abbiamo 575 milioni nel 2007 al netto delle spese regionali una-tantum, le risorse complessive regionali del 2008 sono di 601 milioni e 433 mila euro.
Nel merito potremo dire tutto, ma avremo modo di farlo nel prosieguo, comunque ci sono gli stessi soldi, anzi, maggiori risorse per quello che riguarda le categorie economiche, agricole, industriali, artigianali, turistiche, per le quali sono stati attivati anche interventi suppletivi che attivano risorse per 668 milioni con la convenzione con la Banca Europea degli investimenti.
Quindi la prima contraddizione è il restringimento delle risorse discrezionali e la necessità di un lavoro comune di rivisitazione della spesa regionale, dove si può mettere mano a 5 miliardi 250 milioni che è il bilancio regionale, per evitare quello che siamo costretti a fare quest’anno per mantenere il profilo sociale della manovra cioè di intervenire per circa 10-12 milioni, parliamo di uno 0,02 sul bilancio complessivo, per poter corrispondere al mantenimento di alcune poste che sono irriducibili, la parte gestita direttamente dalla Regione.
Abbiamo 5 miliardi e 250 con le risorse statali e comunitarie messe a regime, 2 miliardi e mezzo circa di bilancio sanitario, la parte regionale in senso proprio è di 600 milioni, che depurata dal personale, depurata dalle spese per il trasporto, residuano meno di 180 milioni di parte disponibile.
Se mettiamo a denominatore soltanto i 180 milioni – lo dico perché chiunque sia da questa parte il problema si pone esattamente alla stessa maniera –. Bisogna mettere a denominatore, nel rivedere la spesa e nel riorganizzare gli interventi, tutto il bilancio in maniera strutturale. Siamo impegnati su questo.
Sarebbe molto importante riparlare in questa Aula degli atti fondamentali della programmazione, l’abbiamo detto anche nella sessione comunitaria. Io dico che il programma regionale di sviluppo, il piano di inquadramento territoriale, il documento unico di programmazione non sono strumenti intellettuali oppure di una stagione politica desueta, ma sono gli strumenti che ci consentono di graduare le priorità in base alle risorse a nostra disposizione. Siamo impegnati nella redazione coerente dei Por, dei fondi strutturali, nella redazione coerente dell’intesa di programma e nell’accordo di programma quadro col Governo e della riorganizzazione della spesa regionale. (…) La spesa per la sanità è di 2 miliardi e mezzo. Quest’anno abbiamo avuto un aumento di stanziamenti di circa 70 milioni rispetto allo scorso anno. E’ ovvio che l’aumento dello stanziamento rischia, se non controllate le dinamiche principali, di essere insufficienti rispetto agli aumenti dei costi di beni e servizi, oppure dei contratti collettivi nazionali di lavoro.
Sul piano nazionale insieme alle critiche e alle insoddisfacenti risposte che abbiamo sul versante dei trasporti e infrastrutture, dico che intanto la nostra pattuglia dei Parlamentari ha ottenuto qualche risultato sensibile. E’ bene avere un atteggiamento positivo. Se c’è stato un riconoscimento alla Camera di un contributo straordinario per la statalizzazione dell’Università di Urbino penso che qui tutti quanti siamo contenti (…) Ha ragione, infatti è sempre presuntuoso dire tutti perché su tutti non c’è mai nessuno!
La seconda questione riguarda un tema ripetuto e qui ribadito, cioè la nostra ansia per la ricostruzione. Ovviamente non è che sono state stanziati i due miliardi che mancano all’appello per la ricostruzione, ciò nonostante si deve dire che un piccolo passo è stato fatto, 5 milioni per un mutuo quindicennale che restituisce più di 50 milioni per 400 abitazioni nelle Marche, lo volevo dire per l’interrogativo costruttivo che veniva posto sul futuro della ricostruzione che metterei all’attivo.
Così come ai commi 130 e 131 della Finanziaria, il fatto di aver stabilito 19 più 17 milioni, sono 36 milioni, per diluire l’effetto scalino per la busta pesante nelle realtà colpite dal terremoto, a me pare sia una direzione positiva rispetto all’ingresso della proposta finanziaria.
Vorrei citare due o tre elementi che ci vengono incontro e che integrano la proposta di bilancio regionale.
Lo sconto per la prima casa, la detrazione Irpef per i contributi per i redditi fino a 30 mila euro, la riduzione dell’Irap. Si parla di atteggiamento vessatorio nei confronti delle imprese, ma vorrei ricordare che c’è stata una riduzione dell’imposta sulle società di capitali di oltre 5 punti percentuali sul piano nazionale a cui si aggiunge una riduzione dell’Irap dello 0,3 che l’onestà del Consigliere Capponi ha dovuto riconoscere che non abbiamo neutralizzato, ma che abbiamo assunto e registrato una diminuzione di quello che le imprese marchigiane pagheranno in termini Irap nelle casse regionali in maniera sensibile che è dell’ordine di qualche milione.
Lo sconto per interventi di carattere sociale che riguarda la battaglia per la precarizzazione. Penso ai nostri 2.500 precari nella sanità e al riconoscimento ai precari che lavorano nel servizio sanitario nazionale del lavoro ai fini concorsuali.
Cito soltanto alcune delle voci che si integrano e che stabiliscono una piattaforma utile che moltiplica lo sforzo insito nel bilancio regionale.
Venendo più direttamente ai temi del bilancio, intanto vorrei ringraziare, se mi consentite – lo hanno già fatto sia il rappresentante della maggioranza che della minoranza – la struttura che ha supportato in maniera generosa, competente e preziosa nel lavoro del Consiglio, che è l’area finanziaria, quindi il responsabile dott. Burattini e tutti i suoi collaboratori che sono stati qui in questo ultimo mese, il sabato e la domenica, dando una mano a tutti quelli che per diritto e per dovere in Consiglio e in Giunta chiedevano un appoggio.
Venendo al dibattito più strettamente attinente al documento in discussione, la prima questione riguarda l’equilibrio di quello che il Presidente della seconda Commissione Brandoni ha chiamato le due pupille dell’Amministrazione regionale, cioè lo sviluppo economico e il temperamento, l’armonia sociale.
Lo dicevo già prima, siamo riusciti da questo punto di vista a non ridurre lo sforzo in direzione delle categorie più fragili e più esposte, stabilendo l’idea di percuotere, di incidere, di insistere in maniera diversamente pesante tra imprese, lavoro, tra redditi più o meno alti. Avremmo potuto fare di più con strumenti federalisti più ampi, ma spero che nel futuro questa gamma di strumenti si possa allargare.
Penso alle proposte su cui abbiamo lavorato nelle ultime settimane con franchezza e con diversità di opinioni per arrivare ad un approdo comune. Ricordo gli ultimi due o tre fine settimana con i rappresentanti della maggioranza che ponevano esigenze di reindirizzo, di temperamento delle proposte che abbiamo fatto, fatemi qui esprimere una soddisfazione rispetto al fatto che l’intera maggioranza si ricompatta su una proposta sostenibile socialmente, ambientalmente qualificata, finanziariamente coerente e corretta. Questo è un ringraziamento e anche un orgoglio per chi fa parte di questa maggioranza e per lo sforzo che da ogni linea di marcia tutti quanti abbiamo compiuto, da quelli che ponevano le questioni sociali, da quelli che ponevano le questioni economiche dal punto di vista dell’impresa, da quelli che dovevano fare i conti con le compatibilità finanziarie.
C’è stata un’osservazione esterna, riverberata anche all’interno, che riguarda il meccanismo della partecipazione. Su questo devo dire che ho un’idea, si deve cercare, a mio avviso, di specializzare le funzioni. Un conto sono i livelli di concertazione, altro sono quelli della consultazione, altrimenti rischiamo un ingorgo istituzionale che fa saltare un livello importante di indirizzo, di governo o di attività legislativa, che è rispettivamente quello della Giunta e quello del Consiglio.
La concertazione a mio avviso deve essere sviluppata su atti istruiti dei quali l’Esecutivo ha la responsabilità, il Consiglio ha il compito della consultazione e dell’indirizzo ex ante, il controllo durante l’esercizio, e la valutazione e la correzione ex post.
Quest’anno questo si è scontrato con un programma di lavori particolarmente accorciato. La contraddizione veniva conosciuta da tutti. C’era l’esigenza di fare un bilancio secondo quanto prescritto dalla legge, addirittura entro il 31 ottobre, secondo le possibilità per attuare la manovra entro il 31 dicembre, che era in rotta di collisione drammatica con i meccanismi della consultazione e della concertazione.
Penso che su questo dovremmo riflettere stabilendo canali differenziati di cui sia responsabile il Consiglio nella consultazione con le parti economiche e sociali. Tra l’altro sperando che l’istituzione del Cal e del, ci auguriamo tutti dal prossimo mese, non significhi un ulteriore spiazzamento e del Governo e del Legislativo. Come a dire che comincia un corto circuito della istruzione, della decisione, della responsabilità che può rimandare permanentemente ad un livello ulteriore, ad un livello altro, senza la responsabilità della proposta di governo o della proposta legislativa che è di esclusiva spettanza consiliare. C’è il rischio di una distribuzione e di una dispersione della decisione, ma anche della responsabilità, con un effetto di entropia democratica, di perdita di energia democratica nell’indirizzo e nella responsabilità.
Su questo penso che dobbiamo riflettere coerentemente.
Due o tre osservazioni sulle questioni più tornanti per rassicurare tutti e per tornare qui con un supplemento di discussione e di informazione che rinnovo ancora una volta. Dal mese di febbraio, dall’approvazione di bilancio, mi dichiaro insieme alla struttura disponibile ad aprire una sessione di confronto in seconda Commissione, oppure in Aula, sulla gestione attiva del debito e sui derivati. Questo perché capisco che la materia è complessa, che non può essere affrontata in maniera assembleare, che le preoccupazioni sono sincere e che chi ha la responsabilità di gestire questa materia ha il dovere di discutere, di impegnarsi nel fornire il massimo di informazione e di documentazione.
Nel merito, però, voglio fare alcune precisazioni e le voglio dire con grande franchezza. Soltanto dieci anni fa la gestione del debito nella nostra Regione si basava sulla scorta di una deliberazione ad uso interno, che ovviamente non vedeva la discussione del Consiglio regionale, dando facoltà di assumere discrezionalmente le decisioni necessarie per assumere debiti, a quali condizioni e con chi, senza nessun temperamento pubblico.
Abbiamo modificato progressivamente questa struttura fino a portare in Aula l’autorizzazione e in delibera di Giunta le modalità dell’organizzazione delle singole operazioni.
Sulle due o tre osservazioni fatte non abbiamo alcun mutuo a quarant’anni, non abbiamo intenzione di allungare a quarant’anni il debito, ma siccome lo Stato, dai tempi di Tremonti – vorrei dire al Consigliere Capponi – fino a Visco e a Padoa Schioppa, si è riservato la possibilità di mutuare fino a 50 anni – l’ultimo si chiama Matusa bond per 5 miliardi –. e il fatto che le tutte Regioni si riservino la possibilità di mutuare, noi possiamo mettere una notula di specificazione, cioè che non abbiamo in corso e non abbiamo nemmeno intenzione per il 2008 di allungare a quarant’anni il nostro debito. Spero che questo sia chiaro, lo dico in una seduta ufficiale, formale, rituale, in modo che non ci siano dubbi.
Per quel che riguarda l’accantonamento, quello che ho visto sui giornali, il meccanismo bullet non è per ingannare chi non è un tecnico del mestiere. Il bullet è un sistema di rimborso che prevede il pagamento in una rata alla fine del periodo, ovviamente obbligando il debitore a mettere da parte, esattamente come se si trattasse di un piano di ammortamento, i soldi necessari a rimborsare questo periodo finale. La differenza sta nel fatto che siccome si accantona e non si paga subito, questo fondo se investito bene può produrre degli utili. Mi permetto di sottolineare che a differenza di altre operazioni del passato, l’operazione che abbiamo fatto nel 2003 ha un valore di mercato, un mark to market, come si dice in termini tecnici, di 70 milioni. Sono 70 milioni attivi, perché la nostra operazione, segnalata dal rapportaire della Corte dei Conti come esemplare per trasparenza, per prudenza e per redditività, era tutta quanta investita in titoli di Stato ad alta remunerazione che ci dà un valore positivo. Quindi nessuna operazione temeraria, nessun senso di irresponsabile leggerezza nella gestione del debito, né nella gestione dei derivati.
Ripeto ancora una volta, lo ripeto al Presidente del Consiglio e al Presidente della seconda Commissione, che possiamo avere un confronto interregionale, anche in sessioni seminariali che possono essere più snelle, con esperti e competenti.
A me dispiace, per esempio, non esserci stata un’ampia partecipazione al convegno organizzato ad Urbino dalla Corte dei Conti su gestione del debito e derivati. Un appuntamento nazionale, con la Corte dei Conti, con la Banca d’Italia, con il Ministero dell’economia, con l’Università di Roma e di Urbino, di cui ho anche distribuito qui formalmente degli inviti – mi dispiace non ci sia ora il Consigliere Castelli –. Comunque possiamo replicare tranquillamente e con tutta la disponibilità di tempo necessaria per trattare questi temi delicati.
Finisco con un’osservazione. La Consigliera Benatti diceva che la relazione ha un tono aziendalistico e che rischia di non vedere i limiti di quello che fa. Io condivido il fatto che debba essere arricchito. La situazione economica-sociale ha degli indicatori che sono quelli solitamente a cui facciamo riferimento, l’occupazione, la disoccupazione, ci stanno degli indici più raffinati a cui la Consigliera Benatti faceva riferimento, che peraltro sono a disposizione e su cui abbiamo lavorato, che possono costituire una sorta di stato sociale della regione Marche. Penso in modo particolare agli studi Quars dove la Regione Marche viene messa nei primissimi posti per l’istruzione, per i servizi del lavoro, sta invece più indietro per altri servizi. Oppure allo studio che abbiamo commissionato al Censis sulla situazione nelle Marche, che data nemmeno un anno, inoltre, anche alle discussioni di carattere nazionale nella sede storica ormai piuttosto lunga che il Sole 24 Ore compila.
A me pare una sollecitazione giusta che deve essere accolta, sapendo ovviamente che il bilancio non può essere un documento universale dell’Amministrazione in tutte le direzioni in quanto ha una componente prevalente che è quella economica-finanziaria.
L’osservazione finale è quella che il nostro confronto con il Governo e con le Istituzioni a volte quando siamo in automatico ci penalizza, mentre quando riusciamo ad organizzare le risorse per tenere un buon negoziato e una buona proposta veniamo premiati. E’ il caso del Fas che richiamavo prima. Questa mattina il Presidente e il collega Carrabs hanno fatto una conferenza stampa sugli interventi per la difesa del suolo e della costa che ammontano a 57 milioni, che sono un multiplo dei meccanismi di riparto che riguardano la nostra Regione e di cui dobbiamo essere contenti tutti quanti.
Penso che l’accordo ritrovato sulla sostenibilità sociale e politica di questa manovra, con il lavoro paziente e tenace che ci ha portato a questo approdo, possa costituire una solida premessa anche per onorare il rinnovo di una stagione ispirata ai principi programmatici capace di rendicontare e di affrontare qui senza alcun velo un confronto con l’opposizione.

PRESIDENTE. Così come concordato la seduta è sospesa. Invito i Presidenti dei gruppi consiliari alla una riunione che si svolgerà nella consueta sala e se verrà deciso di proseguire i lavori ci rivedremo qui.
La seduta è tolta.

La seduta termina alle ore 13,50