VIOLENZA DI GENERE, IL PRIMO PENSIERO VA A GIULIA E RITA
Seduta aperta del Consiglio regionale. Intervento del Presidente Dio Latini dopo la richiesta di un minuto di silenzio per la Cecchettin di Vigonovo e la Talamelli di Fano, ennesime vittime di femminicidio. Il richiamo per vecchie e nuove generazioni al rispetto reciproco, alla tolleranza ed alla solidarietà

“Due nuovi femminicidi che lasciano sbigottiti, increduli e indignati. Ed è difficile trovare le parole giuste per commentare quanto sta accadendo. La cosa certa è che non si tratta di episodi isolati. Tutt’altro. I dati ci dicono che i casi sono in crescita”.
Esordisce così il Presidente del Consiglio regionale, Dino Latini, avviando la seduta aperta dell’Assemblea legislativa dedicata, come ogni anno, alla presentazione del Rapporto sulla violenza di genere. Lo fa non senza prima aver chiesto all’Aula un minuto di silenzio in ricordo di Giulia Cecchettin di Vigonovo e Rita Talamelli di Fano, ennesime vittime di femminicidio.
Latini ritiene che sia ormai giunto il momento di assumere azioni concrete di prevenzione, informazione ed educazione. Chiama vecchie e nuove generazioni “a un rispetto reciproco, al dialogo, alla tolleranza, alla solidarietà, a tutti quei valori che sembrano contare sempre di meno, ma che invece sono il fondamento di una società”.
Un’educazione che “lo Stato non può dare sostituendosi alla famiglia, ma affiancando e supportando quest’ultima attraverso investimenti in istruzione, formazione e agevolazioni lavorative, che permettano ai genitori di avere tempo e mezzi economici per il compito che devono svolgere”.
Da parte del Presidente un appello perché tutti sappiano riconquistare la propria umanità, sappiano riattivare il dialogo ed il confronto, rinsaldare i rapporti. Ed un pensiero a quanti ogni giorno intervengono in difesa delle donne, dalle forze dell’ordine agli operatori sanitari, dalle associazioni di promozione sociale e di volontariato a chi opera nei centri antiviolenza. L’ultimo pensiero di Latini è rivolto a tutte le donne, a quelle che hanno subito o subiscono continue violenze, piccole o grandi che siano, affinchè “nessuno possa più ergersi a padrone delle loro vite e della loro libertà, che sono loro e soltanto loro”.

A. Is.









Comunicato n.274, Martedì 21 Novembre 2023